Rapporto tra cibo e sesso?

Salve,

Torno a scrivere poichè ho iniziato ad interrogarmi su una serie di comportamenti che non riesco a spiegarmi. Senza dilungarmi con pesanti racconti non pertinenti, ciò che mi spinge a scrivere è l'aver notato un costante mutare del mio rapporto con la sessualità in rapporto più o meno costante con il variare del mio peso.

Sono fidanzata da più di sei anni con un ragazzo, qualche anno fa la frequenza dei rapporti è drasticamente diminuita fino ad arrivare ad un mio totale disinteresse nei confronti del sesso. In un primo momento, quando iniziai a perdere peso, mi sentivo meglio con me stessa ed ero più disposta, raggiunto un certo peso ho iniziato ad alternare periodi di disinteresse a periodi di desiderio molto più intenso.
Di recente ho recuperato tutto il peso che avevo perso e ho notato che in quello stesso periodo avevo iniziato a temere e quindi rifiutare qualsiasi tipo di contatto fisico e rapporto, esattamente come quando ero molto dimagrita ma non riuscivo più a scendere ulteriormente di peso. Ovviamente il tutto si è ripercosso sul rapporto di coppia.

Ancora una volta, da qualche settimana a questa parte, senza un motivo apparente, ho notato un cambiamento nella direzione opposta: nonostante l'elevata frequenza dei rapporti, sento che questi non mi bastano, ne vorrei molti di più e per questo mi capita di "giocare" con altri uomini nel tentativo di adescarli e finirci a letto, nonostante non mi senta affatto a mio agio con il mio corpo e al contrario lo cambierei totalmente.

Io sto bene con il mio ragazzo nonostante alcuni periodi difficili, ma sento che c'è qualcosa che non mi basta e che vado a cercare negli altri. Non voglio tradirlo, non mi interessano gli altri se non per un fine puramente fisico ma inizio a non saper gestire totalmente la situazione. Soprattutto non capisco il perchè di questo continuo alternarsi di periodi di totale disinteresse a periodi di non "non ti basta mai", dove posso trovare una possibile risposta?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,
come lei osserva, cibo e sesso sono collegati: ambedue producono piacere, ma soprattutto svelano quel rapporto particolare e intimo che ognuno di noi ha col proprio corpo.
Ciò ha che fare con la storia infantile, talvolta con la madre e le gratificazioni alimentari, con l'adolescenza e la seduzione... tutto questo Lei tra le righe ci dice di sè e del rapporto col corpo. il rapporto con il suo "lui" è una variabile dipendente.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Grazie per la risposta dottoressa.
Mi permetto di dire che non mi è molto chiaro ciò che dice. Lei mi conferma che le due cose sono collegate, ma in maniera non direttamente proporzionale, o sbaglio?
Il mio ragazzo lo reputo una variabile indipendente poichè il fatto di avere voglia o no non non lo sento collegato direttamente a lui quanto agli uomini in generale. Più che altro vorrei sapere se questo dell'ultimo periodo è un comportamento che nasce sempre dal rapporto con il mio corpo (e in questo caso vorrei capire come) o se non c'entra nulla ed è quindi considerabile come un mutamento del mio carattere. Se non mi accetto io per prima non sarebbe più logico chiudersi e perdere totalmente interesse come era già successo in passato?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,
sì, ritengo che più che al rapporto con compagno la sessualità sia legata al rapporto col Suo corpo e con tutte le fase che esso attraversa: anoressia sessuale, bulimia sessuale ecc.

Lei chiede: "dove posso trovare una possibile risposta? " Presso un ns collega, o privatamente o con l'azienda Sanitaria o consultorio. La situazione potrà essere dipanata nella sua compessità permettendoLe di fare passi avanti personali e di coppia.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Mi associo alle riflessioni della Collega

Già nel 2012 le avevo risposto in merito alla stessa problematica, che ovviamente adesso è stata mantenuta in vita, lei mi aveva chiesto se poteva guarire da sola ed io, unitamente ai Colleghi, le avevamo risposto di no.

https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/314410-rapporto-conflittuale-con-il-cibo-pericolo-di-disturbi-alimentari.html

Esiste una correlazione tra oralità e sessualità?

In effetti si: sia sessualità che oralità oggi, sembrano abitare in una cornice temporale ed ambientale, fatta più di patologia che di piacere.

Anche la sua storia clinica e di vita, sembra testimoniare questo ...

Anoressia e bulimia, non sono affatto disgiunte dalla sua coppia e soprattutto dalla sua psiche e modalità "compulsiva" o " anoressica" di vivere l' Amore.

Queste dolorose ed estenuanti patologie, sono caratterizzate in termini psichici, da un sentimento di vuoto e solitudine, che crea un circolo vizioso tra insorgenza e mantenimento delle problematiche oro/ alimentari.

Questo sentimenti trovano un'interfaccia nella dimensione sessuale.
Praticamente sesso e cibo, sono intersecati.
I due ambiti, non possono essere trattati e considerati in termini separatistici, ma devono essere considerati all'interno di una cornice univoca.
Sarà compito di un nostro collega tessere le fila apparentemente separate.

Il cibo, assume un significato emotivo, consolatorio e compensatorio, di una pregressa ed assoluta mancanza d'amore e nutrimento,( spesso si parte da lontano, dall' infanzia....), per un'anima malata e sofferente, depauperata d'attenzioni, cure ed energie psichiche.

In linea generale accade questo ( le riposto dei frammenti di un mio scritto):

"Il cibo, diviene spesso un'amante, una madre accogliente, un utero caldo ove potersi rintanare, un chiaro sostituto d'amore.
Mentre l'anoressica rifiuta il cibo, l'anoressica sessuale, nega a se stessa la possibilità di sperimentare sensazioni erotiche. In entrambe le malattie il problema del "controllo" è centrale e fondamentale, queste donne temono di perderlo e di trovarsi in balìa delle proprie pulsioni e bisogni.

La bulimica sessuale invece, alterna periodi caratterizzati da una sessualità intensa, convulsa, praticamente bulimia, caratterizzata da un incessante susseguirsi di amanti, di cui però non sente alcun sapore; ad altre fasi della vita intima, caratterizzati da astinenza sessuale, alternando bisogno, colpa, vergogna ed espiazione della colpa (tramite vomito, lassativi o, rituali distruttivi).

Il cibo e la fame nervosa ed emotiva, sono metafore di espressioni emozionali complesse e profonde, sono manifestazioni di esperienze eccessive e destruenti, per un corpo estremamente fragile ed una psiche compromessa e sofferente."


Lei scrive:

" Io sto bene con il mio ragazzo nonostante alcuni periodi difficili, ma sento che c'è qualcosa che non mi basta e che vado a cercare negli altri. "

Forse è dentro di sei che manca qualcosa, non nella coppia.....qualunque essa sia.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
Attivo dal 2012 al 2015
Ex utente
Grazie per l'esaudiente risposta Dr.ssa Randone.

Benchè io stessa abbia ritrovato la mia situazione (o parte di essa) nell'estratto che mi ha copiato nella risposta), questa frase

Forse è dentro di sei che manca qualcosa, non nella coppia.....qualunque essa sia.

mi è servita da ulteriore spunto di riflessione. Sempre considerando le premesse di questo sito, e anche in considerazione ad una discussione avvenuta di recente, è possibile che in questo caso si tratti esclusivamente di ricerca di sicurezze, conferme, accettazione da parte del mondo maschile, valutare quanto si è appetibili dal punto di vista fisico e sessuale ecc, o comunque qualsiasi cosa che non si interseca con eventuali disturbi alimentari? O come un'insoddisfazione che nasce proprio dal rapporto con l'altra persona della coppia (spesso non mi sento abbastanza apprezzata e desiderata da lui in primis) e che quindi diventa una causa e non una conseguenza.
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
La differenza tra causa e conseguenza si chiama "diagnosi differenziale" e va fatta de visu.
Sono contenta di averla aiutata a riflettere

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