Perché non riesco a bastare a me stesso?
Ho 44 anni. Dopo un matrimonio durato 8 anni con una donna con cui sono stato assieme in totale 15 anni, tutto è finito qualche anno fa perché il rapporto era logoro da quasi un anno e benché sia stata lei a decidere di farla finita io mi sono sentito libero. Sono andato a vivere da solo e dopo un anno ho conosciuto una donna con cui sono stato per un anno, grande passione poi tutto è finito con lei che mi ha detto che che pur essendo io una persona splendida e positiva, lei non sentiva più quel pathos iniziale e aveva avvertito anche da parte mia un calo del desiderio.
Arrivo dunque alla domanda che vi pongo. In entrambe le situazioni (matrimonio e relazione successiva) io ho capito di essere una persona che pur essendo positiva, ottimista, piena di amici e interessi e che non ha problemi a relazionarsi con gli altri, è come se non riuscissi a bastare a me stesso ragion per cui quando incontro una donna che mi piace e inizio a starci assieme, poi anche quando vedo che vi sono cose che non mi piacciono di lei, tento di portare avanti la relazione perché ho paura poi ad accettarmi da solo. E' come se una voce dentro mi dicesse che posso avere amici e interessi e amare la vita, ma senza una vita sentimentale non sono nessuno, mi vergogno di essere single, mentre invece dovrei comprendere che è necessario stare con una persona per completamento e non adattamento. Che consigli mi date per vivere con più serenità i miei periodi da single? Perché questo assillante senso di incompletezza senza una donna da amare? Sarà anche che essendo figlio unico e senza figli proietti già dentro di me il timore di una vecchiaia da solo? Grazie per avermi ascoltato.
Arrivo dunque alla domanda che vi pongo. In entrambe le situazioni (matrimonio e relazione successiva) io ho capito di essere una persona che pur essendo positiva, ottimista, piena di amici e interessi e che non ha problemi a relazionarsi con gli altri, è come se non riuscissi a bastare a me stesso ragion per cui quando incontro una donna che mi piace e inizio a starci assieme, poi anche quando vedo che vi sono cose che non mi piacciono di lei, tento di portare avanti la relazione perché ho paura poi ad accettarmi da solo. E' come se una voce dentro mi dicesse che posso avere amici e interessi e amare la vita, ma senza una vita sentimentale non sono nessuno, mi vergogno di essere single, mentre invece dovrei comprendere che è necessario stare con una persona per completamento e non adattamento. Che consigli mi date per vivere con più serenità i miei periodi da single? Perché questo assillante senso di incompletezza senza una donna da amare? Sarà anche che essendo figlio unico e senza figli proietti già dentro di me il timore di una vecchiaia da solo? Grazie per avermi ascoltato.
[#1]
Gentile signore,
lei sta ammettendo che non riesce a stare da solo pur avendo una vita sociale e lavorativa piena. Si trova confrontato con uno dei compiti fondamentali di ogni persona, a mio avviso: quello di fare i conti con la solitudine intrinseca dell'essere umano. E' un processo delicato e che non si conclude mai, l'obiettivo, se così si può definire, è accettare questa "mancanza" che non si può riempire con nulla e con nessuno, ma che si può e si deve rendere vitale e creativa.
Io credo che lei debba farsi aiutare in un percorso psicologico (a termine e non infinito) attraverso il quale si porra' le domande giuste per incanalare la sua persona e la sua soggettività nel modo più adatto a lei.
Le allego i link a due letture che potrebbero esserle utili.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4182-la-mancanza-e-il-desiderio.html
http://www.giselleferretti.it/news/dipendenza-affettiva-e-sindrome-dellabbandono/
Un caro saluto,
lei sta ammettendo che non riesce a stare da solo pur avendo una vita sociale e lavorativa piena. Si trova confrontato con uno dei compiti fondamentali di ogni persona, a mio avviso: quello di fare i conti con la solitudine intrinseca dell'essere umano. E' un processo delicato e che non si conclude mai, l'obiettivo, se così si può definire, è accettare questa "mancanza" che non si può riempire con nulla e con nessuno, ma che si può e si deve rendere vitale e creativa.
Io credo che lei debba farsi aiutare in un percorso psicologico (a termine e non infinito) attraverso il quale si porra' le domande giuste per incanalare la sua persona e la sua soggettività nel modo più adatto a lei.
Le allego i link a due letture che potrebbero esserle utili.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4182-la-mancanza-e-il-desiderio.html
http://www.giselleferretti.it/news/dipendenza-affettiva-e-sindrome-dellabbandono/
Un caro saluto,
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
[#2]
<< quando incontro una donna che mi piace e inizio a starci assieme, poi anche quando vedo che vi sono cose che non mi piacciono di lei, tento di portare avanti la relazione perché ho paura poi ad accettarmi da solo.
Forse fare il passo dall'innamoramento all'amore Le risulta difficile?
Forse fare il passo dall'innamoramento all'amore Le risulta difficile?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.9k visite dal 22/09/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.