Cambiamento in psicoterapia
Gentili dottori,
sono in terapia da quasi quattro anni e in questo percorso ho affrontato le problematiche relative ai rapporti famigliari, alle relazioni affettive, alla mia sessualità e allo studio.
Ora i rapporti con la mia famiglia sono meno difficoltosi di quanto non fossero un tempo e i miei genitori stanno imparando ad accettare la mia sessualità. Non ci sono più le scene madri dei tempi bui e piano piano, come dice la mia terapeuta, sto imparando a distaccarmi dalla mia famiglia così che essa non sia più di ostacolo alla mia realizzazione umana e professionale.
Per quanto riguarda le relazioni affettive, sto avendo una relazione affettiva, la prima vera relazione affettiva della mia vita, e ogni giorno sorge un problema o un complesso che prontamente analizzo e smonto. Insomma non è facile, ma cerco di abituarmi ad avere qualcuno accanto e alla felicità. (chi l'avrebbe mai detto che farsi amare è difficile quanto amare).
Per quanto riguarda lo studio sto invece avendo alcuni problemi. Ho frequentato il liceo classico, uno dei migliori della mia città, con l'indirizzo PNI+linguistico in una delle sezioni più difficili e sono uscito con 86/100 nonostante avessi un professore omofobo che per tre anni ha perennemente tentato di bocciarmi (avevo 8-9-10 in tutte le altre discipline, non è mai riuscito nemmeno a rimandarmi.
Tuttavia negli ultimi tre anni di liceo ho avuto difficoltà sempre più crescenti a studiare e concentrarmi, mi riducevo a fare le cose all'ultimo minuto e non avevo voglia di studiare. Rimanevo spesso indietro salvo poi recuperare con qualche 10. Un professore disse di me ad un suo collega pensando che non sentissi "Non lo sopporto, prende 2 e poi dieci e alla fine recupera sempre, ma non può fare quello che gli pare".
Voglio fare medicina. Decido di fare il test, ma studio solo per due/tre settimane e nonostante questo lo supero brillantemente. Alla prima sessione di esami prendo un 25/30 ad un esame relativamente facile e mi butto giù, poi un 26/30 alla sessione estiva in un altro esame per cui avevo studiato molto e ci rimango malissimo, ma insomma tento di recuperare e dicembre finisco gli esami del primo con la media del 28 e mi manca solo un'idoneità, anatomia 1.
L'anatomia per me è una materia molto difficile perché ahimè non ho né costanza né tanto meno sono portato per lo studio mnemonico. Ho provato a preparare questo esami centinaia di volte, ma non riesco mai ad andare affondo.
Adesso siamo alla sessione di settembre. Dovrei dare anato 1 e 2 e altri due esami a dicembre così da arrivare a febbraio con 2 esami arretrati ed avere la possibilità di rimettermi in pari in tempi utili, secondo i miei programmi entro febbraio 2016 avrò finito gli esami dei primi tre anni e ne avrò fatto uno del 4o.
Il problema è che non riesco a studiare. Ho la repulsione per quella materia e non mi piace per nulla e non riesco a trovare la forza di volontà per mettermi sul libro e ripetere ripetere ripetere e non è che mi senta un granché ad essere rimasto indietro. Non sono abituato e mi sento un po' uno schifo e la mia autostima non è certo a livelli stratosferici. Troppo spesso mi capita di ripetermi che sono un fallito, che mi piace troppo piangermi addosso.
La verità è che non è assolutamente bello essere indietro nello studio e farsi paralizzare da questo fatto.
La mia terapeuta mi dice semplicemente di piantarla con questi pensieri autodistruttivi e che io sono il peggio nemico di me stesso, il problema è che io non ci riesco. Non riesco a non pensare e non riesco a studiare e sono davverro arrabbiato con me stesso per il fatto che continuo a farmi del male e a star male senza motivo e non riesco a smettere.
Quello che vorrei sapere è se la rabbia e l'impotenza fanno parte della terapia, se il percorso sta funzionando e se semplicemente la rabbia e l'impotenza sono solo pensieri negativi, loop, che in qualche modo devo scardinare.
Insomma, quando un paziente arriva al punto di dire "Sto male, è colpa mia se sto male e non ho nemmeno motivi per stare male. cavolo voglio smettere, ma non ci riesco" sta andando avanti o tornando indietro?
sono in terapia da quasi quattro anni e in questo percorso ho affrontato le problematiche relative ai rapporti famigliari, alle relazioni affettive, alla mia sessualità e allo studio.
Ora i rapporti con la mia famiglia sono meno difficoltosi di quanto non fossero un tempo e i miei genitori stanno imparando ad accettare la mia sessualità. Non ci sono più le scene madri dei tempi bui e piano piano, come dice la mia terapeuta, sto imparando a distaccarmi dalla mia famiglia così che essa non sia più di ostacolo alla mia realizzazione umana e professionale.
Per quanto riguarda le relazioni affettive, sto avendo una relazione affettiva, la prima vera relazione affettiva della mia vita, e ogni giorno sorge un problema o un complesso che prontamente analizzo e smonto. Insomma non è facile, ma cerco di abituarmi ad avere qualcuno accanto e alla felicità. (chi l'avrebbe mai detto che farsi amare è difficile quanto amare).
Per quanto riguarda lo studio sto invece avendo alcuni problemi. Ho frequentato il liceo classico, uno dei migliori della mia città, con l'indirizzo PNI+linguistico in una delle sezioni più difficili e sono uscito con 86/100 nonostante avessi un professore omofobo che per tre anni ha perennemente tentato di bocciarmi (avevo 8-9-10 in tutte le altre discipline, non è mai riuscito nemmeno a rimandarmi.
Tuttavia negli ultimi tre anni di liceo ho avuto difficoltà sempre più crescenti a studiare e concentrarmi, mi riducevo a fare le cose all'ultimo minuto e non avevo voglia di studiare. Rimanevo spesso indietro salvo poi recuperare con qualche 10. Un professore disse di me ad un suo collega pensando che non sentissi "Non lo sopporto, prende 2 e poi dieci e alla fine recupera sempre, ma non può fare quello che gli pare".
Voglio fare medicina. Decido di fare il test, ma studio solo per due/tre settimane e nonostante questo lo supero brillantemente. Alla prima sessione di esami prendo un 25/30 ad un esame relativamente facile e mi butto giù, poi un 26/30 alla sessione estiva in un altro esame per cui avevo studiato molto e ci rimango malissimo, ma insomma tento di recuperare e dicembre finisco gli esami del primo con la media del 28 e mi manca solo un'idoneità, anatomia 1.
L'anatomia per me è una materia molto difficile perché ahimè non ho né costanza né tanto meno sono portato per lo studio mnemonico. Ho provato a preparare questo esami centinaia di volte, ma non riesco mai ad andare affondo.
Adesso siamo alla sessione di settembre. Dovrei dare anato 1 e 2 e altri due esami a dicembre così da arrivare a febbraio con 2 esami arretrati ed avere la possibilità di rimettermi in pari in tempi utili, secondo i miei programmi entro febbraio 2016 avrò finito gli esami dei primi tre anni e ne avrò fatto uno del 4o.
Il problema è che non riesco a studiare. Ho la repulsione per quella materia e non mi piace per nulla e non riesco a trovare la forza di volontà per mettermi sul libro e ripetere ripetere ripetere e non è che mi senta un granché ad essere rimasto indietro. Non sono abituato e mi sento un po' uno schifo e la mia autostima non è certo a livelli stratosferici. Troppo spesso mi capita di ripetermi che sono un fallito, che mi piace troppo piangermi addosso.
La verità è che non è assolutamente bello essere indietro nello studio e farsi paralizzare da questo fatto.
La mia terapeuta mi dice semplicemente di piantarla con questi pensieri autodistruttivi e che io sono il peggio nemico di me stesso, il problema è che io non ci riesco. Non riesco a non pensare e non riesco a studiare e sono davverro arrabbiato con me stesso per il fatto che continuo a farmi del male e a star male senza motivo e non riesco a smettere.
Quello che vorrei sapere è se la rabbia e l'impotenza fanno parte della terapia, se il percorso sta funzionando e se semplicemente la rabbia e l'impotenza sono solo pensieri negativi, loop, che in qualche modo devo scardinare.
Insomma, quando un paziente arriva al punto di dire "Sto male, è colpa mia se sto male e non ho nemmeno motivi per stare male. cavolo voglio smettere, ma non ci riesco" sta andando avanti o tornando indietro?
[#1]
"vorrei sapere se la rabbia e l'impotenza fanno parte della terapia, se il percorso sta funzionando e se semplicemente la rabbia e l'impotenza sono solo pensieri negativi, loop, che in qualche modo devo scardinare."
Gentile utente,
la prima persona a cui rivolgere queste domande è la sua terapeuta che tanti passi la ha aiutato a compiere e dunque si è meritata la sua fiducia.
Detto questo, nemmeno il migliore terapeuta è onnipotente, nel senso che non può fare lui quello che il paziente stesso deve fare.
Ora la risposta è nelle sue mani!
Gentile utente,
la prima persona a cui rivolgere queste domande è la sua terapeuta che tanti passi la ha aiutato a compiere e dunque si è meritata la sua fiducia.
Detto questo, nemmeno il migliore terapeuta è onnipotente, nel senso che non può fare lui quello che il paziente stesso deve fare.
Ora la risposta è nelle sue mani!
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Grazie mille per la celere risposta dottoressa!
Ho ovviamente parlato di questo con la mia terapeuta e dei miei dubbi sulle mie effettive possibilità di vivere in maniera serena lo studio.
Lei mi ha risposto che sarebbe eticamente scorretto porre il paziente davanti ad un obiettivo che non può raggiungere e che quindi secondo lei posso riuscire nello studio senza problemi, recuperando e laureandomi nei tempi prestabiliti.
E' che a volte non riesco a capire bene cosa la terapia dovrebbe fare, come avviene il cambiamento e se sto andando avanti, indietro o rimanendo fermo.
Io mi fido molto della mia terapeuta che adesso è giustamente in ferie solo che essendo sin troppo abituato a sentirmi dire, e quindi a darmi del, fallito non riesco a non pensare che non ce la posso fare e per quanto io cerchi di mettere un freno la valanga catastrofica del -sto indietro con gli esami-mi laureo in ritardo-non entro in specializzazione-sarò un fallito è difficile da fermare.
E alla fine si tratta solo di fare uno sforzo, un respiro e abituarsi a non fallire, almeno credo. Eppure mi sembra impossibile.
Ho ovviamente parlato di questo con la mia terapeuta e dei miei dubbi sulle mie effettive possibilità di vivere in maniera serena lo studio.
Lei mi ha risposto che sarebbe eticamente scorretto porre il paziente davanti ad un obiettivo che non può raggiungere e che quindi secondo lei posso riuscire nello studio senza problemi, recuperando e laureandomi nei tempi prestabiliti.
E' che a volte non riesco a capire bene cosa la terapia dovrebbe fare, come avviene il cambiamento e se sto andando avanti, indietro o rimanendo fermo.
Io mi fido molto della mia terapeuta che adesso è giustamente in ferie solo che essendo sin troppo abituato a sentirmi dire, e quindi a darmi del, fallito non riesco a non pensare che non ce la posso fare e per quanto io cerchi di mettere un freno la valanga catastrofica del -sto indietro con gli esami-mi laureo in ritardo-non entro in specializzazione-sarò un fallito è difficile da fermare.
E alla fine si tratta solo di fare uno sforzo, un respiro e abituarsi a non fallire, almeno credo. Eppure mi sembra impossibile.
[#3]
1. "La verità è che non è assolutamente bello essere indietro nello studio
2. e farsi paralizzare da questo fatto."
Con l'1 sono proprio d'accordo! Ma quando diventa "valanga catastrofica", significa che l'ansia - da ottimale che era (e dunque produttiva) - diventa paralizzante; e dunque si cade nel 2. e le energie si bloccano.
Riguardo ad anatomia, succede che di fronte a una difficoltà della vita ci si blocchi per un certo tempo; provi a modificare il Suo metodo di studio; poi ne riferirà alla sua terapeuta tornata dalle ferie.
Una buona estate!
2. e farsi paralizzare da questo fatto."
Con l'1 sono proprio d'accordo! Ma quando diventa "valanga catastrofica", significa che l'ansia - da ottimale che era (e dunque produttiva) - diventa paralizzante; e dunque si cade nel 2. e le energie si bloccano.
Riguardo ad anatomia, succede che di fronte a una difficoltà della vita ci si blocchi per un certo tempo; provi a modificare il Suo metodo di studio; poi ne riferirà alla sua terapeuta tornata dalle ferie.
Una buona estate!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 12/08/2014.
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