Esaurimento in seguito a soggiorno all'estero?

Buongiorno, dottori.
Vi chiedo un parere importante per me.
Sono una studentessa di 25 anni che a marzo è partita per andare all'altro capo del mondo a praticare la lingua che studia all'università. Nel Paese estero ci sono rimasta 3 mesi (quanto deciso in partenza) e sapevo già che sarebbe stata una prova difficile per me, perché anche a 17 anni provai la via delle lingue all'Estero e tornai in anticipo distrutta dall'esperienza. A 20 decisi però, testardamente, di continuare il percorso delle lingue e così mi iscrissi ad una orientale e, qualche anno dopo, anche per potermi laureare, eccomi qui che parto di nuovo. Sono partita questa volta in modo più razionale, più consapevole di me stessa, e perfettamente sana. 2 mesi e mezzo sono trascorsi e non so neanche come; ma, IMPROVVISAMENTE, verso la fine del mio soggiorno lì, sono stata male. Molto male. Temevo di impazzire, avevo schizzi di rabbia e crisi depressive, mal di testa, una stanchezza pesantissima da sopportare (da 2 mesi assumevo un farmaco a base di benzodiazepine per poter dormire la notte), nonché somatizzazioni di vario genere. Tutto da un giorno all'altro!! Fortunatamente il ritorno era programmato di lì a pochissimi giorni. Così, torno a casa, di nuovo distrutta. Mi sembra che il mio inconscio faccia apposta!!! Ora, non so ancora cosa sia successo. E' stato un esaurimento nervoso? Ho bisogno di dargli un nome, di capire. Ora mi sto riprendendo da un paio di mesetti, ma ho sempre l'umore altalenante e pensieri negativi, nonché scarsa concentrazione, stanchezza, e facilità ad esaurirmi (intendo quella sensazione di spossatezza micidiale alla testa, come un cerchio che stringe). Cosa è successo? E quanto ci vuole per riprendersi, in generale?
Cerco di non avere paura, in fondo non sto malissimo, o meglio, ne ho passate di molto peggiori. Ma un pò ho paura di non riuscire a recuperare. E' solo una paura, lo so.
Vi ringrazio per qualsiasi vostra spiegazione/domanda!!!
Loredana
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...)E' stato un esaurimento nervoso? Ho bisogno di dargli un nome, di capire.(...)

forse potrebbe essere proprio questo stato di ricerca che le crea tensione.
Se la cosa è rientrata, allora, non prolunghi il malessere nel tentativo di sapere cosa è accaduto e legga questo.
non è detto che sia ossessione ma il meccanismo psicologico potrebbe essere simile
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara ragazza,
sta ancora facendo uso di benzodiazepine per dormire?
chi gliele aveva prescritte a suo tempo? in tal caso le consiglio di chiedere consulenza anche ad uno psichiatra per valutare la sua situazione.
Detto questo, da ciò che racconta, sembrerebbe che lei non tabuli bene la distanza dai propri cari. Sembra che in tutte le sue partenze non sia mai stata accompagnata dalla serenità e dall'euforia della "giovane esploratrice" di nuovi mondi ed esperienze ma che dovesse "forzarsi" per riuscirci.
Ha mai riflettuto sul perchè ha chiesto tanto a sè stessa? Mi appare come una ragazza che è sempre riuscita in tutto e che, questa suo limite, non ha voluto contemplarlo.
Cosa pensavano i suoi delle sue partenze?

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

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Utente
Utente
Vi ringrazio moltissimo per le vostre risposte rapide!

Dr De Vincentiis: è vero che sono sempre alla ricerca di una soluzione. Anche in generale, come il dover per forza dare UN senso all'esistenza ecc. Però, in questo caso, sapendo che qualcosa è successo alla mia psiche, io vorrei sapere cosa, perché mi riguarda, appunto. Per me non è il punto di partenza di un'ossessione, bensì quello di arrivo. Del tipo "bene, ho soddisfatto una mia grossa curiosità, ora so cos'ho/ho avuto e posso di conseguenza e liberare la mente da questo dubbio che si può, grazie a specialisti che hanno studiato per anni, soddisfare".

Dr.ssa Spiezio: no, appena tornata a casa ho subito smesso con i farmaci! Non vedevo l'ora di potermene sbarazzare: anche se mi hanno aiutata a dormire ad un certo punto ho pensato di averne assunti troppi. Ma la dottoressa mi aveva sconsigliato di sospendere, dicendo che "sarebbe stato un disastro sennò". Le pastiglie me le aveva prescritte questa dottoressa (del luogo) che parlava anche l'inglese, solo che non le nascondo che non mi sono sentita seguita a dovere. La lingua non era il problema. La suddetta dotoressa non era chiara, chiedeva a me che dosaggio preferissi!! Non so se per una questione culturale, ma sembrava non volermi in qualche modo offendere o forzare.
A proposito di forzature, la ringrazio molto per il suo pensiero sul mio volermi forzare: mi ci ritrovo in pieno, effettivamente! E' vero, è come se volessi riuscire in tutto. In realtà l'università è stata una doccia fredda perché finalmente non studiavo per i voti, e proprio per questo è stata fallimentare, non avendo una bella motivazione di base. La mia partenza voleva essere un "avere tutte le possibilità aperte", ovvero: se parto e riesco a resistere, posso andare ovunque nel mondo! Però l'ho fatto anche molto per l'obiettivo della laurea e anche come "passaggio" della vita.
I miei genitori, anzi, mia madre, che mi aveva molto incoraggiata a partire a 17 anni (era quasi più una sua decisione, che una mia), è stata sempre d'accordissimo col partire e anzi, mi spronava. Ma lo vedeva come un dovere, ovvero: ormai i tempi sono quelli che sono e i ragazzi vanno all'Estero, è prova di forza e di senso del dovere e bisogna farlo.
Intanto lei non l'ha mai fatto e anzi, ha sempre condotto una vita ritirata in casa. Capisco che voglia che i figli siano più spigliati, ma non è necessario partire per questo. Ora lo so, però sono comunque contenta di essermi messa alla prova! Almeno ora so che voglio restare.

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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara ragazza,
" Ora lo so, però sono comunque contenta di essermi messa alla prova! Almeno ora so che voglio restare"
Lei è molto acuta. Uno dei segreti del nostro "in progress" psicologico è questo: imparare dalle esperienze, e se sono sofferte, imparare anche di più. Per una come lei, alla quale probabilmente fin da piccola qualcuno ha messo dentro "l'ansia di riuscire in tutto", comprendere i propri limiti è importante.
La saluto.
[#5]
Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Spiezio, la ringrazio ancora per le sue parole e i suoi consigli e l'avermi colta così velocemente e così bene!
Un saluto anche da parte mia.
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Dr.ssa Nunzia Spiezio Psicologo 531 20
Cara ragazza,
lieta di averla aiutata.
Ci riscriva quando vuole.
Cari Saluti