Sbalzi d'umore da ansia o depressione?
Gent.li Dott.ri,
da circa un mese sto soffrendo di un disagio che fatico a riconoscere:
Premetto che sono una persona ansiosa (ma non all'eccesso) e che ho sofferto di ansia anticipatoria dovuta ad un 'attacco di panico accaduto oramai 16 fa, che ho risolto attraverso una terapia cognitivista comportamentale inserito in un gruppo di auto aiuto, in circa 1 anno.
Un mese fa però ho avuto una ricaduta accusando in una sola occasione (per ora) tutte quei sintomi tipici di un'attacco di panico, tra l'altro in un'occasione in cui mi trovavo da solo. Da allora però, accuso stati ansiosi molto marcati, insonnia e carenza d'appetito, oltre ad una sensazione di tristezza, però non continuativa: magari verso sera, all'imbrunire. La mia è una sorta di presa di coscienza dello stato difficoltoso in cui mi trovo e questo mi demoralizza e mi dispera. Ho il desiderio di ritornare ad essere la persona di prima. Certo, un po' ansiosa, ma felicemente sposato e padre di due magnifici figli, con un lavoro ( che al giorno d'oggi...) e con i propri interessi. Inoltre i primi giorni in cui ho accusato questi disturbi di forte ansia, sono stati quelli in cui i giornali hanno dato notizia del suicidio dell'attore Robbie Williams e dei drammatici omicidi di due bambine per mano del padre. Forse per il fragile stato in cui mi trovavo, queste notizie mi hanno colpito e non vi nascondo che ho pensato, aggiungendo ansia all'ansia, se uno stato come il mio potesse portare a gesti così estremi. Mi rendo conto che la paura di impazzire etc è proprio di chi soffre d'ansia (tra l'altro se ne è parlato ampliamente anche su questo sito), ma potete immaginare comunque il mio stato d'animo.
Quello che però faccio fatica a capire se il mio stato d'animo, questa tristezza a tempo, insomma, è quello di una persona demoralizzata davanti ad un drastico cambiamento della sua vita, o ( ma qui non vorrei cadere nei tipici allarmismi ipocondriaci degli ansiosi) sto cadendo in depressione. Cosa che mi terrorizza! Sono convinto di avere avuto molto dalla mia vita e di avere davanti a me un futuro florido. Ma è il presente che mi spaventa! Vorrei poter "guarire" in pochi giorni ma sono consapevole che ciò non può accadere e anche questo non mi incoraggia., e questi sbalzi d'umore, in cui la disperazione per il presente è molto forte, mi preoccupano.
Per Vs. info ho iniziato una psicoterapia cognitiva comportamentale, ma ho solo fatto un seduta per ora.
Grazie
da circa un mese sto soffrendo di un disagio che fatico a riconoscere:
Premetto che sono una persona ansiosa (ma non all'eccesso) e che ho sofferto di ansia anticipatoria dovuta ad un 'attacco di panico accaduto oramai 16 fa, che ho risolto attraverso una terapia cognitivista comportamentale inserito in un gruppo di auto aiuto, in circa 1 anno.
Un mese fa però ho avuto una ricaduta accusando in una sola occasione (per ora) tutte quei sintomi tipici di un'attacco di panico, tra l'altro in un'occasione in cui mi trovavo da solo. Da allora però, accuso stati ansiosi molto marcati, insonnia e carenza d'appetito, oltre ad una sensazione di tristezza, però non continuativa: magari verso sera, all'imbrunire. La mia è una sorta di presa di coscienza dello stato difficoltoso in cui mi trovo e questo mi demoralizza e mi dispera. Ho il desiderio di ritornare ad essere la persona di prima. Certo, un po' ansiosa, ma felicemente sposato e padre di due magnifici figli, con un lavoro ( che al giorno d'oggi...) e con i propri interessi. Inoltre i primi giorni in cui ho accusato questi disturbi di forte ansia, sono stati quelli in cui i giornali hanno dato notizia del suicidio dell'attore Robbie Williams e dei drammatici omicidi di due bambine per mano del padre. Forse per il fragile stato in cui mi trovavo, queste notizie mi hanno colpito e non vi nascondo che ho pensato, aggiungendo ansia all'ansia, se uno stato come il mio potesse portare a gesti così estremi. Mi rendo conto che la paura di impazzire etc è proprio di chi soffre d'ansia (tra l'altro se ne è parlato ampliamente anche su questo sito), ma potete immaginare comunque il mio stato d'animo.
Quello che però faccio fatica a capire se il mio stato d'animo, questa tristezza a tempo, insomma, è quello di una persona demoralizzata davanti ad un drastico cambiamento della sua vita, o ( ma qui non vorrei cadere nei tipici allarmismi ipocondriaci degli ansiosi) sto cadendo in depressione. Cosa che mi terrorizza! Sono convinto di avere avuto molto dalla mia vita e di avere davanti a me un futuro florido. Ma è il presente che mi spaventa! Vorrei poter "guarire" in pochi giorni ma sono consapevole che ciò non può accadere e anche questo non mi incoraggia., e questi sbalzi d'umore, in cui la disperazione per il presente è molto forte, mi preoccupano.
Per Vs. info ho iniziato una psicoterapia cognitiva comportamentale, ma ho solo fatto un seduta per ora.
Grazie
[#1]
Caro signore,
effettivamente i tempi non sono dei migliori e frequenti notizie tragiche possono colpire in modo particolare chi, e mi sembra il suo caso, in quel momento particolare, non è proprio al massimo della forma.
Su questo io vorrei invitarla a riflettere: tutti noi abbiamo dei momenti in cui siamo più forti ed altri in cui siamo più fragili, indifesi, influenzabili. Importante è accettare anche questa parte di noi stessi un pò più debole, attaccabile dagli insulti del mondo senza troppo allarmarsi perchè noi siamo anche questo. Oserei dire che "dobbiamo" essere anche questo. Comprendo che un padre voglia essere sempre il pilastro forte e saldo a cui voler far appoggiare moglie e figli ma non chieda sempre troppo a sè stesso. Ha fatto bene a tornare in terapia.
La saluto.
effettivamente i tempi non sono dei migliori e frequenti notizie tragiche possono colpire in modo particolare chi, e mi sembra il suo caso, in quel momento particolare, non è proprio al massimo della forma.
Su questo io vorrei invitarla a riflettere: tutti noi abbiamo dei momenti in cui siamo più forti ed altri in cui siamo più fragili, indifesi, influenzabili. Importante è accettare anche questa parte di noi stessi un pò più debole, attaccabile dagli insulti del mondo senza troppo allarmarsi perchè noi siamo anche questo. Oserei dire che "dobbiamo" essere anche questo. Comprendo che un padre voglia essere sempre il pilastro forte e saldo a cui voler far appoggiare moglie e figli ma non chieda sempre troppo a sè stesso. Ha fatto bene a tornare in terapia.
La saluto.
Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino
[#2]
Utente
Gent.le Dott.ssa,
La ringrazio per la Sua risposta. Mi rendo conto che ciò che le sto per chiedere è forse azzardato, ma è possibile che sia caduto in uno stato depressivo nel giro di due settimane? ( Prima ho passato tre settimane al mare con la mia famiglia ed il morale era alto, a parte l'ansia che compariva ogni tanto) Ad esempio , anche oggi la tristezza si è fatta sentire accompagnata a questo senso di angoscia e paura. O è solo (!) malumore motivato dal mio stato attuale e, lo ammetto, dovuto a tutto ciò che leggo su internet riguardo alla depressione ( test- forum etc.)?. Secondo mia moglie dovrei smettere di passare da sito in sito alla ricerca di risposte che non avrò e di contro rischiare di avere un overdose di notizie/pareri dozzinali che altro non fanno che preoccuparmi.
Grazie
La ringrazio per la Sua risposta. Mi rendo conto che ciò che le sto per chiedere è forse azzardato, ma è possibile che sia caduto in uno stato depressivo nel giro di due settimane? ( Prima ho passato tre settimane al mare con la mia famiglia ed il morale era alto, a parte l'ansia che compariva ogni tanto) Ad esempio , anche oggi la tristezza si è fatta sentire accompagnata a questo senso di angoscia e paura. O è solo (!) malumore motivato dal mio stato attuale e, lo ammetto, dovuto a tutto ciò che leggo su internet riguardo alla depressione ( test- forum etc.)?. Secondo mia moglie dovrei smettere di passare da sito in sito alla ricerca di risposte che non avrò e di contro rischiare di avere un overdose di notizie/pareri dozzinali che altro non fanno che preoccuparmi.
Grazie
[#3]
Gentile signore,
Avere iniziato una terapia e' un ottimo indicatore. Ci dice che c'e in lei volonta' di migliorare, disponibilita' a prendersi cura di se'.
I pensieri di morte e di distruzione sono abbastanza indicativi di uno stato di disagio depressivo del quale dovra' capire le cause per poterle affrontare.
Abbia fiducia e ci tenga informati..
Avere iniziato una terapia e' un ottimo indicatore. Ci dice che c'e in lei volonta' di migliorare, disponibilita' a prendersi cura di se'.
I pensieri di morte e di distruzione sono abbastanza indicativi di uno stato di disagio depressivo del quale dovra' capire le cause per poterle affrontare.
Abbia fiducia e ci tenga informati..
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Gentile utente,
mi permetto di aggiungere che questi suoi dubbi (sono depresso oppure no?) farebbe bene a porle al suo terapeuta.
Come mai sente l'esigenza di scriverle in questo spazio, pur avendo appena intrapreso una psicoterapia?
Ci aggiorni
Cordiali saluti
mi permetto di aggiungere che questi suoi dubbi (sono depresso oppure no?) farebbe bene a porle al suo terapeuta.
Come mai sente l'esigenza di scriverle in questo spazio, pur avendo appena intrapreso una psicoterapia?
Ci aggiorni
Cordiali saluti
Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/
[#5]
Utente
Gent.le dott. Iacucci,
Lei ha ragione, ma mi preme giustificarmi.
Al momento ho avuto un solo incontro conoscitivo e quindi può ben capire che l'argomento trattato è stato più generale e focalizzato sui miei stati ansiosi. E' mia intenzione già oggi riferile i miei dubbi in proposito. Riguardo alle domande poste in questo spazio esse stanno diventando una sorte di ossessione e ponendole credo di cercare di esorcizzarle sperando di trovare qualcuno che mi dica ciò che voglio sentire. È l'essere estremamente ansioso che mi porta ad avere pensieri negativi, i quali aggiungono ansia all'ansia, ho viceversa essa è segno di una depressione il quale termine, non le nascondo, mi incute terrore.
Grazie
Lei ha ragione, ma mi preme giustificarmi.
Al momento ho avuto un solo incontro conoscitivo e quindi può ben capire che l'argomento trattato è stato più generale e focalizzato sui miei stati ansiosi. E' mia intenzione già oggi riferile i miei dubbi in proposito. Riguardo alle domande poste in questo spazio esse stanno diventando una sorte di ossessione e ponendole credo di cercare di esorcizzarle sperando di trovare qualcuno che mi dica ciò che voglio sentire. È l'essere estremamente ansioso che mi porta ad avere pensieri negativi, i quali aggiungono ansia all'ansia, ho viceversa essa è segno di una depressione il quale termine, non le nascondo, mi incute terrore.
Grazie
[#6]
Gentile utente,
a questa domanda le potrà rispondere con molta più cognizione di causa, il terapeuta che la sta seguendo e che probabilmente nelle prime sedute raccoglierà
informazioni per formulare delle ipotesi diagnostiche.
Ansia e depressione spesso vanno a braccetto e sono disturbi che possono presentarsi in comorbilità.
Se farà terapia cognitiva comportamentale sarà il suo terapeuta a valutare se la sua depressione è una forma reattiva o secondaria ad un disturbo d'ansia o se viceversa è una forma primaria.
Si affidi a lui e gli racconti, come ha fatto con noi, tutti i suoi timori, compreso questo legato alla paura che possa avere una depressione.
Cordiali saluti
a questa domanda le potrà rispondere con molta più cognizione di causa, il terapeuta che la sta seguendo e che probabilmente nelle prime sedute raccoglierà
informazioni per formulare delle ipotesi diagnostiche.
Ansia e depressione spesso vanno a braccetto e sono disturbi che possono presentarsi in comorbilità.
Se farà terapia cognitiva comportamentale sarà il suo terapeuta a valutare se la sua depressione è una forma reattiva o secondaria ad un disturbo d'ansia o se viceversa è una forma primaria.
Si affidi a lui e gli racconti, come ha fatto con noi, tutti i suoi timori, compreso questo legato alla paura che possa avere una depressione.
Cordiali saluti
[#7]
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio per il suo interesse. Ho appena fissato un appuntamento con il mio psicoterapeuta al quale ho già accennato qualcosa al telefono.
In definitiva, chi soffre di questi disturbi, così lontani e privi di senso agli occhi degli altri, viaggia senza bussola in preda a panico e paura, cercando un porto sicuro nel quale approdare. Cercando quel qualcuno che abbia le risposte che ci vorremmo sentire dire per mettere in silenzio tutte le nostre angoscie il prima possibile. E questo forum non può esserlo per ovvie e giustissime ragioni. Ricoprite un utile servizio, ma come è giusto , solo un azione mirata può arrivare alla base del problema.
Grazie
La ringrazio per il suo interesse. Ho appena fissato un appuntamento con il mio psicoterapeuta al quale ho già accennato qualcosa al telefono.
In definitiva, chi soffre di questi disturbi, così lontani e privi di senso agli occhi degli altri, viaggia senza bussola in preda a panico e paura, cercando un porto sicuro nel quale approdare. Cercando quel qualcuno che abbia le risposte che ci vorremmo sentire dire per mettere in silenzio tutte le nostre angoscie il prima possibile. E questo forum non può esserlo per ovvie e giustissime ragioni. Ricoprite un utile servizio, ma come è giusto , solo un azione mirata può arrivare alla base del problema.
Grazie
[#8]
Egregio,
ho letto anche una sua richiesta sull'uso di ansiolitici in area psichiatria oltre a questa e alle risposte date dai colleghi.
Ha letto ciò che le ha scritto la collega Franca Esposito?
Da ciò che lei scrive e dai sintomi che descrive potrebbe trattarsi di un disagio legato a un problema di natura ansioso-depressiva, dove presumibilmente l'ansia è un sintomo (peraltro comune) della depressione. Il fatto che si manifesti anche sotto forma di panico è un ulteriore conferma di questa ipotesi che comunque va verificata di persona e fatta confermare da uno specialista che non si limiti a dare per assodata la diagnosi già fatta.
Consideri anche che a seconda del tipo di terapeuta e del suo orientamento, possono cambiare le ipotesi diagnostiche, questo già vale in medicina ma soprattutto in psicologia.
Il trattamento psicoterapico dell'ansia comunque di norma produce risultati in tempi abbastanza rapidi con qualunque approccio, se l'ansia NON è il sintomo di un disturbo primario (come ad esempio la depressione). Essendosi lei già sottoposto a 1 anno di terapia cognitivo-comportamentale, se i suoi sintomi si sono ripresentati e dunque non ha ottenuto risultati stabili e duraturi, è probabile che lei debba provare a cambiare strada.
Le psicoterapie psicoanalitiche o psicodinamiche possono portare a risolvere problematiche psicopatologiche con risultati apprezzabilmente stabili nel tempo, o che addirittura continuano a manifestarsi - i miglioramenti - anche dopo il termine della terapia, come è dimostrato da numerose ricerche scientifiche.
Un ulteriore - e fondamentale - variabile che incide sul tipo di trattamento da effettuare in psicoterapia e sui tempi di risposta, è il tipo di organizzazione di personalità che lei presenta, che può essere più o meno coerente con i disturbi che la stanno facendo soffrire.
Orientare il trattamento su queste valutazioni preliminari (che possono richiedere anche più di una seduta) e non limitarsi a dare per scontati i sintomi superficiali che lei porta e riferisce, può essere tra i compiti di uno psicoterapeuta esperto e preparato.
Attenda anche la risposta dei colleghi psichiatri comunque, poiché deve essere sempre lo psichiatra (e non un medico generico possibilmente) a prescriverle un eventuale antidepressivo adeguato a darle la possibilità di curare questi sintomi ansiosi, che da quanto è di mia conoscenza, ormai si trattano così - in associazione alla psicoterapia - e con un uso molto limitato di benzodiazepine. Prego i colleghi psichiatri, se vogliono, di aggiungere il loro parere competente su questo specifico aspetto.
ho letto anche una sua richiesta sull'uso di ansiolitici in area psichiatria oltre a questa e alle risposte date dai colleghi.
Ha letto ciò che le ha scritto la collega Franca Esposito?
Da ciò che lei scrive e dai sintomi che descrive potrebbe trattarsi di un disagio legato a un problema di natura ansioso-depressiva, dove presumibilmente l'ansia è un sintomo (peraltro comune) della depressione. Il fatto che si manifesti anche sotto forma di panico è un ulteriore conferma di questa ipotesi che comunque va verificata di persona e fatta confermare da uno specialista che non si limiti a dare per assodata la diagnosi già fatta.
Consideri anche che a seconda del tipo di terapeuta e del suo orientamento, possono cambiare le ipotesi diagnostiche, questo già vale in medicina ma soprattutto in psicologia.
Il trattamento psicoterapico dell'ansia comunque di norma produce risultati in tempi abbastanza rapidi con qualunque approccio, se l'ansia NON è il sintomo di un disturbo primario (come ad esempio la depressione). Essendosi lei già sottoposto a 1 anno di terapia cognitivo-comportamentale, se i suoi sintomi si sono ripresentati e dunque non ha ottenuto risultati stabili e duraturi, è probabile che lei debba provare a cambiare strada.
Le psicoterapie psicoanalitiche o psicodinamiche possono portare a risolvere problematiche psicopatologiche con risultati apprezzabilmente stabili nel tempo, o che addirittura continuano a manifestarsi - i miglioramenti - anche dopo il termine della terapia, come è dimostrato da numerose ricerche scientifiche.
Un ulteriore - e fondamentale - variabile che incide sul tipo di trattamento da effettuare in psicoterapia e sui tempi di risposta, è il tipo di organizzazione di personalità che lei presenta, che può essere più o meno coerente con i disturbi che la stanno facendo soffrire.
Orientare il trattamento su queste valutazioni preliminari (che possono richiedere anche più di una seduta) e non limitarsi a dare per scontati i sintomi superficiali che lei porta e riferisce, può essere tra i compiti di uno psicoterapeuta esperto e preparato.
Attenda anche la risposta dei colleghi psichiatri comunque, poiché deve essere sempre lo psichiatra (e non un medico generico possibilmente) a prescriverle un eventuale antidepressivo adeguato a darle la possibilità di curare questi sintomi ansiosi, che da quanto è di mia conoscenza, ormai si trattano così - in associazione alla psicoterapia - e con un uso molto limitato di benzodiazepine. Prego i colleghi psichiatri, se vogliono, di aggiungere il loro parere competente su questo specifico aspetto.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#9]
Utente
Gent.le Dottore La ringrazio innanzitutto del tempo dedicatomi.
Ho letto con interesse la Sua risposta, ma mi premere specificare alcuni punti, che evidentemente non sono stato in grado di elencare in modo chiaro:
- Sono in cura da uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale da ca. 1 mese, con il quale ho fatto 4 sedute.
- I miei stati ansiosi, fortunatamente, non mi portano ad avere attacchi di panico. Anche il primo episodio, analizzato con il mio psicoterapeuta, si è rivelato un forte attacco d'ansia. Non c'erano infatti i tipici tratti dell'attacco di panico ( paura di morire, sensazione di svenimento etc.).
La mia precedente esperienza di 16 anni fa, con i disturbi d'ansia anticipatoria, a conferma di quel che scrive, si è risolta in modo positivo dopo sei mesi di terapia di gruppo, dopo i quali non ho avuto più alcun disturbo.
Inoltre mi preme specificare (per quel che vale) che non mi sento depresso. Certo, quando l'ansia la fa da padrona (spesso ammetto) non sono al settimo cielo. E, la paura di essere depresso ( tra l'altro maturata leggendo gli articoli relativi alla brutta fine dell'attore Robin Williams) è quella che mi genera ansia. In questo periodo qualunque cosa legga sui giornali o su internet relativa alla depressione e alle eventuali fatali conseguenze che essa può portare, mi genera uno stato d'ansia. Il mio pensiero ossessivo, il mio tarlo è:" oddio e se anch'io diventassi così e commettessi una pazzia?".
Grazie
Ho letto con interesse la Sua risposta, ma mi premere specificare alcuni punti, che evidentemente non sono stato in grado di elencare in modo chiaro:
- Sono in cura da uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale da ca. 1 mese, con il quale ho fatto 4 sedute.
- I miei stati ansiosi, fortunatamente, non mi portano ad avere attacchi di panico. Anche il primo episodio, analizzato con il mio psicoterapeuta, si è rivelato un forte attacco d'ansia. Non c'erano infatti i tipici tratti dell'attacco di panico ( paura di morire, sensazione di svenimento etc.).
La mia precedente esperienza di 16 anni fa, con i disturbi d'ansia anticipatoria, a conferma di quel che scrive, si è risolta in modo positivo dopo sei mesi di terapia di gruppo, dopo i quali non ho avuto più alcun disturbo.
Inoltre mi preme specificare (per quel che vale) che non mi sento depresso. Certo, quando l'ansia la fa da padrona (spesso ammetto) non sono al settimo cielo. E, la paura di essere depresso ( tra l'altro maturata leggendo gli articoli relativi alla brutta fine dell'attore Robin Williams) è quella che mi genera ansia. In questo periodo qualunque cosa legga sui giornali o su internet relativa alla depressione e alle eventuali fatali conseguenze che essa può portare, mi genera uno stato d'ansia. Il mio pensiero ossessivo, il mio tarlo è:" oddio e se anch'io diventassi così e commettessi una pazzia?".
Grazie
[#10]
caro utente,
leggendo qui e lì sul web di psicopatologia o su stampa non specializzata, si corre sempre il rischio di dare per scontati luoghi comuni che hanno poco di scientifico.
A volte facciamo fatica a trovare punti di contatto tra professionisti, si figuri cosa può venir fuori dalle interpretazioni giornalistiche delle patologie di attori che nessuno di noi (e di loro) ha mai visto di persona, ne tanto meno visitato.
La depressione e i suoi sintomi possono manifestarsi in tanti modi molto differenti tra loro e a volte in maniera assai dissimile.
Anche i pensieri che lei riferisce (ruminazioni e rimuginazioni ossessive, pensieri negativi come quello di "commettere una pazzia", possono essere ideazioni molto tipiche di stati depressivi. Immaginare che la depressione e l'ansia (così come ogni altra psicopatologia) siano disturbi nettamente distinguibili come possono esserlo l'influenza e il colon irritabile è fanta-psichiatria. infatti, in quote variabili, si trovano quasi sempre associate.
Occorre anche valutare se e come vi sia la presenza di altri sintomi e in che misura come: umore triste o irritabilità durante il giorno, sonno, appetito, sessualità, relazioni e una serie di altre variabili che solo di persona possono essere valutate.
la saluto cordialmente.
leggendo qui e lì sul web di psicopatologia o su stampa non specializzata, si corre sempre il rischio di dare per scontati luoghi comuni che hanno poco di scientifico.
A volte facciamo fatica a trovare punti di contatto tra professionisti, si figuri cosa può venir fuori dalle interpretazioni giornalistiche delle patologie di attori che nessuno di noi (e di loro) ha mai visto di persona, ne tanto meno visitato.
La depressione e i suoi sintomi possono manifestarsi in tanti modi molto differenti tra loro e a volte in maniera assai dissimile.
Anche i pensieri che lei riferisce (ruminazioni e rimuginazioni ossessive, pensieri negativi come quello di "commettere una pazzia", possono essere ideazioni molto tipiche di stati depressivi. Immaginare che la depressione e l'ansia (così come ogni altra psicopatologia) siano disturbi nettamente distinguibili come possono esserlo l'influenza e il colon irritabile è fanta-psichiatria. infatti, in quote variabili, si trovano quasi sempre associate.
Occorre anche valutare se e come vi sia la presenza di altri sintomi e in che misura come: umore triste o irritabilità durante il giorno, sonno, appetito, sessualità, relazioni e una serie di altre variabili che solo di persona possono essere valutate.
la saluto cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 8.3k visite dal 14/09/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?