La mia ansia
Cari dottori,
ho riletto i consulti che ho postato negli ultimi anni in questa sezione, tutti relativi alla mia "ansia" e mi sono resa conto che non posso dire di aver "curato" il mio disturbo come avrei sperato.
Riassumendovi la situazione in breve: dopo 4 anni e mezzo di psicoterapia psico-corporea, dopo aver sospeso il farmaco che ho assunto per circa due anni (Cipralex), i sintomi sono piano piano tornati ma molto molto affievoliti rispetto al passato. Non ho + attacchi di panico e i pensieri ossessivi non sono invadenti..seppure a giorni presenti.
Quando non sono presenti ho settimane molto serene, oppure settimane in cui avverto molta stanchezza e rabbia, ma comunque la mente è libera ed è una bella sensazione!
Lo psichiatra che mi aveva in cura (che mi ha sospeso il farmaco gradualmente e ora sento solo 1 volta l'anno) mi ha detto che talvolta i pensieri ossessivi sono delle "difese dall'umore depresso"; mi chiedo se sia vero nel mio caso.
Mi chiedo se i risultati raggiunti in terapia non potrebbero essere maggiori cambiando approccio. Ora la mia terapeuta è andata in maternità e ha sospeso la terapia per circa 4 mesi.. non vi nego che mi ha creato ansia e frustrazione perchè mi sento sospesa e in attesa.. e non so se ho voglia poi di ricominciare le sedute. Mi sento abbandonata in un certo senso, pur rendendomi conto che è un pensiero sciocco e infantile e che io sono adulta e in grado di camminare anche sulle mie gambe.
Vorrei avere il coraggio di dirle che sento che la terapia non mi sta + servendo, prendere la palla al balzo x provare un'altra terapia e invece non ci riesco. Non sono riuscita a dirle nulla per paura di ferirla, perchè essendo incinta la vedevo + fragile e quasi "da proteggere" e non volevo risultare troppo esigente.
Volevo chiedere alle terapeute donne come si regolerebbero nel caso di una eventuale gravidanza: se vi è capitato (o se dovesse capitarvi), l'avete detto per tempo ai pz, in modo da prepararli al distacco o -come ha fatto la mia- un mese prima di stare a casa (considerando che ora ci vado una volta al mese)?
Come dovrei comportarmi io secondo voi? Aspettare? Dirle che non ho voglia di stare in stand by?
E' possibile che davvero mi crei cosi tanta ansia questa cosa? :(
ho riletto i consulti che ho postato negli ultimi anni in questa sezione, tutti relativi alla mia "ansia" e mi sono resa conto che non posso dire di aver "curato" il mio disturbo come avrei sperato.
Riassumendovi la situazione in breve: dopo 4 anni e mezzo di psicoterapia psico-corporea, dopo aver sospeso il farmaco che ho assunto per circa due anni (Cipralex), i sintomi sono piano piano tornati ma molto molto affievoliti rispetto al passato. Non ho + attacchi di panico e i pensieri ossessivi non sono invadenti..seppure a giorni presenti.
Quando non sono presenti ho settimane molto serene, oppure settimane in cui avverto molta stanchezza e rabbia, ma comunque la mente è libera ed è una bella sensazione!
Lo psichiatra che mi aveva in cura (che mi ha sospeso il farmaco gradualmente e ora sento solo 1 volta l'anno) mi ha detto che talvolta i pensieri ossessivi sono delle "difese dall'umore depresso"; mi chiedo se sia vero nel mio caso.
Mi chiedo se i risultati raggiunti in terapia non potrebbero essere maggiori cambiando approccio. Ora la mia terapeuta è andata in maternità e ha sospeso la terapia per circa 4 mesi.. non vi nego che mi ha creato ansia e frustrazione perchè mi sento sospesa e in attesa.. e non so se ho voglia poi di ricominciare le sedute. Mi sento abbandonata in un certo senso, pur rendendomi conto che è un pensiero sciocco e infantile e che io sono adulta e in grado di camminare anche sulle mie gambe.
Vorrei avere il coraggio di dirle che sento che la terapia non mi sta + servendo, prendere la palla al balzo x provare un'altra terapia e invece non ci riesco. Non sono riuscita a dirle nulla per paura di ferirla, perchè essendo incinta la vedevo + fragile e quasi "da proteggere" e non volevo risultare troppo esigente.
Volevo chiedere alle terapeute donne come si regolerebbero nel caso di una eventuale gravidanza: se vi è capitato (o se dovesse capitarvi), l'avete detto per tempo ai pz, in modo da prepararli al distacco o -come ha fatto la mia- un mese prima di stare a casa (considerando che ora ci vado una volta al mese)?
Come dovrei comportarmi io secondo voi? Aspettare? Dirle che non ho voglia di stare in stand by?
E' possibile che davvero mi crei cosi tanta ansia questa cosa? :(
[#1]
Gentile Utente,
dunque poi ha continuato la psicoterapia di cui ci parlava in precedenza?
<vorrei avere il coraggio di dirle che sento che la terapia non mi sta + servendo, prendere la palla al balzo x provare un'altra terapia e invece non ci riesco. Non sono riuscita a dirle nulla per paura di ferirla, perchè essendo incinta la vedevo + fragile e quasi "da proteggere" e non volevo risultare troppo esigente.>
Cosa le dice questo? le sembra una posizione che la aiuta a progredire in terapia?
<Come dovrei comportarmi io secondo voi?>
Parlarne alla terapeuta con franchezza, altrimenti non andate nella direzione giusta o decidere in modo autonomo.
<E' possibile che davvero mi crei cosi tanta ansia questa cosa? :(>
Certo, se la prova, ma credo da quanto ci ha detto ci sia qualcosa da chiarire e forse da fare in terapia.
Non ha poi cambiato approccio, mi sembra, come invece ci riferiva avesse intenzione di fare tempo fa da qui, corretto?
dunque poi ha continuato la psicoterapia di cui ci parlava in precedenza?
<vorrei avere il coraggio di dirle che sento che la terapia non mi sta + servendo, prendere la palla al balzo x provare un'altra terapia e invece non ci riesco. Non sono riuscita a dirle nulla per paura di ferirla, perchè essendo incinta la vedevo + fragile e quasi "da proteggere" e non volevo risultare troppo esigente.>
Cosa le dice questo? le sembra una posizione che la aiuta a progredire in terapia?
<Come dovrei comportarmi io secondo voi?>
Parlarne alla terapeuta con franchezza, altrimenti non andate nella direzione giusta o decidere in modo autonomo.
<E' possibile che davvero mi crei cosi tanta ansia questa cosa? :(>
Certo, se la prova, ma credo da quanto ci ha detto ci sia qualcosa da chiarire e forse da fare in terapia.
Non ha poi cambiato approccio, mi sembra, come invece ci riferiva avesse intenzione di fare tempo fa da qui, corretto?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Grazie per la risposta dottoressa Rinella.
In verità ho preso contatti con una terapeuta cognitivo-comportamentale quando ho saputo che la mia terapeuta sarebbe andata in maternità, ho fatto due colloqui. La terapeuta mi aveva fatto una buona impressione e mi ero trovata bene appena conclusi i due colloqui conoscitivi e "diagnostici" (la terapeuta mi ha detto che anche secondo lei non si tratta di DOC ma di pensieri ossessivi sporadici non inquadrabili in un disturbo preciso...sostanzialmente mi aveva consigliato di monitorarli con un diario in un primo tempo e poi sarei tornata da lei e avremmo dovuto lavorare insieme), tanto che ero intenzionata ad intraprendere la terapia con lei lasciando la mia terapeuta attuale, che tanto sapevo sarebbe andata appunto in maternità...
ma poi mi ha preso un senso di colpa abbastanza forte e non mi sono sentita di abbandonare la vecchia terapia!
Allora ho chiamato la terapeuta cognitiva e gliel'ho spiegato, dicendole che mi sarei magari fatta sentire in futuro una volta terminata la mia terapia. Lei è stata molto comprensiva.
Mi rendo conto che questo forse non è del tutto "normale" e non è giusto nei miei confronti, xche devo pensare solo al mio bene visto che è una terapia che faccio proprio per questo motivo.
Ma allora perchè mi comporto cosi? Non vorrei deludere la mia terapeuta, anche se provo un po' di rabbia a volte nei suoi confronti per il fatto che non mi ha preparata all'interruzione della terapia e mi ha messa davanti al fatto compiuto.
E' prassi fare cosi? La mia terapeuta si è resa conto del fatto che è una cosa che un po' mi fa star male ma non ha detto nulla di che... solo che non è la fine del mondo interrompere la terapia e che non succede niente....
In verità ho preso contatti con una terapeuta cognitivo-comportamentale quando ho saputo che la mia terapeuta sarebbe andata in maternità, ho fatto due colloqui. La terapeuta mi aveva fatto una buona impressione e mi ero trovata bene appena conclusi i due colloqui conoscitivi e "diagnostici" (la terapeuta mi ha detto che anche secondo lei non si tratta di DOC ma di pensieri ossessivi sporadici non inquadrabili in un disturbo preciso...sostanzialmente mi aveva consigliato di monitorarli con un diario in un primo tempo e poi sarei tornata da lei e avremmo dovuto lavorare insieme), tanto che ero intenzionata ad intraprendere la terapia con lei lasciando la mia terapeuta attuale, che tanto sapevo sarebbe andata appunto in maternità...
ma poi mi ha preso un senso di colpa abbastanza forte e non mi sono sentita di abbandonare la vecchia terapia!
Allora ho chiamato la terapeuta cognitiva e gliel'ho spiegato, dicendole che mi sarei magari fatta sentire in futuro una volta terminata la mia terapia. Lei è stata molto comprensiva.
Mi rendo conto che questo forse non è del tutto "normale" e non è giusto nei miei confronti, xche devo pensare solo al mio bene visto che è una terapia che faccio proprio per questo motivo.
Ma allora perchè mi comporto cosi? Non vorrei deludere la mia terapeuta, anche se provo un po' di rabbia a volte nei suoi confronti per il fatto che non mi ha preparata all'interruzione della terapia e mi ha messa davanti al fatto compiuto.
E' prassi fare cosi? La mia terapeuta si è resa conto del fatto che è una cosa che un po' mi fa star male ma non ha detto nulla di che... solo che non è la fine del mondo interrompere la terapia e che non succede niente....
[#3]
Mi focalizzerei su lei e sul suo stato attuale, piuttosto che pensare alla sua terapeuta e farsi scrupoli inutili.
Proverei a ricontattare la nuova terapeuta, non è un tradimento, è un suo diritto cercare la strada per ritrovare migliore benessere.
I suoi vissuti sul rapporto con la sua terapeuta parlano chiaro, dal mio punto di vista, si dia pace e decida il meglio per lei.
Cari saluti
Proverei a ricontattare la nuova terapeuta, non è un tradimento, è un suo diritto cercare la strada per ritrovare migliore benessere.
I suoi vissuti sul rapporto con la sua terapeuta parlano chiaro, dal mio punto di vista, si dia pace e decida il meglio per lei.
Cari saluti
[#4]
Utente
Ho paura, infatti, che si sia instaurata una sorta di "dipendenza dal giudizio" della mia attuale terapeuta, che in qualche modo sento simile a quello che ho nei confronti di mia mamma...a cui voglio un bene infinito e dalla quale faccio fatica a staccarmi per paura di ferirla (perchè so che ha bisogno di me visto che sta passando anni difficili a causa dell'Alzheimer di mio nonno), nonostante sia appunto adulta.
Mia mamma mi ha sempre fatto percepire il fatto che l'amore si dimostra come presenza costante, fisica, nella vita dell'altro e che chi si allontana lo fa perchè vuole meno bene all'altro.
Forse questa dinamica con la mia terapeuta non mi fa bene, ora che ci rifletto, e prenderne consapevolezza da un lato mi dà coraggio e dall'altro mi fa paura.
Proverò a seguire il suo consiglio e contatterò la nuova terapeuta.
Grazie dell'ascolto
Mia mamma mi ha sempre fatto percepire il fatto che l'amore si dimostra come presenza costante, fisica, nella vita dell'altro e che chi si allontana lo fa perchè vuole meno bene all'altro.
Forse questa dinamica con la mia terapeuta non mi fa bene, ora che ci rifletto, e prenderne consapevolezza da un lato mi dà coraggio e dall'altro mi fa paura.
Proverò a seguire il suo consiglio e contatterò la nuova terapeuta.
Grazie dell'ascolto
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.6k visite dal 24/07/2014.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.