Fare l'insegnante
Gentili medici, mi rivolgo a voi, perchè è da tanto che mi faccio delle domande alle quali non so se trovo le rsposte corrette. Sono un' insegnante di scuola media e insegno matematica e scienze, ho 39 anni e insegno da 8 anni. Trovo questo lavoro ogni anno difficile e sembra che l'esperienza che faccio l'anno precedente non sia ma sufficiente per affrontare l'anno con fiducia. A volte mi sento frustrata! All'inizio dell'anno con le nuove classi (che sono sempre diverse, perchè cambio scuola ogni anno) parto con tanta energia e voglia di fare, ma quasi subito mi scontro con i problemi della classe e da li cominciano le mie domande, domande che faccio a me stessa alle quali non so rispondere: sono io che non so fare bene l'insegnante o semplicemente questo è un lavoro difficile? Mi metto sempre molto in discussione, quando gli alunni fanno chiasso, quando sono distratti, quando non ascoltano, quando sono irrispettosi, mi ritengo sempre responsabile dei loro atteggiamenti, perchè penso che sia dovere dell'insegnante sapersi fare rispettare, farsi ascoltare e saper gestire la classe!!Cerco di fare del mio meglio, di rendere le lezioni interessanti, essere rigida, dare regole, ma anche disponibile, eppure ogni 'errore' dei miei alunni è un mio errore!Questo mi fa stare male e vivo poco serenamente il mio lavoro, sono alla continua ricerca della perfezione che ovviamente non raggiungo mai...Dove sbaglio?Vi ringrazo in anticipo se vorrete aiutarmi a rispondere a tutte queste domande o dare una vostra interpretazione
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Gentile professoressa, il suo è un lavoro bello e difficile che richiede oltre naturalmente a una grande preparazione che sicuramente lei ha, anche una buona capacità di comprensione delle dinamiche dell'adolescenza che tenga conto di tutte le problematiche di questa età, delle contraddizioni, delle insicurezze ed oppositorietà che colorano e turbano la vita dei ragazzi.. quindi tenga conto che non è lei da mettere in discussione ,ma che è necessario.. viaggiare informati.. come si suol dire.
Le consiglio di personalizzare i rapporti coi ragazzi di essere non rigida, ma ferma , flessibile sulle piccole cose ..Se crede nel mio blog sono stati descritti i diversi momenti dell'adolescenza, altri lavori ci sono in MI di altri validi colleghi..
Non si scoraggi, in questo momento , con la crisi della famiglia , con tutto quello che succede, il compito degli insegnanti è prezioso , spesso uno dei pochi punti di riferimento per i ragazzi..
Le consiglio di personalizzare i rapporti coi ragazzi di essere non rigida, ma ferma , flessibile sulle piccole cose ..Se crede nel mio blog sono stati descritti i diversi momenti dell'adolescenza, altri lavori ci sono in MI di altri validi colleghi..
Non si scoraggi, in questo momento , con la crisi della famiglia , con tutto quello che succede, il compito degli insegnanti è prezioso , spesso uno dei pochi punti di riferimento per i ragazzi..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
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<<questo è un lavoro difficile?>>
Gentile Utente,
il suo è senz'altro un lavoro difficile, soprattutto di questi tempi, in cui spesso le famiglie faticano ad imporre regole di buon comportamento e rispetto. Inoltre, i ragazzini con cui ha a che fare Lei, si trovano in un'età particolarmente critica e delicata anche riguardo alla relazione con gli adulti. Se ciò non bastasse, ogni anno Lei si ritrova ad avere davanti classi nuove, dovendo ricominciare da capo a cercare di intessere rapporti significativi con alunni, famiglie e colleghi.
Conosce i lavori -libri e ricerche- del dottor Lodolo D'Oria sul burnout e lo stress correlato al lavoro del docente?
Detto ciò, non vanno però trascurate le sue peculiari caratteristiche individuali che la portano a ricercare una perfezione forse un po' utopistica.
Questa tendenza è circoscritta all'attività lavorativa o è più pervasiva?
Ha modo di confrontarsi con i colleghi che magari conosco da più tempo le classi, così da applicare strategie comuni?
Cordialmente,
Gentile Utente,
il suo è senz'altro un lavoro difficile, soprattutto di questi tempi, in cui spesso le famiglie faticano ad imporre regole di buon comportamento e rispetto. Inoltre, i ragazzini con cui ha a che fare Lei, si trovano in un'età particolarmente critica e delicata anche riguardo alla relazione con gli adulti. Se ciò non bastasse, ogni anno Lei si ritrova ad avere davanti classi nuove, dovendo ricominciare da capo a cercare di intessere rapporti significativi con alunni, famiglie e colleghi.
Conosce i lavori -libri e ricerche- del dottor Lodolo D'Oria sul burnout e lo stress correlato al lavoro del docente?
Detto ciò, non vanno però trascurate le sue peculiari caratteristiche individuali che la portano a ricercare una perfezione forse un po' utopistica.
Questa tendenza è circoscritta all'attività lavorativa o è più pervasiva?
Ha modo di confrontarsi con i colleghi che magari conosco da più tempo le classi, così da applicare strategie comuni?
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Gentile Utente,
tendere alla "perfezione" talvolta nascone insicurezze personali che lei probabilmente riversa sulla classe e sul suo senso di inadeguatezza.
I ragazzi delle scuole medie a volte sono semplicemente difficili da gestire e se le cose non vanno come lei vorrebbe, significa semplicemente aggiustare il tiro e magari ridimensionare quel senso di "controllo" che forse mantiene, per gestire la sua ansia.
tendere alla "perfezione" talvolta nascone insicurezze personali che lei probabilmente riversa sulla classe e sul suo senso di inadeguatezza.
I ragazzi delle scuole medie a volte sono semplicemente difficili da gestire e se le cose non vanno come lei vorrebbe, significa semplicemente aggiustare il tiro e magari ridimensionare quel senso di "controllo" che forse mantiene, per gestire la sua ansia.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Utente
Gentili medici, ringrazio tutti per le celeri e complete risposte.
Per la Dott.ssa Scalco che mi fa le domande seguenti rispondo:
<Conosce i lavori -libri e ricerche- del dottor Lodolo D'Oria sul burnout e lo stress correlato al lavoro del docente?>
non conosco in particolare l'autore da lei citato, ma ho sentito parlare di burnout. So che la nostra è una professione stressante e a rischio burnout, ma non so se questo possa essere il mio caso.
<Detto ciò, non vanno però trascurate le sue peculiari caratteristiche individuali che la portano a ricercare una perfezione forse un po' utopistica.Questa tendenza è circoscritta all'attività lavorativa o è più pervasiva?Ha modo di confrontarsi con i colleghi che magari conosco da più tempo le classi, così da applicare strategie comuni?>
Il mio problema è proprio questo: io credo che nel mio mestiere sia positivo mettersi in discussione, tentare sempre di migliorare, trovare nuove strategie, collaborare con i colleghi e tutto cio io lo faccio. Ma fino a che punto questo cercare di miglirarsi è 'normale' e quando diventa 'perfezionismo' ? Come faccio a capire il limite e a dire : 'basta! piu di questo non posso ottenere!', farmene una ragione e darmi pace, invece di continuare ad essere critica verso me stessa?Come imparare a non prenderla sul personale?
Mi chiede se anche negli altri campi sono cosi'perfezonista'..ebbene si, sono una persona che punta sempre al meglio e cerco di dare il massimo e ottenere sempre i migliori risultati, fin da piccola sono stata tra le migliori a scuola..forse è sbagliato questo atteggiamento, vorrei cambiarlo, ma non so come.
Per il Dottor Del Signore
<tendere alla "perfezione" talvolta nascone insicurezze personali .... ridimensionare quel senso di "controllo" che forse mantiene, per gestire la sua ansia.>
Credo che sia un po' cosi, forse sono ansiosa ed insicura ed è li che dovrei lavorare, ma come?
Per la Dott.ssa Scalco che mi fa le domande seguenti rispondo:
<Conosce i lavori -libri e ricerche- del dottor Lodolo D'Oria sul burnout e lo stress correlato al lavoro del docente?>
non conosco in particolare l'autore da lei citato, ma ho sentito parlare di burnout. So che la nostra è una professione stressante e a rischio burnout, ma non so se questo possa essere il mio caso.
<Detto ciò, non vanno però trascurate le sue peculiari caratteristiche individuali che la portano a ricercare una perfezione forse un po' utopistica.Questa tendenza è circoscritta all'attività lavorativa o è più pervasiva?Ha modo di confrontarsi con i colleghi che magari conosco da più tempo le classi, così da applicare strategie comuni?>
Il mio problema è proprio questo: io credo che nel mio mestiere sia positivo mettersi in discussione, tentare sempre di migliorare, trovare nuove strategie, collaborare con i colleghi e tutto cio io lo faccio. Ma fino a che punto questo cercare di miglirarsi è 'normale' e quando diventa 'perfezionismo' ? Come faccio a capire il limite e a dire : 'basta! piu di questo non posso ottenere!', farmene una ragione e darmi pace, invece di continuare ad essere critica verso me stessa?Come imparare a non prenderla sul personale?
Mi chiede se anche negli altri campi sono cosi'perfezonista'..ebbene si, sono una persona che punta sempre al meglio e cerco di dare il massimo e ottenere sempre i migliori risultati, fin da piccola sono stata tra le migliori a scuola..forse è sbagliato questo atteggiamento, vorrei cambiarlo, ma non so come.
Per il Dottor Del Signore
<tendere alla "perfezione" talvolta nascone insicurezze personali .... ridimensionare quel senso di "controllo" che forse mantiene, per gestire la sua ansia.>
Credo che sia un po' cosi, forse sono ansiosa ed insicura ed è li che dovrei lavorare, ma come?
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<<forse sono ansiosa ed insicura ed è li che dovrei lavorare, ma come?>>
Ovviamente non è possibile farlo in questa sede, ma potrebbe ad esempio rivolgersi allo psicologo della scuola, se presente nel suo Istituto, per cercare di andare più a fondo e capire meglio la situazione, in modo da poter intervenire nel modo corretto e vivere la sua vita professionale (e non) con maggior serenità.
In alternativa, può richiedere una consulenza psicologica al servizio di psicologia della sua Asl o ad un professionista privato.
Saluti.
Ovviamente non è possibile farlo in questa sede, ma potrebbe ad esempio rivolgersi allo psicologo della scuola, se presente nel suo Istituto, per cercare di andare più a fondo e capire meglio la situazione, in modo da poter intervenire nel modo corretto e vivere la sua vita professionale (e non) con maggior serenità.
In alternativa, può richiedere una consulenza psicologica al servizio di psicologia della sua Asl o ad un professionista privato.
Saluti.
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Le allego due letture che, mi auguro, potranno fornirle utili spunti di riflessione:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3140-la-perfezione-e-patologia.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2900-l-imperfezione-del-perfezionismo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3140-la-perfezione-e-patologia.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2900-l-imperfezione-del-perfezionismo.html
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Utente
Gentile dottoressa Scalco, la ringrazio degli spunti che mi hanno fatto riflettere molto. Credo di dover lavorare un po' su me stessa come persona, per acquisire maggior sicurezza, ancora prima che come insegnante. Pensavo che con il tempo e l'esperienza avrei acquisito maggiore sicurezza in classe e maggior disinvoltura, ma non sempre è cosi. Ci sono giorni che vanno bene e mi sento soddisfatta e altri un p' meno, faccio molti confronti e mi chiedo spesso se sono meglio o peggo di altri insegnanti. Perennemente in competizione e spesso insoddisfatta....Vi ringrazio in ogni modo delle vostre risposte.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 6.3k visite dal 21/09/2014.
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