Situazione di co dipendenza (strana) da border line.
Salve a tutti, 7 anni fa sono stato fidanzato per un anno co una ragazza borderline (mamma defunta, rapporto conflittuale con altri componenti della famiglia) di fatto però anche se non stiamo piu insieme, continuo a occuparmente in tutto per tutto nell'indifferenza dei suoi familiari che me l'hanno "scaricata"..
Volevo focalizzare l'attenzione su un punto.
ho letto da piu fonti che il co dipendente de borderline in un certo qual modo "ha bisogno" del borderline, perche comunque lo ama (se si trata di partner)o gli vuole un bene infinito (sesi tratta di amicizia)....
io a questa persona le volevo bene gliene ho voluto tanto, ma mi rendo conto che ora quello che mi trattiene è piu una forma di senso del "dovere" che altro....
me ne sono accorto circa un anno fa quando lei ha voluto provare l'esperienza di andare a convivere per qualche mese con il suo nuovo fidanzato in un'altra città (chiaramente se avessi fatto io una scelta del genere, apriti cielo, ma si sa ai border è "tutto dovuto")...la storia poi è finita anche con quello (che a differenza del sottoscritto, non ha continuato a prendersene cura ma se l'è sbolognata e non si è fatto piu sentire)...sono stati i 6 mesi piu belli della vita mia in questi ultimi 7 anni
La mia psicologa (ci sto andando da qualche mese) ha detto che un vero "codipendente" avrebbe sofferto fisicamente la mancanza del border. Io per nulla...
Purtroppo credo che la mia codipendenza piu che da affetto vero e proprio dipenda da una mia debolezza di carattere di fondo....o meglio, da una forma di auto masochismo insita nel mio carattere, che mi porta a soddisfare le richieste degli altri, per poi sentirmi in un qualche modo creditore....
Cosi ho fatto anche con i miei genitori ad esempio, non volevo studiare all'università, loro mi spronavano anche umiliandomi se l'avessi lasciata, e alla fine ho preso una bela laurea con esaurimento nervoso, e glielo rinfaccio spesso.
E ora, anche con la mia ex borderline, sono cominciati da parte mia i rinfacciamenti, e all'ultima sua crisi etero aggressiva nei miei confronti, le ho messo per un paio di secondi le mani attorno al collo dicendole "dato che dici sempre che vuoi morire, ma stai sempre in mezzo,u vuoi vedere come ti faccio crepare io adesso?"
un gesto orribile durato mezzo secondo, Per fortuna la ragione ha prevalso sull'istinto di rabbia e frustrazione che sento per tanti piccoli tasselli che vanno a riempire un mosaico lungo 7 anni e fatto di privazioni, mazzate prese, notti insonni all'ospedale e altro.....e che non basterebbe un libro per raccontarle tutte.
Io piu di andare dalla psicologa non so che altro fare.
Tante volte, quando vengo privato anche di una pizza con un amico mio per non lasciarla da sola a casa, mi minaccia di impasticcarsi, e tante volte vorrei dire "e fallo, la vita è tua", però ho sempre paura che muoia e che poi ci vada di mezzo anche legalmente se non torno subito a soccorrerla! (la famiglia è pressoche assente)
Volevo focalizzare l'attenzione su un punto.
ho letto da piu fonti che il co dipendente de borderline in un certo qual modo "ha bisogno" del borderline, perche comunque lo ama (se si trata di partner)o gli vuole un bene infinito (sesi tratta di amicizia)....
io a questa persona le volevo bene gliene ho voluto tanto, ma mi rendo conto che ora quello che mi trattiene è piu una forma di senso del "dovere" che altro....
me ne sono accorto circa un anno fa quando lei ha voluto provare l'esperienza di andare a convivere per qualche mese con il suo nuovo fidanzato in un'altra città (chiaramente se avessi fatto io una scelta del genere, apriti cielo, ma si sa ai border è "tutto dovuto")...la storia poi è finita anche con quello (che a differenza del sottoscritto, non ha continuato a prendersene cura ma se l'è sbolognata e non si è fatto piu sentire)...sono stati i 6 mesi piu belli della vita mia in questi ultimi 7 anni
La mia psicologa (ci sto andando da qualche mese) ha detto che un vero "codipendente" avrebbe sofferto fisicamente la mancanza del border. Io per nulla...
Purtroppo credo che la mia codipendenza piu che da affetto vero e proprio dipenda da una mia debolezza di carattere di fondo....o meglio, da una forma di auto masochismo insita nel mio carattere, che mi porta a soddisfare le richieste degli altri, per poi sentirmi in un qualche modo creditore....
Cosi ho fatto anche con i miei genitori ad esempio, non volevo studiare all'università, loro mi spronavano anche umiliandomi se l'avessi lasciata, e alla fine ho preso una bela laurea con esaurimento nervoso, e glielo rinfaccio spesso.
E ora, anche con la mia ex borderline, sono cominciati da parte mia i rinfacciamenti, e all'ultima sua crisi etero aggressiva nei miei confronti, le ho messo per un paio di secondi le mani attorno al collo dicendole "dato che dici sempre che vuoi morire, ma stai sempre in mezzo,u vuoi vedere come ti faccio crepare io adesso?"
un gesto orribile durato mezzo secondo, Per fortuna la ragione ha prevalso sull'istinto di rabbia e frustrazione che sento per tanti piccoli tasselli che vanno a riempire un mosaico lungo 7 anni e fatto di privazioni, mazzate prese, notti insonni all'ospedale e altro.....e che non basterebbe un libro per raccontarle tutte.
Io piu di andare dalla psicologa non so che altro fare.
Tante volte, quando vengo privato anche di una pizza con un amico mio per non lasciarla da sola a casa, mi minaccia di impasticcarsi, e tante volte vorrei dire "e fallo, la vita è tua", però ho sempre paura che muoia e che poi ci vada di mezzo anche legalmente se non torno subito a soccorrerla! (la famiglia è pressoche assente)
[#1]
Gentile Utente,
che tipo di responsabilità penali pensa di poter avere se una persona La ricatta in questa maniera?
Piuttosto, perchè non ne prende davvero le distanze, dal momento che questa relazione Le sta distruggendo la vita? Questa donna troverà presto un'altra persona da usare così, ma il problema è Suo (di Lei che scrive) perchè è impantanato in questa storia.
Dalla psicologa si faccia aiutare ad uscire da questo legame malato.
Decida di tagliare subito il legame e sia fermo in ciò che fa.
Lei non è onnipotenete e quindi non ha neppure il potere di fare sì che una si ammazzi per la Sua assenza.
Ci pensi.
che tipo di responsabilità penali pensa di poter avere se una persona La ricatta in questa maniera?
Piuttosto, perchè non ne prende davvero le distanze, dal momento che questa relazione Le sta distruggendo la vita? Questa donna troverà presto un'altra persona da usare così, ma il problema è Suo (di Lei che scrive) perchè è impantanato in questa storia.
Dalla psicologa si faccia aiutare ad uscire da questo legame malato.
Decida di tagliare subito il legame e sia fermo in ciò che fa.
Lei non è onnipotenete e quindi non ha neppure il potere di fare sì che una si ammazzi per la Sua assenza.
Ci pensi.
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
La ringrazio , dott.ssa Angela, per la Sua cortese risposta.
In effetti con la psicologa da cui mi sto facendo seguire (è da un paio di mesi che ho cominciato ad andarci) stiamo focalizzando molto l'attenzione sul mio carattere, piu che sul suo... i BD hanno questo diturbo della personalità, e spesso nemmeno lo riconoscono (lei infatti si è sempre fatta seguire molto a singhiozzo, dicendo che sta bene)...della serie "prendere o lasciare".... il punto è proprio perche io non abbia lasciato e ancora non lasci....
e qui i motivi possono essere vari, e complementari l'uno con l'altro.
- come primo motivo, è emersa una mancanza di autostima nei miei stessi confronti, che forse affonda le sue radici nell'adolescenza (ero piccolino di statura,avevo molti complessi e qualche volta sono stato anche vittima di "bullismo")
- come secondo motivo, (che forse è correlato al primo), c'è questa forma di "masochismo" che si è ripetuta tipo copione a distanza di anni, quando la ebbi con i miei genitori, per il fatto dell'univ... Bastava che mio padre o mia madre ("borghesi" molto autorevoli e autoritari) mi dicessero "va bene, lascia l'università fai il fallito, che forse è l'unica cosa che sai fare, vai a zappare la terra" , frasi di questo genere,che io pur di non sentirli e non deluderli, mi rimettevo sotto e mi "violentavo" il cervello per immagazzinare il contenuto dei libri di studio e sostenere gli esami . dopo però ho accusato loro dell'esaurimento nervoso che mi è venuto e della condizione di precarietà lavorativa in cui riverso.... quindi diciamo, accontentare gli altri è una forma per de responsabilizzare me stesso.
- come terzo motivo potrebbe esserci comunque un mio carattere buono di fondo, ogni tanto ho fatto volontariato (per persone che ne hanno veramente bisogno), ho ricevuto un'educazione cattolica, però questo ha aumentato a dismisura il mio senso di rsponsabilità (che ora devo cercare di scrollarmi)... Della serie, se questa si fa fuori, o vado in galera o Gesù Cristo mi manda all'inferno.
Insomma, forse sono "mezzo matto" pure io, cara dottoressa, anzi senza il forse, il percorso da fare è lungo, spero solo di uscirne "vivo", perche è proprio della vita stessa che mi hanno/sono svuotato.... Non ho mai avuto atteggiamenti suicidi, ma ho "invidiato" un mio conoscente defunto poco tempo fa di leucemia fulminante.. E non è una bella cosa. Strano che la dottoressa che mi segue non abbia voluto farmi prescrivere degli antidepressivi, per ora dice che preferisce agire senza medicine. Proviamo a vedere come va. Mi scusi per la lunghezza, e buona domenica!
In effetti con la psicologa da cui mi sto facendo seguire (è da un paio di mesi che ho cominciato ad andarci) stiamo focalizzando molto l'attenzione sul mio carattere, piu che sul suo... i BD hanno questo diturbo della personalità, e spesso nemmeno lo riconoscono (lei infatti si è sempre fatta seguire molto a singhiozzo, dicendo che sta bene)...della serie "prendere o lasciare".... il punto è proprio perche io non abbia lasciato e ancora non lasci....
e qui i motivi possono essere vari, e complementari l'uno con l'altro.
- come primo motivo, è emersa una mancanza di autostima nei miei stessi confronti, che forse affonda le sue radici nell'adolescenza (ero piccolino di statura,avevo molti complessi e qualche volta sono stato anche vittima di "bullismo")
- come secondo motivo, (che forse è correlato al primo), c'è questa forma di "masochismo" che si è ripetuta tipo copione a distanza di anni, quando la ebbi con i miei genitori, per il fatto dell'univ... Bastava che mio padre o mia madre ("borghesi" molto autorevoli e autoritari) mi dicessero "va bene, lascia l'università fai il fallito, che forse è l'unica cosa che sai fare, vai a zappare la terra" , frasi di questo genere,che io pur di non sentirli e non deluderli, mi rimettevo sotto e mi "violentavo" il cervello per immagazzinare il contenuto dei libri di studio e sostenere gli esami . dopo però ho accusato loro dell'esaurimento nervoso che mi è venuto e della condizione di precarietà lavorativa in cui riverso.... quindi diciamo, accontentare gli altri è una forma per de responsabilizzare me stesso.
- come terzo motivo potrebbe esserci comunque un mio carattere buono di fondo, ogni tanto ho fatto volontariato (per persone che ne hanno veramente bisogno), ho ricevuto un'educazione cattolica, però questo ha aumentato a dismisura il mio senso di rsponsabilità (che ora devo cercare di scrollarmi)... Della serie, se questa si fa fuori, o vado in galera o Gesù Cristo mi manda all'inferno.
Insomma, forse sono "mezzo matto" pure io, cara dottoressa, anzi senza il forse, il percorso da fare è lungo, spero solo di uscirne "vivo", perche è proprio della vita stessa che mi hanno/sono svuotato.... Non ho mai avuto atteggiamenti suicidi, ma ho "invidiato" un mio conoscente defunto poco tempo fa di leucemia fulminante.. E non è una bella cosa. Strano che la dottoressa che mi segue non abbia voluto farmi prescrivere degli antidepressivi, per ora dice che preferisce agire senza medicine. Proviamo a vedere come va. Mi scusi per la lunghezza, e buona domenica!
[#3]
Non è detto che il percorso dovrà essere necessariamente lungo, anzi mi pare che Lei abbia già una buona consapevolezza di sè e del problema (bassa autostima). E' importante però imparare anche un repertorio comportamentale diverso e modificare quegli schemi cognitivi che possono essere disfunzionali, quindi porsi in maniera meno passiva con gli altri che sono prevaricatori (qualunque sia la ragione).
Cordiali saluti anche a Lei!
Cordiali saluti anche a Lei!
[#4]
Utente
La ringrazio dottoressa, credo che la psicologa che mi segue intenda seguire anche questo procedimento... comunque glielo farò presente... Mi resta solo un dubbio sui dettagli "legali" di cui Le parlavo. Chiaramente non è questa la sede opportuna per discuterne, nè io nè Lei siamo esperti di giurisprudenza, ma io non saprei proprio come comportarmi in un "copione" di questo tipo ad esempio:
Facciamo il tipico esempio. Io le dico "stasera non ci vediamo, esco con un amico/amica, ecc."
Lei: "ah bravo tu te la vai a spassare e io sto sola e chiusa in casa, che manco guido...sei proprio un ..........."
Io insisto dicendo : "mi dispiace , ma anche io devo fare la mia vita, una sera in casa non ti succede nulla"
Lei: "Tu provaci e io mi faccio un'intera boccetta di Xanax (il primo farmaco che mi è venuto in mente, ne ha presi cosi tanti che ho perso il conto e la nomenclatura scientifica"
Ecco, a quel punto, pur di non sentirmi responsabile, torno sui miei passi.... il copione è lo stesso da anni a questa parte...
Ma se dovesse cambiare e le rispondessi:
"La vita è tua, fanne cio che vuoi"...lei potrebbe prendersi la boccetta come nn prenderrsela...
Dopo mi riscriverebbe (ormai il suo atteggiamento BD è piuttosto prevediile pur nella loro imprevedibilità)"me lo sono preso, alla tua salute, bastardo, ora ti puoi divertire meglio" , io legalmente cosa devo fare?
se non torno subito a casa è omissione di soccorso?o devo allertare il 118 continuando a farmi i fatti miei? col rischio che poi quelli del 118 vanno a casa e se non si è presa nulla, poi rischio di beccarmi io la segnalazione per averli allertati inutilmente...
Facciamo il tipico esempio. Io le dico "stasera non ci vediamo, esco con un amico/amica, ecc."
Lei: "ah bravo tu te la vai a spassare e io sto sola e chiusa in casa, che manco guido...sei proprio un ..........."
Io insisto dicendo : "mi dispiace , ma anche io devo fare la mia vita, una sera in casa non ti succede nulla"
Lei: "Tu provaci e io mi faccio un'intera boccetta di Xanax (il primo farmaco che mi è venuto in mente, ne ha presi cosi tanti che ho perso il conto e la nomenclatura scientifica"
Ecco, a quel punto, pur di non sentirmi responsabile, torno sui miei passi.... il copione è lo stesso da anni a questa parte...
Ma se dovesse cambiare e le rispondessi:
"La vita è tua, fanne cio che vuoi"...lei potrebbe prendersi la boccetta come nn prenderrsela...
Dopo mi riscriverebbe (ormai il suo atteggiamento BD è piuttosto prevediile pur nella loro imprevedibilità)"me lo sono preso, alla tua salute, bastardo, ora ti puoi divertire meglio" , io legalmente cosa devo fare?
se non torno subito a casa è omissione di soccorso?o devo allertare il 118 continuando a farmi i fatti miei? col rischio che poi quelli del 118 vanno a casa e se non si è presa nulla, poi rischio di beccarmi io la segnalazione per averli allertati inutilmente...
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.1k visite dal 23/08/2014.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.