Abbandono dal padre

Salve, ho 20 anni ed è la prima volta che scrivo in questo sito, avrei bisogno di un consulto.Sono una studentessa universitaria, con una vita esteriormente come tutti gli altri ragazzi della mia età, interiormente con diversi problemi che mi hanno portato a maturare un pò prima rispetto agli altri. Diciamo che le mie più grandi difficoltà sono sempre derivate dal rapporto con mio padre, sin da quando ero piccola.I miei si sono separati all'età di 8 anni e mio padre viveva con una signora che non mi accettava e che si comportava male con me,lui dal suo canto non faceva di meglio.I periodi che dovevo passare con lui erano orribili,dovevo rinchiudermi nel bagno per poter chiamare mia madre,molto spesso chiedevo a mio padre di riaccompagnarmi a casa e lui mi obbligava a rimanere con lui a casa sua,diverse volte era mia madre a venirmi a riprendere. Stavo male,mia madre mi ha raccontato che a volte vomitavo..questo particolare non lo ricordo,ero piccola.Comunque crescendo ci sono stati periodi un pò più lievi ed altri molto pesanti.Anche mia nonna paterna mi impediva di chiamare a mia madre quando ero da lei,parlavano male a me di lei e se volevo tornare a casa non potevo.Il nostro rapporto si è evoluto fino a qualche anno fa quando non ci vedevamo più di 2-3 ore alla settimana.Poi arrivava l'estate e io dovevo andare alla casa al mare la sua frase era "Gli altri mi chiedono di te,che gli dico?".Nonostante tutto io cercavo comunque una forma di appoggio da lui in quello che facevo,cosa che arrivava rare volte.Fino a settembre dell'anno scorso quando non l'ho più nè visto nè sentito per mesi,ho perso ogni contatto.L'ultima volta l'ho sentito a pasqua perchè mia nonna gli aveva detto di chiamarmi e lui mi ha fatto una sorta di paternale dicendomi che se non volevo che ci sentissimo poteva anche togliermi il cognome,che la colpa era mia se non ci eravamo sentiti.Io non ho retto,ho pianto e ho chiuso.Non sono mai riuscita a perdonarlo del tutto ma quelle 2-3 ore a settimana per me erano comunque un appoggio paterno.Inoltre non ha mai contribuito neanche economicamente ma a quello ci pensa mia madre che è avvocato.Adesso mi sento tradita,terribilmente arrabbiata,rifiutata, mi sveglio male la mattina, sono più nervosa con gli altri,a volte mi verrebbe di buttare tutto in aria,da piangere ma io non sono mai stata così.In più mi è rimasta la paura di non poter più tornare a casa in certe situazioni, es quando vado a fare esami all'università:come se una volta lì non ci fosse altra via d'uscita,non so spiegarlo.Sono anche un pò claustrofobica.Questa cosa si ripercuote anche sul mio ragazzo,a volte mi viene di rifiutarlo.Lui è un pò più immaturo in certe cose e certe volte mi scoccio, altre volte scarico su di lui questo mio malessere e chiedo più spazi.Altri momenti siamo sereni,la maggior parte.Che mi sta succedendo?Che altro mi succederà?C'è una via d'uscita da tutto questo? In attesa di un vostro riscontro,grazie per l'attenzione.
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

nei casi come il Suo, che purtroppo sono piuttosto numerosi, i genitori appaiono come semplici persone che non hanno risolto i loro problemi e, in qualche modo, i figli ne pagano le conseguenze.

Ciò che Le sta succedendo è che Lei avverte tali conseguenze in tutto il loro peso, e la cosa non è affatto piacevole.

Ciò che Le succederà è che dovrà essere forte, con la speranza che il rapporto col papà migliori, ma questo richiede che lui prenda coscienza della situazione e dei bisogni che una figlia può avere.

Dovrà essere forte comunque, anche nel caso che la presa di coscienza da parte di Suo padre tardi ad arrivare, e guardare avanti per costruirsi un futuro migliore rispetto a come è stato il passato.

Dovrà lavorare molto su se stessa, riflettendo molto, cercando di tenere le idee in ordine il più possibile.

In questo, la consulenza di uno/a psicologo/a potrà essere di grande sostegno.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile e sofferente Ragazza,
Mi unisco al Collega nella risposta.

Sembra, dal suo racconto che le difficoltà di adesso partano da lontano ed è proprio partendo da li che andrebbero analizzate ed elaborate.

Il passato, quando è doloroso ed ingombrante sul piano psichico, tende poi a riproporsi nel presente, invalidando anche le scelte affettive e relazionali.

Anche io le suggerisco una consulenza, o più d' una, luogo simbolico dove poter essere aiutata a sistemare quello che ancora è dolente e le rende la qualità di vita compromessa.



Se desidera nel mio sito personale e nel mio blog, troverà tanto materiale su coppia, affettività, sessualità, divorzio e figli ...

Le allego una lettura sulle ripercussioni delle scelte, mal gestite ed elaborate, dei genitori sui figli




Divorzio,
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4944-il-divorzio-e-ereditario-i-figli-dei-divorziati-divorziano-di-piu.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Gentili Dott.ssa Randone e Dott.Repici,

Io vi ringrazio per le vostre risposte che mi hanno fatto riflettere su alcune cause che possono aver influito sulla persona che è diventato mio padre. Sicuramente sono sempre stati i suoi problemi e la sua voglia di grandezza a renderlo quello che era e, col tempo, quello che oggi è diventato.

Non so se lui si renderà mai conto di ciò che ha fatto però io devo "guarire" da questa situazione.

Sicuramente avrei bisogno di rielaborare tutto il mio passato e di rendere più chiare certe cose che ancora non riesco a capire, ad accettare.Dovrei anche eliminare alcune ansie che mi rincorrono oggi. Un aiuto può solo agevolarmi in questa fase della mia vita. Provvederò per questo inverno.

Inoltre, leggerò quanto da lei linkatomi, dott.ssa Randone.

Grazie per l'attenzione,
Cordiali saluti.