Problemi di coppia creano malessere fisico e disturbi vari nella giornata e nei rapporti
Salve, cerco un consiglio o un rimedio per riportare serenitá nelle mie giornate.
Non saprei indicare l inizio del problema dato che non è stata una caduta ma una lenta discesa.
Mi trovo in una relazione che, forse, ha perso il controllo. Da 11 mesi vivo una relazione che fin dal primo momento ho sentito mia, affinitá e tanta voglia di stare e far del bene vivendo al lapice di gioia e serenitá un momento che comprendeva crisi al lavoro e innumerevoli problemi famigliari, ma stavo bene e riuscivo ad essere sereno.
Col passare del tempo e piuttosto freneticamente il rapporto con la mia ragazza si rafforzava sempre piú a volte bruciando tappe altre volte lavorando e risolvendo con fin troppa semplicitá i problemi e i diverbi tanto da pensare di aver trovato la persona "giusta". A febbraio di quest anno c è stato il principio di quello che da un semplice dislivello è diventato per me uno scalino troppo alto da superare. Come dicevo a febbraio di quest anno ho scoperto dopo varie brutte sensazioni che la mia ragazza parlava tramite social network con una sua vecchia fiamma programmando uscite (mai avvenute per fortuna) e anche ironizzando e fantasticando certi giochi spinti ma non prettamente sessuali quali coccole e toccatine e spesso battute sulle forme generose e affascinanti della mia lei. Comunque grazie ad un amica ho scoperto questi messaggi e subito ho cercato dialogo con la persona alla quale ho dato fiducia senza investigare troppo sui suoi intenti. Da li ho perso molta fiducia in me stesso in quanto giá al tempo io dedicavo tutto me stesso a me a lei e alla coppia e ho visto il tutto crollarmi addosso. In maniera probabilmente sbagliata ho tentato di ricostruire il tutto dedicandomi del tutto a lei e da cui tutto è andato distruggendosi. economicamente avevo messo il 98% per lei e per me in termini di tempo ero suo tutto il tempo che avanzavo da lavoro o la ricerca di quest ultimo trascurando amici famiglia e afetti vari. Da qui la mia famiglia ha cominciato a cercare ossessivamente il tempo di discutere con me e lei portandoci agli alti e bassi che spesso portavano ad episodi di allontanamento dalla mia ragazza. prima la ricerca di aiuto in casa nonostante le 8-9 ore di lavoro poi la ricerca di dialogo e anche questo abbiamo provato a risolverlo ma ogni volta ne seguiva una nuova richiesta da parte dei "miei" e lei si vedeva messa in secondo piano non capendo che lo facevo pe la serenitá di coppia... dopo aver raggiunto il lapice della discussione lasciando la casa per poter stare con lei i problemi non son finiti anzi sembrano essere evoluti. Ora lei è gelosa e possessiva, rancorosa persino cerca di farmi avere meno contatti possibili con la mia famiglia spesso con scenate umilianti portandomi all esasperazione... vedo tutti i miei rapporti interpersonali condizionati forchè quelli di amicizie (maschili). ció mi crea malessere psicofisico nonchè un repentino diminuire della mia sicurezza con relativo aumento della rabbia. mi serve aiuto!!
Non saprei indicare l inizio del problema dato che non è stata una caduta ma una lenta discesa.
Mi trovo in una relazione che, forse, ha perso il controllo. Da 11 mesi vivo una relazione che fin dal primo momento ho sentito mia, affinitá e tanta voglia di stare e far del bene vivendo al lapice di gioia e serenitá un momento che comprendeva crisi al lavoro e innumerevoli problemi famigliari, ma stavo bene e riuscivo ad essere sereno.
Col passare del tempo e piuttosto freneticamente il rapporto con la mia ragazza si rafforzava sempre piú a volte bruciando tappe altre volte lavorando e risolvendo con fin troppa semplicitá i problemi e i diverbi tanto da pensare di aver trovato la persona "giusta". A febbraio di quest anno c è stato il principio di quello che da un semplice dislivello è diventato per me uno scalino troppo alto da superare. Come dicevo a febbraio di quest anno ho scoperto dopo varie brutte sensazioni che la mia ragazza parlava tramite social network con una sua vecchia fiamma programmando uscite (mai avvenute per fortuna) e anche ironizzando e fantasticando certi giochi spinti ma non prettamente sessuali quali coccole e toccatine e spesso battute sulle forme generose e affascinanti della mia lei. Comunque grazie ad un amica ho scoperto questi messaggi e subito ho cercato dialogo con la persona alla quale ho dato fiducia senza investigare troppo sui suoi intenti. Da li ho perso molta fiducia in me stesso in quanto giá al tempo io dedicavo tutto me stesso a me a lei e alla coppia e ho visto il tutto crollarmi addosso. In maniera probabilmente sbagliata ho tentato di ricostruire il tutto dedicandomi del tutto a lei e da cui tutto è andato distruggendosi. economicamente avevo messo il 98% per lei e per me in termini di tempo ero suo tutto il tempo che avanzavo da lavoro o la ricerca di quest ultimo trascurando amici famiglia e afetti vari. Da qui la mia famiglia ha cominciato a cercare ossessivamente il tempo di discutere con me e lei portandoci agli alti e bassi che spesso portavano ad episodi di allontanamento dalla mia ragazza. prima la ricerca di aiuto in casa nonostante le 8-9 ore di lavoro poi la ricerca di dialogo e anche questo abbiamo provato a risolverlo ma ogni volta ne seguiva una nuova richiesta da parte dei "miei" e lei si vedeva messa in secondo piano non capendo che lo facevo pe la serenitá di coppia... dopo aver raggiunto il lapice della discussione lasciando la casa per poter stare con lei i problemi non son finiti anzi sembrano essere evoluti. Ora lei è gelosa e possessiva, rancorosa persino cerca di farmi avere meno contatti possibili con la mia famiglia spesso con scenate umilianti portandomi all esasperazione... vedo tutti i miei rapporti interpersonali condizionati forchè quelli di amicizie (maschili). ció mi crea malessere psicofisico nonchè un repentino diminuire della mia sicurezza con relativo aumento della rabbia. mi serve aiuto!!
[#1]
Caro ragazzo,
la situazione che racconta mi sembra che, da banale che era, è diventata veramente complicata per entrambi e per chi vi sta intorno.
Credo che dal suo accorgersi delle evasioni della sua ragazza si sia innescato un cirsolo poco virtuoso di timori e distruttività reciproche dove non si comprendeva bene dove era la vittima e dove il carnefice.
Mi pare necessario il ricorso ad una consulenza di coppia per analizzare insieme gli ambiti disfunzionali in cui voi due colludete. Per spiegarle con parole meno tecniche: se lei, dentro di sè, aveva un timore antico dell'abbandono, la sua ragazza, con le sciocchezzuole con l'altro gliele ha riattualizzato mandandola in panico. Allo stesso modo lei può aver agito su qualche altra paura/bisogno della sua ragazza (come, per esempio quella di essere controllata) riattualizzandole antichi risentimenti. Sono ipotetiche dinamiche che comunque inficiano il benessere della coppia e che vanno discusse con l'aiuto di un consulente.
La saluto e ,se lo ritiene, ci riscriva pure.
la situazione che racconta mi sembra che, da banale che era, è diventata veramente complicata per entrambi e per chi vi sta intorno.
Credo che dal suo accorgersi delle evasioni della sua ragazza si sia innescato un cirsolo poco virtuoso di timori e distruttività reciproche dove non si comprendeva bene dove era la vittima e dove il carnefice.
Mi pare necessario il ricorso ad una consulenza di coppia per analizzare insieme gli ambiti disfunzionali in cui voi due colludete. Per spiegarle con parole meno tecniche: se lei, dentro di sè, aveva un timore antico dell'abbandono, la sua ragazza, con le sciocchezzuole con l'altro gliele ha riattualizzato mandandola in panico. Allo stesso modo lei può aver agito su qualche altra paura/bisogno della sua ragazza (come, per esempio quella di essere controllata) riattualizzandole antichi risentimenti. Sono ipotetiche dinamiche che comunque inficiano il benessere della coppia e che vanno discusse con l'aiuto di un consulente.
La saluto e ,se lo ritiene, ci riscriva pure.
Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino
[#2]
Utente
a dire il vero credo che la cosa possa legarsi alle figure genitoriali di entrambi tanto che il suo timore e il perno di ogni discussione è la sa convinzione di non essere messa al primo posto. Ogni qualvolta io cerco di essere d aiuto a qualcuno ma per lo piú a casa scattano le sue domande o sopratutto i suoi "musetti" da persona non soddisfatta della situazione. Rianalizzando i nostri trascorsi a casa mia credo che servano piú dettagli per comprendere bene il livello a cui si è giuntia... a marzo il padre di lei ha deciso di farmi un contratto a dempo determinato presso la sua azienda cercando di colmare le lacune economiche che stavo affrontando a causa della mia situazione famigliare e per occupare il posto appena liberatosi presso la sua azienda. da cui la mia fiducia stava provando un periodo di recupero ma la mia famiglia continuava a impormi restrizioni che spesso sfociavano in discussioni piuttosto durature al punto che io diverse volte ma non tutte ho cercato un punto comune per recuperare la serenitá perduta. Da li è partito un susseguirsi di richiami e rimproveri su ogni ambito a partire dal come gestivo le spese al come mi comportavo nella relazione. Io mi prendevo la responsabilitá di far dormire la mia ragazza anch essa maggiorenne da me occupandomi del lavare stirare e riordinare tutto ció che riguardava me e lei contribuivo economicamente prendendomi l onere di occuparmi della spesa alimentare e delle spese di gestione della casa quando ció era necessario. Mia madre vedeva "contentini" la mia ragazza vedeva semplicemente un uomo che si fa mettere i piedi in testa pur di stare lontano dalle discussioni. Da qui poi c è stato l allontanamento da parte dei miei famigliari dalla casa e poi la mia decisione di abbandonare la mia casa pur restando disponibile in caso mutuo o spese non riuscissero ad essere effettuate. La mia ragazza viveva l estasi del momento diminuendo cosí discussioni tra noi ma dall altra parte s alimentava un fuoco indescrivibile... dopo diverse peripezie siamo giunti ad un accordo per tornare a casa io faccio la mia parte senza che nessuno metta naso tra me e la mia ragazza ma le cose non vanno come dovrebbero. Mia madre cova rabbia per il mio distaccamento in quanto io ero la sua "spalla" su cui piangere o la persona a cui chiedere l ultimo e determinante consiglio prima della decisione mentre la mia ragazza teme un avvicinamento a mia madre con conseguente allontanamento da lei. Non vivo piú sereno cosí devo stare attento a come parlo a come mi muovo a troppe cose insomma il carico di stress è troppo e purtroppo quando scoppio vengo allontanato da lei perchè le sembro un pazzo e dalla mia famiglia perchè ricordo la figura paterna e di marito violento che rompeva quel che aveva a tiro per sfogare. il mio fisico non regge lo stress sento dolore alle ossa che mi son fratturato negli incidenti in moto e auto e sento una morsa al cuore ogni volta che non riesco in qualcosa. mi sto deprimendo o comunque non sto bene
[#3]
Caro ragazzo,
vedo che lei è preso tra più fuochi di persone che, mi perdoni se glielo dico, pensano a tutto tranne che a suo benessere.
Eppure lei è quello che offre la spalla su cui piangere, il supporto ultimo delle decisioni, colui che si occupa della spesa, di riordinare, di aiutare a pagare il mutuo in caso di necessità e, intorno a lei, si scatena il finimondo.
Comprendo come possa sentirsi e come la psiche, causa lo stress. stia riverberando sul soma.
Ciò che posso dirle in questa ingarbugliata situazione che anche lei (eh sì proprio lei!) ha contribuito a creare con la sua troppa accondiscendenza salvo poi, data la compressione, scoppiare in forti attacchi d'ira è che si può recare da un collega del consultorio familiare della sua città per fare una chiacchierata sincera per sfogare tutti i suoi disagi nei confronti di ciò che sta vivendo tra una partner troppo capricciosa e possessiva e una famiglia altrettanto fagocitante. Riacquisti il suo benessere attraverso un buon lavoro sull'autostima. Alla sua ètà più che in altre è un obbligo vivere serenamente.
La saluto
vedo che lei è preso tra più fuochi di persone che, mi perdoni se glielo dico, pensano a tutto tranne che a suo benessere.
Eppure lei è quello che offre la spalla su cui piangere, il supporto ultimo delle decisioni, colui che si occupa della spesa, di riordinare, di aiutare a pagare il mutuo in caso di necessità e, intorno a lei, si scatena il finimondo.
Comprendo come possa sentirsi e come la psiche, causa lo stress. stia riverberando sul soma.
Ciò che posso dirle in questa ingarbugliata situazione che anche lei (eh sì proprio lei!) ha contribuito a creare con la sua troppa accondiscendenza salvo poi, data la compressione, scoppiare in forti attacchi d'ira è che si può recare da un collega del consultorio familiare della sua città per fare una chiacchierata sincera per sfogare tutti i suoi disagi nei confronti di ciò che sta vivendo tra una partner troppo capricciosa e possessiva e una famiglia altrettanto fagocitante. Riacquisti il suo benessere attraverso un buon lavoro sull'autostima. Alla sua ètà più che in altre è un obbligo vivere serenamente.
La saluto
[#5]
Caro Ragazzo,
"andró a " sfogare" un po' di stress per poi ritornare nella stessa condizione"
non è questo l'intento del lavoro psicoterapico. Lavorare su sè stesso sotto l'osservazione di un collega avrebbe l'intento di portarla prima di tutto a leggere le dinamiche disfunzionali nel suo rapporto con la partner e con la famiglia e poi a rimodularne i rapporti lavorando sulla sua autostima, sulle sue convinzioni mutuate da anni di un certo tipo di educazione, sulle sue motivazioni, sul suo modo di amare e di cercare di farsi amare.
Parta dal presupposto che, tutto ciò che abbiamo intorno, un pò ce lo siamo creato anche noi col nostro modo di essere. Lo abbiamo co-costuito. Cambiando modo di rapportarci agli altri, parzialmente, cambierà anche parecchio chi ci sta intorno.Ciò che invece è oggettivamente immodificabile impareremo a guardarlo con occhi diversi da quello che facciamo oggi.
La saluto.
"andró a " sfogare" un po' di stress per poi ritornare nella stessa condizione"
non è questo l'intento del lavoro psicoterapico. Lavorare su sè stesso sotto l'osservazione di un collega avrebbe l'intento di portarla prima di tutto a leggere le dinamiche disfunzionali nel suo rapporto con la partner e con la famiglia e poi a rimodularne i rapporti lavorando sulla sua autostima, sulle sue convinzioni mutuate da anni di un certo tipo di educazione, sulle sue motivazioni, sul suo modo di amare e di cercare di farsi amare.
Parta dal presupposto che, tutto ciò che abbiamo intorno, un pò ce lo siamo creato anche noi col nostro modo di essere. Lo abbiamo co-costuito. Cambiando modo di rapportarci agli altri, parzialmente, cambierà anche parecchio chi ci sta intorno.Ciò che invece è oggettivamente immodificabile impareremo a guardarlo con occhi diversi da quello che facciamo oggi.
La saluto.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.5k visite dal 19/08/2014.
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