Frequenza asilo

Buongiorno.

Sono la mamma di una bimba che ha compiuto 4 anni a maggio.
A settembre scorso ha iniziato a frequentare l'asilo. Il rapporto con le maestre è andato subito bene, mentre le relazioni con gli altri bimbi "vanno curate", nel senso che Alice ha più facilità a rapportarsi con i piccoli e con i grandi rispetto ai coetanei. Le maestre mi avevano consigliato di lasciarla anche per la nanna, ma, date le crisi notturne e diurne, con pianti disperati e richieste di stare con me, alla fine ho deciso di andarla a prendere subito dopo il pranzo. Così le cose sono filate abbastanza tranquillamente.
Ora sono incinta (parto previsto per i primi di novembre) e la bimba è felicissima all'idea di avere una sorellina (ne parla spesso, mi chiede come sto, le fa disegni, etc). Tuttavia vedo che manifesta anche una certa ansia: il momento della popò è diventato un dramma, perchè lo usa per tenermi vicina a sè, la sera si addormenta solo se mi abbraccia o se mi tiene la mano, inizia a dire che non vuole andare all'asilo (anche se è in vacanza da un mese), mi chiede di non lasciarla mai.
Mi chiedo....a settembre, cosa sarà meglio fare? Che orario farle seguire? Continuare con la mezza giornata o "imporle" (come consigliano le maestre) anche il pomeriggio? E alla nascita della sorellina?
Forse mi pongo con troppo anticipo queste domande, ma confesso che sono preoccupata. Vorrei vivere serenamente la gravidanza e che la nascita fosse un momento felice per tutti, anche se, da quanto mi dicono, la crisi inevitabile di gelosia ci sarà ed è un bene che avvenga (per metabolizzare la nuova presenza).
A completamento, aggiungo che la gravidanza e il parto sono stati sereni e senza problemi, l'allattamento prolungato (fino ai due anni), ho ripreso a lavorare part time quando Alice aveva un anno e mezzo e la lasciavo dai nonni materni (con qualche crisi al momento del distacco, ma nulla più) e successivamente ho sempre avuto orari mattutini e vacanze estive che mi consentivano di passare molto tempo con lei (sono insegnante). Fa una certa fatica a staccarsi da me, ma poi quando non ci sono mi dicono che è tranquilla (nonni e padre). Ciò non toglie che i parenti la ritengano una mammona.
Il padre soffre perchè ritiene di avere un ruolo marginale, dato che spesso la bimba lo rifiuta. Secondo me,però, è un modo della bimba per attirarne l'attenzione, dato che lo vede poco a causa del lavoro. Infatti durante le sue assenze, mi chiede di lui e si vede che le dispiace non sia presente.
Che consigli mi dareste per equilibrare la situazione e far sì che la nuova arrivata sia ben accolta e non vissuta con una gelosia eccessiva?
Grazie anticipatamente.

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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile signora,

La nascita di un fratello o di una sorella può avere spesso come conseguenza il ritorno di modalità e comportamenti tipici di fasi dello sviluppo precedente. Si tratta di solito di reazioni fisiologiche che tendono ad attenuarsi col tempo, a patto che al bambino venga spiegata la necessita di dedicare un po'piu di attenzioni al nascituro e che lo si coinvolga, facendolo sentire parte integrante della famiglia e dandogli la possibilità di familiarizzare cono nuovo arrivato. Nulla di cui preoccuparsi dunque finché il bambino non manifesta comportamenti disfunzionali di particolare gravità (per esempio rompere oggetti, fare del male alla sorellina, ecc...). Poiché da qui a novembre avrete molte occasioni per parlare della sorellina e per preparare la bambina al suo arrivo, non si preoccupi e cerchi di stare serena. Per quanto riguarda la ripresa dell'asilo, se la bambina si rifiuta, potrebbe essere utile rendere la separazione graduale (magari rimanendo in aula con la bamnina per qualche minuto durante i primi giorni) e ricompensarla per ogni volta che andrà all'asilo senza fare i capricci. Non è necessario forzare la bambina a dormire all'asilo, a meno che lei non abbia la necessità di farla rimanere anche il pomeriggio. La situazione del papà invece richiederebbe un po' più di attenzione. Il fatto che la bambina lo cerchi quando non c'è, per poi rifiutarlo quando torna, potrebbe indicare la presenza di un legame di attaccamento nei confronti del padre non propriamente adeguato. Poiché non è la quantità di tempo, ma piuttosto la qualità dello stesso a essere determinante, potrebbe essere utile creare delle situazioni di gioco in cui la bambina possa far crescere il rapporto col padre. Inizialmente potreste creare delle situazioni in cui giocate e vi divertite tutti insieme, poi sarebbe utile se la bambina e il papà creassero degli spazi comuni all'interno dei quali fare crescere il loro legame. Le faccio i miei migliori auguri per il prosieguo della gravidanza.

Cordialità
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile signora, con il collega la invito a non drammatizzare, ci sara' un pò di gelosia sicuramente, ma appartiene alla norma, per quel che riguarda l'asilo io continuerei con l'orario dell'anno scorso, cioè farei dormire la bimba a casa nel pomeriggio.
Secondo me il rapporto col padre può essere migliorato ed anzi lenire la gelosia inevitabile della bambina, qualche volta potrebbero uscire loro due a fare una piccola compera, a mangiare un gelato , a comprare i colori, il legame col padre è fondamentale per una bimba e per la sua futura sicurezza di donna, questo padre può inventarsi qualcosa da fare insieme, lui si sentirebbe valorizzato e Alice rassicurata.
Coraggio, sono piccole importanti svolte..
Molti auguri per la vita di tutti voi..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Ringrazio molto per le risposte, che mi hanno rassicurata per quanto riguarda la futura nascita e l'asilo.
Per ciò che concerne il rapporto tra Alice e il suo papà, devo dire che ho qualche pensiero. Lui prova, quando è a casa, a proporle delle attività o delle uscite, ma capita che lei si rifiuti, dicendo che vuole stare con la mamma, a volte reagendo anche con delle piccole crisi.
Lui si resta malissimo e a volte, a mio giudizio, fa pesare troppo alla bambina il suo rifiuto o la "ripaga" a sua volta con un rifiuto a fare qualcosa, creando un circuito di tensioni in cui io poi cerco di mediare, suggerendo modalità diverse per proporle uscite/attività, facendoli parlare un po' o coinvolgendoli in qualcosa d'altro per poi lentamente allontanarmi.
Ho cercato di discuterne con il marito, dato che lo vedo soffrire parecchio, forse perchè (ma non sono un'esperta) rivive in modo inconscio certi atteggiamenti di rifiuto e disinteresse dei suoi genitori sia del passato che del presente; tuttavia noto una certa resistenza ad ascoltare alcuni suggerimenti.
Mi rendo conto che l'equilibrio all'interno della famiglia è un continuo costruire, ma che deve essere opera di tutti i membri, altrimenti l'impresa è ardua.
Vi ringrazio nuovamente per la Vostra disponibilità e per i Vostri auguri, davvero graditi in questo momento.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,
ai papà occorre crearlo uno spazio, considerato che verso di loro il bambino non prova l'attaccamento derivante dalla vita nella pancia, da un allattamento prolungato (troppo, fino ai due anni) e da una vicinanza fisica maggiore.
Per "creare uno spazio" intendo che ad es. quando c'è lui in casa, Lei può uscire a fare la spesa, lasciando loro due a gestirsi il territorio e la relazione senza la Sua presenza e mediazione.
Se la relazione è sempre a tre, è normale che la bimba scelga la cosa più facile perchè ormai consueta, ma così facendo non si aiuta lo stutturarsi della relazione padre - bambina; ugualmente importante ma differente da quella madre - bambina.
In questi casi è la madre che deve fare un passo indietro, anche se la bambina non ne è entusiasta, per il momento. Poi svilupperà una relazione più solida anche con papà.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio del consiglio.
Anche se non specificato prima, chiaramente a volte capita che la bimba resti sola con il papà, perchè io magari ho qualche riunione o, appunto, ho qualche commissione, o, semplicemente,ho bisogno di uno stacco.
Capita che, dopo la mia partenza, padre e figlia prendano a giocare o altro tranquillamente fino al mio rientro,ma purtroppo capita anche che, al mio ritorno, mi ritrovi uno in una stanza una in un'altra, arrabbiati reciprocamente.
Chiedendone la causa, magari scopro che lui, davanti a un capriccetto o un rifiuto della bimba, l'ha allontanata, dicendole cose che poi lei vive (perchè così me le riporta) come "papà non mi vuole bene" o "papà non mi vuole" o "papà mi dice cose brutte".
In quel caso, che faccio...li lascio arrangiarsi comunque tra loro? Dato il loro rapporto, è davvero utile questo "allontanamento" che non è momentaneo, ma che dura fino al mio ritorno? Io, onestamente, come mamma, dopo la crisi o il pianto, vado dalla bambina o la chiamo e le spiego che cosa non doveva fare e perchè.
Se "abuso" della mediazione tra loro, è forse perchè mi sembra che altrimenti sarebbero due mondi che si sfiorano occasionalmente e mi dispiace.
Chiaro che prendo atto che una parte della colpa potrebbe anche essere del mio comportamento e che cercherò di modificarlo.
Grazie della Sua risposta.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Capisco che i due mondi si sfiorino, hanno sempre un'interprete pronta a tradurre; e dunque non hanno nè stimoli nè tempo per imparare la lingua dell'altro/a.
In ogni caso qualche accenno s Suo marito di cosa la bimba gradisce o su come rispondere ai suoi capriccetti è opportuno. Si tenga conto inoltre che i 3/4 anni prevedono nei bimbi la "fase oppositiva", che li porta a impuntarsi e a voler avere sempre ragione...