Dolore da transfert e senso di abbandono.
Vi chiedo: quali sono le motivazioni che possono spingere uno psicoterapeuta che ti ha seguito per anni a non rispondere più ai tuoi messaggi? Il rapporto terapeutico si è concluso da mesi, ma perchè dirmi, durante l'ultima seduta, "tienimi aggiornato su come va, mi fa piacere" e poi sparire nel nulla? Capirei se gli mandassi continuamente messaggi, fossi invadente, ossessiva o altro...ma sono sempre stata molto corretta con lui, gli scrivo giusto ogni tanto per raccontarli come procede, (1 messaggio ogni tot mesi) stop. Lui inizialmente rispondeva, poi da quando gli ho detto che nella nuova città dove mi sono trasferita ho trovato una nuova terapeuta a è sparito nel nulla, come a comunicarmi che "non sono più affar suo". Io a lui sono molto legata e mi dispiace questo suo silenzio, anche perchè in questi anni mi è sempre stato vicino e partecipe della mia vita. Cosa può essere successo? Perché questo distacco improvviso?
Vi dico questo perchè la settimana scorsa gli ho scritto un messaggio per dirgli che ho interrotto la terapia farmacologica e quella psicologica(sono in cura da anni per il disturbo bipolare)...lui non mi ha risposto e sinceramente mi ha fatto male perché in questi anni si era creato un rapporto molto forte e particolare, almeno per me. Possibile che sia cambiato, così, all'improvviso? Forse è un modo per prendere le distanze?
Non lo so, aiutatemi a capire.
Pensandoci, forse inizialmente mi rispondeva per non sparire dalla mia vita all'improvviso, per rendere il distacco un po' graduale...per non lasciarmi con la sensazione di essere in balia di me stessa già da subito. Cosa ne pensate?Potrebbe essere una strategia terapeutica? Io sono immatura e non riesco ad elaborare la sua perdita. Mi sembra così strano non potergli raccontare più come vanno le cose nella mia vita. Forse ho troppi vuoti affettivi e mi illudevo che lui , con la sua presenza, potesse colmarli...non pensando che la nostra era una relazione terapeutica e nient'altro. Mi sembra pure triste che tutto quello che faceva per me facesse solo parte di un piano terapeutico, non cose rivolte a me in "quanto speciale o meritevole di affetto". Mi fa male pensare che tutti gli abbracci, la vicinanza emotiva, i complimenti fossero solo "strumentali".
C'è anche da dire che io non avevo mai sperimentato un rapporto così forte con un uomo, di vicinanza, affetto, comprensione...forse mi ha ricordato che mio padre è sempre stato assente, forse mi sono banalmente innamorata di lui. In ogni caso, come se ne esce?
Vi dico questo perchè la settimana scorsa gli ho scritto un messaggio per dirgli che ho interrotto la terapia farmacologica e quella psicologica(sono in cura da anni per il disturbo bipolare)...lui non mi ha risposto e sinceramente mi ha fatto male perché in questi anni si era creato un rapporto molto forte e particolare, almeno per me. Possibile che sia cambiato, così, all'improvviso? Forse è un modo per prendere le distanze?
Non lo so, aiutatemi a capire.
Pensandoci, forse inizialmente mi rispondeva per non sparire dalla mia vita all'improvviso, per rendere il distacco un po' graduale...per non lasciarmi con la sensazione di essere in balia di me stessa già da subito. Cosa ne pensate?Potrebbe essere una strategia terapeutica? Io sono immatura e non riesco ad elaborare la sua perdita. Mi sembra così strano non potergli raccontare più come vanno le cose nella mia vita. Forse ho troppi vuoti affettivi e mi illudevo che lui , con la sua presenza, potesse colmarli...non pensando che la nostra era una relazione terapeutica e nient'altro. Mi sembra pure triste che tutto quello che faceva per me facesse solo parte di un piano terapeutico, non cose rivolte a me in "quanto speciale o meritevole di affetto". Mi fa male pensare che tutti gli abbracci, la vicinanza emotiva, i complimenti fossero solo "strumentali".
C'è anche da dire che io non avevo mai sperimentato un rapporto così forte con un uomo, di vicinanza, affetto, comprensione...forse mi ha ricordato che mio padre è sempre stato assente, forse mi sono banalmente innamorata di lui. In ogni caso, come se ne esce?
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Gentile Utente,
anche se uomo, è un clinico.
I messaggi, a mio avviso, esulano dal rapporto psicologo-paziente, ma rappresentano uno spazio privato, spesso confusivo ed ambivalente, che evoca amicizia, complicità, empatia….
Se ha già trovato un altro terapeuta, discuta coni lui le emozioni che ancora le fanno compagnia, vedrà che le saprà dare un mano a superare questo impasse..
anche se uomo, è un clinico.
I messaggi, a mio avviso, esulano dal rapporto psicologo-paziente, ma rappresentano uno spazio privato, spesso confusivo ed ambivalente, che evoca amicizia, complicità, empatia….
Se ha già trovato un altro terapeuta, discuta coni lui le emozioni che ancora le fanno compagnia, vedrà che le saprà dare un mano a superare questo impasse..
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Buongiorno dottoressa Randone, grazie della risposta.
I messaggi esulano dal rapporto psicologo-paziente, è vero. Però perchè mi ha chiesto di scrivergli al bisogno? Poteva semplicemente dirmi che per motivi deontologici preferiva che non ci sentissimo più a terapia conclusa...non capisco.
I messaggi esulano dal rapporto psicologo-paziente, è vero. Però perchè mi ha chiesto di scrivergli al bisogno? Poteva semplicemente dirmi che per motivi deontologici preferiva che non ci sentissimo più a terapia conclusa...non capisco.
[#4]
Utente
Io, per quello che importa, mi sento arrabbiata con lui. Non abbiamo lavorato affatto sul distacco e ora mi trovo da sola a sistemare tutto. Mi sarebbe piaciuto avere un terapeuta che mi spiegasse bene i confini del setting terapeutico, piuttosto di uno che mi abbraccia con trasporto a fine seduta, mi dice che sono una delle sue pazienti preferite, mi dà il suo numero di cell dicendomi " te lo do perchè sei TU". Mi sento come presa in giro ora, come se mi fosse stato reso un pessimo servizio.
Non in ultimo, non abbiamo lavorato nemmeno sul transfert, nonostante fosse evidente la dipendenza che stavo sviluppando da lui. (Anche se, c'è da dire, non l'ho mai chiamato tra una seduta e l'altra, gli ho sempre dato del lei e così via).
Mi scusi l'ora, ma non riesco a dormire.
Se rinizio una terapia con un'altra persona chi mi assicura che non andrà a finire allo stesso modo?
Non in ultimo, non abbiamo lavorato nemmeno sul transfert, nonostante fosse evidente la dipendenza che stavo sviluppando da lui. (Anche se, c'è da dire, non l'ho mai chiamato tra una seduta e l'altra, gli ho sempre dato del lei e così via).
Mi scusi l'ora, ma non riesco a dormire.
Se rinizio una terapia con un'altra persona chi mi assicura che non andrà a finire allo stesso modo?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 6.1k visite dal 29/09/2014.
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