Panico o depressione
Gentile specialista, espongo qui un problema che da tempo mi assilla e sta rendendo difficile il normale svolgimento delle attività.
Praticamente non sono mai stata una persona tranquilla, o meglio, sono tranquilla e sorridente all'apparenza ma dentro molto sensibile. Da qualche anno mi sono resa conto, con le prime esperienze di vita, che non provavo attrazione per i ragazzi, e ci ho sofferto molto, fino a sentirmi un po' come un alieno in mezzo alla gente. Ho provato ad accettare la cosa, intanto mi infatuavo di alcune amiche, dai tempi dell'adolescenza. Ma per me restavano una sorta di "amori platonici", non ho mai provato attrazione sessuale verso le donne (nè per gli uomini). Crescendo, ho pensato che magari l'attrazione sessuale potrebbe nascere una volta instaurato un rapporto sentimentale con la persona di cui potrei innamorarmi, fatto sta che fin ora non si è concretizzato nulla. L'ultima volta mi sono infatuata di una ragazza conosciuta in ambiente universitario e ho continuato a pensarla e adorarla segretamente per circa 3 anni, senza mai provare nulla di istintivo verso di lei, solo voglia di abbracciarla e coccolarla insomma. Un anno e mezzo fa ho avuto per la prima volta un attacco di panico, e da lì mi sono preoccupata molto per la mia salute mentale. Ho pensato che probabilmente in me c'è qualcosa di irrisolto, forse paure inconsce vengono a galla. Ho avuto ancora problemi di ansia, ma da circa un mese la cosa è peggiorata, mi sento "alienata" e instabile. Sembra che io non abbia più la forza per fingere che vada tutto bene. Ho fatto una visita dal neurologo ma mi ha prescritto solo delle pillole alle erbe per l'ansia. Da circa due settimane si è aggiunto uno strano mal di testa, eppure non ho mai sofferto di emicrania. La preoccupazione è aumentata, ho sempre evitato di andare dallo psicologo per problemi economici ma credo sia arrivato il momento di sciogliere un po' di nodi. Non riesco a concentrarmi nello studio come prima, eppure sono sempre stata la prima della classe, e all'università i risultati non sono niente male , ma ora davvero lo faccio a fatica.
Mi sento sola, bisognosa di affetto e di donarlo, ma fin ora mi sono trovata a rifiutare parecchi ragazzi che mi facevano la corte, portandoli a diventare miei amici. Ho indagato sulle cause della mia presunta omosessualità, e credo sia proprio legata alla depressione di mio padre. Lui è depresso da 17 anni, e io forse non l'ho mai accettata questa cosa. Non sono riuscita a sviluppare un dialogo con lui. In famiglia vige un atteggiamento di orgoglio, forza, che mi hanno portata ad assumere un atteggiamento del genere, che non mostra debolezze, paure, angosce. Ora però si stanno palesando e io ho spesso paura di impazzire, sta diventando un'ossessione per me.
Spero di essere stata abbastanza chiara. Grazie per l'attenzione!
Daniela
Praticamente non sono mai stata una persona tranquilla, o meglio, sono tranquilla e sorridente all'apparenza ma dentro molto sensibile. Da qualche anno mi sono resa conto, con le prime esperienze di vita, che non provavo attrazione per i ragazzi, e ci ho sofferto molto, fino a sentirmi un po' come un alieno in mezzo alla gente. Ho provato ad accettare la cosa, intanto mi infatuavo di alcune amiche, dai tempi dell'adolescenza. Ma per me restavano una sorta di "amori platonici", non ho mai provato attrazione sessuale verso le donne (nè per gli uomini). Crescendo, ho pensato che magari l'attrazione sessuale potrebbe nascere una volta instaurato un rapporto sentimentale con la persona di cui potrei innamorarmi, fatto sta che fin ora non si è concretizzato nulla. L'ultima volta mi sono infatuata di una ragazza conosciuta in ambiente universitario e ho continuato a pensarla e adorarla segretamente per circa 3 anni, senza mai provare nulla di istintivo verso di lei, solo voglia di abbracciarla e coccolarla insomma. Un anno e mezzo fa ho avuto per la prima volta un attacco di panico, e da lì mi sono preoccupata molto per la mia salute mentale. Ho pensato che probabilmente in me c'è qualcosa di irrisolto, forse paure inconsce vengono a galla. Ho avuto ancora problemi di ansia, ma da circa un mese la cosa è peggiorata, mi sento "alienata" e instabile. Sembra che io non abbia più la forza per fingere che vada tutto bene. Ho fatto una visita dal neurologo ma mi ha prescritto solo delle pillole alle erbe per l'ansia. Da circa due settimane si è aggiunto uno strano mal di testa, eppure non ho mai sofferto di emicrania. La preoccupazione è aumentata, ho sempre evitato di andare dallo psicologo per problemi economici ma credo sia arrivato il momento di sciogliere un po' di nodi. Non riesco a concentrarmi nello studio come prima, eppure sono sempre stata la prima della classe, e all'università i risultati non sono niente male , ma ora davvero lo faccio a fatica.
Mi sento sola, bisognosa di affetto e di donarlo, ma fin ora mi sono trovata a rifiutare parecchi ragazzi che mi facevano la corte, portandoli a diventare miei amici. Ho indagato sulle cause della mia presunta omosessualità, e credo sia proprio legata alla depressione di mio padre. Lui è depresso da 17 anni, e io forse non l'ho mai accettata questa cosa. Non sono riuscita a sviluppare un dialogo con lui. In famiglia vige un atteggiamento di orgoglio, forza, che mi hanno portata ad assumere un atteggiamento del genere, che non mostra debolezze, paure, angosce. Ora però si stanno palesando e io ho spesso paura di impazzire, sta diventando un'ossessione per me.
Spero di essere stata abbastanza chiara. Grazie per l'attenzione!
Daniela
[#1]
Gentilissima,
certamente l'ambito familiare descritto ha influito in qualche modo sui suoi disagi;
Il fatto di dover sembrare sempre forte e di non mostrare le emozioni reprimendole e cercando sempre di essere forti ha in qualche modo scatenato in lei il malessere di oggi.
Credo proprio sia arrivato il momento di un percorso psicologico per allentare e arginare questa ansia che le crea disagio e per capire qualcosa di più circa le sue relazioni affettive/intime.
Cordialmente
certamente l'ambito familiare descritto ha influito in qualche modo sui suoi disagi;
Il fatto di dover sembrare sempre forte e di non mostrare le emozioni reprimendole e cercando sempre di essere forti ha in qualche modo scatenato in lei il malessere di oggi.
Credo proprio sia arrivato il momento di un percorso psicologico per allentare e arginare questa ansia che le crea disagio e per capire qualcosa di più circa le sue relazioni affettive/intime.
Cordialmente
Dr. Sara Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it
[#2]
Psicologo
Gentile ragazza,
L'orientamento sessuale per alcune persone è considerato ancora un tabù. Si ricevono spesso informazioni contrastanti e cariche di giudizio che rendono difficile il percorso di accettazione per coloro che scoprono di avere un orientamento sessuale diverso dalla maggioranza. Tuttavia, l'omosessualità è considerata una normale variazione della sessualità umana e, di conseguenza, anche qualora si accorgesse di essere omosessuale non dovrebbe cercare di lottare contro tale orientamento, ma piuttosto dovrebbe imparare ad amarsi e accettarsi gradualmente. Si tratta di un percorso certamente faticoso e spesso costellato da paure e ansie di vario genere, ma sforzarsi di apparire diversi per assecondare gli altri può essere ancora più rischioso.
Esistono molte teorie legate all'origine dell'omosessualità. Attualmente la ricerca scientifica privilegia quelle di natura biologica. Ciò significa che non si diventa omosessuali perché un genitore è depresso, ma piuttosto si è omosessuali per l'interazione di alcuni fattori genetici (diatesi) con fattori di ordine psicologico e sociale. La depressione di suo padre dunque potrebbe non avere alcun legame con la sua presunta omosessualità.
Per quanto riguarda i sintomi ansiosi potrebbero essere legati proprio alle paure e ai sentimenti derivanti dalla sua difficoltà ad accettarsi. Le strategie messe in atto per nascondere a se stessi e a gli altri l'attrazione verso le persone del proprio sesso possono costituire un fattore di stress elevato. Se a ciò si unisce la tendenza a preoccuparsi eccessivamente per la propria salute fisica è possibile che si verifichino degli attacchi di panico. Ciò non vuol dire che il suo attacco di panico sia necessariamente dovuto alle difficoltà di accettazione, ma piuttosto che tali difficoltà possono influenzare negativamente il suo livello d'ansia, il quale, una volta raggiunti livelli elevati, può portare a un attacco di panico.
In ciò che ha scritto si rilevano molte contraddizioni - per esempio scrive di essere attratta dalle ragazze, ma poi aggiunge di ricercare ragazzi - che sembrano denotare una forte confusione. Inoltre credo che anche il rapporto con suo padre dovrebbe essere approfondito dal momento che lei scrive di non riuscire a perdonargli il fatto di essere depresso. Credo dunque che la sua scelta di consultare direttamente uno psicologo possa davvero essere adeguata. Tramite un consulto on-line purtroppo risulta davvero difficile fornirle delle risposte adeguate. Tramite una consulenza diretta invece avrebbe modo di poter analizzare meglio la sua situazione con l'aiuto di un professionista per riuscire a fare un po' di chiarezza. Inoltre potrebbe riuscire a capire il motivo della sua ansia e individuare le strategie più adeguate per affrontarla.
Cordialmente
L'orientamento sessuale per alcune persone è considerato ancora un tabù. Si ricevono spesso informazioni contrastanti e cariche di giudizio che rendono difficile il percorso di accettazione per coloro che scoprono di avere un orientamento sessuale diverso dalla maggioranza. Tuttavia, l'omosessualità è considerata una normale variazione della sessualità umana e, di conseguenza, anche qualora si accorgesse di essere omosessuale non dovrebbe cercare di lottare contro tale orientamento, ma piuttosto dovrebbe imparare ad amarsi e accettarsi gradualmente. Si tratta di un percorso certamente faticoso e spesso costellato da paure e ansie di vario genere, ma sforzarsi di apparire diversi per assecondare gli altri può essere ancora più rischioso.
Esistono molte teorie legate all'origine dell'omosessualità. Attualmente la ricerca scientifica privilegia quelle di natura biologica. Ciò significa che non si diventa omosessuali perché un genitore è depresso, ma piuttosto si è omosessuali per l'interazione di alcuni fattori genetici (diatesi) con fattori di ordine psicologico e sociale. La depressione di suo padre dunque potrebbe non avere alcun legame con la sua presunta omosessualità.
Per quanto riguarda i sintomi ansiosi potrebbero essere legati proprio alle paure e ai sentimenti derivanti dalla sua difficoltà ad accettarsi. Le strategie messe in atto per nascondere a se stessi e a gli altri l'attrazione verso le persone del proprio sesso possono costituire un fattore di stress elevato. Se a ciò si unisce la tendenza a preoccuparsi eccessivamente per la propria salute fisica è possibile che si verifichino degli attacchi di panico. Ciò non vuol dire che il suo attacco di panico sia necessariamente dovuto alle difficoltà di accettazione, ma piuttosto che tali difficoltà possono influenzare negativamente il suo livello d'ansia, il quale, una volta raggiunti livelli elevati, può portare a un attacco di panico.
In ciò che ha scritto si rilevano molte contraddizioni - per esempio scrive di essere attratta dalle ragazze, ma poi aggiunge di ricercare ragazzi - che sembrano denotare una forte confusione. Inoltre credo che anche il rapporto con suo padre dovrebbe essere approfondito dal momento che lei scrive di non riuscire a perdonargli il fatto di essere depresso. Credo dunque che la sua scelta di consultare direttamente uno psicologo possa davvero essere adeguata. Tramite un consulto on-line purtroppo risulta davvero difficile fornirle delle risposte adeguate. Tramite una consulenza diretta invece avrebbe modo di poter analizzare meglio la sua situazione con l'aiuto di un professionista per riuscire a fare un po' di chiarezza. Inoltre potrebbe riuscire a capire il motivo della sua ansia e individuare le strategie più adeguate per affrontarla.
Cordialmente
[#3]
Utente
Vi ringrazio,
sicuramente dovrò affrettarmi per iniziare un percorso psicologico, a volte ne sento un bisogno imminente. I miei familiari sottovalutano la situazione, forse perché non sanno molte cose; a volte mi sento incompresa e sola, questo aggrava il mio stato ansioso.
Posso chiederle se il mal di testa e un senso di stordimento sono comunque legati all'ansia? Sono circa dieci giorni che mi sento così.
Comunque vorrei aggiungere che ho parlato di "presunta" omosessualità perché non ho ancora avuto esperienze concrete che me la possano confermare, però questo è ciò che mi fa soffrire ancora di più, il fatto di non aver ancora capito determinate cose a 21 anni. Poi sarà anche la mia visione della vita, ho sempre creduto che l'amore sia l'unica cosa che può darle un senso, e stare sola per tutti questi anni ha portato in me una profonda tristezza, nascosta da tanti sorrisi che forse mi hanno allontanato, in realtà, da tante persone. Fin ora sono riuscita a rivelare i miei "dubbi", la mia mancata attrazione verso i ragazzi, ad alcuni amici, credo quasi una decina. Ho sempre creduto che l'omosessualità non è una cosa da ripudiare, anzi, se due persone si amano possono stare insieme, mi è sembrata una cosa sempre ovvia. Quando ho provato a rivelare qualcosa alle mie sorelle, la maggiore ha reagito male, lei è molto religiosa, evangelica, e dice che l'omosessualità è una cosa contro natura, che anche lei ha avuto una "fase" del genere, che poi ha pregato tanto e ha iniziato a provare attrazione verso i ragazzi. Mi fa stare male anche il pensiero che lei pensa sia una cosa satanica.
Comunque, a volte ho tanti dubbi, su di me, mi chiedo "e se fossi solo repressa??" , "e se avessi sviluppato questo atteggiamento solo per il non-rapporto con mio padre, una sorta di orgoglio??", "e se non fossi davvero lesbica?", e considerazioni come "è strano che io non mi senta attratta sessualmente dalle donne né dagli uomini, ma che senta così tanto il bisogno di legarmi a qualcuno" ..
Situazione complicata a tal punto da farmi sentire in una specie di labirinto da cui non riesco a uscire.
sicuramente dovrò affrettarmi per iniziare un percorso psicologico, a volte ne sento un bisogno imminente. I miei familiari sottovalutano la situazione, forse perché non sanno molte cose; a volte mi sento incompresa e sola, questo aggrava il mio stato ansioso.
Posso chiederle se il mal di testa e un senso di stordimento sono comunque legati all'ansia? Sono circa dieci giorni che mi sento così.
Comunque vorrei aggiungere che ho parlato di "presunta" omosessualità perché non ho ancora avuto esperienze concrete che me la possano confermare, però questo è ciò che mi fa soffrire ancora di più, il fatto di non aver ancora capito determinate cose a 21 anni. Poi sarà anche la mia visione della vita, ho sempre creduto che l'amore sia l'unica cosa che può darle un senso, e stare sola per tutti questi anni ha portato in me una profonda tristezza, nascosta da tanti sorrisi che forse mi hanno allontanato, in realtà, da tante persone. Fin ora sono riuscita a rivelare i miei "dubbi", la mia mancata attrazione verso i ragazzi, ad alcuni amici, credo quasi una decina. Ho sempre creduto che l'omosessualità non è una cosa da ripudiare, anzi, se due persone si amano possono stare insieme, mi è sembrata una cosa sempre ovvia. Quando ho provato a rivelare qualcosa alle mie sorelle, la maggiore ha reagito male, lei è molto religiosa, evangelica, e dice che l'omosessualità è una cosa contro natura, che anche lei ha avuto una "fase" del genere, che poi ha pregato tanto e ha iniziato a provare attrazione verso i ragazzi. Mi fa stare male anche il pensiero che lei pensa sia una cosa satanica.
Comunque, a volte ho tanti dubbi, su di me, mi chiedo "e se fossi solo repressa??" , "e se avessi sviluppato questo atteggiamento solo per il non-rapporto con mio padre, una sorta di orgoglio??", "e se non fossi davvero lesbica?", e considerazioni come "è strano che io non mi senta attratta sessualmente dalle donne né dagli uomini, ma che senta così tanto il bisogno di legarmi a qualcuno" ..
Situazione complicata a tal punto da farmi sentire in una specie di labirinto da cui non riesco a uscire.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 06/09/2014.
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