Amicizia:regole e funzioni
Gentilissimi dottori.....sto facendo un percorso con la psicologa...e mi ha dato come ricerca da fare AMICIZIA.REGOLE E FUNZIONI...
Ha detto di stampare le regole e tenerle sempre presenti...perché il presupposto per creare e non rompere l'amicizia è sapere come muoversi....Non voglio andare alla ceca....potete gentilmente darmi voi una dritta...Grazie mille!!!!!
Ha detto di stampare le regole e tenerle sempre presenti...perché il presupposto per creare e non rompere l'amicizia è sapere come muoversi....Non voglio andare alla ceca....potete gentilmente darmi voi una dritta...Grazie mille!!!!!
[#1]
Cara utente,
sarebbe invece importante che sia proprio lei a fare la ricerca
e ad individuare le regole e funzioni dell'amicizia.
Forse è proprio quello che la sua psicologa vuole che faccia.
cordiali saluti
sarebbe invece importante che sia proprio lei a fare la ricerca
e ad individuare le regole e funzioni dell'amicizia.
Forse è proprio quello che la sua psicologa vuole che faccia.
cordiali saluti
Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/
[#2]
Utente
Gent.mo dottore...Ho fatto questa ricerca....puo andare bene?
1) Aiuto volontario in caso di bisogno: ciò significa essere attenti ai bisogni dell’altro e intervenire volontariamente per dare una mano, senza aspettare la richiesta esplicita, e senza farlo pesare;
2) Rispetto della privacy dell’amico: questo vuol dire non invadere la vita privata dell’altro, non presentarsi sistematicamente inaspettati a casa sua, non curiosare se non invitati nella sua esistenza;
3) Conservare per sé le confidenze ricevute: soprattutto in epoca di social network, invece, può capitare che il candidato amico trovi esposti su Internet i suoi segreti e le sue problematiche. Ovviamente si ritrarrà dall’amicizia;
4) Sincerità e fiducia reciproca: bisogna stare attenti a questa regola, perché spesso le persone pretendono la sincerità dall’altro, ma si trovano delle pretestuose giustificazioni morali per non offrirla loro;
5) Sostituire l’amico come se fosse lui in sua assenza: questo vuol dire essere capaci di immedesimarsi nei suoi modi di vedere e fare lo sforzo di impegnarsi con attenzione ad agire come lui agirebbe (non come se fossimo noi ad agire);
6) Non criticare l’amico in pubblico: nemmeno per “farsi belli” davanti all’uditorio del momento, nemmeno se ci scappa proprio la battuta cattiva. Questo è un esempio di competenza emotiva e relazionale;
7) Mostrare supporto emotivo: il che vuol dire non solo volergli bene in privato, ma anche esprimere visibilmente la disposizione positiva nei suoi confronti. Anche per questo, occorre stare attenti al momento in cui mostrare questa solidarietà;
8) Guardarlo negli occhi durante la conversazione: anche questa è un’espressione di attenzione che va modulata dando a lui o a lei, però, la possibilità di abbassare lo sguardo se racconta cose di cui si vergogna o si imbarazza;
9) Sforzarsi di renderlo felice quando si sta in sua compagnia: ancora una volta attenzione e comprensione della mente altrui. Poiché siamo diversi, dobbiamo ricordarci come è fatto il nostro amico o la nostra amica, e tenere presenti le sue preferenze (non solo le nostre);
10) Non essere gelosi né critici nei confronti delle altre relazioni dell’altro: possiamo controllare l’espressione della gelosia, ma non direttamente l’emozione. Tuttavia dipende da noi tacere sulle critiche che ci verrebbe spontaneo fare, a meno di richieste precise;
11) Essere tolleranti nei confronti degli altri amici dell’amico/a: per quanto a volte alcune frequentazioni dell’amico/a possano sembrarci pericolose, occorre enorme delicatezza e rispetto nel far notare queste eventuali caratteristiche, e tolleranza nei confronti della libertà di azione dell’amico: mai conculcarla;
12) Condividere le notizie dei successi reciproci: molte persone, sbagliando, utilizzano l’amico solo come contenitore delle disgrazie. E si guardano bene sia dal comunicargli i propri successi (per paura dell’invidia, o per una errata paura di ferirlo) che dall’ascoltare con attenzione partecipata i successi dell’altro/a;
13) Chiedere le sue opinioni personali: non soltanto su quello che riguarda la nostra vita personale o la persona di cui siamo innamorati e in difficoltà, ma su tutte le questioni considerate rilevanti da noi e/o da lui/lei. Questa è compartecipazione cognitiva necessaria per lo sviluppo affettivo della relazione di amicizia.
14) Non sgridare l’amico o l’amica. Questo è un punto fondamentale. Alcuni, specie quelli educati sui principi della cosiddetta “pedagogia nera”, sono convinti che se si ama una persona occorre sgridarla sistematicamente. Ironia e maieutica sono più efficaci nell’eventuale correzione!
15) Scherzare e giocare insieme: il che è il contrario di quelli che si trasmettono l’un l’altro la depressione lamentandosi reciprocamente perché il mondo non è come vorremmo che fosse. Anche in questo caso umorismo rispettoso e scherzi neutri, non sarcasmo (che è dannosissimo);
16) Cercare di ricambiare debiti, favori e complimenti. Attenzione, ancora una volta, all’altro e a quel che succede nella relazione e nella vita di entrambi. Debiti di gratitudine, di attenzione, di accudimento vanno ricambiati appena possibile, e per etica (non per “spirituale commercio”);
17) Aprirsi sui propri sentimenti o problemi: l’amicizia è reciproca, l’apertura personale è reciproca. Non posso pretendere che l’altro/a si metta a nudo mentre io resto abbottonato fino in gola. Se è problematico per una persona aprirsi, almeno lo deve dichiarare, e sforzarsi gradualmente di superare questo limite, se vuole mantenere l’amicizia...........
VA BENE QUESTA RICERCA?
1) Aiuto volontario in caso di bisogno: ciò significa essere attenti ai bisogni dell’altro e intervenire volontariamente per dare una mano, senza aspettare la richiesta esplicita, e senza farlo pesare;
2) Rispetto della privacy dell’amico: questo vuol dire non invadere la vita privata dell’altro, non presentarsi sistematicamente inaspettati a casa sua, non curiosare se non invitati nella sua esistenza;
3) Conservare per sé le confidenze ricevute: soprattutto in epoca di social network, invece, può capitare che il candidato amico trovi esposti su Internet i suoi segreti e le sue problematiche. Ovviamente si ritrarrà dall’amicizia;
4) Sincerità e fiducia reciproca: bisogna stare attenti a questa regola, perché spesso le persone pretendono la sincerità dall’altro, ma si trovano delle pretestuose giustificazioni morali per non offrirla loro;
5) Sostituire l’amico come se fosse lui in sua assenza: questo vuol dire essere capaci di immedesimarsi nei suoi modi di vedere e fare lo sforzo di impegnarsi con attenzione ad agire come lui agirebbe (non come se fossimo noi ad agire);
6) Non criticare l’amico in pubblico: nemmeno per “farsi belli” davanti all’uditorio del momento, nemmeno se ci scappa proprio la battuta cattiva. Questo è un esempio di competenza emotiva e relazionale;
7) Mostrare supporto emotivo: il che vuol dire non solo volergli bene in privato, ma anche esprimere visibilmente la disposizione positiva nei suoi confronti. Anche per questo, occorre stare attenti al momento in cui mostrare questa solidarietà;
8) Guardarlo negli occhi durante la conversazione: anche questa è un’espressione di attenzione che va modulata dando a lui o a lei, però, la possibilità di abbassare lo sguardo se racconta cose di cui si vergogna o si imbarazza;
9) Sforzarsi di renderlo felice quando si sta in sua compagnia: ancora una volta attenzione e comprensione della mente altrui. Poiché siamo diversi, dobbiamo ricordarci come è fatto il nostro amico o la nostra amica, e tenere presenti le sue preferenze (non solo le nostre);
10) Non essere gelosi né critici nei confronti delle altre relazioni dell’altro: possiamo controllare l’espressione della gelosia, ma non direttamente l’emozione. Tuttavia dipende da noi tacere sulle critiche che ci verrebbe spontaneo fare, a meno di richieste precise;
11) Essere tolleranti nei confronti degli altri amici dell’amico/a: per quanto a volte alcune frequentazioni dell’amico/a possano sembrarci pericolose, occorre enorme delicatezza e rispetto nel far notare queste eventuali caratteristiche, e tolleranza nei confronti della libertà di azione dell’amico: mai conculcarla;
12) Condividere le notizie dei successi reciproci: molte persone, sbagliando, utilizzano l’amico solo come contenitore delle disgrazie. E si guardano bene sia dal comunicargli i propri successi (per paura dell’invidia, o per una errata paura di ferirlo) che dall’ascoltare con attenzione partecipata i successi dell’altro/a;
13) Chiedere le sue opinioni personali: non soltanto su quello che riguarda la nostra vita personale o la persona di cui siamo innamorati e in difficoltà, ma su tutte le questioni considerate rilevanti da noi e/o da lui/lei. Questa è compartecipazione cognitiva necessaria per lo sviluppo affettivo della relazione di amicizia.
14) Non sgridare l’amico o l’amica. Questo è un punto fondamentale. Alcuni, specie quelli educati sui principi della cosiddetta “pedagogia nera”, sono convinti che se si ama una persona occorre sgridarla sistematicamente. Ironia e maieutica sono più efficaci nell’eventuale correzione!
15) Scherzare e giocare insieme: il che è il contrario di quelli che si trasmettono l’un l’altro la depressione lamentandosi reciprocamente perché il mondo non è come vorremmo che fosse. Anche in questo caso umorismo rispettoso e scherzi neutri, non sarcasmo (che è dannosissimo);
16) Cercare di ricambiare debiti, favori e complimenti. Attenzione, ancora una volta, all’altro e a quel che succede nella relazione e nella vita di entrambi. Debiti di gratitudine, di attenzione, di accudimento vanno ricambiati appena possibile, e per etica (non per “spirituale commercio”);
17) Aprirsi sui propri sentimenti o problemi: l’amicizia è reciproca, l’apertura personale è reciproca. Non posso pretendere che l’altro/a si metta a nudo mentre io resto abbottonato fino in gola. Se è problematico per una persona aprirsi, almeno lo deve dichiarare, e sforzarsi gradualmente di superare questo limite, se vuole mantenere l’amicizia...........
VA BENE QUESTA RICERCA?
[#5]
L'intervento psicologico non consiste in un "compito a casa" come succede a scuola, quindi non dovrebbe consideralo in questi termini.
La richiesta della Collega ha un senso nel percorso che state facendo, ma non le metterà un "voto" sulla sua ricerca.
La richiesta della Collega ha un senso nel percorso che state facendo, ma non le metterà un "voto" sulla sua ricerca.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 30/08/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.