Capacità sociali compromesse
Gentili Dott.
Nonostante abbia 19 anni ormai vedo solo il nero di fronte a me. E' dalla terza media che mi sono bloccato. Da piccolo socializzavo più facilmente e fino a poco tempo fà avevo più interesse e curiosità verso le cose, ora non mi attira più niente, non mi gratifica più niente e non provo (o quasi) più nessuna emozione. Questa frustrazione mi sta togliendo anche la voglia di studiare e di vivere, spesso è capitato di pensare tutti i giorni al suicidio e di sentirmi un nodo alla gola, Un pensiero ossessivo. Questo malessere deriva da non poter essere come io vorrei. Sono troppo, troppo timido, questo secondo me arriva a sfiorare la patologia. Quasi sempre evito di parlare per paura di non essere all'altezza della situazione, arrivo anche a non salutare per strada dei conoscenti per paura, e se lo faccio è come se mi venissero i sensi di colpa. Socializzare è divenuto così debilitante, strano, impossibile. Di questo passo resterò single per sempre. Ricordo che già dal primo superiore avevo ansia non appena uscivo fuori col mio unico amico e non vedevo l'ora di tornare a casa. Una volta mi entusiasmava conoscere nuove persone, ora se non in rare occasioni faccio persino fatica. Un continuo senso di inadeguatezza mi accompagna da sempre, e questo è causata dalla mia nulla autostima. Se una ragazza mi confessasse di piacerle io non ci crederei mai e poi mai. Evito di mettermi in mostra per paura di far brutte figure o che gli altri ridano di me, se questo capita la frustrazione mi sale. Questa specie di orgoglio narcisistico l'ho avuto a partire dal primo liceo, dopo essere stato continuamente emarginato e trattato male alle scuole medie mi sono autoimposto il perfezionismo per far sì che la mia persona fosse preservata. Quando sono con il mio unico amico 9n giro vedo tutte quelle comitive e quelle coppiette formate, io vedo l'interagire e il costruirmi una relazione sociale come un'impresa titanica, preferirei scalare l'Everest. E' per questo motivo che non ho nessun amico a parte quello. Non nascono che ho fatto qualche ricerca per i fatti miei e mi sono autodiagnosticato il disturbo evitante di personalità, mi descrive alla perfezione! la mia paura è quella di cadere in depressione, viste queste idee malsane del suicidio che mi vengono e di non poter vivere bene. Spero come uno stupido che le cose cambino andando all'università e cambiare ambiente, ma finchè non cambio io niente migliorerà. Ho intenzione non appena comincio l'università di andare da uno psicologo, lo stesso a cui i miei si rivolsero quando ero piccolo, ma all'epoca mi dissero che ero sono molto timido, si vede che negli anni la situazione si è aggravata.
Vi ringrazio per aver letto il mio ''romanzo'', buona giornata.
Nonostante abbia 19 anni ormai vedo solo il nero di fronte a me. E' dalla terza media che mi sono bloccato. Da piccolo socializzavo più facilmente e fino a poco tempo fà avevo più interesse e curiosità verso le cose, ora non mi attira più niente, non mi gratifica più niente e non provo (o quasi) più nessuna emozione. Questa frustrazione mi sta togliendo anche la voglia di studiare e di vivere, spesso è capitato di pensare tutti i giorni al suicidio e di sentirmi un nodo alla gola, Un pensiero ossessivo. Questo malessere deriva da non poter essere come io vorrei. Sono troppo, troppo timido, questo secondo me arriva a sfiorare la patologia. Quasi sempre evito di parlare per paura di non essere all'altezza della situazione, arrivo anche a non salutare per strada dei conoscenti per paura, e se lo faccio è come se mi venissero i sensi di colpa. Socializzare è divenuto così debilitante, strano, impossibile. Di questo passo resterò single per sempre. Ricordo che già dal primo superiore avevo ansia non appena uscivo fuori col mio unico amico e non vedevo l'ora di tornare a casa. Una volta mi entusiasmava conoscere nuove persone, ora se non in rare occasioni faccio persino fatica. Un continuo senso di inadeguatezza mi accompagna da sempre, e questo è causata dalla mia nulla autostima. Se una ragazza mi confessasse di piacerle io non ci crederei mai e poi mai. Evito di mettermi in mostra per paura di far brutte figure o che gli altri ridano di me, se questo capita la frustrazione mi sale. Questa specie di orgoglio narcisistico l'ho avuto a partire dal primo liceo, dopo essere stato continuamente emarginato e trattato male alle scuole medie mi sono autoimposto il perfezionismo per far sì che la mia persona fosse preservata. Quando sono con il mio unico amico 9n giro vedo tutte quelle comitive e quelle coppiette formate, io vedo l'interagire e il costruirmi una relazione sociale come un'impresa titanica, preferirei scalare l'Everest. E' per questo motivo che non ho nessun amico a parte quello. Non nascono che ho fatto qualche ricerca per i fatti miei e mi sono autodiagnosticato il disturbo evitante di personalità, mi descrive alla perfezione! la mia paura è quella di cadere in depressione, viste queste idee malsane del suicidio che mi vengono e di non poter vivere bene. Spero come uno stupido che le cose cambino andando all'università e cambiare ambiente, ma finchè non cambio io niente migliorerà. Ho intenzione non appena comincio l'università di andare da uno psicologo, lo stesso a cui i miei si rivolsero quando ero piccolo, ma all'epoca mi dissero che ero sono molto timido, si vede che negli anni la situazione si è aggravata.
Vi ringrazio per aver letto il mio ''romanzo'', buona giornata.
[#1]
Gentile ragazzo,
perché vorrebbe attendere l'inizio del percorso universitario per recarsi da un nostro collega di persona? Da quanto scrive qui ora, ed in passato, io leggo una urgenza di prendere dei provvedimenti: lei ha la necessità di confrontarsi, di raccontare la sua storia e di dare una svolta prima possibile alla sua vita!
La mia ipotesi è che la sua "fretta" derivi dal fatto che ha concluso un percorso di studi e si accinge ad intraprenderne un altro, questo può provocare una certa agitazione: entusiasmo per lo scatto di maturazione, e paura di ritrovarsi con le stesse problematiche. Lei è molto giovane, quindi flessibile e con tante energie, anche se adesso non le sembra così.
Non attenda oltre e cerchi uno psicologo con cui parlare e non a cui scrivere!
Un caro saluto,
perché vorrebbe attendere l'inizio del percorso universitario per recarsi da un nostro collega di persona? Da quanto scrive qui ora, ed in passato, io leggo una urgenza di prendere dei provvedimenti: lei ha la necessità di confrontarsi, di raccontare la sua storia e di dare una svolta prima possibile alla sua vita!
La mia ipotesi è che la sua "fretta" derivi dal fatto che ha concluso un percorso di studi e si accinge ad intraprenderne un altro, questo può provocare una certa agitazione: entusiasmo per lo scatto di maturazione, e paura di ritrovarsi con le stesse problematiche. Lei è molto giovane, quindi flessibile e con tante energie, anche se adesso non le sembra così.
Non attenda oltre e cerchi uno psicologo con cui parlare e non a cui scrivere!
Un caro saluto,
Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl
[#2]
Caro ragazzo,
da come si descrive sembra veramente molto scoraggiato.
Non prenda alla leggera i suoi pensieri suicidiari.
Ha ancora tutta la vita davanti e la possibilità, con una idonea psicoterapia, di modificare quelle convinzioni e quei comportamenti che adesso la tengono così distante dal mondo.
Cambiare si può mi creda.
Si rivolga ad uno psicologo o psicoterapeuta per una valutazione diagnostica del suo stato psichico e si affidi alle sue cure.
E come ha suggerito la collega, è raccomandabile che lo faccia al più presto.
Cordiali saluti e ci aggiorni.
da come si descrive sembra veramente molto scoraggiato.
Non prenda alla leggera i suoi pensieri suicidiari.
Ha ancora tutta la vita davanti e la possibilità, con una idonea psicoterapia, di modificare quelle convinzioni e quei comportamenti che adesso la tengono così distante dal mondo.
Cambiare si può mi creda.
Si rivolga ad uno psicologo o psicoterapeuta per una valutazione diagnostica del suo stato psichico e si affidi alle sue cure.
E come ha suggerito la collega, è raccomandabile che lo faccia al più presto.
Cordiali saluti e ci aggiorni.
Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/
[#3]
Utente
Si, rivolgermi ad uno psicologo è la cosa che farò. In fondo so di essere un'altra persona, solo che questa modalità di pensiero limita in molti aspetti la mia personalità. I miei mi hanno consigliato di espormi gradualmente alle situazioni sociali in modo da acquistare più sicurezza, in rare occasioni infatti capita che mi trasformi in un individuo completamente diverso, ma poi tutto torna come prima. Il fatto di andare da uno psicologo mi sembra allo stesso tempo come una cosa (perdonate la franchezza) di cui potrei farne a meno perché potrei essere io che non ce la metto tutta per uscire da questa situazione, forse perché ho paura o forse perché mi piace soffrire, ma non penso. Come al solito sto cominciando a parlare a vanvera, probabilmente la mia insicurezza è anche capace di farmi essere incoerente ,con me stesso.
Ps. Queste problematiche in qualche modo mi hanno fatto appassionare alla psicologia, infatti come seconda scelta ho messo questa facoltà.
Ps. Queste problematiche in qualche modo mi hanno fatto appassionare alla psicologia, infatti come seconda scelta ho messo questa facoltà.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 02/09/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.