Con sintomi che forse è eccessivo definire depressivi, ma che probabilmente non sono troppo
Vi scrivo per parlarvi del crescente malessere che provo da quasi due anni a questa parte.
Soffro troppo spesso di cattivo umore, spesso per periodi di tempo non indifferenti (due-tre giorni di seguito) con sintomi che forse è eccessivo definire depressivi, ma che probabilmente non sono troppo lontani da ciò che da un punto di vista medico viene definita depressione (forte scoraggiamento e sfiducia, mancanza di entusiasmo ecc).
Il motivo principale credo sia il fatto che non sono sicuro della strada che ho intrapreso nella vita. Sono un ragazzo di 21 anni, ho finito da due anni il liceo. Da quando avevo 10 anni ho iniziato a studiare il pianoforte. Quando è finito il liceo e mi sono trovato a dover scegliere come proseguire gli studi ho deciso di iscrivermi in conservatorio, che in seguito alla riforma è equiparato ad un'università e comporta quindi un impegno non indifferente (con l'idea quindi di fare il pianista nella vita). Parallelamente mi sono iscritto alla facoltà di lingue. Ho scelto questa facoltà perché relativamente meno impegnativa rispetto alle altre, perché insomma mi avrebbe permesso di portare avanti il percorso musicale. Non mi addentrerò nei dettagli della particolarità di questa scelta (dal punto di vista accademico-legale), ma su quelli che credo siano alcuni effetti che ha prodotto: mi sento molto insicuro perché il conservatorio non mi garantirà alcun lavoro, mi troverò probabilmente in una situazione precaria. Il lavoro nel mondo musicale è poco e la concorrenza è tanta e molto qualificata: mi sento anche in un certo modo "in ritardo" rispetto ai miei colleghi pianisti, perché generalmente si sceglie di impegnarsi professionalmente in questo campo da molto prima di quando l'ho scelto io (fine liceo). La doppia frequenza non mi permette di essere in pari con gli esami, quindi neanche sul versante università mi sento " a posto". SI aggiunga che quella che ho scelto è una facoltà considerata, non così a torto, facile. Sono sempre andato benissimo a scuola e tutti si aspettavano da me una carriera universitaria brillante (in una facoltà magari del tipo medicina o ingegneria). Non che vada male, anzi!, ma i problemi di cui ho parlato prima mi infastidiscono.
Mi ritrovo spesso senza voglia di studiare. Come faccio a essere sicuro delle mie scelte? La passione basta davvero a giustificarle? Non so neanche se sono appassionato abbastanza...
Oltre ciò c'è da dire che nonostante abbia una vita sociale piuttosto normale, mediamente attiva, le mie relazioni di amicizia (una ragazza al momento non c'è) non mi soddisfano e si rivelano sempre meno profonde di quanto vorrei che fossero.
In questa situazione non mi sento davvero supportato dai miei genitori. Ho già manifestato loro la mia volontà di parlare con uno psicologo: loro si sono dimostrati favorevoli ma un po' passivi. Hanno detto "sì, ok" ma io ho bisogno che mi aiutino concretamente a cercare chi mi possa aiutare.
Vi ringrazio e mi scuso per la lunghezza
Soffro troppo spesso di cattivo umore, spesso per periodi di tempo non indifferenti (due-tre giorni di seguito) con sintomi che forse è eccessivo definire depressivi, ma che probabilmente non sono troppo lontani da ciò che da un punto di vista medico viene definita depressione (forte scoraggiamento e sfiducia, mancanza di entusiasmo ecc).
Il motivo principale credo sia il fatto che non sono sicuro della strada che ho intrapreso nella vita. Sono un ragazzo di 21 anni, ho finito da due anni il liceo. Da quando avevo 10 anni ho iniziato a studiare il pianoforte. Quando è finito il liceo e mi sono trovato a dover scegliere come proseguire gli studi ho deciso di iscrivermi in conservatorio, che in seguito alla riforma è equiparato ad un'università e comporta quindi un impegno non indifferente (con l'idea quindi di fare il pianista nella vita). Parallelamente mi sono iscritto alla facoltà di lingue. Ho scelto questa facoltà perché relativamente meno impegnativa rispetto alle altre, perché insomma mi avrebbe permesso di portare avanti il percorso musicale. Non mi addentrerò nei dettagli della particolarità di questa scelta (dal punto di vista accademico-legale), ma su quelli che credo siano alcuni effetti che ha prodotto: mi sento molto insicuro perché il conservatorio non mi garantirà alcun lavoro, mi troverò probabilmente in una situazione precaria. Il lavoro nel mondo musicale è poco e la concorrenza è tanta e molto qualificata: mi sento anche in un certo modo "in ritardo" rispetto ai miei colleghi pianisti, perché generalmente si sceglie di impegnarsi professionalmente in questo campo da molto prima di quando l'ho scelto io (fine liceo). La doppia frequenza non mi permette di essere in pari con gli esami, quindi neanche sul versante università mi sento " a posto". SI aggiunga che quella che ho scelto è una facoltà considerata, non così a torto, facile. Sono sempre andato benissimo a scuola e tutti si aspettavano da me una carriera universitaria brillante (in una facoltà magari del tipo medicina o ingegneria). Non che vada male, anzi!, ma i problemi di cui ho parlato prima mi infastidiscono.
Mi ritrovo spesso senza voglia di studiare. Come faccio a essere sicuro delle mie scelte? La passione basta davvero a giustificarle? Non so neanche se sono appassionato abbastanza...
Oltre ciò c'è da dire che nonostante abbia una vita sociale piuttosto normale, mediamente attiva, le mie relazioni di amicizia (una ragazza al momento non c'è) non mi soddisfano e si rivelano sempre meno profonde di quanto vorrei che fossero.
In questa situazione non mi sento davvero supportato dai miei genitori. Ho già manifestato loro la mia volontà di parlare con uno psicologo: loro si sono dimostrati favorevoli ma un po' passivi. Hanno detto "sì, ok" ma io ho bisogno che mi aiutino concretamente a cercare chi mi possa aiutare.
Vi ringrazio e mi scuso per la lunghezza
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Non è male l'idea di parlarne con uno psicologo, perchè mi pare evidente il Suo bisogno e desiderio di chiarire la situazione personale e comprendere meglio le Sue aspettative, ambizioni, desideri, ecc...
In questa circostanza mi pare però fisiologico essere un po' giù e confusi: forse sta pensando di perdere tempo o teme di non vedere un futuro per i Suoi sogni.
In ogni caso un consulto diretto con un Collega della zona non potrà che aiutarLa a chiarificare la problematica.
Cordiali saluti,
In questa circostanza mi pare però fisiologico essere un po' giù e confusi: forse sta pensando di perdere tempo o teme di non vedere un futuro per i Suoi sogni.
In ogni caso un consulto diretto con un Collega della zona non potrà che aiutarLa a chiarificare la problematica.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 26/08/2014.
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