Calo del desiderio sistematico, rifiuto dei rapporti, apatia
Buongiorno, sono una giovane donna e vi scrivo in merito a un problema che perseguita la mia vita di coppia da quando ne ho memoria: parlando del partner che ho ora, dopo un anno di relazione, sono giunta al punto in cui il mio desiderio sessuale, presente e anzi molto attivo nel primo periodo del rapporto (così come nei periodi in cui sono single) scompare drasticamente, lasciando anzi spazio a un rifiuto sistematico dell'intimità con l'altra persona. l'atto sessuale e i preliminari, cosiccome i baci stessi, mi provocano quasi fastidio e turbamento. Il mio sentimento verso il partner è però immutato. questo rifiuto dell'intimità, oltre a intaccare la relazione - il mio partner si sente insicuro, rifiutato, mette in dubbio i miei sentimenti e anche l'intenzione di rimanere insieme - mi porta inevitabilmente a uno stato di depressione, apatia, in cui mi sento inadeguata, mi scervello sul perchè, ogni volta, vada a finire così, e mi chiedo cos'ho di sbagliato. di conseguenza tutta la relazione inizia ad andare a rotoli. Inizialmente cerco di nascondere questo mio disinteresse verso il sesso e il rapporto diventa quasi di tipo "amicale", affettuoso e abbastanza monotono. da ciò, sempre, la relazione in qualche modo finisce. sostanzialmente, a causa di questo calo repentino del desiderio che per forza si trasforma poi in fastidio e rigetto, non riesco ad avere una relazione che duri piu di un anno e mezzo, con conseguenti sofferenze, commenti del tipo "sei una donna volubile, inaffidabile, non sai amare", e sfiducia da parte degli uomini che conosco. ma perché? Perché da un giorno all'altro, nonostante continui a trovare il mio partner bello e attraente e provi amore nei suoi confronti, mi infastidisce che mi tocchi? Quello che provo in quei momenti è un senso di "ma cosa stiamo facendo, siamo ridicoli, che brutta che devo essere, non mi ecciterò mai, non è più come prima" e un turbine di pensieri ridicoli e ossessivi che invece, nei primi mesi, non mi sfiorano nemmeno e tutto va divinamente. Mi sembra quasi che, nel momento in cui la relazione supera i periodi di assestamento, corteggiamento, e si inizia veramente a essere stabili, a conoscersi e a costruire insieme in modo sereno, il mio desiderio sistematicamente scompaia, e non solo, quella che per me era una delle esperienze più appaganti - i l sesso col mio amato - diventa quasi una violenza che mi traumatizza. sono molto triste. vi ringrazio per l'aiuto
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Gentile Utente,
qualche settimana fa ci ha scritto in parte sullo stesso tema e le abbiamo consigliato di rivolgersi di persona ad uno psicologo per approfondire la trattazione dell'argomento e lavorare su di sé: l'ha poi fatto?
qualche settimana fa ci ha scritto in parte sullo stesso tema e le abbiamo consigliato di rivolgersi di persona ad uno psicologo per approfondire la trattazione dell'argomento e lavorare su di sé: l'ha poi fatto?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Ex utente
Salve dottoressa, si certo, sono andata tramite Asl.
La psicologa, con cui mi sono trovata abbastanza bene, ha ipotizzato una mia depressione latente sin dai tempi dell'infanzia, che mi porta a cercare nella vita situazioni problematiche, partner problematici, e continui scossoni e cambiamenti che mi impediscono di costruire, anche nelle relazioni sociali e nel lavoro. In Sostanza secondo lei, le continue bizze o entusiasmi, cosi come la sofferenza, mi aiutano a evitare di ricadere in quella depressione che ho diciamo "di default". Quello Però che non riesco capire e che mi ferisce di più è il perché io abbia questo sbalzo non voluto e incosciente nella sfera sessuale. E poi questo che determina la fine inevitabile di ogni mio rapporto. In un momento di paranoia ho anche pensato di avere subito un trauma nell'infanzia che ora non riesco a ricordare. Tante sensazioni brutte che provo infatti le ricollego a momenti infantili, nonostante, ripeto, io abbia sempre vissuto in una famiglia tranquilla e mediamente serena. Purtroppo la psicologa che mi ha seguita mi ha detto che col ciclo breve di incontri che lei ha a disposizione non può venire a capo Del mio problema, perché per trovare la causa della mia depressione nata nell'infanzia servono dei trattamenti molto molto lunghi e delicati. Quindi io non so più a chi rivolgermi, il mio bisogno di capire è urgente, il rapporto col mio partner sta andando in crisi e io non lo voglio, lo amo profondamente e non voglio perderlo. Provo a spiegargli che ho un problema mio interiore e che lui non ha colpa, lui non mi crede, si sente rifiutato, umiliato, e pensa semplicemente che io non lo ami più. Non so come fargli a fare capire che la situazione è molto più complessa di così!
La psicologa, con cui mi sono trovata abbastanza bene, ha ipotizzato una mia depressione latente sin dai tempi dell'infanzia, che mi porta a cercare nella vita situazioni problematiche, partner problematici, e continui scossoni e cambiamenti che mi impediscono di costruire, anche nelle relazioni sociali e nel lavoro. In Sostanza secondo lei, le continue bizze o entusiasmi, cosi come la sofferenza, mi aiutano a evitare di ricadere in quella depressione che ho diciamo "di default". Quello Però che non riesco capire e che mi ferisce di più è il perché io abbia questo sbalzo non voluto e incosciente nella sfera sessuale. E poi questo che determina la fine inevitabile di ogni mio rapporto. In un momento di paranoia ho anche pensato di avere subito un trauma nell'infanzia che ora non riesco a ricordare. Tante sensazioni brutte che provo infatti le ricollego a momenti infantili, nonostante, ripeto, io abbia sempre vissuto in una famiglia tranquilla e mediamente serena. Purtroppo la psicologa che mi ha seguita mi ha detto che col ciclo breve di incontri che lei ha a disposizione non può venire a capo Del mio problema, perché per trovare la causa della mia depressione nata nell'infanzia servono dei trattamenti molto molto lunghi e delicati. Quindi io non so più a chi rivolgermi, il mio bisogno di capire è urgente, il rapporto col mio partner sta andando in crisi e io non lo voglio, lo amo profondamente e non voglio perderlo. Provo a spiegargli che ho un problema mio interiore e che lui non ha colpa, lui non mi crede, si sente rifiutato, umiliato, e pensa semplicemente che io non lo ami più. Non so come fargli a fare capire che la situazione è molto più complessa di così!
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Gentile Utente,
Alle riflessioni ricevute dalla Collega, la invito a legger queste letture sulla complessità del desiderio sessuale.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3767-calo-del-desiderio-sessuale-monogamia-o-tradimento-pornografia-o-erotismo.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4916-alibi-sessuali-i-nemici-del-desiderio.html
Alle riflessioni ricevute dalla Collega, la invito a legger queste letture sulla complessità del desiderio sessuale.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1240-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-prima.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1268-i-disturbi-del-desiderio-sessuale-parte-seconda.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3767-calo-del-desiderio-sessuale-monogamia-o-tradimento-pornografia-o-erotismo.html
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4916-alibi-sessuali-i-nemici-del-desiderio.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile Utente,
in casi del genere non escluderei un colloquio anche con il partner, perchè è importante risolvere la problematica.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Cordiali saluti,
in casi del genere non escluderei un colloquio anche con il partner, perchè è importante risolvere la problematica.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1583-depressione-patologia-o-poca-forza-di-volonta.html
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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"Purtroppo la psicologa che mi ha seguita mi ha detto che col ciclo breve di incontri che lei ha a disposizione non può venire a capo del mio problema"
Purtroppo i servizi pubblici e i consultori dispongono di risorse limitate ed è per questo che la psicologa le ha detto che nei pochi colloqui erogabili il suo caso non riceverebbe un approfondimento e quindi un aiuto adeguato.
Si informi sulle tariffe dei privati nella sua zona per capire che tipo di investimento richiederebbe un percorso a pagamento e decidere quindi se effettuarlo o meno.
Nel frattempo eviti se possibile di rimuginare sulla questione per evitare di elaborare teorie non fondate sulla causa dei suoi problemi: l'ipotesi di aver subito un abuso sessuale non mi sembra possa essere rilevante nel suo caso e penso che piuttosto sia possibile che lei attui un (inconscio) tentativo di sabotaggio delle relazioni con gli uomini che le garantisce un'esistenza tormentata, esattamente come le ha detto la mia collega.
Purtroppo i servizi pubblici e i consultori dispongono di risorse limitate ed è per questo che la psicologa le ha detto che nei pochi colloqui erogabili il suo caso non riceverebbe un approfondimento e quindi un aiuto adeguato.
Si informi sulle tariffe dei privati nella sua zona per capire che tipo di investimento richiederebbe un percorso a pagamento e decidere quindi se effettuarlo o meno.
Nel frattempo eviti se possibile di rimuginare sulla questione per evitare di elaborare teorie non fondate sulla causa dei suoi problemi: l'ipotesi di aver subito un abuso sessuale non mi sembra possa essere rilevante nel suo caso e penso che piuttosto sia possibile che lei attui un (inconscio) tentativo di sabotaggio delle relazioni con gli uomini che le garantisce un'esistenza tormentata, esattamente come le ha detto la mia collega.
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Ex utente
Gentile dottoressa, nel frattempo il mio partner mi ha lasciata perchè "terrorizzato dai miei comportamenti" e sentendosi ingannato perche pensa fondamentalmente che io non lo ami piu. Il problema è invece per me
Molto piu grosso e profondo. Perche secondo lei mi trovo a boicottare in qualche modo qualsiasi relazione io costruisca? Perche, se io razionalmente vorrei legarmi alla persona che amo, il mio inconscio lavora contro di me e mi fa stare cosi male? Mi è stato parlato di un mio stato di nevrosi ansiosa che esplode nei momenti di "calma", di ansia da abbandono, di rifiuto della dipendenza affettiva. Mentre indago sulle cause perdo quello a cui tengo e i pensieri ossessivi sulla mia capacita di provocare dolore alla persona che amo si estendono anche ai parenti e agli amici che provano ad aiutarmi. È come se mi sentissi fondamentalmente cattiva e volessi essere lasciata sola per non intaccare il benessere delle persone a cui tengo, come un virus. È come se nel Momento in cui un ragazzo dimostra di tenerci a me, una parte della mia testa sussurrasse "tu caro non sai a cosa vai incontro", e la persona arriva quasi a farmi quasi tenerezza. La stessa cosa con chi cerca di aiutarmi, penso sempre "tu non sai che persona io sono davvero, riponi tante speranze in me ma mi fai quasi tenerezza". Sogno anche ricorrentemente questa parte cattiva e sbagliata di me che mi perseguita sogghignando e ride di me, dicendomi che tanto non mi potrò mai liberare di lei. Questi pensieri, quando diventano ossessivi, distruggono tutta la mia giornata. Sono veramente una persona così terribile e incapace di amare? Quasi per il bene degli altri, vorrei che mi stessero lontani.
Questi tarli della "paura di fare del male a chi amo" non mi sono nuovi. Li ho vissuti in diverse fasi della mia vita, e SEMPRE quando c'era qualcuno a cui volevo veramente bene. "Oddio, e se un giorno lo feriró? Lui lo sa chi sono veramente?" Ero arrivata addirittura al terrore di uccidere un mio partner, in età adolescente. Quell'ossessione mi aveva portato a continui attacchi di panico, risolti con l'aiuto di un counsellor che mi aiutó a gestirli ma senza capirne la causa. Lasciando poi quel ragazzo, nonostante la sofferenza (lo amavo moltissimo), il pensiero ossessivo è scomparso perchè lasciandolo era come se l'avessi salvato da me stessa. Molte volte, sempre in concomitanza di relazioni belle e serene, ho avuto l'ossessione di "fare del male", che mi si insinua nella testa come un tarlo. E ne ho avute tante altre di ossessioni! Il non voler mangiare da bambina, il mordere il ferro per sentire il dolore nei denti (fino a non poter piu mangiare con posate in metallo), la paura di essere gay da adolescente,la paura di essere malata, la paura che la masturbazione fosse sbagliata,la paura di non amare davvero, cosi come la paura di aver subito un abuso che non ricordo, fino all'ossessione piu grande e potente -e ricorrente!!- che mi porta a distruggere ogni mia relazione amorosa. Scusi dottoressa il papiro ma quando ho letto del DOC, anche in alcuni suoi articoli, ho quasi provato sollievo perchè forse non sono l'unica al mondo ad avere una vita così orrenda.
Molto piu grosso e profondo. Perche secondo lei mi trovo a boicottare in qualche modo qualsiasi relazione io costruisca? Perche, se io razionalmente vorrei legarmi alla persona che amo, il mio inconscio lavora contro di me e mi fa stare cosi male? Mi è stato parlato di un mio stato di nevrosi ansiosa che esplode nei momenti di "calma", di ansia da abbandono, di rifiuto della dipendenza affettiva. Mentre indago sulle cause perdo quello a cui tengo e i pensieri ossessivi sulla mia capacita di provocare dolore alla persona che amo si estendono anche ai parenti e agli amici che provano ad aiutarmi. È come se mi sentissi fondamentalmente cattiva e volessi essere lasciata sola per non intaccare il benessere delle persone a cui tengo, come un virus. È come se nel Momento in cui un ragazzo dimostra di tenerci a me, una parte della mia testa sussurrasse "tu caro non sai a cosa vai incontro", e la persona arriva quasi a farmi quasi tenerezza. La stessa cosa con chi cerca di aiutarmi, penso sempre "tu non sai che persona io sono davvero, riponi tante speranze in me ma mi fai quasi tenerezza". Sogno anche ricorrentemente questa parte cattiva e sbagliata di me che mi perseguita sogghignando e ride di me, dicendomi che tanto non mi potrò mai liberare di lei. Questi pensieri, quando diventano ossessivi, distruggono tutta la mia giornata. Sono veramente una persona così terribile e incapace di amare? Quasi per il bene degli altri, vorrei che mi stessero lontani.
Questi tarli della "paura di fare del male a chi amo" non mi sono nuovi. Li ho vissuti in diverse fasi della mia vita, e SEMPRE quando c'era qualcuno a cui volevo veramente bene. "Oddio, e se un giorno lo feriró? Lui lo sa chi sono veramente?" Ero arrivata addirittura al terrore di uccidere un mio partner, in età adolescente. Quell'ossessione mi aveva portato a continui attacchi di panico, risolti con l'aiuto di un counsellor che mi aiutó a gestirli ma senza capirne la causa. Lasciando poi quel ragazzo, nonostante la sofferenza (lo amavo moltissimo), il pensiero ossessivo è scomparso perchè lasciandolo era come se l'avessi salvato da me stessa. Molte volte, sempre in concomitanza di relazioni belle e serene, ho avuto l'ossessione di "fare del male", che mi si insinua nella testa come un tarlo. E ne ho avute tante altre di ossessioni! Il non voler mangiare da bambina, il mordere il ferro per sentire il dolore nei denti (fino a non poter piu mangiare con posate in metallo), la paura di essere gay da adolescente,la paura di essere malata, la paura che la masturbazione fosse sbagliata,la paura di non amare davvero, cosi come la paura di aver subito un abuso che non ricordo, fino all'ossessione piu grande e potente -e ricorrente!!- che mi porta a distruggere ogni mia relazione amorosa. Scusi dottoressa il papiro ma quando ho letto del DOC, anche in alcuni suoi articoli, ho quasi provato sollievo perchè forse non sono l'unica al mondo ad avere una vita così orrenda.
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Si può trattare di un disturbo di questo tipo, ma la diagnosi le deve arrivare da qualcuno che la incontri ed esamini di persona.
I pensieri che riguardano la possibilità di fare del male a sé o ad altri sono comunque piuttosto tipici nei Disturbi d'Ansia:
http://www.serviziodipsicologia.it/ossessioni-curare-o-gestire/
http://www.serviziodipsicologia.it/pensiero-ossessivo-o-pensiero-fisso/
Per risolvere una situazione di questo tipo è necessaria una psicoterapia e non esistono altre soluzioni.
Il fatto che lei sia stata seguita per un periodo da un counsellor per questo tipo di disagio:
"Quell'ossessione mi aveva portato a continui attacchi di panico, risolti con l'aiuto di un counsellor che mi aiutó a gestirli ma senza capirne la causa"
non può che essere commentato negativamente, dal momento che il counselor non ha né la preparazione né l'abilitazione ad occuparsi di psicopatologia e quindi di attacchi di panico e Disturbi d'Ansia e non può erogare né consulenza e sostegno psicologico, né tanto meno psicoterapia, incorrendo nel reato di abuso della professione di psicologo/psicoterapeuta se lo fa.
La invito di conseguenza a rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta e cioè al professionista indicato per casi come il suo.
I pensieri che riguardano la possibilità di fare del male a sé o ad altri sono comunque piuttosto tipici nei Disturbi d'Ansia:
http://www.serviziodipsicologia.it/ossessioni-curare-o-gestire/
http://www.serviziodipsicologia.it/pensiero-ossessivo-o-pensiero-fisso/
Per risolvere una situazione di questo tipo è necessaria una psicoterapia e non esistono altre soluzioni.
Il fatto che lei sia stata seguita per un periodo da un counsellor per questo tipo di disagio:
"Quell'ossessione mi aveva portato a continui attacchi di panico, risolti con l'aiuto di un counsellor che mi aiutó a gestirli ma senza capirne la causa"
non può che essere commentato negativamente, dal momento che il counselor non ha né la preparazione né l'abilitazione ad occuparsi di psicopatologia e quindi di attacchi di panico e Disturbi d'Ansia e non può erogare né consulenza e sostegno psicologico, né tanto meno psicoterapia, incorrendo nel reato di abuso della professione di psicologo/psicoterapeuta se lo fa.
La invito di conseguenza a rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta e cioè al professionista indicato per casi come il suo.
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Ex utente
Purtroppo dottoressa nessuno ha mai dato al un peso ai miei disturbi. Per questo la scelta del counsellor, mi è stato consigliato sempre dall'Asl (lavorava in un consultorio). Tutti l'hanno presa come una stupida ansietta da adolescente, ma cosi non era, l'ho sempre saputo. Ma non ho mai insistito perchè tanto passo sempre e solo per ipocondriaca, e come ho sempre fatto ho preferito non chiedere aiuto e provare a cavarmela da sola.. Ho sempre odiato pregare perchè qualcuno mi ascoltasse. Dicevano che "un sacco di persone sperimentano gli attacchi di panico", nessuno capiva l'enorme problema che ho sempre avuto dietro. Dottoressa ho letto dei suoi articoli; cosa devo preferire? La cognitiva comportamentale o la psicodinamica? Ammetto che non ho compreso bene il funzionamento della seconda. Secondo, c'e la possibilita di guarire? Perche
Ovunque legga, mi sembra che le possibilita siano remote
Ovunque legga, mi sembra che le possibilita siano remote
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Le possibilità non sono affatto remote, anzi: dai Disturbi d'Ansia si guarisce e questo avviene con maggiore facilità se il paziente è giovane e se il disturbo non è presente da troppo tempo. Lei ha questi pensieri da anni ma è giovane, quindi non ha nessun motivo di pensare che ci debbano essere particolari ostacoli al suo cambiamento.
Per quanto riguarda il tipo di psicoterapia personalmente le consiglio una psicoterapia psicodinamica, che approfondisce più di altre terapie la trattazione delle cause più profonde dei disturbi e dei contenuti inconsci che li sostengono e accompagnano, perchè mi sembra di cogliere una certa complessità nella narrazione che fa del suo caso e quindi mi sembra che il tipo di intervento più adatto possa essere questo.
Per quanto riguarda il tipo di psicoterapia personalmente le consiglio una psicoterapia psicodinamica, che approfondisce più di altre terapie la trattazione delle cause più profonde dei disturbi e dei contenuti inconsci che li sostengono e accompagnano, perchè mi sembra di cogliere una certa complessità nella narrazione che fa del suo caso e quindi mi sembra che il tipo di intervento più adatto possa essere questo.
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Può cercare su Internet o contattare le scuole di specializzazione in psicoterapia psicoanalitica della Regione per farsi dare i nominativi di psicologi psicoterapeuti specializzati in quelle sedi.
Se vuole mi contatti privatamente e se mi sarà possibile la aiuterò a trovare dei recapiti.
Se vuole mi contatti privatamente e se mi sarà possibile la aiuterò a trovare dei recapiti.
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Gentile Utente,
consideri anhe che per certi tipi di donna non è raro che il desiderio quasi si estingua nel passaggio dall'innamoramento all'amore.
E questo avviene come in una specie di coazione a ripetere.
E' proprio auspicabile un percorso, meglio se con uno / a Psy anche psicoterapeuta. La Sua provincia è vicina a centri di formazione psicologica importanti.
consideri anhe che per certi tipi di donna non è raro che il desiderio quasi si estingua nel passaggio dall'innamoramento all'amore.
E questo avviene come in una specie di coazione a ripetere.
E' proprio auspicabile un percorso, meglio se con uno / a Psy anche psicoterapeuta. La Sua provincia è vicina a centri di formazione psicologica importanti.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
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Le consiglio di consultare anche l'Albo dei Sessuologi clinici della Federazione Italiana Sessuologia Scientifica (fissonline.it), sono Psicologi e Psicoterapeuti specializzati proprio in queste problematiche. L'Albo è suddiviso per regioni.
Saluti cordiali!
Saluti cordiali!
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 18.2k visite dal 24/09/2014.
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