Dubbi di coppia paradossali

Buonasera dottori,
Sono alla prima esperienza seria e dura da tre mesi. La mia partner è meravigliosamente bella, ho speso tanto tempo per averla e ora stiamo assieme. Sembra procedere tutto a gonfie vele, abbiamo continui momenti di affetto, baci, carezze, ben più di altre coppie; ci confidiamo tutto e abbiamo una medisima visione matura di un rapporto. Nonostante giovani siamo entrambi molto maturi.
Allora perchè scrivere qua?
Ecco il motivo: anche se il nostro amore sembra così forte da generare invidia (siamo davvero molto affiatati) e c'è sincerità massima nel rapporto, una sola cosa le ho nascosto fino ad ora, e cioè che io ho avuto e ho anche in questo momento dubbi sul fatto che lei sia al 100% la persona giusta. Mi spiego meglio, mi piace la sua persona e più di una volta mi sono persuaso di amarla(non le ho mai detto ti amo) perchè viviamo di continuo esperienze assieme meravigliose e che mi rendono felice, il punto è che fin da subito mi son reso conto che non è quello che mi sarei aspettato dalla mia ragazza in quanto a polso e intelligenza; cioè non brilla per intuitività, il suo gusto (musicale ecc) è agli antipodi rispetto al mio e anzi lo trovo banale e volgare oltre che pigro... Pare avere una visione abbastanza critica delle cose pur essendo raramente superficiale e non leggendo molto rispetto a me; poi vedo in lei gli stessi difetti miei (sbadataggine, orgoglio ecc) e mi capita, come in questo momento, di essere pesantemente scosso e turbato da tutto questo fino a domandarmi: e se ci saranno sempre questi dubbi? Come mi faranno essere completamente sereno?
P.S.Sono dubbi che non ho ogni giorno, ma che seriamente mi hanno preso un 4 o 5 volte da quando stiamo assieme... e non so che fare
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,
bentornato.

Sembra che lei faccia fatica a fidarsi delle sue scelte: qualche mese fa ci ha scritto riguardo alla scelta universitaria compiuta, raccontandoci di essersene pentito, e ora non riesce a fare il punto sulla sua ragazza nel senso che non riesce a conciliare l'idea che vada "tutto a gonfie vele" con i difetti che vede in lei.
Questi difetti le sono stati chiari fin dal principio?
Ha quindi provato amore e trasporto per lei pur rendendosi conto da subito o quasi delle caratteristiche che non le piacciono?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Grazie di cuore dottoressa,
si faccio molta fatica a fidarmene perchè quando le faccio non ne sono sicuro al 100%, comunque adesso la faccenda dell'università è archiviata ed è archiviata bene per fortuna.
Qui è strano perchè si, mi erano chiari fin dall'inizio questi limiti eppure ho fatto lo stesso il passo, e la cosa strana è che va proprio tutto bene: niente litigi (2 stupidissime discussioni digerite nel giro di un'ora che hanno rafforzato ancora di più il nostro rapporto), buona intesa, dimostrazioni di affetto continue...
Questo mio pensiero sulle sue caratteristiche che non trovo adatte a me mi è saltato in mente solo 2 volte in sua presenza e non ho detto nulla.
Quindi mi viene un po' mi angoscia questo è il punto, eppure non me ne capacito perchè è seria, sincera, dolce, premurosa eccetera eccetera.. solo come ho detto un po' omologata nei gusti e lenta di logica(un po' di meno rispetto alla media, di questo ne sono certo).. Ma possibile che queste due cose mi diano a tal punto fastidio da mettere una storia così in discussione?
Spesso ho risolto la cosa pensando che sono io incontentabile, che voglio sempre di più e ciò non mi da stabilità..
Pur rendendomi conto di questa contraddizione iniziale ho provato trasporto e in alcuni casi devo essere sincero, amore.
Per i difetti, orgoglio e un po' di alterigia sprezzante in lei non mi danno troppo fastidio, forse un po' la pigrizia mi da noia ma nemmeno eccessivamente
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Mi associo alle riflessioni della dott Massaro che condivido.
La sua insicurezza pregressa potrebbe adesso traslare alla sua coppia.

La famigerata mezza mela di Platoniana memoria , in clinica è una bufala.
Una coppia è ben assortita se è data dall' incontro di due " unità " , non di due metà...

Se la sua ragazza porta con sè delle diversità , che ben venga, rappresentano sempre un valore aggiunto al legame, non una minaccia

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Mi fa piacere che la questione dell'università si sia positivamente risolta.
Cambierà corso di laurea?

Per quanto riguarda la ragazza, è possibile che lei ritenga idealmente che la "ragazza perfetta" debba essere letteralmente perfetta e che non debbano quindi essere visibili difetti o mancanze come quelle che la stanno disturbando e che però non incidono sui suoi sentimenti?

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Utente
Utente
Gentili Dottori sono costretto a rispolverare il post, spero possiate perdonare la mia incostanza anche qui. Forse al tempo sapere di intrattenere un discorso su questo argomento mi scottava, e in un momento di tranquillità preferii abbastanza impulsivamente archiviare la faccenda.
Dr. Flavia Massaro sì, ho cambiato corso di laurea ed è la cosa che mi rende più felice al mondo. Una certezza per me.
Il problema resta nel rapporto. Ho proseguito facendo finta di niente (a tratti davvero sentivo di stare solo bene, ma erano molto circoscritti) arrivando fino al mese scorso con un peso sulla coscienza così opprimente da diventare ormai insopportabile, e sono scoppiato. Le ho riferito tutto e ci siamo lasciati tra lacrime e gli abbracci.
Ho anche capito meglio la sorgente del mio malessere: è il fatto di essere puntualmente represso nelle mie aspirazioni per la mia donna ideale. Non ha le mie ambizioni e non ha entusiasmo per quello che studia, e quest'ultimo forse è il peso più grande per me. Quello spettro che sembravo aver così faticosamente allontanato torna a bussare alla mia porta, dal momento che mi ha confidato di avere il dubbio(confessato a nessun altro) forte che non avrebbe dovuto studiare, o quantomeno studiare altro(cosa che comunque non basta a provocarle infelicità come nel mio caso, solo molta fatica).
Subito dopo averla lasciata mi sono sentito in pace con me stesso, dopo un'ora è cominciato l'inferno.
Non so se i miei genitori di mentalità che definire gretta è eufemistico ne siano stati la causa, hanno cominciato in pratica a darmi del pazzo, a dire di non capirmi per aver lasciato senza motivo la donna che mi avrebbe amato sinceramente per tutta la vita, di buona famiglia per di più. Sta di fatto che ho vissuto momenti di vuoto spaventoso, disperazione totale, panico vero. Il giorno successivo lo stesso, le cose poi sono cominciate a migliorare ma nei momenti di solitudine ho pianto tutte le lacrime che avevo. Frequentiamo gli stessi ambienti e ci vedevamo spesso, quando accadeva ci abbracciavamo e il suo dolore era addirittura più forte del mio. Ci sono stati giorni nei quali tenendomi impegnato e uscendo mi sono sentito bene, ma poi puntualmente tornava il dolore. E' successo che mia madre vedendomi dopo un mese sul letto a piangere per un pomeriggio intero l'ha chiamata,e io non appena ho sentito il suo profumo ho avuto prima un moto di rabbia nei confronti di mia madre, poi però quando l'ho vista mi si è sciolto il cuore. Corre subito per vedere come sto senza alcun altro fine, nonostante vedermi ogni volta le facesse male. Insomma, un amore come il suo si può vedere solo nei film, manco nei libri forse. Sta di fatto che il giorno dopo mi sono convinto e siamo tornati assieme.
Il punto è che quelle aspirazioni deluse restano e quando ci penso mi creano quel dannato peso alla testa che non mi permette di vivere con spensieratezza e massima spontaneità. Le ho detto anche questo, cosa di cui tra l'altro mi vergogno, ma lei mi ha capito e anzi già l'aveva intuito. Abbiamo deciso di provare a superare insieme la cosa. Per qualche giorno ho vissuto serenamente con la ferma convinzione di aver trovato la donna della mia vita, ma ci risiamo con i dubbi che mi corrodono. Vivo con paura la responsabilità che mi sono assunto ritornando con lei, fare un nuovo passo indietro significherebbe distruggerle ancora la vita dopo che stava muovendo i primi passi per riprendersi. Vivo soprattutto con paura la possibilità di essere tornato assieme a lei per una semplice debolezza,irresolutezza, per una semplice incapacità di affrontare la mancanza, la solitudine e il dolore necessario in vista di un bene più grande. Alla percezione di poter essere stato un codardo tornando da lei e che i momenti di serenità potrebbero essere solo il frutto di un compromesso con la coscienza, mi manca il respiro.
Quindi mi domando: la delusione di una aspettativa sulla personalità del partner, assimilabile forse ad una pretesa dell'orgoglio(ma non ne sono sicuro, forse è solo gusto e questa posssibilità pure mi manda in crisi) ha gli estremi per legittimare i miei dubbi e le mie paure? Possibile che il dolore a distanza di un mese dalla fine del rapporto sia solo frutto di debolezza, accidia? Posso riuscire davvero nella battaglia che sto portando avanti dell'accettazione dei suoi limiti? Laddove ci riuscissi e mi figurassi però di essermi semplicemente accontentato, di non aver vissuto offrendo il giusto coraggio alla realizzazione delle mie aspirazioni naturali? Sono sensazioni che possono sparire delimitando il loro campo in un difetto della mia persona e vedere magari tutto il processo come una "crescita"? O quest'ultimo è un autoinganno?
Ho davvero tanta paura di non fare la cosa più giusta, tanta.
Scusate se non sono stato in grado di essere pienamente chiaro, non è stato per niente semplice analizzare criticamente tutte le mie pulsioni o attività del pensiero e ricostruirle. Nel farlo però non ho aggiunto alla scrittura davvero alcuna altra difficoltà mediatica tra la mia testa e il vostro schermo.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Posso riuscire davvero nella battaglia che sto portando avanti dell'accettazione dei suoi limiti? >

Caro Ragazzo,
non si tratta di fare battaglie in questo senso, ma magari di chiedersi da dove arrivi questa necessità che tanto la fa soffrire, di avere una partner perfetta.

Credo stia combattendo tra il sentimento e determinate convinzioni (rigide) con un grande spreco di energie psichiche magari perdendosi o rovinando quello che di buono c'è in questo rapporto.

Potrebbe essere che quelle aspettative di riscatto culturale/sociale che percepisce da parte dei suoi abbiano a che fare con il suo modo di stare in questo rapporto (da una parte caldeggiato dai suoi - ragazza è di buona famiglia, ma come la mettiamo con quello che "intelletualmente" le mancherebbe secondo i suoi "principi?)

Si tratta solo di ipotesi naturalmente ma le suggerirei, come le è già stato detto da qui in passato, di sentire direttamente un nostro collega, proprio per fare chiarezza in lei e vivere le sue relazioni in modo più sereno e appagante (senza continui dubbi, domande e forse ansia) anche per la sua partner, attuale o futura che sia.

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#7]
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta dottoressa.
Si, forse la lotta è proprio quella che lei suggeriva. Provo un sentimento sincero nei suoi confronti, pur dovendo ammettere che il dubbio mi lacera spesso, finendo con l'anestetizzare pure il sentimento.
Passo giorni bellissimi, poi all'improvviso fa capolino quel brutto stato d'animo, la cui genesi ormai credo che spesso fuoriesca da una mia reale possibilità di controllo. Non ho capito ancora se prende piede quando sono un attimo giù oppure è essa a provocare gli attimi di malumore. Comunque sta di fatto che quando spariscono i dubbi sono felice.
Non so quanto abbiano influito quelle aspettative di riscatto sociale, probabilmente un po' si nello sviluppo generale della mia persona.
Dal punto di vista più teorico il problema è questo: la coscienza fino ad adesso è sempre stata per me una sorta di "campanello d'allarme" infallibile nelle situazioni da cambiare(proprio a livello fisico arrivo a provare forte bruciore alle tempie), e lo è sempre stata con ottimi risultati ove assecondata nelle scelte(pur dolorose); adesso è successo che ci sono stati momenti in cui ho provato quegli stessi problemi di coscienza (comportandomi infatti di conseguenza), eppure forti emozioni mi hanno portato a fare un passo indietro. C'è insomma una frattura LOGICA nelle mie scelte, c'è una contraddizione che non riesco a sanare e la possibilità di aver perso in coerenza per recuperare in affetto mi turba.
Le cose sembrano essere due insomma:
o declasso la coscienza del valore ontologico che gli attribuivo, oppure essa è sempre coerente e a dover essere declassato sono io.
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