La confusione del partner

Salve,
da circa un anno e mezzo vivo una relazione con il mio compagno. Durante i momenti di tranquillità, la nostra relazione è sempre andata a gonfie vele, mi sentivo perfettamente in sintonia con lui, amata e rispettata. Condividevamo tutto, passavamo un mucchio di tempo insieme, e alla minima novità non esitavamo a contattarci per raccontarcela. Nel momento in cui però subentravano i litigi, abbiamo sempre avuto degli inghippi: tempi diversi per riappacificarsi, e lui ha volte ha messo in discussione il nostro stesso rapporto, dicendo che non sopportava lo stress dei litigi. Situazione però sempre momentanea, dopo poco tempo tornava dicendo che gli mancavo e che non voleva stare senza di me. Dando la colpa ai momenti di impulsività, pur rimanendoci male, ho lasciato sempre correre.
Questa volta però è stato diverso. Dopo un litigio, lui è entrato in una sorta di crisi esistenziale: non sa più cosa vuole dalla sua vita, si sente totalmente confuso su tutto e in particolare sul suo futuro e sugli studi, si è allontanato da me dicendo che aveva bisogno di stare un po' da solo, che non avrebbe messo in discussione il nostro rapporto, ma di lasciar passare qualche giorno. Premetto che questa crisi esistenziale c'era già prima del nostro litigio, però in forma molto più moderata, con degli sporadici interrogativi confusi sul suo futuro, mentre adesso è come se fosse esploso tutto quanto. Dopo alcuni giorni mi ha detto che non sa quanto potrà durargli questa crisi, che ha paura che tutto ciò possa succedere ancora, che non voleva tenermi in bilico e preferiva lasciarmi, anche se non ne era convinto, ma che io gli avevo fatto un po' pressione con la necessità di avere presto una risposta e si è trovato messo alle strette. Gli ho detto che se sente la necessità di prendersi una pausa può farlo, e che io cercherò di non farmi sentire, per lasciargli lo spazio necessario che gli occorre. Lui ha accettato di distaccarci per un po', ha detto che gli dispiace per tutto quanto, e che questa situazione è solo colpa sua.
E adesso eccomi qui, in quella che si suol definire una pausa di riflessione, cominciata realmente ieri. Io ci tengo a lui, lo amo davvero e la sola idea di perderlo mi fa profondamente male. Mi chiedo: è normale che un solo litigio possa aver scatenato tutto ciò? Lui prima di quest'ultimo periodo non era turbato dalla nostra relazione di coppia. Ho fatto bene ad allontanarmi per lasciargli spazio e far capire a lui cosa effettivamente vuole? L'attesa è davvero logorante. Oltretutto mi fa male pensare che quello che credevo un amore vero può finire solo per delle litigate, io credo che se due persone realmente si amano, le litigate le superano e continuano insieme ad andare avanti. Sono davvero disorientata da tutta questa situazione.
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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara ragazza,
" L'attesa è davvero logorante. Oltretutto mi fa male pensare che quello che credevo un amore vero può finire solo per delle litigate, io credo che se due persone realmente si amano, le litigate le superano e continuano insieme ad andare avanti. Sono davvero disorientata da tutta questa situazione"
In linea di principio ciò che lei dice può essere vero ma vi sono litigate e litigate.
Quelle distruttive e quelle, come dire "conoscitive", "costruttive". Le prime, comprenderà, a lungo andare, uccidono l'amore e scoppiano la coppia.
"Mi chiedo: è normale che un solo litigio possa aver scatenato tutto ciò?"
Ritengo di no. Probabilmente vi erano già dei malesseri nella coppia, o anche personali di entrambi poi riverberati sulla coppia, che hanno fatto capolino.
Probabilmente una terapia di coppia potrà aiutarvi a comprendere ed esplorare insieme "il territorio di mancato incontro" che ha agito tra di voi .
La saluto.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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Utente
Utente
Gent.le Dottoressa, la ringrazio per la sua risposta. Sì, sicuramente le litigate a lungo andare risultano logoranti. Le nostre erano per lo più banali, magari a me infastidiva il tono con cui mi diceva qualcosa, tenevo il muso per un po' e si finiva per litigare. Ma lui ha sempre avuto una sorta di avversione per i litigi, come se cercasse di rifugire da questi momenti di sofferenza, e a volte, come detto precedentemente, mettendo anche in discussione il rapporto; salvo poi pentirsi e tornare.
Credo anch'io che in quest'ultimo periodo, un po' pesante anche per me, i nostri malesseri siano finiti per riverberarsi all'interno della coppia. Ma che fare? D'un tratto mi ritrovo davanti una persona che non riconosco più dall'oggi al domani, con un distacco nei miei confronti che non aveva mai avuto prima d'ora. Prima dicendo di essere confuso sul suo futuro, poi anche sulla nostra relazione e infine passa in rassegna seriamente l'idea di lasciarci, quando fino a poco tempo prima diceva che non mi avrebbe mai lasciata e facevamo progetti di vita futura insieme. Proponendogli la terapia di coppia non è d'accordo, ultimamente preferisce solo stare isolato da chiunque. Se cerco di porgli il mio stesso aiuto lo rifiuta, come se in questa situazione non riuscisse a trovare sollievo in niente. Crede che la scelta migliore sia quella di mettermi da parte, e lasciare che solo il tempo faccia il suo corso? Non sentirlo e non vederlo mi fa davvero soffrire.
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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara ragazza,
le consiglio allora di seguire una terapia individuale. Anche per tabulare l'eventuale risoluzione(purtroppo deve contemplare anche quello) che il suo partner vorrà dare al vostro rapporto.
Cosa sia più opportuno fare non siamo in grado di dirglielo ma questo sarà vero anche per un collega dal vivo al quale eventualmente si rivolgerà. Di sicuro però possiamo mettere l'accento su di lei e focalizzare sulle sue modalità relazionali. In genere gli uomini, più delle donne ,e il suo partner da ciò che scrive particolarmente, non amano le pedanti puntualizzazioni, i musi lunghi che sanno di ricatto affettivo, i litigi. questo non significa che lei non debba litigare per paura di essere lasciata ma che torniamo al mio discorso di prima: occorre saper confrontarsi. Niente colpi bassi, parole che fanno male e che lasciano il segno, denigrazioni con messaggi TU(colpevolizzanti) troppo forti. Il messaggio IO " questa cosa che fai mi fa sentire a disagio", "sarà sicuramente un limite mio ma questa cosa non riesco a comprenderla" e via di questo passo. Se entrambi non avete vissuto questo nelle vostre famiglie di origine vi sarà sembrato naturale riproporre anche nella vostra coppia solo ciò che conoscevate.
La saluto.
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Utente
Utente
La ringrazio per i preziosi consigli, semmai torneremo insieme cercherò sicuramente di essere meno pedante. E nel caso di una rottura, credo proprio che mi rivolgerò ad una terapia individuale, per cercare di venirne fuori al meglio. Nel frattempo questa pausa di riflessione mi sta opprimendo, e non so come fare a non compromettere la situazione. Mi sento costantemente in ansia, nell'ansia che tutto ciò possa essere inutile e che la sola conclusione a cui arriverà sarà comunque quella di lasciarmi. Sono appena passati due giorni, ma devo continuamente frenare l'impulso di farmi sentire. Come posso fare per rispettare entrambi? Lui dice di aver bisogno di questi momenti di solitudine, credo che stia affrontando un periodo di depressione e non vuole nemmeno accogliere il mio aiuto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,
Talvolta si tratta veramente di crisi esistenziali che vanno al di là della coppia. Intendo dire che la coppia è pur sempre anche costituita da due individualità che hanno dei loro percorsi singoli. In questo caso stare vicino senza sentirsi in colpa (e talvolta neanche parte in causa), aiuta l'altro a non sentirsi solo mentre percorre questo tratto di strada. Certo che occorre darsi dei tempi, per non sacrificare troppo dei tempi preziosi della propria vita!

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
credo anch'io che il fattore scatenante in realtà sia all'esterno della coppia, in una sua confusione generale (e anche tristezza) circa il suo futuro. Ciò ha fatto sì però anche che lui mettesse in dubbio i sentimenti che prova nei miei confronti e da qui la pausa. Io vorrei cercare di aiutarlo, ma lui dice che vorrebbe uscirne da solo. A me fa male vederlo in questo stato di sofferenza senza poter fare qualcosa di utile, eravamo rimasti che ci saremmo sentiti tra qualche giorno, al termine della pausa, ma questa condizione di limbo mi fa male, la vivo in uno stato di ansia perenne di perdere una delle persone più care che ho e che per me rappresenta veramente tanto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
"vorrei cercare di aiutarlo, ma lui dice che vorrebbe uscirne da solo".

Certo, se è una crisi persoanle, la persona vuole chiarirsi individualmente.
Ciò non significa che quanto Le dicevo in #5 non sia valido! stare vicino trovando la "giusta distanza", senza entrare nella tematica individuale ma senza sentirsi in colpa (e talvolta neanche parte in causa), aiuta l'altro a non sentirsi solo mentre percorre questo tratto di strada.

Dicevo che occorre fissarsi un tempo di attesa, per non sacrificare tempi preziosi della propria vita in un'attesa forse infruttuosa!

"vivo in uno stato di ansia perenne di perdere..."
L'ansia è sempre una cattiva consigliera. La sfianca, la stanca, e nn produce nessun buon frutto.
[#8]
Utente
Utente
Rieccomi ad aggiornare la situazione. Oggi ci siamo risentiti, abbiamo deciso di provare, con molta prudenza, a ricominciare la nostra relazione. Con molta prudenza perchè dopo quanto successo per me non è facile riprendere fiducia in lui, perchè lui non è pienamente convinto che le cose si sistemeranno e teme che alla prossima difficoltà del genere saremo punto e daccapo, e anche perchè dopo un periodo di distacco non sarà facile riprendere come se nulla fosse. Nonostante ciò, so che il mio cuore voleva provare a ridare un ultimo tentativo alla nostra relazione. Ed è proprio a tal proposito che adesso mi rivolgo a voi: conoscendomi, sono estremamente emotiva, mi butto a capofitto nelle relazioni e nelle persone, idealizzandole, pensando che ogni relazione sarà quella definitiva, che avrò accanto quella persona per sempre. Investo tante energie nelle relazioni di coppia, e spesso, a mio discapito. E' come se mettessi da parte me stessa, in virtù della relazione. Adesso che stiamo provando a ricominciare, non voglio più ricadere negli stessi errori però, so quanto ho sofferto in questi giorni e so anche quanto soffrirò semmai dovesse comunque finire. Vorrei trovare un modo di "tutelarmi", per andare più con i piedi di piombo. Cosa posso fare?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile ragazza,
lei si ri-tuffa nella situazione, certa del suo sentimento; ma senza sapere se si tratta di crisi della persona (lui) o della coppia. E in questo modo corre dei rischi, certamente del non sapere "dove indirizzarsi" (mi riferisco a Lei, perchè è Lei che ci interpella):
- Ha da prendersi cura della coppia, e di sè nella coppia, pensando che sia questo di cui c'è bisogno?
- Ha da stare vicino a lui perchè è in crisi personale, accompagnandolo lievemente?

Mah..

Ritengo sarebbe buona cosa fare qualche seduta da un collega Psy, magari approfittando della "Settimana del benessere sessuale FISS" (fissonline.it Albo).
Ci pensi.
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