Rupofobia
Buongiorno, vi scrivo perchè ho bisogno di aiuto su come posso comportarmi perchè temo che la situazioe stia degenerando rapidamente. Il mio fidanzato è rupofobico. Vi descrivo la situazione per darvi un quadro della situazione più chiaro:
Io e lui siamo fidanzati da 6 anni, e conviviamo da questo inverno circa. Dalla città siamo andati a vivere in campagna in una cascina che condivide con il padre. Lui odia questo posto perchè è sporco, c'è polvere e terra ovunque. Le finestre non posso aprirle durante il giorno e la sera solo dopo aver pulito le zanzariere ecc. Prima di entrare in casa si denuda per non contaminare la casa con gli indumenti, e nonostante questo dopo essersi messo la tuta, passa con la spugna e "disinfetta" i mobili, gli oggetti e anche le pareti delle stanze dove siamo passati per entrare (questo è solo per farvi un es..). Quando l'ho conosciuto circa 9 anni fa, era un ragazzo sicuro di se..il classico playboy che con le ragazze era spavaldo e con gli amici era sempre al centro dell'attenzione. Poi ha avuto un brutto incidente che l'ha constretto a letto per molto tempo e ha riportato danni specialmente al braccio (non può più fare quasi nulla..anche solo mettersi l'acqua nel bicchiere anche se non è immobilizzato, lo muove ma con limite). E' cmq autonomo in tutto. Ha perso molti "amici" che tali non erano. La sua famiglia l'ha molto supportato tuttavia hanno un comportamento quasi morboso nei suoi confronti..in diversi casi me lo hanno espressamente confermato. Sono molto presenti nella sua vita e a volte lo trattano come se fosse un bambino anche se lui ha quasi 40 anni. Sua madre e sua sorrella non mi accettano come sua fidanzata anche se ho cercato in tutti i modi di farmi piacere ed essere disponibile fin quando c'è stata una forte rottura tra me e loro e che non ci possiamo proprio vedere. Inizialmente lui ha preso le mie difese ma gli ho ricordato che è la sua famiglia e che nonostante tutto è giusto che lui continui a vederle. E così sta succedendo ma da quanto mi ha detto e che intuisco, soffre molto. Inoltre a causa della crisi, la ditta di famiglia è in liquidazione, quindi passa molto tempo in casa. Lui sà di avere questo problema che è peggiorato in questi ultimi mesi ma che si porta dietro già da qualche anno (io non me ne sono accorta sul nascere non potendo vivere con lui una vita normale da fidanzati essendoci rapporti brutti con sua madre e sua sorella). Quindi a distanza di tempo mi ritrovo qui a chiedervi aiuto su come posso comportarmi. Gli ho proposto di consultare uno specialista, che potremmo andare insieme se preferisce e che forse a mio parere potrebbe venire anche la sua famiglia, ma mi ha risposto che non crede che possa essergli d'aiuto perchè il probleman non può svanire semplicemente parladone. Anzi appena cerco di parlarne, litighiamo perchè mi zittisce e alza la voce, diventa irascibile.. Vorrei tanto aggiungere altro ma non mi rimangono altri "caratteri". Vi prego come posso fare?
Io e lui siamo fidanzati da 6 anni, e conviviamo da questo inverno circa. Dalla città siamo andati a vivere in campagna in una cascina che condivide con il padre. Lui odia questo posto perchè è sporco, c'è polvere e terra ovunque. Le finestre non posso aprirle durante il giorno e la sera solo dopo aver pulito le zanzariere ecc. Prima di entrare in casa si denuda per non contaminare la casa con gli indumenti, e nonostante questo dopo essersi messo la tuta, passa con la spugna e "disinfetta" i mobili, gli oggetti e anche le pareti delle stanze dove siamo passati per entrare (questo è solo per farvi un es..). Quando l'ho conosciuto circa 9 anni fa, era un ragazzo sicuro di se..il classico playboy che con le ragazze era spavaldo e con gli amici era sempre al centro dell'attenzione. Poi ha avuto un brutto incidente che l'ha constretto a letto per molto tempo e ha riportato danni specialmente al braccio (non può più fare quasi nulla..anche solo mettersi l'acqua nel bicchiere anche se non è immobilizzato, lo muove ma con limite). E' cmq autonomo in tutto. Ha perso molti "amici" che tali non erano. La sua famiglia l'ha molto supportato tuttavia hanno un comportamento quasi morboso nei suoi confronti..in diversi casi me lo hanno espressamente confermato. Sono molto presenti nella sua vita e a volte lo trattano come se fosse un bambino anche se lui ha quasi 40 anni. Sua madre e sua sorrella non mi accettano come sua fidanzata anche se ho cercato in tutti i modi di farmi piacere ed essere disponibile fin quando c'è stata una forte rottura tra me e loro e che non ci possiamo proprio vedere. Inizialmente lui ha preso le mie difese ma gli ho ricordato che è la sua famiglia e che nonostante tutto è giusto che lui continui a vederle. E così sta succedendo ma da quanto mi ha detto e che intuisco, soffre molto. Inoltre a causa della crisi, la ditta di famiglia è in liquidazione, quindi passa molto tempo in casa. Lui sà di avere questo problema che è peggiorato in questi ultimi mesi ma che si porta dietro già da qualche anno (io non me ne sono accorta sul nascere non potendo vivere con lui una vita normale da fidanzati essendoci rapporti brutti con sua madre e sua sorella). Quindi a distanza di tempo mi ritrovo qui a chiedervi aiuto su come posso comportarmi. Gli ho proposto di consultare uno specialista, che potremmo andare insieme se preferisce e che forse a mio parere potrebbe venire anche la sua famiglia, ma mi ha risposto che non crede che possa essergli d'aiuto perchè il probleman non può svanire semplicemente parladone. Anzi appena cerco di parlarne, litighiamo perchè mi zittisce e alza la voce, diventa irascibile.. Vorrei tanto aggiungere altro ma non mi rimangono altri "caratteri". Vi prego come posso fare?
[#1]
Germile Utente,
Pur avendo a cuore la salute psichica del suo ragazzo, lei non può fare assolutamente nulla che lui non voglia.
Le fobie, tutte, devono essere accuratamente diagnosticate e poi curate.
Quando la sua qualità di vita diventerà scadente, forse si deciderà ad andare in consultazione.
La terapia non è un semplice parlare....ma si fonda su tantissimo altro, sempre a diagnosi clinica effettuata .
La cura migliore e più rapida è quella combinata : farmacologica e psicoterapica
Pur avendo a cuore la salute psichica del suo ragazzo, lei non può fare assolutamente nulla che lui non voglia.
Le fobie, tutte, devono essere accuratamente diagnosticate e poi curate.
Quando la sua qualità di vita diventerà scadente, forse si deciderà ad andare in consultazione.
La terapia non è un semplice parlare....ma si fonda su tantissimo altro, sempre a diagnosi clinica effettuata .
La cura migliore e più rapida è quella combinata : farmacologica e psicoterapica
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Ex utente
La ringrazio per il sollecito riscontro e mi scuso se la importuno ulteriormente, ma per cortesia potrebbe suggerirmi come mi devo comportare di fronte a questo problema? Mi spiego meglio..io finora ho cercato di non sottomettermi troppo, entro in casa vestita anche se sono la prima a scuotermi i vestiti se per es. ho piantato i fiori, o se ho salutato il cane, ecc..perchè cmq mi piace la pulizia e ci tengo, entro in casa senza le scarpe, spolvero la casa tutti i giorni (lui tra l'altro è allergico alla polvere e fin da piccolo sua madre è stata molto attenta ad educarlo alla pulizia ecc..). Quando capisco che in certi momenti lui supera il limite e che non si tratta più di pulizia della casa ma diventa una cosa quasi maniacale, io mi fermo e non lo accondiscendo perchè non voglio che diventi la normalità il fare certi "rituali". Alle volte mi rifiuto che lui prenda una spugna in mano e i lavori nel limite del possibile li faccio io alla sera quando torno a casa, lo mando in doccia e mentre lui si fa la doccia io passo l'aspirapolvere e passo i mobili con la spugna di modo che tolgo la polvere e allo stesso tempo lui sia tranquillo..lui non va in agitazione non ha attacchi di panico se non pulisce, però mi ha detto che è più forte di lui e che non può farne a meno, che è inconcepibile per lui che una volta fatta la doccia e messi in tuta o in particolare con il pigiama, si passi per casa dove prima siamo passati con i vestiti che abbiamo messo fuori..da qui c'è il motivo per il quale vuole pulire una volta entrato in casa. Poi dopo è tranquillo, rilassato ecc.. Dovrei prendere una posizione più netta e dirgli andiamo da uno specialista punto? Dovrei arrabbiarmi o essere più incisica e dirgli che così non è giusto? O così facendo peggioro la situazione? Se iniziassi io ad andare da uno psicologo magari ho più possibilità che lui mi segua e che capisca che non è malato ma ha solo bisogno di aiuto e che è normale chiedere aiuto..Scusi è che non so proprio se sto facendo bene o se inconsapevolmente ho peggiorato o sto peggiorando la situazione..
[#3]
Gentile Utente,
fermo restando che mi pare evidente che il Suo abbia un problema nella gestione d'ansia e non è detto che sia rupofobia, ma potrebbe trattarsi di un disturbo ossessivo-compulsivo da valutare, è vero che spessissimo i parenti fanno fatica a gestire tutto ciò perchè si sentono disorientati e non sanno quale sia l'atteggiamento più adatto e soprattutto utile al pz.
Lei fa bene a non alimentare tali comportamenti quando percepisce che il Suo fidanzato va oltre e ad occuparsi della casa nei limiti.
Dal punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale, infatti, è vero che è possibile rafforzare tutti i comportamenti indesiderati del proprio parente, ad esempio cedendo per sfinimento o per cercare di placare l'ansia di chi sta accanto.
E' invece importantissimo che il Suo ragazzo si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta, magari insieme a Lei, in modo tale da "agganciarlo" per la presa in carico. Questo aggancio attraverso un parente è utile quando vi è poca consapevolezza del proprio problema e quando le conseguenze del malessere si riversano sulle persone più vicine (es nelle dipendenze).
Cordiali saluti,
fermo restando che mi pare evidente che il Suo abbia un problema nella gestione d'ansia e non è detto che sia rupofobia, ma potrebbe trattarsi di un disturbo ossessivo-compulsivo da valutare, è vero che spessissimo i parenti fanno fatica a gestire tutto ciò perchè si sentono disorientati e non sanno quale sia l'atteggiamento più adatto e soprattutto utile al pz.
Lei fa bene a non alimentare tali comportamenti quando percepisce che il Suo fidanzato va oltre e ad occuparsi della casa nei limiti.
Dal punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale, infatti, è vero che è possibile rafforzare tutti i comportamenti indesiderati del proprio parente, ad esempio cedendo per sfinimento o per cercare di placare l'ansia di chi sta accanto.
E' invece importantissimo che il Suo ragazzo si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta, magari insieme a Lei, in modo tale da "agganciarlo" per la presa in carico. Questo aggancio attraverso un parente è utile quando vi è poca consapevolezza del proprio problema e quando le conseguenze del malessere si riversano sulle persone più vicine (es nelle dipendenze).
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.9k visite dal 31/07/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.