Ansia da viaggio
Buongiorno! Vorrei chiedere un parere su un problema che mi porto dietro da diverso tempo. Ho 22 anni, sono molto spesso fuori casa di giorno e di sera, ma non ho mai amato particolarmente viaggiare senza la mia famiglia. Nonostante questo, ho sempre cercato di vincere la mia ansia, andando lo stesso a gite scolastiche (4-5 giorni anche all'estero), vacanze con amici, weekend fuori. Magari i giorni prima della partenza e il giorno stesso mi sentivo molto in ansia, poi però mi passava e vivevo tranquillamente la vacanza.
Quest'ultimo anno però le cose sono peggiorate. A giugno dell'anno scorso io e il mio ragazzo ci siamo lasciati e da quel momento ho iniziato a combattere con attacchi di panico. Ho passato circa un mese facendo fatica ad uscire di casa, ma alla fine, combattendo con me stessa, sono ritornata alla normalità e alla mia vita frenetica fuori casa tutto il giorno e quasi tutte le sere. A dicembre sono andata via tre giorni con amici e non ho avuto nessun problema. Poi a gennaio dovevo star fuori altri quattro giorni. Il giorno in cui sono arrivata ho avuto un attacco di panico e, con la scusa di non sentirmi bene (avevo mal di stomaco e qualche linea di febbre ma nulla di più), la sera del secondo giorno sono tornata a casa. A parte quell'episodio, non si è più ripresentato alcun problema e per tutti questi mesi ho continuato a fare le mie cose, organizzando pure otto giorni di vacanza al mare con dieci amiche per questo mese. Non pensavo assolutamente di avere alcun problema, finché due settimane prima della partenza, ho iniziato a sentirmi male: non dormire di notte, poco appetito e ansia. Mi è venuta la febbre e ho deciso di non partire. Ora..non capisco perché non riesco più ad affrontare l'ansia del viaggio. Sono una persona ansiosa ed emotiva, ma nelle questioni quotidiane ho imparato a tirare fuori il coraggio e non lasciarmi governare dalle emozioni. Per quanto riguarda il viaggio però, non riesco a risolvere il problema. Mi spaventa l'idea di passare otto notti a sei ore da casa, mi sembrano tantissime notti e tantissime ore ma so che non lo sono! Non sono con la mia famiglia, ma sono con le mie più care amiche. Non capisco davvero cosa abbia fatto scattare in me questo panico e perché la cosa sia peggiorata così tanto da far fatica a tenerla a bada! Mi sento veramente stupida soprattutto di fronte alle mie amiche, ma mi interessa capire il problema perché a fine agosto avrò un'altra settimana con amici e non voglio si ripresenti la questione.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso se mi sono dilungata! Un saluto!
Quest'ultimo anno però le cose sono peggiorate. A giugno dell'anno scorso io e il mio ragazzo ci siamo lasciati e da quel momento ho iniziato a combattere con attacchi di panico. Ho passato circa un mese facendo fatica ad uscire di casa, ma alla fine, combattendo con me stessa, sono ritornata alla normalità e alla mia vita frenetica fuori casa tutto il giorno e quasi tutte le sere. A dicembre sono andata via tre giorni con amici e non ho avuto nessun problema. Poi a gennaio dovevo star fuori altri quattro giorni. Il giorno in cui sono arrivata ho avuto un attacco di panico e, con la scusa di non sentirmi bene (avevo mal di stomaco e qualche linea di febbre ma nulla di più), la sera del secondo giorno sono tornata a casa. A parte quell'episodio, non si è più ripresentato alcun problema e per tutti questi mesi ho continuato a fare le mie cose, organizzando pure otto giorni di vacanza al mare con dieci amiche per questo mese. Non pensavo assolutamente di avere alcun problema, finché due settimane prima della partenza, ho iniziato a sentirmi male: non dormire di notte, poco appetito e ansia. Mi è venuta la febbre e ho deciso di non partire. Ora..non capisco perché non riesco più ad affrontare l'ansia del viaggio. Sono una persona ansiosa ed emotiva, ma nelle questioni quotidiane ho imparato a tirare fuori il coraggio e non lasciarmi governare dalle emozioni. Per quanto riguarda il viaggio però, non riesco a risolvere il problema. Mi spaventa l'idea di passare otto notti a sei ore da casa, mi sembrano tantissime notti e tantissime ore ma so che non lo sono! Non sono con la mia famiglia, ma sono con le mie più care amiche. Non capisco davvero cosa abbia fatto scattare in me questo panico e perché la cosa sia peggiorata così tanto da far fatica a tenerla a bada! Mi sento veramente stupida soprattutto di fronte alle mie amiche, ma mi interessa capire il problema perché a fine agosto avrò un'altra settimana con amici e non voglio si ripresenti la questione.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso se mi sono dilungata! Un saluto!
[#1]
Gentile Utente,
le paure vanno accuratamente analizzate e solo dopo curate, mediante un lavoro di tipo psicologico.
Sarebbe utile che lei affrontasse la problematica una volta per tutte con un nostro Collega in modo da capire cosa c'è dietro la sua difficoltà a staccarsi dalla famiglia d'origine.
Le paure e le difficoltà ci comunicano delle cose importanti del nostro mondo interiore, conoscerle e dopo superarle, rappresenta un valore aggiunto alla nostra esistenza
le paure vanno accuratamente analizzate e solo dopo curate, mediante un lavoro di tipo psicologico.
Sarebbe utile che lei affrontasse la problematica una volta per tutte con un nostro Collega in modo da capire cosa c'è dietro la sua difficoltà a staccarsi dalla famiglia d'origine.
Le paure e le difficoltà ci comunicano delle cose importanti del nostro mondo interiore, conoscerle e dopo superarle, rappresenta un valore aggiunto alla nostra esistenza
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Utente
Gentile Dr.ssa,
la ringrazio per la risposta. Dimenticavo di aggiungere che l'ansia dello stare lontano da casa è dovuta alla paura di stare male. Fin da piccola, a causa di un'intolleranza al lattosio molto alta, ho sofferto di coliche forti, la prima delle quali è avvenuta proprio in viaggio all'età di 8 anni. Poi, con una dieta equilibrata, le coliche sono diventate molto rare (per anni interi non ne ho avute durante il liceo). Da quando mi sono lasciata con il mio ragazzo (il quale mi ha fatto subire le ultime settimane molta violenza psicologica) le coliche sono tornate molto frequenti, quasi una volta a settimana. Per questo il medico mi ha fatto fare altre analisi ma non è risultato nulla per cui si è concluso che fossero attacchi di colite molto forti. Ho notato che la paura di viaggiare è diventata meno gestibile a partire dal ritorno delle coliche, durante le quali, anche quando non sono in viaggio, mi sento al sicuro solo con la mia famiglia.
Quindi Lei mi suggerisce una consultazione psicologica?
la ringrazio per la risposta. Dimenticavo di aggiungere che l'ansia dello stare lontano da casa è dovuta alla paura di stare male. Fin da piccola, a causa di un'intolleranza al lattosio molto alta, ho sofferto di coliche forti, la prima delle quali è avvenuta proprio in viaggio all'età di 8 anni. Poi, con una dieta equilibrata, le coliche sono diventate molto rare (per anni interi non ne ho avute durante il liceo). Da quando mi sono lasciata con il mio ragazzo (il quale mi ha fatto subire le ultime settimane molta violenza psicologica) le coliche sono tornate molto frequenti, quasi una volta a settimana. Per questo il medico mi ha fatto fare altre analisi ma non è risultato nulla per cui si è concluso che fossero attacchi di colite molto forti. Ho notato che la paura di viaggiare è diventata meno gestibile a partire dal ritorno delle coliche, durante le quali, anche quando non sono in viaggio, mi sento al sicuro solo con la mia famiglia.
Quindi Lei mi suggerisce una consultazione psicologica?
[#3]
Gentile Utente,
Lei scrive: " Non capisco davvero cosa abbia fatto scattare in me questo panico e perché la cosa sia peggiorata così tanto da far fatica a tenerla a bada! "
I problemi legati all'ansia, se non trattati bene, possono cronicizzarsi e aumentare nel tempo, perchè il pz. in genere attua delle strategie di gestione del problema che sono disfunzionali (es evitare di uscire, o scappare da situazioni che mettono a disagio).
Quindi non sorprende se la sintomatologia sia peggiorata.
Lei parla di problemi di salute che ha da quando era piccola: è probabile che Lei abbia appreso attraverso quelle esperinze che la vita, lontana dalla Sua famiglia che La ama e La PROTEGGE, può essere molto pericolosa ("...mi sento al sicuro solo con la mia famiglia....").
Tali credenze sono in genere ciò che mantiene in vita il problema e, secondo l'approccio cognitivo-comportamentale, è qui che bisogna intervenire per poter poi modificare anche pensieri e comportamenti.
Insomma, sembra che Lei sia entrata in un meccanismo ansioso che deve essere intercettato e spezzato, per evitare che il problema possa peggiorare.
Una consulenza psicologia è indicata.
Cordiali saluti,
Lei scrive: " Non capisco davvero cosa abbia fatto scattare in me questo panico e perché la cosa sia peggiorata così tanto da far fatica a tenerla a bada! "
I problemi legati all'ansia, se non trattati bene, possono cronicizzarsi e aumentare nel tempo, perchè il pz. in genere attua delle strategie di gestione del problema che sono disfunzionali (es evitare di uscire, o scappare da situazioni che mettono a disagio).
Quindi non sorprende se la sintomatologia sia peggiorata.
Lei parla di problemi di salute che ha da quando era piccola: è probabile che Lei abbia appreso attraverso quelle esperinze che la vita, lontana dalla Sua famiglia che La ama e La PROTEGGE, può essere molto pericolosa ("...mi sento al sicuro solo con la mia famiglia....").
Tali credenze sono in genere ciò che mantiene in vita il problema e, secondo l'approccio cognitivo-comportamentale, è qui che bisogna intervenire per poter poi modificare anche pensieri e comportamenti.
Insomma, sembra che Lei sia entrata in un meccanismo ansioso che deve essere intercettato e spezzato, per evitare che il problema possa peggiorare.
Una consulenza psicologia è indicata.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
Gentile Dott.ssa,
la ringrazio per la risposta. Ci tenevo solo a puntualizzare una cosa: non ho mai evitato settimane o weekend fuori senza la mia famiglia e ho sempre cercato di combattere l'ansia affrontandoli e andando ugualmente. Per questo mi chiedo come mai in questo ultimo anno è diventato così difficile fare ciò che ho sempre fatto, ossia partire lo stesso mettendo da parte le paure.
Di certo concordo con Lei nel ritenere che vi è una causa scatenante che va intercettata e spezzata, e una credenza da modificare per cui solo con la mia famiglia (e prima, con il mio ragazzo) possa essere veramente al sicuro. Quello che non capisco però è perché questa credenza non abbia condizionato così tanto i viaggi precedenti e perché non condizioni la vita quotidiana, nella quale, come riferito, non ho alcun problema a stare lontana dalla mia famiglia (anzi, la vedo veramente poco).
Provvederò nel trovare intanto una consulenza psicologica.
Ringraziandola di nuovo, le porgo i miei saluti!
la ringrazio per la risposta. Ci tenevo solo a puntualizzare una cosa: non ho mai evitato settimane o weekend fuori senza la mia famiglia e ho sempre cercato di combattere l'ansia affrontandoli e andando ugualmente. Per questo mi chiedo come mai in questo ultimo anno è diventato così difficile fare ciò che ho sempre fatto, ossia partire lo stesso mettendo da parte le paure.
Di certo concordo con Lei nel ritenere che vi è una causa scatenante che va intercettata e spezzata, e una credenza da modificare per cui solo con la mia famiglia (e prima, con il mio ragazzo) possa essere veramente al sicuro. Quello che non capisco però è perché questa credenza non abbia condizionato così tanto i viaggi precedenti e perché non condizioni la vita quotidiana, nella quale, come riferito, non ho alcun problema a stare lontana dalla mia famiglia (anzi, la vedo veramente poco).
Provvederò nel trovare intanto una consulenza psicologica.
Ringraziandola di nuovo, le porgo i miei saluti!
[#5]
Una spiegazione potrebbe essere: il condizionamento avviene in maniera graduale e quindi è chiaro che Lei non ha evitato sempre, ma con difficoltà ha poi accettato di trascorrere i w.e. con gli amici. Bisogna anche considerare il livello d'ansia presente quando Lei sceglie una piuttosto che l'altra strategia.
Qui bisognerebbe capire cosa intendiamo per evitamento, perchè magari Lei ci è pure andata, ma che cosa è accaduto una volta sul posto e soprattutto come stava. Tutto ciò, in genere, si affronta nel trattamento. Quindi non possiamo ridurre in un consulto on line questa fondamentale analisi del problema.
Cordiali saluti,
Qui bisognerebbe capire cosa intendiamo per evitamento, perchè magari Lei ci è pure andata, ma che cosa è accaduto una volta sul posto e soprattutto come stava. Tutto ciò, in genere, si affronta nel trattamento. Quindi non possiamo ridurre in un consulto on line questa fondamentale analisi del problema.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 26.1k visite dal 25/07/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.