Ansia e sesso

Salve ho chiesto consulto e ho raccontato un po' la mi storia in un precedente consulto, siccome adesso vorrei definire un po' la situazione vorrei solo un riscontro medico, ma ovviamente nel caso in cui continuerò ad avere questi sintomi seguirò il consiglio di andare al consultorio di zona.
1) come faccio a non drammatizzare la situazione la momento del rapporto e a non pensare di perdere l'erezione?
2) Mettendo da parte il fattore principale che sarebbe l'ansia da prestazione con conseguente perdita di erezione, tra le conseguenti paranoie che già ho citato precedentemente c'è la paura di non essere all'altezza, di non poter amare la mia donna al 100% in quanto potrei essere bisessuale e quindi non riuscire a soddisfarla o deluderla. Io penso che queste siano solo etichette imposte dalla società, perché io se vedo una donna nuda mi eccito, amo la mia ragazza, ma ho avuto anche rapporti gay (solo preliminari ) e non nego che trasgredire mi è piaciuto, tutt'ora se vedo un bel ragazzo mi stuzzica, solo che questo non dovrebbe creare problemi nel rapporto con la mia lei, o sbaglio? se la amo e sto bene con lei non ho motivo di stare male solo per dare un nome alla mia sessualità? una cosa è sicura non sono del tutto gay, perché sennò non avrei potuto avere rapporti soddisfacenti con le donne ed eccitarmi :)
Grazie per il tempo dedicato attendo risposta, per definire e chiudere la mia situazione.
[#2]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Grazie per le letture, se sarà necessario consulterò uno specialista, ma volevo semplicemente sapere cosa ne pensano i dottori, se il mio modo di vedere le cose è approvato anche da voi, se mi posso definire una persona "normale" senza che la vita con la mia donna venga compromessa. il tutto sta al punto 2 sopra citato.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,
il precedente consulto concludeva con una Sua frase:

"Grazie mille a tutti i medici che hanno risposto, nel caso in cui continuerò ad avere questi sintomi seguirò il consiglio di andare al consultorio di zona."

Dato che la situazione non è mutata, è opportuno faccia quanto Lei si proponeva.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
gentile utente le sono state date risposte sull'argomento da più specialisti di differenti orientamenti e le sono state suggerite delle letture.

Altro è difficile fare a distanza senza conoscere approfonditamente la sua situazione, cosa che non è possibile fare in questa sede.

Rispondo solo alle sue ultime domande:

<<se mi posso definire una persona "normale" senza che la vita con la mia donna venga compromessa.>>

A noi psicologi non interessa di solito sapere se le persone sono o non sono "normali" e non abbiamo, infatti, un unica definizione di normalità, ci interessa - e dovrebbe interessare anche a lei - se le persone stanno bene o non stanno bene e se fanno o meno soffrire se stessi e/o gli altri.

Dunque se lei al momento non sta bene e sente che in qualche modo la sua vita con la sua donna viene compromessa, deve farsi aiutare se vuole cambiare la situazione, altrimenti questa non cambierà.

<<tutt'ora se vedo un bel ragazzo mi stuzzica, solo che questo non dovrebbe creare problemi nel rapporto con la mia lei, o sbaglio?>>

Una cosa è ciò che "dovrebbe essere" secondo un ordine ideale del mondo, un'altra cosa è ciò che, invece, succede realmente. Noi non sappiamo se "questa" cosa le crea o meno problemi con la sua ragazza e lei stesso ha questo dubbio (altrimenti non lo direbbe nemmeno). Per capire meglio, se vuole, deve consultare uno specialista dal vivo.

<<se la amo e sto bene con lei non ho motivo di stare male solo per dare un nome alla mia sessualità?>>

Noi non stiamo male psicologicamente sempre per motivi che hanno una causa lineare e soprattutto possiamo stare male o bene al di là di qualunque considerazione di ordine ideologico o morale. Dunque, anche se non c'è "motivo" di stare male, il cosiddetto "motivo" appartiene a un ordine razionale e lo stare male a un ordine - invece - completamente differente dal razionale (altrimenti nessuno starebbe mai male). Perciò la risposta alla sua domanda può essere sia affermativa che negativa in generale, ma nel particolare e cioè nel suo caso specifico, dovrà essere lei a rispondere in base a se stesso e non a un generico modo di pensare in base al quale: "se uno ama e sta bene allora non ha motivo di stare male".

E la risposta la potrà trovare sempre facendosi aiutare da uno specialista.

Cordiali saluti


Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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