Richieste famiglia, sensi di colpa e problemi con compagna

Buongiorno. Sono un ragazzo di 34 anni con una convivenza finita male alle spalle e una nuova convivenza per me importantissima perchè è la Donna con la quale vorrei costruire il mio futuro. Caratterialmente sono un tipo che lascia fare tutto e non mi pongo problemi di tipo familiare: la mia compagna può decidere se venire a cena dai miei, ad una festa di famiglia o altro ed io non ho problemi nell'andare alle feste della sua famiglia. Dò sempre tutto e tratto la sua famiglia come fosse la mia ed anche per la mia famiglia, che mi ha sempre aiutato, scatto appena c'è bisogno. Sono pigro, quindi non amo uscire. Queste premesse perchè, da un pò, la mia famiglia mi attacca dicendo che li ho abbandonati (si, abbandonati), perchè sono presente solo quando ci sono problemi, ma non li vivo, non vado a cena da loro, non esco con mia sorella (dicendo che l'ho lasciata completamente sola e che era meglio fossi nato femmina) perchè dico sempre di no e la mia compagna non porta rispetto in primis a me e poi a loro perchè non viene alle feste di famiglia mentre io vado ovunque. Ovviamente questo mi distrugge e mi fa vivere di sensi di colpa nonostante io dica loro che il bene, l'affetto, non si dimostra con le feste o vedendosi ogni giorno. Capisco che questa è l'abitudine che c'è sempre stata in tutta la nostra famiglia (anche allargata, zii, cugini e compagnia bella), ma se io sono così, penso di meritare di essere rispettato senza farmi sentire in colpa, perchè comunque continuo ad esserci. Ora vorrei capire se sono davvero io il problema, come mi viene detto, o, almeno in parte, anche loro. Ovviamente questo implica problemi anche con la mia compagna e nel mio rapporto di coppia perchè lei ha paura di non poter vivere serenamente la propria libertà e il proprio modo di vedere la vita ed io vivo malissimo perchè mi sento in colpa e costretto a fare ciò che mi chiedono per renderli sereni. Forse sono troppo legato alla mia famiglia, non lo so, ma ci sto male.

Grazie mille.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<penso di meritare di essere rispettato senza farmi sentire in colpa...Forse sono troppo legato alla mia famiglia,ma ci sto male.>

Gentile Utente,
credo che una maggiore distanza emotiva dai suoi sarebbe opportuna, data la sua età. Non significa abbandonare i suoi, ma maturare un rapporto più adulto come si converrebbe alla sua età poiché di certo, continuando in questo modo, rischia di non mettere i necessari paletti intorno alla sua relazione di coppia e alla sua vita di adulto.

Nella sua famiglia da quanto descrive sembrano essere in atto dinamiche invischianti di cui tutti sono partecipi e coinvolti, lei compreso che continuando a soddisfare le richieste improprie dei suoi, oppresso dai sensi di colpa che le suscitano, rischia di alimentare e rinforzare le difficoltà in atto con evidenti ripercussioni sulla sua vita di coppia.

Sarebbe opportuno che riflettesse su queste dinamiche di cui lei pare riesca a rendersi conto modulando diversamente il rapporto con i suoi, non solo a prole, ma anche a fatti.

Credo che l'apporto di un terapeuta sistemico potrebbe essere opportuno per accompagnarla in questo, non sempre è così facile modificare dinamiche familiari irrigidite nel tempo.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie mille Dottoressa.
Probabilmente io ho una visione diversa della vita e se per caso chiamo mia sorella per cenare insieme e mi dice che è stanca, neanche ci faccio caso, mentre al contrario sembra che io li abbandoni. Partendo dal presupposto che li adoro e che mi hanno sempre viziato e dato tutto (come ho sempre fatto anche io), trovo difficile superare i sensi di colpa perché anche se ho consapevolezza di tutto, gli stati d'animo non spariscono e ho paura che, anche se iniziassi un percorso terapeutico, riuscirei, da una parte, a rendere più solide le mie convinzioni, ma avrei comunque sempre la mia famiglia contro e quindi vivrei poco serenamente.
Ma poi, socialmente, se la mia compagna non ha voglia di venire alle feste di famiglia mentre io vado perché comunque, per abitudine, non mi pesa (nonostante sia pigro e starei sempre a casa), è davvero una mancanza di rispetto nei miei confronti o della mia famiglia?

Ancora grazie.
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<trovo difficile superare i sensi di colpa perché anche se ho consapevolezza di tutto, gli stati d'animo non spariscono anche se iniziassi un percorso terapeutico, riuscirei, da una parte, a rendere più solide le mie convinzioni, ma avrei comunque sempre la mia famiglia contro>

Non lo può sapere fino a che non ha almeno incontrato un collega.
Non darei tutto per scontato, innanzitutto occorre fare maggiore chiarezza (anche nelle sue convinzioni) per comprendere appieno anche il suo ruolo, maturare una maggiore distanza emotiva dai suoi (che lei sembrerebbe non avere raggiunto) modulare diversamente il proprio agire.

Un figlio adulto ha diritto di prendere le proprie decisioni in autonomia senza essere tacciato di tradimento, i genitori il dovere di lasciarlo andare in questo senso.
Non è un abbandono, non significa troncare il rapporto con la famiglia di origine, anzi, ma continuare a viverlo senza sofferenza.
Significa anche imparare a tollerare che i suoi genitori possano averne dispiacere e gestirne in modo appropriato le conseguenze.

Tutto il resto viene di conseguenza anche nel rapporto con la sua fidanzata e la conseguente gestione delle visite ai suoi.

Cordialità
[#4]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie ancora Dottoressa.
Volevo anche chiederle se, secondo Lei, dovrei effettuare un percorso terapeutico da solo oppure "familiare".

Grazie
[#5]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Le suggerirei di iniziare con il chiedere un consulto personale, lo specialista che incontrerà valuterà poi adeguatamente la situazione e il percorso da seguire nello specifico alla luce di ogni elemento utile.

Meglio dal mio punto di vista un approccio centrato sulle relazioni, date le difficoltà in essere, come ad esempio uno di tipo sistemico.

Legga qui per approfondimenti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Cordialità
[#6]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie mille Dottoressa. Le auguro una buona giornata.
[#7]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Lieta di averla ascoltata.

Buona giornata anche a lei.
[#8]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
>>questa è l'abitudine che c'è sempre stata in tutta la nostra famiglia (anche allargata, zii, cugini e compagnia bella), ma se io sono così, penso di meritare di essere rispettato senza farmi sentire in colpa<<

Gentile utente,
Quando uno dei membri della famiglia sente l'esigenza di modificare i rituali famigliari tradizionali, è preso come capro espiatorio e si sente scaricata addosso una dose di aggressività purtroppo, quasi "tradisse" il mandato.
Certamente che Lei non ha alcuna colpa, solo desidera impostare la vita come Lei e la sua ragazza ritenete meglio.
Si figuri che talvolta il legame tra il figlio e la propria famiglia di origine è talmente imponene (negativamente) da mettere in crisi lo stesso legame di coppia; ( www.medicitalia.it/news/psicologia/4386-mammismo-rende-nullo-matrimonio.html) Fortunatamente non è il suo caso!
Ma se, nonostante tutto, non si sente sicuro della strada intrapresa si consulti con un nostro Collega di persona.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/