Complesso di Edipo non superato
Salve, da anni soffro di ansia molto forte che si intensifica quando penso a donne che mi interessano e mi attraggono, il solo pensiero mi fa venire quasi un attacco di panico. Premetto che da piccolo sono stato molto attratto da mia madre e con mia cugina più grande con ho avuto molti contatti di tipo sessuale. Crescendo con i miei genitori ho instaurato un rapporto molto ribelle e conflittuale ed oggi per mia madre provo ancora attrazione e odio e per mia cugina ancora una attrazione-eccitazione anche se non ci frequentiamo. E' come se non riuscissi a staccarmi da i miei desideri infantili, come se fossi in qualche modo attratto da desideri incestuosi. Questo mi far stare malissimo ho ansia e sensi di colpa quotidianamente anche se ho rapporti soddisfacenti con altre donne è come se una parte di me fosse ancora attaccata a quei ricordi e non volesse mollarli mai. In passato sono andato da molti psicologi ma solo ultimamente con una stavo affrontando questo aspetto, tra l'altro per la prima volta mi sono sentito attratto da lei a volte quasi innamorato cosa che in passato non mi era mai successo. Ora per una serie di motivi ho dovuto sospendere la terapia che potro' riprendere forse tra un anno. Razionalmente mi ripeto che devo essere emotivamente indipendente e che mia madre è la donna di mio padre e che io posso amare e desiderare qualsiasi altra donna che sia al di fuori di un contesto familiare, ma nonostante tutto sono fissato su mia madre sento dentro me come una voce profonda che non vuole staccarsi come se mia madre debba essere solo mia, la amo e la odio nello stesso tempo. Esistono farmaci, esercizi mentali, qualsiasi cosa che possa togliermi questa fissazione? E' una vita che sto male è possibile uscirne definitivamente? Appena potro' riprendero' la terapia ma intanto volevo lavorarci sopra nel modo più corretto...grazie per qualsiasi consiglio che potrete darmi.
[#1]
Gentile Utente,
quale diagnosi era stata posta dallo psicologo?
Come mai aveva iniziato una psicoterapia? Di che tipo?
Come mai ha cambiato tanti psicologi?
quale diagnosi era stata posta dallo psicologo?
Come mai aveva iniziato una psicoterapia? Di che tipo?
Come mai ha cambiato tanti psicologi?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Utente
Grazie per l'interesse, ogni psicologo ha dato la sua diagnosi...ansia generalizzata, leggermente borderline, lievemente narcisista, nevrosi infantile, ecc.. E' anche vero che solo ora sto affrontando questo aspetto del mio problema,in passato sono sempre andato per ansia e tensione somatizzata. Mediamente sono andato ogni volta per almeno due anni ma senza grossi risultati per questo ho abbandonato, considerando che ho concluso anche una terapia di gruppo durata 5 anni...nel tempo ho solo aumentato la mia resistenza alla sofferenza e solo ultimamente ho affrontato più direttamente il mio problema dal punto di vista sessuale...credo che la terapia sia di tipo comportamentale e devo dire che rispetto al passato mi sento più toccato nel profondo ma la mia ansia forse è anche aumentata e la sensazione di non riuscire a sbloccarmi mi sta sfinendo.
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Sono un po' perplessa per le diagnosi...
In ogni caso, quello che riferisce potrebbe tradire un po' d'ansia, nel senso che Lei potrebbe anche pensare che Sua mamma sia una bella donna e fantasticarci su... il punto è che tutto questo diventa un problema per la persona ansiosa, perchè altrimenti o non ci darebbe peso, oppure avrebbe la consapevolezza che questa è una fantasia.
Il rischio è altrimenti di creare un problema dove non c'è, dal momento che Lei riferisce di stare bene e avere una vita sessuale appagante con le donne.
Quindi, pur con i limiti del consulto a distanza, non credo sia un problema sessuale, ma un problema d'ansia.
Chiaramente si tratta di un problema che deve essere affrontato in terapia, non ci sono esercizi...
Posso chiederLe se l'ultima terapia che ha fatto, cioè quella comportamentale, attribuiva un significato sessuale a tutto ciò? Come si svolgeva la terapia?
Cordiali saluti,
In ogni caso, quello che riferisce potrebbe tradire un po' d'ansia, nel senso che Lei potrebbe anche pensare che Sua mamma sia una bella donna e fantasticarci su... il punto è che tutto questo diventa un problema per la persona ansiosa, perchè altrimenti o non ci darebbe peso, oppure avrebbe la consapevolezza che questa è una fantasia.
Il rischio è altrimenti di creare un problema dove non c'è, dal momento che Lei riferisce di stare bene e avere una vita sessuale appagante con le donne.
Quindi, pur con i limiti del consulto a distanza, non credo sia un problema sessuale, ma un problema d'ansia.
Chiaramente si tratta di un problema che deve essere affrontato in terapia, non ci sono esercizi...
Posso chiederLe se l'ultima terapia che ha fatto, cioè quella comportamentale, attribuiva un significato sessuale a tutto ciò? Come si svolgeva la terapia?
Cordiali saluti,
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Utente
Diciamo che sono piuttosto consapevole di ciò che per me sono fantasie ma è come se dentro me ci fosse ancora una parte infantile che si ostina a desiderarle fortemente creandomi un ansia che mi fa stare malissimo da un lato dall'altro è come se la desiderassi. Comunque il pensare di staccarmi dagli affetti mi fa star meglio. Con l'ultima terapia l'aspetto sessuale l'ho affrontato più direttamente perfino considerando una mia bisessualità, non sono mai stato con uomini e le donne mi piacciono tantissimo forse troppo, ma dagli uomini più grandi posso ricercare protezione e provare un forte attaccamento. La terapia si svolgeva con riflessioni ed esercizi per revisionare i miei comportamenti e pensieri, ultimamente l'obbiettivo era quello di smettere di darmi spiegazioni e risposte continue alle mie domande che ammetto a volte essere amletiche...
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Sì, ma l'ansia fa anche rimuginare: ecco perchè fa fatica a mollare il colpo!
Quindi credo che dovrebbe lasciarsi aiutare dal terapeuta nella riduzione dello stato ansioso. Altrimenti si creano problemi dove non ci sono e si alimentano inutili dubbi.
Cordiali saluti,
Quindi credo che dovrebbe lasciarsi aiutare dal terapeuta nella riduzione dello stato ansioso. Altrimenti si creano problemi dove non ci sono e si alimentano inutili dubbi.
Cordiali saluti,
[#6]
Utente
Ho sempre pensato che l'ansia cessasse nel momento in cui le paure venissero affrontate e che esse fossero la causa del mio star male, in passato ho preso molti ansiolitici e antidepressivi ma con scarsissimi risultati l'ansia l'ho anche molto somatizzata con tremori in varie parti del corpo...ora che sono costretto a sospendere la terapia ho paura di non riuscire a gestirla e poi una causa ci sarà non credo che sia endogena altrimenti perché i farmaci non hanno avuto effetto? E perché mi sento legato continuamente all'infanzia?
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Quando affrontiamo le nostre paure, in realtà, c'è un momento in cui l'ansia aumenta: provi ad immaginare di avere la paura dei cani e di entrare in un giardinetto in cui sa che certamente ci saranno dei cagnolini. E' chiaro che evitare quella situazione è apparentemente più rassicurante e l'ansia scende, mentre provare a metter piede in un giardinetto fa aumentare lo stato ansioso.
L'ansia diminuisce e cessa quando tutto ciò diventa del tutto fisiologico e normale e cioè quando siamo abituati ad esempio ad attraversare un giardinetto in cui sappiamo che potremo incontrare quello che era l'oggetto della nostra paura.
Le cause.... se ci fossero state delle cause dietro la fobia o dietro l'ansia, al nostro pz. che finalmente si è tolto il peso dell'evitamento interesserebbe poco o niente, soprattutto quando il problema è risolto e in tutta onestà domandarsi come mai si sente legato all'infanzia e perchè i farmaci hanno o non hanno avuto effetto ecc... fa parte della sintomatologia ansiosa che La spinge a rimuginare.
Non è più semplice risolvere il problema senza farsene altri? :-)
Che tipo di psicoterapia sta facendo?
L'ansia diminuisce e cessa quando tutto ciò diventa del tutto fisiologico e normale e cioè quando siamo abituati ad esempio ad attraversare un giardinetto in cui sappiamo che potremo incontrare quello che era l'oggetto della nostra paura.
Le cause.... se ci fossero state delle cause dietro la fobia o dietro l'ansia, al nostro pz. che finalmente si è tolto il peso dell'evitamento interesserebbe poco o niente, soprattutto quando il problema è risolto e in tutta onestà domandarsi come mai si sente legato all'infanzia e perchè i farmaci hanno o non hanno avuto effetto ecc... fa parte della sintomatologia ansiosa che La spinge a rimuginare.
Non è più semplice risolvere il problema senza farsene altri? :-)
Che tipo di psicoterapia sta facendo?
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Utente
Grazie delle risposte, al momento non sto facendo nessuna psicoterapia per motivi lavorativi ho dovuto sospendere ma fra qualche mese potrò riprendere. Il problema che non riesco a smettere di rimuginare e cercare soluzioni e risposte a tutto ma comprendo che è proprio questo mio accanimento a farmi star male...forse è un problema di controllo, forse traggo piacere e soddisfazione a fissarmi ma proprio non riesco ad uscire da questo circolo vizioso che ormai avviene in modo automatico senza neanche rendermene conto è come se avessi un continuo dialogo interno che mi distrae dalle cose reali...
[#9]
Gentile Utente,
se il problema è di tipo economico, Le suggerisco di prenotare un colloquio psicologico presso una struttura pubblica della Sua zona e di affidarsi ad uno psicologo psicoterapeuta per il trattamento della Sua problematica che, a mio avviso, non riguarda tanto il "complesso di Edipo", costrutto difficile da dimostrare e anche piuttosto obsoleto, quanto un problema d'ansia che La porta a rimuginare su alcuni aspetti.
Il problema NON è il contenuto, ma la modalità del pensiero.
Cordiali saluti,
se il problema è di tipo economico, Le suggerisco di prenotare un colloquio psicologico presso una struttura pubblica della Sua zona e di affidarsi ad uno psicologo psicoterapeuta per il trattamento della Sua problematica che, a mio avviso, non riguarda tanto il "complesso di Edipo", costrutto difficile da dimostrare e anche piuttosto obsoleto, quanto un problema d'ansia che La porta a rimuginare su alcuni aspetti.
Il problema NON è il contenuto, ma la modalità del pensiero.
Cordiali saluti,
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Utente
Grazie dott.ssa Pilieci, al momento sono proprio impossibilitato a fare una psicoterapia ma forse a gennaio potrò riprendere. Scusi se le chiedo un ultimo chiarimento, sto cercando di non fronteggiare l'ansia e vivere più carpe diem, come detto non ho particolari problemi con le donne a parte una timidezza nell'approccio iniziale, sono anche sposato anche se ho avuto non pochi problemi con mia moglie ma che ora stiamo superando. Il fatto che in famiglia mi sento un pò in gabbia ed ultimamente ho fantasie di tradirla magari con una escort questa cosa mi angoscia. Da un lato ho paura della situazione e sensi di colpa per mia moglie, dall'altro fare una cosa eticamente per me sbagliata mi attrae, più che altro è la speranza di riuscire a fare una cosa sbagliata e poi riuscire a perdonarmi a non giudicarmi che mi attrae. E' come mettermi alla prova, il pensarci mi fa salire in modo fortissimo l'angoscia e l'ansia è come se non riuscire a farlo fosse un fallimento dall'altro ho paura che peggiorerei solo la mia situazione. E' come se avessi bisogno di comportarmi male per poi riuscire a dirmi che in fin dei conti non ho fatto nulla di così sbagliato cosa che nella mia vita non sono mai riuscito a dirmi anzi per i miei errori mi sono punito da solo tremendamente. Affrontare questo mio problema con l'azione potrebbe farmi bene? Potrebbe aiutarmi ad accettarmi?
[#11]
Gentile utente il complesso di Edipo è un concetto sviluppato in psicoanalisi (anche se poi Jung ha sviluppato una sua formulazione differente) che si colloca in un preciso momento evolutivo dello sviluppo psicosessuale infantile, universalmente valido.
Si riferisce al normale desiderio che un bambino (tre/cinque anni) può provare verso il genitore del sesso opposto, sentendosi al contempo minacciato dal genitore dello stesso sesso. Ovviamente, essendo questo costrutto psicoanalitico una metafora dello sviluppo psicosessuale, si può manifestare in modalità molto differenti e anche, a volte, apparentemente in contrasto con il principio di base del costrutto stesso. In quei casi, si presuppone sempre un conflitto o un desiderio latente inconscio che si manifesta nei sintomi e nei sogni.
Il superamento positivo del complesso di Edipo è parte del naturale sviluppo umano e comporta l'interiorizzazione delle figure genitoriali, con il completamento e l'instaurazione di una coscienza morale dell'individuo. Il soggetto riesce (spesso inconsapevolmente), nel superamento del complesso, a distinguere il proprio desiderio dal tabù e interiorizza una capacità nuova di stare nel sociale e nel mondo rispettando le "norme" che ha interiorizzato.
Il superamento dell'Edipo è comunque uno momenti fondamentali della crescita psicologica, dopo il quale l'individuo perde alcuni tratti infantili per acquistare maturità e stabilità.
Un Edipo ancora non del tutto risolto è comunque, nell'ottica ricordata, una situazione abbastanza comune. Vi sono dei tratti tipici in coloro che hanno superato solo in parte questo complesso, che possono andare da un estrema infantilità nell'affrontare i problemi, alla loro sottovalutazione, nella difficoltà di avere relazioni stabili con un partner (di solito si perde interesse dopo che si è ricambiati), a ostilità e incapacità di riconoscere le figure di autorità.
Una problematica come quella da lei descritta può essere affrontata anche in un percorso - non necessariamente lungo - con uno psicoterapeuta di orientamento psicodinamico.
Si riferisce al normale desiderio che un bambino (tre/cinque anni) può provare verso il genitore del sesso opposto, sentendosi al contempo minacciato dal genitore dello stesso sesso. Ovviamente, essendo questo costrutto psicoanalitico una metafora dello sviluppo psicosessuale, si può manifestare in modalità molto differenti e anche, a volte, apparentemente in contrasto con il principio di base del costrutto stesso. In quei casi, si presuppone sempre un conflitto o un desiderio latente inconscio che si manifesta nei sintomi e nei sogni.
Il superamento positivo del complesso di Edipo è parte del naturale sviluppo umano e comporta l'interiorizzazione delle figure genitoriali, con il completamento e l'instaurazione di una coscienza morale dell'individuo. Il soggetto riesce (spesso inconsapevolmente), nel superamento del complesso, a distinguere il proprio desiderio dal tabù e interiorizza una capacità nuova di stare nel sociale e nel mondo rispettando le "norme" che ha interiorizzato.
Il superamento dell'Edipo è comunque uno momenti fondamentali della crescita psicologica, dopo il quale l'individuo perde alcuni tratti infantili per acquistare maturità e stabilità.
Un Edipo ancora non del tutto risolto è comunque, nell'ottica ricordata, una situazione abbastanza comune. Vi sono dei tratti tipici in coloro che hanno superato solo in parte questo complesso, che possono andare da un estrema infantilità nell'affrontare i problemi, alla loro sottovalutazione, nella difficoltà di avere relazioni stabili con un partner (di solito si perde interesse dopo che si è ricambiati), a ostilità e incapacità di riconoscere le figure di autorità.
Una problematica come quella da lei descritta può essere affrontata anche in un percorso - non necessariamente lungo - con uno psicoterapeuta di orientamento psicodinamico.
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 14k visite dal 01/08/2014.
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