Atteggiamento sociopatico come convivere con mio marito?

Buongiorno,
ho conosciuto mio marito a 18 anni (lui 23), a 20 il 1° figlio a 22 il matrimonio a 23 il primo tradimento a 25 la scoperta da parte sua del tradimento, a 26 il 2° figlio.
L' ho tradito per ripicca, per fargli pagare una mancanza di attenzioni di cui a 20 anni avevo disperatamente bisogno e l' ho fatto con il compagno della mia migliore amica.
Sinceramente non ho provato rimorso per quello che ho fatto, ne' mi sono mai sentita in colpa o dispiaciuta per lui o per la mia migliore amica.
Il sesso con mio marito è per me un problema da diversi anni, probabilmente dal primo tradimento.
Non desidero mio marito, non mi piace avere un rapporto con lui, non ho la minima eccitazione fisica, non mi sento donna con lui.
Lui è molto attratto da me, mi cerca, mi desidera ma io contraccambio raramente e frettolosamente.
Oggi ho 28 anni, qualche mese fa il 2° tradimento, una serata con le amiche, un incontro inaspettato.
Mi sono sentita donna, desiderata e bella.
Ultimamente esco con le amiche più frequentemente ( 1-2 volte al mese) e quando esco mi sento viva.
Sono bella, so di piacere molto, e questo mi da energia, mi carica.
Un caro amico una sera mi ha detto " tu sei molto sicura di te, sai di piacere, ti convinci di volere "A" ma sotto sotto vuoi "B" e questa cosa si percepisce e attrae gli uomini come una calamita".
Non ci sono stati secondi incontri ma in questi ultimi mesi ho pensato molto a lui, a come è mi ha fatto sentire, a come mi ha guardato e mi guarda adesso quando ci incrociamo.
Io voglio capire perchè non mi sento così con mio marito.
Noi due stiamo bene, ci compensiamo potrei continuare a vivere così tutta la vita anche se mi rendo conto che per lui provo un affetto fraterno niente di più e non è questo che voglio. Io voglio desiderare mio marito.

Non sono un' irresponsabile, dirigo l' azienda di famiglia, ho un ruolo di grande responsabilità.
Ho un mutuo, bollette, rate scuole private dei figli e nonostante il periodo economicamente instabile non ho mai mancato un pagamento o una scadenza.

In tutto questo io capisco di avere un problema, che sta rovinando il mio matrimonio e temo che un domani possa danneggiare i miei figli.

Temo di avere tendenze socipatiche quando mi rapporto con la mia famiglia, i miei amici e soprattutto mio marito.
Non sto male nel ferire gli altri, non mi interessa quello che provano anzi a volte mi diverte dimostrare che sono superiore o migliore di loro.
Ho pochi amici ma non sono veri amici.
Non mi è mai importato molto anche se dentro sento un grande vuoto.

Ora però mi chiedo come posso risolverle, da sola ci ho provato ma non ci sono riuscita..posso riuscirci o sono davvero destinata a rovinare la mia famiglia.

Io e mio marito stiamo pensando a una separazione temporanea, servirà?



[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Signora,
il suo matrimonio attraversa una crisi da tempo non sanata.
Le soluzioni messe in atto come i tradimenti non risolvono, il suo sentire rispetto alle sue relazioni in genere e nel matrimonio, il senso di vuoto che prova meriterebbero di essere attenzionati attraverso un ascolto diretto.

Prima di prendere decisioni affrettate sarebbe importante sentire il parere in presenza di un esperto poiché sembrerebbe che le problematiche personali non siano disgiunte da quelle di coppia e con esse si intreccino sostenendo e amplificando malessere personale, nella relazione di coppia e nelle relazioni in generale.

Le suggerisco dunque di rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta da sola o anche in coppia, sarà poi lo specialista a proporre il percorso migliore per far fronte in modo efficace ai disagi in atto.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Silvia Guerini Rocco Psicologo 4
Buongiorno,
ho letto con attenzione quanto da lei scritto, e comprendo il suo bisogno di ricevere una risposta alla sua domanda di aiuto, ma sarebbe scorretto, dal mio punto di vista, fornire una risposta che prescinda da un percorso terapeutico, o almeno di consultazione psicologica, data la delicatezza della situazione.
Posso sicuramente notare come lei si sia messa in una fondamentale posizione di riflessione e presa di coscienza, di riflessione rispetto a sé e al suo vissuto.
Può essere che quelle che lei definisce "tendenze sociopatiche" abbiano origine, o possano essere ricollegate alla sua storia famigliare, a quello che lei ha o non ha ricevuto dai suoi genitori, al legame che ha instaurato con loro. Per capire la sua storia e la sua situazione attuale sarebbe di fondamentale importanza ricostruire il suo vissuto relazionale.
E' inoltre significativo il senso di vuoto che lei percepisce, che si ricollega, probabilmente, alla mancanza di attenzioni che l'ha portata al primo tradimento.
Ma anche tutto questo, per assumere un senso, deve in qualche modo essere ricollegato alla sua storia.
Come lei stessa ha potuto constatare, non è facile riuscire a risolvere da soli questo genere di problemi, per cui, ripeto, sarebbe opportuno intraprendere un percorso terapeutico (do per scontato che non l'abbia mai affrontato o che non lo stia affrontando).

le faccio i miei auguri,

S.G.R.

Dr.ssa Silvia Guerini Rocco
psicologa

[#3]
Utente
Utente
Sicuramente il rapporto conflittuale che vivono i miei genitori da che ho memoria, nonostante i loro 35 anni di matrimonio, ha influenzato la mia personalità e il mio modo di pensare. Mi dico spesso che sicuramente io non farò mai la vita che hanno fatto loro, sono legati da 35 anni ma l' unico vero legame che hanno sono beni materiali in comune. Mia madre nel profondo desidera che mio padre muoia così da essere finalmente "libera" perchè non ha mai avuto e non avrà mai il coraggio di affrontare una separazione. Mio padre in più occasioni ha dichiarato che se non fosse per non dare un dispiacere a mia nonna e per i troppi beni in comune, si sapebbero già separati perchè gli interessi in comune sono zero e lo stile di vita idem.
Io e mio marito al contrario abbiamo tanto in comune, interessi e stili di vita affini.
Per questo non mi spiego questa frustrazione che sento anzi che ormai ho smesso di sentire.
Rivolgersi a uno specialista e intraprendere un percorso si ma come? dove? e con quali tempi? e sopratutto il risultato è sicuro? Perchè la mia preoccupazione e proprio questa, che ormai sia impossibile cambiare la mia personalità.

[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Rivolgersi a uno specialista e intraprendere un percorso si ma come? dove?>

Uno psicologo psicoterapeuta lo può trovare sia tra i professionisti che esercitano privatamente sia in ambito puibblico, questi ultimi presso le strutture ASL del suo territorio, come ad esempio CSM, Ospedali, Consultori.

Per i professionisti privati può trovare nominativi tra gli iscritti a questo sito oppure consultando gli iscritti all'Ordine Psicologi della sua regione (albo online).

Per orientarsi nella scelta dello specialista può leggere questi articoli

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html

legga qui sulla psicoterapia
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Opportuno che lei si prenda cura di sé al fine di transitare verso un miglior equilibrio, benessere personale e nelle relazioni; un terapeuta in presenza potrà valutare la sua condizione e condividere con lei in modo opportuno gli obiettivi del percorso.

Uno dei fattori che favorisce la riuscita di un percorso terapeutico è l'alleanza terapeutica, il rapporto collaborativo di mutua fiducia che si instaura tra persona assistita e specialista.
Non può essere garantita a priori.

Inizi con un primo consulto, potrà così esperire meglio di persona e fare opportune riflessioni.

Molti auguri e se crede ci potrà riaggiornare

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