Ansia e voglia di tornare

Gentili dottori, sono qui a scrivervi perchè sono molto spaventato in questi giorni.
Vivo in un Paese straniero e mi è stata fatta una diagnosi di disturbo da attacchi di panico. Qui sono seguito da un centro e ad una psicoterapia cognitivo comportamentale sto affiancando una terapia farmacologica. Ho visto la mia terapeuta per 8 o 9 incontri quindi forse è un pò presto che vedere qualche cambiamento, considerato che questo problema me lo porto dietro da 3 anni ormai.
Dove vivo, ho una relazione stabile da 1 anno, un lavoro e degli amici fortunatamente, non ho particolari problemi di socializzazione ma ho continuamente ansie e paure. Mi chiedo continuamente perchè ho l'ansia e cosa devo cambiare nella mia vita perchè mi passi...come se dovessi stravolgere la mia vita perchè l'ansia se ne vada. La mia terapeuta cerca di spiegarmi che non bisogna stravolgere la vita, come lasciare il lavoro, cambiare paese, cambiare relazione, perchè l'ansia se ne vada, anzi devo dire che più cerco una via d'uscita più l'ansia mi assale.
Quando mi assale l'ansia, il mio stomaco comincia a fare i capricci, mi sento spossato, in pericolo, triste a volte e preoccupato.
Quanto dovrei aspettare per cominciare a vedere qualche risultato, sempre che arrivi, dalla psicoterapia?
E' normale che in una diagnosi di DAP, non abbia più ormai un attacco di panico vero e proprio da molto tempo, ma abbia ogni giorno continuamente l'ansia?
Ogni piccolo cambiamento mi destabilizza, sono tornato dalle vacanze estive a casa dei miei genitori, e il ritorno al lavoro e al nord Europa mi ha destabilizzato, da 3 giorni l'ansia è tornata con tutti i suoi sintomi. Se ne andrà mai vi chiedo? I dubbi sui cambiamenti da effettuare nella vita cercando di dare la colpa dell'ansia prima al lavoro, poi al posto dove risiedo, alla mia relazione, ai miei genitori o chissà cosa sono tutti sintomi dell'ansia?
Penso di avere tutte le carte in regola per guarire, ma non riesco a riavvolgere la matassa.
Grazie in anticipo

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, ma lei, veramente, dove vuole stare.?, PERCHè è IMPORTANTE sapere cosa ha spinto lei, giovanotto palermitano, ad andarsene... il lavoro , che magari qui non c'era, la voglia di farcela, staccarsi dalla famiglia ?
A volte ci autoimponiamo, razionalmente , delle scelte che non sono le nostre ..immagino che queste domande la sua terapeuta gliele abbia già fatte.. Forse bisognerebbe indagare, cosa NON le piace del mondo sereno , di buona qualità , in cui ora si trova e anche se non si sente sempre costretto .. a superare i suoi limiti..e ognuno di noi limiti, che piaccia o no , ne ha..
Ama la persona con cui ha una relazione stabile, si sente a casa con lei ?
I suoi genitori cosa pensano di tutto questo.?. '
Molt le domande , ma necessarie per avere un quadro più chiaro..
Cosa ne pensa ? restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Gent.le Dott.ssa la ringrazio per la sua celere risposta.
Le sue domande sono quelle che mi pongo continuamente anche io, e sto cercando di darmi una risposta. Mi sono spostato innanzitutto perchè per il tipo di lavoro che faccio (sono un designer) la mia terra da poco e nulla. Ho anche provato a tornare alle mie "origini" per 7 mesi, ma quel modo mi stava stretto e la mia ansia non si era modificata di una virgola, è chiaro che in vacanza le cose sono diverse, tutto è più bello. La mia terapeuta suppone che abbia un problema nel crearmi un'indipendenza, nel costruirmi un posto chiamato casa, una vita adulta e serena, da questo proverrebbero i miei attacchi di panico, dimostrazione ne il passato, ne ho sofferto la prima volta che ho cercato di creare una vita indipendente e sono spariti col ritorno a casa e alla vita da studente, sono ritornati il giorno del mio ultimo esame universitario per non andarsene più.
Mi sento continuamente impaurito dalla mia ansia, a dove potrebbe portami, a come si evolverà, a non riuscire a liberarmene e a come poter costruire una vita adulta e gratificante se lei è sempre li ad accompagnare i miei giorni, come posso crearmi un mondo tutto mio se ho l'ansia e la paura continua?
Chiaramente tutto il mio mondo non è appagante perchè l'ansia fa da filtro alla mia relazione, al mio lavoro, ai miei amici. Non riesco a godermi a pieno la mia relazione perchè ho un continuo peso al petto, non mi godo le serate con amici perchè penso che potrei sentirmi male o potrei impazzire o non so cosa. Insomma ho l'ansia.
Grazie ancora
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

da un punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale, è avvenuto che il precedente equilibrio che Lei aveva raggiunto da adulto si è rotto e la Sua ansia Le sta segnalando tutto ciò.
Con la psicoterapia ha bisogno di ricostruire un nuovo e più funzionale equilibrio.
Quali sono gli obiettivi terapeutici fissati?
Quali prescrizioni comportamentali vengono date dal terapeuta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Utente
Utente
Gent.le Dott.ssa Pileci, grazie per la sua risposta.
Dunque al momento, e siamo solo a 8 incontri, tengo il diario dell'ansia su cui annoto tutto, stiamo parlando di tutte le mie idee disfunzionali e dei vari punti che la mia ansia tocca.
Per quanto riguarda gli obiettivi sono: cercare di costruire e mantenere un'idea di indipendenza, cercare con calma di espormi a ciò che evito per ora come ad esempio rimanere da solo o viaggiare da solo, tutte cose che continuo a fare ma che se posso evito.
In questo senso la terapeuta mi ha detto al momento di non forzarmi volontariamente a stare da solo, di evitare "shock" ma che questi passi li faremo insieme.
Poi cercherà di rivedere e rimettere le mie teorie di base per renderle più funzionali.
In tutto questo cercheremo insieme, quando opportuno di lasciare la terapia farmacologica.
Mi ha parlato di una terapia non proprio breve nel mio caso, consideriamo inoltre che date le ferie e varie vicessitudini la terapia questi 8 incontri è stata un pò a settimane alterne, e da settembre sarà gestita in modo continuativo. Inoltre consideriamo che con la terapeuta comunichiamo in inglese, questa non è una difficoltà enorme, perchè il colloquio viene gestito lentamente evitando qualsiasi fraintendimento e qualsiasi incomprensione, però ciò potrebbe forse rendere la terapia un pò più complicata.
Grazie
Ansia

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