Scarsa autostima, ansia, procrastinazione
Buonasera, sono una studentessa di giurisprudenza, fuoricorso da ormai 3 anni e vi chiedo un parere perché nonostante io tenga tantissimo al mio percorso universitario, non va mai nulla come vorrei. Da quando mi sono iscritta provo un senso di inadeguatezza, lì sono tutti molto sicuri di sé ed io sono sempre stata introversa ed emotiva, seppur brava a scuola. Spesso rimando l'esame, raramente riesco ad essere pronta per la data prefissata e mi ritrovo a darlo puntualmente all'ultimo appello, perdendo tempo prezioso e dando così 2-3 esami l'anno e con voti normali. Realmente non sono mai pronta per darlo, perché quando mi metto sui libri enormi ho come un moto di ribellione, perdo tempo , tanto sento che non lo passerò. È come se volessi vedere fino a che punto mi posso spingere. Eppure è da deficiente, perché lo so benissimo che poi non do l'esame e sto male. Anche quando esco, sono ritardataria e più mi viene detto "sii puntuale", più ritardo. Ogni volta mi impongo di migliorare alla prossima, ma non cambio mai. I miei genitori hanno un ruolo strano, perché in passato hanno sofferto per questa mia situazione, poi mi hanno fatto partacce urlando con le finestre aperte (che vergogna) e ora se ne fregano, anzi, le rare volte in cui riesco a concentrarmi mi interrompono. Il mio fidanzato ascolta pazientemente i miei sfoghi, anche troppo poverino, ma ormai ce l'ha con me perché esco poco e quelle volte penso solo agli esami, a come finire più in fretta possibile l'università in modo da recuperare il tempo perso. Inutile dire che poi non rispetto i programmi... Per un paio d'anni ho sofferto anche di attacchi di panico (mi svegliavo la notte come se mi mancasse l'aria, senso di claustrofobia, disperazione, immaginavo l'universo come una scatola troppo piccola per me è senza aria; dopo 20 minuti passavano con un grande senso di stanchezza). Se per puro caso rispetto i tempi, mi succede puntualmente qualcosa di negativo come le mestruazioni dolorosissime il giorno dell'esame o l'emicrania il giorno prima...ci si mette pure la sfortuna! Mi sento stupida e autolesionista, mi sembra di meritarmi questa sofferenza, ma razionalmente non capisco perché. Ho la sensazione che gli altri mi compatiscano; se apro bocca c'è sempre qualcuno che mi parla sopra e il mio discorso va a farsi friggere...forse perché ho la voce bassa, forse perché non sono una persona interessante o forse perché mentre parlo sono talmente imbarazzata che non merito l'attenzione di chi mi sta a sentire. Voglio la svolta, voglio avere risultati all'università, piacermi e piacere agli altri. Come si fa? Grazie tante, cordiali saluti
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<quando mi metto sui libri enormi ho come un moto di ribellione, perdo tempo , tanto sento che non lo passerò<.
Gentile Utente,
un presupposto sbagliato, ha mai sentito parlare dell'autoavverarsi della profezia? Se lei crede che non passerà i suoi comportamenti saranno inevitabilmente e inconsapevolmente tesi a far accadere quello che lei pensa.
<esco poco e quelle volte penso solo agli esami, a come finire più in fretta possibile l'università in modo da recuperare il tempo perso. Inutile dire che poi non rispetto i programmi...>
L'ansia è nemica di uno studio efficace, procrastinare ha la funzione di rimandare qualcosa di spiacevole che teme, in linea con le sue erronee convinzioni. In questo modo non fa altro che alimentare il circolo vizioso che la trattiene nella situazione in atto. Sentire la stretta del tempo e privarsi di spazi per rilassarsi e divertirsi nei limiti consentiti, non la aiuta, anzi, peggiora il problema che andrebbe affrontato in altro modo.
Le dinamiche familiari descritte di certo non sono di aiuto e contribuiscono ad alimentare le sue difficoltà. Ma potrebbe dipendere da lei trovare un modo per conviverci, anche ad esempio distaccandosi emotivamente dai loro giudizi e comportamenti.
<Per un paio d'anni ho sofferto anche di attacchi di panico (mi svegliavo la notte come se mi mancasse l'aria, senso di claustrofobia, disperazione,> ha mai ricevuto una diagnosi e un trattamento in merito?
<Ho la sensazione che gli altri mi compatiscano;...forse perché non sono una persona interessantementre parlo sono talmente imbarazzata> Probabilmente questo come anche il resto potrebbe avere a che fare con un senso di inadeguatezza e una bassa autostima sulla quale occorrerebbe lavorare.
<Voglio la svolta, voglio avere risultati all'università, piacermi e piacere agli altri. Come si fa?> Dovrebbe fare i conti con l'ansia che descrive e con una bassa autostima che si frappongono al conseguimento dei suoi obiettivi. Un nostro collega la potrebbe accompagnare a ritrovare migliore benessere personale, relazionale, qualità di vita e nel perseguire i suoi obiettivi in modo efficace ritrovando risorse e potenzialità smarrite.
Sembrerebbe da quanto riferisce che una certa quota di ansia le faccia compagnia da parecchio tempo, credo sia opportuno che valuti l'opportunità di prendersi cura di sé.
Restiamo in ascolto
Gentile Utente,
un presupposto sbagliato, ha mai sentito parlare dell'autoavverarsi della profezia? Se lei crede che non passerà i suoi comportamenti saranno inevitabilmente e inconsapevolmente tesi a far accadere quello che lei pensa.
<esco poco e quelle volte penso solo agli esami, a come finire più in fretta possibile l'università in modo da recuperare il tempo perso. Inutile dire che poi non rispetto i programmi...>
L'ansia è nemica di uno studio efficace, procrastinare ha la funzione di rimandare qualcosa di spiacevole che teme, in linea con le sue erronee convinzioni. In questo modo non fa altro che alimentare il circolo vizioso che la trattiene nella situazione in atto. Sentire la stretta del tempo e privarsi di spazi per rilassarsi e divertirsi nei limiti consentiti, non la aiuta, anzi, peggiora il problema che andrebbe affrontato in altro modo.
Le dinamiche familiari descritte di certo non sono di aiuto e contribuiscono ad alimentare le sue difficoltà. Ma potrebbe dipendere da lei trovare un modo per conviverci, anche ad esempio distaccandosi emotivamente dai loro giudizi e comportamenti.
<Per un paio d'anni ho sofferto anche di attacchi di panico (mi svegliavo la notte come se mi mancasse l'aria, senso di claustrofobia, disperazione,> ha mai ricevuto una diagnosi e un trattamento in merito?
<Ho la sensazione che gli altri mi compatiscano;...forse perché non sono una persona interessantementre parlo sono talmente imbarazzata> Probabilmente questo come anche il resto potrebbe avere a che fare con un senso di inadeguatezza e una bassa autostima sulla quale occorrerebbe lavorare.
<Voglio la svolta, voglio avere risultati all'università, piacermi e piacere agli altri. Come si fa?> Dovrebbe fare i conti con l'ansia che descrive e con una bassa autostima che si frappongono al conseguimento dei suoi obiettivi. Un nostro collega la potrebbe accompagnare a ritrovare migliore benessere personale, relazionale, qualità di vita e nel perseguire i suoi obiettivi in modo efficace ritrovando risorse e potenzialità smarrite.
Sembrerebbe da quanto riferisce che una certa quota di ansia le faccia compagnia da parecchio tempo, credo sia opportuno che valuti l'opportunità di prendersi cura di sé.
Restiamo in ascolto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Ex utente
Grazie Dr Rinella, mi ha risposto subito. Riguardo al distacco emotivo dai miei genitori, mi resta difficile in quanto economicamente non mi fanno mancare nulla, sono loro a pagarmi l'università ed essere fuori corso mi fa sentire in colpa soprattutto nei loro confronti. Per gli attacchi di panico, non sono mai stata da uno specialista, perché piano piano sono riuscita a superarli ricordandomi che sarebbero durati solo 20 minuti, nei quali cercavo di imparare un testo a memoria per concentrarmi su altro. Inoltre mi sono resa conto che li avevo soprattutto in fase premestruale, in cui il mio nervosismo è puntualmente alle stelle. Non ne ho più uno da 9 mesi e spero che non tornino...ma in ogni caso devo stare tranquilla, so come fronteggiarli. In questa situazione il senso di claustrofobia è il minimo che mi possa capitare, tendo a soffocarmi da sola con i miei rigidi principi, senza ottenere nulla di buono. Ho in testa la frase "prima il dovere e poi il piacere" e finché non do l'esame non mi sento degna di andare a cena fuori o a fare una passeggiata. Poi incontro persone che fanno domande, che mi chiedono tra quanto mi laureo, che mi credono una fannullona...ed è difficile spiegare tutto questo. Come è difficile raccontare bugie.
[#3]
Gentile Utente,
tutto ciò che Lei descrive ("Da quando mi sono iscritta provo un senso di inadeguatezza, lì sono tutti molto sicuri di sé ed io sono sempre stata introversa ed emotiva, seppur brava a scuola. Spesso rimando l'esame...") si chiama ansia e non sorprendono il senso di soffocamento e le crisi di panico e gli altri sintomi descritti.
Certamente sembra anche esserci una bassa stima di sè, ed è importante trovare le soluzioni per uscire dalla crisi.
E' probabile che se Lei riuscisse a gestire meglio la Sua ansia e ad essere più sicura di sè, anche tutto il resto della Sua vita (studio, relazioni, ecc..) si sistemino perchè Lei sarà padrona della Sua vita e potrà uscire da una situazione di impotenza appresa.
Cordiali saluti,
tutto ciò che Lei descrive ("Da quando mi sono iscritta provo un senso di inadeguatezza, lì sono tutti molto sicuri di sé ed io sono sempre stata introversa ed emotiva, seppur brava a scuola. Spesso rimando l'esame...") si chiama ansia e non sorprendono il senso di soffocamento e le crisi di panico e gli altri sintomi descritti.
Certamente sembra anche esserci una bassa stima di sè, ed è importante trovare le soluzioni per uscire dalla crisi.
E' probabile che se Lei riuscisse a gestire meglio la Sua ansia e ad essere più sicura di sè, anche tutto il resto della Sua vita (studio, relazioni, ecc..) si sistemino perchè Lei sarà padrona della Sua vita e potrà uscire da una situazione di impotenza appresa.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Ex utente
Grazie anche a Lei, Dottoressa Pileci. Vorrei tanto essere padrona della mia vita...potermi relazionare di nuovo con gli altri senza la paura costante del giudizio. Purtroppo i fiori di Bach non hanno minimamente risolto il mio problema di ansia, ero così anche da piccolina, alle elementari, e credo che faccia proprio parte del mio brutto carattere. I miei genitori sono anche loro molto ansiosi, me l'hanno sempre trasmesso, e mentre mio fratello reagisce con prepotenza e apparente forza, io somatizzo. Chissà se ne uscirò mai... Grazie ancora!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.7k visite dal 24/07/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.