Ideazione paranoide o fobia sociale?

Gentili dottori,

Vi scrivo per avere un riscontro su questo dubbio. Come da titolo, vorrei sapere se ci sono effettivamente molte differenze tra i due disturbi, se si pone diagnosi differenziale e più ampiamente se in effetti le due patologie possano essere considerate su un continuum, mi spiego. Sò che un disturbo attiene alla sfera delle nevrosi, dei moderni disturbi d'ansia, mentre l'altro sarebbe un sintomo comunque appartenente alla sfera psicotica, però penso, ma qui posso tranquillamente sbagliarmi, che i due disturbi abbiano qualcosa in comune, tra cui il sentirsi sotto giudizio. Quello che nello specifico capita a me è una grossa tensione a recarmi nei negozi dove spesso sono impacciato e penso che ridano di me o che pensino male di me: questo è proprio di un fobico sociale o al contrario è un' interpretazione? Oltre a questi episodi mi capita di star seduto al bar con una ragazza con la quale mi vergogno di stare e mi sento tutti gli occhi addosso sono convinto che le persone agli altri tavoli mi giudichino mi guardano e così via..io non penso sinceramente, in tutta onestà, che questo abbia molto a che fare con la fobia sociale. Seguo una psicoterapia tra l'altro e proprio ieri ho accennato la cosa alla terapeuta la quale mi è sembrata più propensa a dare questa definizione adducendo inoltre a tutto questo il mio senso di onnipotenza. In realtà io l'avevo definita paranoia o quanto meno ideazione paranoide e la dottoressa non se l'è sentita di smentirmi, anche perchè studio la materia, sono all'ultimo anno di magistrale in psicologia clinica, si è diciamo fidata della mia intuizione. Tuttavia si sà che i pazienti non sono i migliori diagnosti di se stessi nè i migliori medici anzi..E' per questo che speravo mi poteste informare sulle differenze e sugli eventuali punti di concordanza, se ve ne sono, tra le due patologie. Infine se anche fosse vera quest'ipotesi e cioè io soffrissi di questo genere di ideazione è comunque possibile che ne sia allo stesso tempo cosciente? Che mi rechi così fastidio e che io me ne accorga. Nella Vostra esperienza clinica vi è capitato di avere in cura pazienti che ne fossero coscienti e se ne lamentassero? Perchè vedo spesso anche dai consulti presenti su questo sito che in genere questo genere di pazienti è portato in terapia da parenti, da persone che gli sono vicine e addirittura si ritengono perfettamente normali e non "pazzi". Con tutti i limiti di un consulto a distanza spero possiate rendermi le idee più chiare. Cordialmente.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Se il suo dubbio rimane, nonostante le delucidazioni della Collega, sarebbe il caso di insistere e chiedere maggiori chiarimenti. Le autodiagnosi non aiutano e lei probabilmente ha un po' di confusione.
La valutazione di personalità è un processo complesso che può essere fatto solo da clinici esperti.

Lei sta facendo un percorso di psicoterapia, con quale diagnosi?
Come mai sente il bisogno di scrivere nonostante l'opportunità di chiedere direttamente alla Collega che la conosce di persona?







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Gentile dott. Del Signore,

Sono seguito sia da una specialista psichiatra, che dalla psicoterapeuta, con diagnosi di disturbo bipolare, probabilmente di tipo 2, poichè non si sono mai verificati episodi maniacali, solo sporadici casi di depressione agitata, peraltro indotta dall'uso di antidepressivo. Il mio funzionamento nella vita di tutti i giorni è abbastanza buono, tuttavia questo aspetto sta emergendo con prepotenza soprattutto nell'ultimo mese. La psicoterapeuta ha deciso di mettere da parte l'argomento per il momento e soffermarsi su altri aspetti ed in effetti ha fornito una risposta abbastanza elusiva anche al mio dubbio (avevo posto questa domanda anche a lei). Come avevo già detto e ho ribadito questo aspetto purtroppo non mi permette una vita serena a livello relazionale. Tuttavia ci tenevo a sapere e spero possa darmi risposta, se per l'appunto nella pratica clinica non è poi così infrequente trovare pazienti in una condizione di consapevolezza rispetto a questo problema, cioè quello dell'ideazione paranoide. La ringrazio per l'attenzione, cordialmente.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
In genere il paranoico è convinto delle sue idee e difficilmente sviluppa un pensiero critico, rimane quindi ancorato ai suoi pensieri e alle sue percezioni. Le persone che soffrono di fobia sociale sono consapevoli del fatto che danno troppa importanza ai loro timori (essere giudicati, derisi, criticati ecc.) e in genere l'altro non è vissuto come "persecutorio".

Lei è seguito da due professionisti e non dovrebbe avere questi dubbi, quindi se per lei è importante discriminare questa cosa, credo sia necessario insistere per avere dei chiarimenti. A meno che il suo dubbio non sia il risultato di una rimuginazione ossessiva, quindi qualcosa legato alla difficoltà nella gestione dell'ansia, ma anche in questo caso deve chiedere ai Colleghi che la seguono, perché da qui possiamo fare solo ipotesi.






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