Tradita e distrutta, senza speranza
Salve. Sono sposata da 20 anni con tre figli. Nel 2006 l'intesa sessuale con mio marito ha cominciato a peggiorare, lui manifestava eiaculazioni precoci e i nostri rapporti erano sempre più rari. Per il resto una coppia "perfetta"... Ho provato in tutti i modi a parlarne con lui. Niente d più sbagliato! Ho graffiato il suo Ego e il risultato è stato un ulteriore allontanamento sessuale. Nel 2009, con la malattia terminale di mio padre, ho perso la testa. Ho rimesso in discussione tutta la mia vita e stupidamente mi sono "preconfezionata" una relazione extraconiugale per sentirmi viva, per verificare se ancora esistevo come donna per un altro uomo e per scrollare una situazione incancrenita con mio marito. Ho avuto tre incontri con l'altro ed ero come drogata dalle parole e dai gesti che non sentivo e non provavo da tanto. Nel frattempo vivevo come sdoppiata e tutti i miei comportamenti anche in famiglia denunciavano il mio non esserci con la testa. La faccio brevissima: mio marito l'ha finalmente scoperto, mi ha pregato di tornare insieme, mi ha detto che aveva capito in un attimo quello che cercavo di dirgli da anni e che era ora di ricominciare e di non buttare il nostro grande amore. Io naturalmente non ho esitato un attimo, credevo finalmente di aver aperto, seppure in modo sbagliato e dolorosissimo, quel portone invalicabile verso una vita sessuale piena ed appagante. Lui si è rivolto ad un sessuologo il quale gli ha chiesto se i disturbi di precocità li aveva anche con altre donne e comunque gli ha prescritto il Cialis ed un antidepressivo. L'inizio della fine. Io da una parte con i sensi di colpa e lui dall'altra trasformato dalla rabbia, dal dolore e dai farmaci. Nel 2011 muore mio padre che ha vissuto tutto il calvario della malattia in casa con noi. Il sesso era passato in secondo piano per questo, così almeno sia io che mio marito ci giustificavamo. Invece lui nel frattempo aveva avuto incontri a pagamento e faceva un uso sempre più frequente di Internet per procurarsi piacere. Io in un angolo del letto ad espiare le mie colpe condite dal dolore lancinante per mio padre. In contemporanea invece mio marito aveva finalmente accettato le avances della mia vicina di casa ed aveva cominciato a frequentarla settimanalmente. L'ho scoperto da un sms nel 2012 e lì sono morta! Non me ne sono andata subito per tutelare i miei figli e per non far scoppiare una bomba solo per rabbia e disperazione ma la bomba è scoppiata dentro di me. Non ho perdonato e mai lo farò. Ho cercato di comprendere, di ascoltare il suo amore. Lui mi dice che si sente finalmente libero, sereno e possiamo vivere il nostro grande amore. Che "lei" è servita per recuperare se stesso ma non è mai stata niente. Per me invece il suo niente è stato tutto. Ogni giorno apro la porta e vedo lei. Sto male e non lo dico. Sono in terapia. Non so se lo amo come prima. Sbaglio se resto, sbaglio se vado. Vedo da due anni come via d'uscita solo il suicidio. C'è un'altra strada?
[#1]
Gentile Signora,
Il suicidio non e' una via di uscita, e' una vendetta, forse una illusione di vendetta che paga chi ne e' vittima. Lo consideri nei momenti di disperazione.
Ma venendo a Lei. La rabbia, la delusione. E' tutto legittimo e giusto.
Anche qui pero' paga solo lei.
L'amore si affievolisce, il desiderio ancora di piu'. Non e' una "sua" colpa. E' il rapporto. Anche suo maruto dovrebbe sentirsi male pensando a quanto accaduto. Ma la colpa se la prende tutta lei e lo assolve
Forse il.lutto di suo padre non e'.estraneo a questo stato d'animo. Che ne pensa??
Il suicidio non e' una via di uscita, e' una vendetta, forse una illusione di vendetta che paga chi ne e' vittima. Lo consideri nei momenti di disperazione.
Ma venendo a Lei. La rabbia, la delusione. E' tutto legittimo e giusto.
Anche qui pero' paga solo lei.
L'amore si affievolisce, il desiderio ancora di piu'. Non e' una "sua" colpa. E' il rapporto. Anche suo maruto dovrebbe sentirsi male pensando a quanto accaduto. Ma la colpa se la prende tutta lei e lo assolve
Forse il.lutto di suo padre non e'.estraneo a questo stato d'animo. Che ne pensa??
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
No signora, questa è invece l'ora di riprendere in mano la sua vita..lasci suo marito alle sue meschine vendette e guardi avanti , ci sono altre possibilità, anche altri uomini, altri stili di vita.. non pensi al suicidio , tre figli, anche grandi hanno ancora bisogno di lei , come di un porto sicuro..
Noi siamo qui, sempre, anche per lei..
Noi siamo qui, sempre, anche per lei..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Utente
Grazie infinite per le vostre risposte celeri. Certo andarmene e lasciare tutto, magari appena scoperto, sarebbe stata la soluzione più ovvia e forse la più giusta per me. Ma avrei trascinato nel mio vortice di rabbia e di disperazione tante persone, cambiando loro la vita. Non ho avuto il coraggio, mi sono sentita egoista, ho provato a dare tempo al tempo. In fondo anche mio marito aveva sofferto moltissimo nel 2009 a causa mia e aveva deciso di riprovare. Guarda caso però a distanza di due anni dall'evento ha intrapreso quella strada, coltivando forse dentro di se un misto di voglia di rivalsa, vendetta, rabbia e allontanamento. Non può essere altrimenti visto che ogni settimana per almeno un anno ha scelto di incontrare una donna che vive di fronte a casa nostra, con i figli che si frequentano. Donna che mai come in quell'anno mi ha cercata per chiedermi di tutto, dallo zucchero a consigli per l'arredamento. Donna che poi voleva che la perdonassi e che mi ha detto di aver fatto tutto per togliere A ME quello che avevo, la famiglia del "mulino bianco"...una poveretta malata di edonismo e invidia. Oggi sono anch'io a due anni dal suo evento e dentro di me si fanno largo tutti i sentimenti che c'erano in mio marito ma ne parlo, li manifesto, non credo che un altro uomo possa essere la soluzione. Non credo niente. Niente è come prima. Tutto quello che ho fatto in vent'anni per la prima volta suona di rinuncia e fatica, mi sento in credito verso un uomo che mi ha fatto così male in cerca (dice) di se stesso. Ho sicuramente imparato molto ma sono vuota, senza progetti. Non ho più casa perchè appena esco dalla porta ho lei a ributtarmi nell'angoscia. Se me ne vado sbaglio, se resto sbaglio. L'unica frase che mi accompagna è "domani è un altro giorno..." ma non sorrido più, non gioisco, non vivo.Scusatemi e grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 15/09/2014.
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