Disturbo post-traumatico da amarezza

Sono una ragazza di 24 anni che sta decidendo se sia il caso di cominciare una terapia. La mia situazione è la seguente: ho sempre provato una profonda amarezza per le ingiustizie, tanto da innervosirmi quando leggo il giornale o anche solo quando qualcuno tratta con superficialità argomenti delicati.
Tengo molto al mio interesse per il sociale, se non fosse che mi ha sempre provocato uno stress non indifferente. E' come se queste ingiustizie - anche se piccole - mi rimanessero bloccate in testa e non riuscissero più a uscire. A volte i miei amici mi chiedono perchè penso ancora ad alcune brutte esperienze quando dovrei mettermi l'anima in pace. La risposta è che non lo so! Non è una cosa che controllo, e per quanto cerchi di sforzarmi nel fare altro questi pensieri impiegano sempre molto tempo per andare via.
Succede per ingiustizie minori, vi lascio immaginare per cose più gravi. L'ultima volta che ho rotto con degli amici ho impiegato tre anni per superare la cosa. Piangevo spesso, ero molto arrabbiata e mi sentivo vendicativa, non riuscivo a dormire, avevo incubi, tachicardia e attacchi di panico, avevo paura di incontrare le persone con cui avevo rotto ed evitavo i luoghi dove sapevo sarebbero andate e anche le persone che frequentavano. Gli amici con cui parlavo non capivano perchè continuassi a essere così arrabbiata e giù di morale dopo così tanto tempo.
Il fatto che nessuno riuscisse a comprendere quanto stessi male mi ha portato a isolarmi molto. Per questo motivo ultimamente tendo a tenermi tutto dentro: evito le persone o le cose che mi causano stress, quando scatta una discussione spiego brevemente perchè sono in accordo/disaccordo ma non insisto più di tanto, a volte ignoro direttamente le discussioni reputandole inconcludenti. Se affrontare le ingiustizie mi rendeva una persona nervosa, evitarle mi sta però rendendo triste. Non so onestamente cosa sia peggio.
Ho sempre cercato di capire quale fosse il mio problema finchè non ho letto del disturbo post-traumatico da amarezza: non mi sono mai rivista tanto nella descrizione di un disturbo come in questo. C'è il forte senso di amarezza derivato da una ingiustizia, il desiderio di vendetta, ma anche una forte tendenza all'ansia.
Vorrei parlarne con uno psicologo ma mi sento un po' persa. Vi sembrano sensate le mie osservazioni? E a chi dovrei rivolgermi?
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Diagnosi a parte, non fattibile online, immagino che il suo malessere vada ascoltato e soprattutto risolto.

Se ha la tendenza alla rimuginazione, se molti eventi la scuotono ed ha difficoltà adattive, nel senso che non trova dentro di lei le strategie adatte per andare avanti un nostro collega de visu, potrà aiutarla a risolvere questo malessere .

Questo non significa che diventerà indifferente o senza una coscienza sociale, ma troverà nuove e più funzionali risposte adattive

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

questa tendenza che Lei sta descrivendo potrebbe essere compatibile con una problematica ansiosa. Infatti la persona ansiosa tende a rimuginare, ad avere tendenze ossessive al controllo, oltre ai sintomi somatici che possono anche non esserci, a favore di quelli cognitivi.

Quindi fa benissimo a mio parere a contattare uno psicologo psicoterapeuta per una valutazione iniziale; insieme potrete decidere se sia il caso anche di intraprendere una psicoterapia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica