Rapporto con suoceri

Buongiorno, vorrei parlarvi del mio rapporto con i suoceri...
Inizialmente, prima del nostro matrimonio, il nostro rapporto lo definirei normale. Ci si salutava, si parlava, e si rideva e scherzava insieme. Addirittura, quando si ammalò e morì la mia mamma, nonostante contemporaneamente, il mio futuro suocero subì un incidente con conseguente intervento alla testa e qualche giorno di come, il mio allora fidanzato e sua mamma mi stettero molto vicini.
Fu così che quando decidemmo di sposarci, non ebbi alcuna esitazione nel domandare alla futura suocera di accompagnarmi a scegliere l'abito. Scoprii mesi dopo, che la maggior parte dei suoi parenti sapevano come esso era!
Dopo il matrimonio tutto cambiò. Cominciai a percepire negativamente l' invadenza della suocera. Fisica e non: poneva delle domande private (conto in banca, costo di ogni spesa, vita privata dei mie parenti...) e quando le veniva chiesto di presenziare mentre qualche tecnico era in casa nostra mentre noi eravamo al lavoro, lei controllava ogni singolo armadio, cucinava (anche se alle 10,30 poteva tornarsene a casa). Iniziarono poi i commenti (butta quei libri in un cassetto che nella libreria stanno male), le critiche (i tuoi genitori non hanno educato bene tuo fratello; scusa se te lo dico ma tuo zio è proprio un c****), insulti gratuiti a me (sei s*******, perchè non volevo lei in sala parto, ma mio marito), le gare (il mio ragù è più buono del tuo, a me questo non piace il mio è fatto meglio). Qunado nacqui il nostro primi figlio (19 mesi fa), fu ancora peggio: raccontò per filo e per segno il mio parto a chiunque, sottolineando con me presente , che hanno dovuto togliermelo dalla pancia perchè non ero stata capace di partorirlo. La maggior parte delle mie scelte educative, che condividevo con mio marito, per lei erano sbagliate. Io ferita nell'orgoglio, nonostante andassi avanti per la mia strada, cercavo un modo per recuperare questo rapporto. Non avevo più il loro saluto, li vedevo e li vedo entrare dalle porte finestre senza suonare e senza chiedere permesso. Provai ad ignorarla, ad assecondarla, e risponderle a tono, a far finta di non sentire certe cose; provai anche ad affrontarla: io passai per bugiarda, lei iniziò a recitare la parte della vittima. La povera suocera che non può vedere i suoi nipoti (3 volte alla settimana...è forse poco), e che viene trattata male. Arrivò a dirmi che non fu colpa sua se mia mamma morì... una frase così, dal nulla decontestualizzata. Ultimamente ho smesso di lottare, dalla nascita del secondo figlio. Ovviamente soffro sempre di più, mi sento sola: se prima mio marito lo sentivo vicino, ora mi pare che faccia il doppio gioco.Ogni loro atteggiamente che non vedo corretto nei confronti nostri o dei nsotri figli, per lui ha sempre una scusa. Forse sono davvero io che ho problemi? Quando penso a loro resto anche più nervosa con i miei cuccioli. Ho promesso a mio marito impegno da parte mia per amor suo...ma non riesco più...Grazie!
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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara ragazza,
il classico tossico rapporto suocera-nuora emerge in tutta la sua pregnanza da questo suo sfogo.
Direi che non sta vivendo un 'esistenza facile e, le devo dire, che non è la sola. Milioni di suocere e nuore si affrontano su svariati campi in scontri competitivi che vedono al centro il povero figlio-marito. A me appare appunto che suo marito oramai stanco di due donne che se lo contendono abbia deciso, per difendersi, di eclissarsi. Quello che lei chiama "doppio gioco" non sembra altro che il ripiegamento su sè stesso di un uomo oramai stanco.
Non riesce a relativizzare il tutto? non ha altri interessi fuori casa che le possano rendere meno degno di nota il comportamento della sua terribile suocera?

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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Utente
Utente
Grazie mille per la sua risposta!
Ho due bimbi molto piccoli, il secondo allattato al seno, per cui mi riesce difficile staccarmi per poter fare sport, o avere una distrazione da sola. In ogni caso, dovrei lasciarli a lei, e solo l'idea non mi permetterebbe di godermi quell'oretta o due di tranquillità. Se decidessi di lasciare i miei figli a una mia zia, ad esempio, so già che succederebbe una catastrofe.
Diciamo che io mi faccio la mia vita a prescindere da lei, per quanto possibile, ma è una persona molto ingombrante, ho provato a trovarla in determinati posti a determinati orari, dove lei sapevi che ci sarei stata io. Vuole sempre dire la sua, e quando non viene assecondata sa come far sentire in colpa mio marito. Curioso è il meccanismo di alternanza tra mio marito e suo fratello: il periodo in cui mio cognato realizza che sua mamma esagera e fa volontariamente la vittima, si stacca un po' da lei, e vive serenamente con la sua compagna. Quando poi io riesco a parlare con mio marito, a ritrovare serenità e complicità, piano piano i suoi atteggiamenti vittimistici, si ripercuoto su mio cognato, con conseguenti sensi di colpa e distacco dalla sua compagna. E viceversa.
Io cerco il più possibile di non rispondere alle sue guerre, almeno non sulle futilità: non sul cibo, o su altro. Ma sull'educazione e sul rispetto nei confronti della nostra famiglia e dei nostri figli non transigo. Non voglio transigere.
Sono stata più volte offesa, mi sono sentita umiliata, mi sento frustrata quando lei mi contraddiva davanti ai miei figli. Ora mi sento ancora più presa in giro, perhè lei è nella fase in cui appena io apro bocca per parlare con o non vengo considerata, e mi dice "si, si", come per darmi il contentino, ma è chiaro che non mi ascolta. quando parlo con gli altri mi da sempre ragione. Io non chiedo contentini o ragione. Io esigo rispetto!
Io vorrei capire quanto sono io a creare o ingigantire il problema, e quanto e come è possibile trovare uno stato di equilibrio...
Come posso fare a relativizzare? Come posso farlo non andando contro i miei valori e l'educazione che voglia dare ai nostri figli?
Grazie
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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara Signora,
ritengo che se lei, da questo rapporto con sua suocera, ne ha tanto pregiudizio debba prendere in considerazione l'idea di rivolgersi ad un collega dal vivo.
Lì imparerà a relativizzare la suocera, a zittirla senza urlare e macerarsi, a considerarla per quello che è: una vecchietta capricciosa e gelosa, arriverà magari a sentirne tenerezza tanto sarà l'astrazione con la quale riuscirà a guardarla.
Ha mai riflettuto che se sua suocera marcia tanto su ripicche, dispettucci, affronti, intromissioni, in primis, è perchè lei glielo permette e ,poi, perchè ha capito che lei ci sta proprio male?ha trovato terreno fertile in una nuora troppo sensibile, debole e collerica. Cambiare una vecchietta di, immagino, oltre sessant'anni è più difficile che cambiare il suo(di lei che scrive) modo di percepire e tabulare la suocera.Rifletta sul sostegno da parte di un collegadal vivo.
Le faccio tanti auguri.
[#4]
Utente
Utente
Buongiorno,
ci ho pensato si molte volte... ed è proprio questa forse la mia reale fatica.
Sorvolarla, magari risponderle con ironia, anzichè tacere e rivelarmi offesa.
Forse devo fare molto esercizio...

La ringrazio Nuovamente!!!