Lo scoglio invalicabile del sesso
Salve a tutti,
dopo tantissimo tempo passato a riflettere sulla questione del chiedere una consulenza psicologica o meno, mi sono deciso a scrivere qui sul sito di medicitalia per avere un primo riscontro da parte dei dottori specialisti messi gentilmente a nostra disposizione.
Ho 25 e sono vergine.
La cosa, a livello etico o sociale, non mi ha mai interessato più di tanto, perché non l'ho mai vista come una limitazione personale o una motivazione di vergogna.
Fatto sta che però spesso mi trovo a riflettere sulla questione e non ne riesco a venire a capo, o meglio, a darmi una spiegazione.
Non ho problemi di carattere fisico, né ho mai avuto grosse difficoltà a crearmi dei rapporti con altre persone, eppure non ho mai raggiunto quel livello di intimità che mi permettesse di avere rapporti sessuali, anche con ex partner.
Le occasioni ci sono state, seppur non parecchie, soprattutto a causa del mio comportamento o disinteresse e quindi oggi mi trovo a dover pensare a questo come un "problema" da risolvere perché potrebbe dipendere da un mio blocco mentale o psicologico.
Ho provato a parlarne con alcuni amici fidati e tutti erano dell'opinione comune che non è normale il modo in cui io approccio al sesso.
Se dovessi immaginarmi in una situazione intima non riesco a sentirmi a mio agio e ho paura di risultare goffo e impacciato e soprattutto avverto quella che si chiama "ansia da prestazione". Tutto ciò è però accompagnato da un alto disinteresse verso i rapporti sessuali in genere e dalla non sofferenza per la mancanza di questi ultimi.
Riflettendo ultimamente su questo punto ho iniziato a pormi vari quesiti e chiedermi se non potesse dipendere in gran parte anche da una sorta di rifiuto inconscio verso il sesso per via dell'educazione ricevuta o traumi subiti e poi rimossi.
Nella mia stessa famiglia mio fratello, che è di poco più grande di me, non sembra avere particolare interesse per i rapporti sessuali sebbene abbia una partner ormai da anni.Ad ogni modo questo "disturbo", se così possiamo chiamarlo, non sembra attaccare gli altri membri della famiglia.
Ho pensato che forse potessi essere attratto dal mio stesso sesso e che quindi rifiutassi l'idea inconsciamente, ma nemmeno quella sembra essere la spiegazione dal momento che non provo interesse ad avere rapporti intimi né con uomini né con donne.
All'età di 25 anni questa situazione sta iniziando a diventare pesante non per una questione di immagine sociale, come già detto, ma perché attacca il mio equilibrio mentale ponendomi mille domande a riguardo e soprattutto anche per una questione di esperienza nei rapporti interpersonali.
Sarei davvero felice se uno di voi gentili dottori potesse darmi il suo parere medico a riguardo e fare chiarezza sulla situazione.
In anticipo vi ringrazio,
un saluto!
dopo tantissimo tempo passato a riflettere sulla questione del chiedere una consulenza psicologica o meno, mi sono deciso a scrivere qui sul sito di medicitalia per avere un primo riscontro da parte dei dottori specialisti messi gentilmente a nostra disposizione.
Ho 25 e sono vergine.
La cosa, a livello etico o sociale, non mi ha mai interessato più di tanto, perché non l'ho mai vista come una limitazione personale o una motivazione di vergogna.
Fatto sta che però spesso mi trovo a riflettere sulla questione e non ne riesco a venire a capo, o meglio, a darmi una spiegazione.
Non ho problemi di carattere fisico, né ho mai avuto grosse difficoltà a crearmi dei rapporti con altre persone, eppure non ho mai raggiunto quel livello di intimità che mi permettesse di avere rapporti sessuali, anche con ex partner.
Le occasioni ci sono state, seppur non parecchie, soprattutto a causa del mio comportamento o disinteresse e quindi oggi mi trovo a dover pensare a questo come un "problema" da risolvere perché potrebbe dipendere da un mio blocco mentale o psicologico.
Ho provato a parlarne con alcuni amici fidati e tutti erano dell'opinione comune che non è normale il modo in cui io approccio al sesso.
Se dovessi immaginarmi in una situazione intima non riesco a sentirmi a mio agio e ho paura di risultare goffo e impacciato e soprattutto avverto quella che si chiama "ansia da prestazione". Tutto ciò è però accompagnato da un alto disinteresse verso i rapporti sessuali in genere e dalla non sofferenza per la mancanza di questi ultimi.
Riflettendo ultimamente su questo punto ho iniziato a pormi vari quesiti e chiedermi se non potesse dipendere in gran parte anche da una sorta di rifiuto inconscio verso il sesso per via dell'educazione ricevuta o traumi subiti e poi rimossi.
Nella mia stessa famiglia mio fratello, che è di poco più grande di me, non sembra avere particolare interesse per i rapporti sessuali sebbene abbia una partner ormai da anni.Ad ogni modo questo "disturbo", se così possiamo chiamarlo, non sembra attaccare gli altri membri della famiglia.
Ho pensato che forse potessi essere attratto dal mio stesso sesso e che quindi rifiutassi l'idea inconsciamente, ma nemmeno quella sembra essere la spiegazione dal momento che non provo interesse ad avere rapporti intimi né con uomini né con donne.
All'età di 25 anni questa situazione sta iniziando a diventare pesante non per una questione di immagine sociale, come già detto, ma perché attacca il mio equilibrio mentale ponendomi mille domande a riguardo e soprattutto anche per una questione di esperienza nei rapporti interpersonali.
Sarei davvero felice se uno di voi gentili dottori potesse darmi il suo parere medico a riguardo e fare chiarezza sulla situazione.
In anticipo vi ringrazio,
un saluto!
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
ha ragione quando scrive che <<l'ho mai vista come una limitazione personale o una motivazione di vergogna>>; infatti non lo è, per nessuna età.
Nemmeno è una faccenda da considerare in termini di <<"ansia da prestazione">> come invece molti fanno, a causa di un'errata ma purtroppo diffusa concezione del sesso come "atto agonistico".
Piuttosto, è una questione di "comunicazione e affiatamento" con le altre persone; la base di tutto è la capacità di comunicare e di sentirsi in sintonia con gli altri, il resto viene di conseguenza.
E' una cosa che presuppone l'avere una certa serenità d'animo, ed è questa che casomai va presa in considerazione.
ha ragione quando scrive che <<l'ho mai vista come una limitazione personale o una motivazione di vergogna>>; infatti non lo è, per nessuna età.
Nemmeno è una faccenda da considerare in termini di <<"ansia da prestazione">> come invece molti fanno, a causa di un'errata ma purtroppo diffusa concezione del sesso come "atto agonistico".
Piuttosto, è una questione di "comunicazione e affiatamento" con le altre persone; la base di tutto è la capacità di comunicare e di sentirsi in sintonia con gli altri, il resto viene di conseguenza.
E' una cosa che presuppone l'avere una certa serenità d'animo, ed è questa che casomai va presa in considerazione.
[#2]
Gentile Utente,
Mi associo alle riflessioni del Collega
La verginità nell' uomo non esiste, questo termine viene associato alla donna perché la prima volta corrisponde alla deflorazione, cioè rottura dell ' imene.
Se è giunto a 25 anni senza un rapporto intimo, immagino che le motivazioni siano svariate: educazione restrittiva, forse cattolica, sessuofobica, assenza di educazione emozionale e sessuale, rigore, scarsa conoscenza di se stesso e della sua dimensione sessuata se così via....,
Si pensa impacciato, goffo e con l' ansia da prestazione....
L' intimità non è un compito in classe, ma un naturale e consequenziale gesto d' amore, dove dovranno coesistere le tre C correlate alla sessualità :
Corpo, cuore e cervello.
Non è da sottovalutare la componente di relazionalità della vita sotto le lenzuola.....
La dimensione del piacere ha sempre un ruolo determinante .
Nel mio sito e blog, troverà molto materiale in merito
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
Le allego delle letture sulla famigerata prima volta
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1336-verginita-parte-seconda-dalla-parte-dell-uomo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1313-verginita-la-fatidica-prima-volta.html
Mi associo alle riflessioni del Collega
La verginità nell' uomo non esiste, questo termine viene associato alla donna perché la prima volta corrisponde alla deflorazione, cioè rottura dell ' imene.
Se è giunto a 25 anni senza un rapporto intimo, immagino che le motivazioni siano svariate: educazione restrittiva, forse cattolica, sessuofobica, assenza di educazione emozionale e sessuale, rigore, scarsa conoscenza di se stesso e della sua dimensione sessuata se così via....,
Si pensa impacciato, goffo e con l' ansia da prestazione....
L' intimità non è un compito in classe, ma un naturale e consequenziale gesto d' amore, dove dovranno coesistere le tre C correlate alla sessualità :
Corpo, cuore e cervello.
Non è da sottovalutare la componente di relazionalità della vita sotto le lenzuola.....
La dimensione del piacere ha sempre un ruolo determinante .
Nel mio sito e blog, troverà molto materiale in merito
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1225-deficit-erettile-un-problema-di-coppia-il-ruolo-della-partner.html
Le allego delle letture sulla famigerata prima volta
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1336-verginita-parte-seconda-dalla-parte-dell-uomo.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1313-verginita-la-fatidica-prima-volta.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Gentile Ragazzo,
il buon "funzionamento" della sessualità dipende da più fattori, tra loro strettamente connessi. A mio avviso le strade da percorrere per iniziare ad affrontare questa situazione sono due.
Per prima cosa, ritengo importante -se non ne ha mai fatte- effettuare una visita andrologica in modo da valutare se ci possono essere anche cause organiche (ad esempio, livelli bassi di testosterone o alti di prolattina) alla base di questo suo disinteresse.
Parallelamente, penso che sarebbe utile, come già Lei ha prospettato, il confronto con uno psicologo psicoterapeuta per approfondire invece le motivazioni di tipo emotivo e relazionale che hanno generato e mantengono tale "blocco", così da capire insieme come superarlo . Cosa che, comprenderà bene, non è possibile fare da qui.
Cordialmente,
il buon "funzionamento" della sessualità dipende da più fattori, tra loro strettamente connessi. A mio avviso le strade da percorrere per iniziare ad affrontare questa situazione sono due.
Per prima cosa, ritengo importante -se non ne ha mai fatte- effettuare una visita andrologica in modo da valutare se ci possono essere anche cause organiche (ad esempio, livelli bassi di testosterone o alti di prolattina) alla base di questo suo disinteresse.
Parallelamente, penso che sarebbe utile, come già Lei ha prospettato, il confronto con uno psicologo psicoterapeuta per approfondire invece le motivazioni di tipo emotivo e relazionale che hanno generato e mantengono tale "blocco", così da capire insieme come superarlo . Cosa che, comprenderà bene, non è possibile fare da qui.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.2k visite dal 10/08/2014.
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