Da due anni a questa parte
Buongiorno dottori,sono una ragazza di 21 anni fidanzata con un ragazzo di 25 anni da 5 anni.Non scrivo per me,ma per lui..da due anni a questa parte,è diventato ipocondriaco.Ha davvero dolori e sintomi vari,ma ogni singola cosa che si presenti è subito associata da lui a malattie terminali.Credo che questo sia dovuto al fatto che ha avuto casi di tumori nella sua famiglia (padre e nonna) fortunatamente superati in maniera positiva.Nonostante ció lui è pienamente convinto che il cancro sia SICURAMENTE ereditario (nonostante ripetitive "lezioni" scientifiche sulla questione) pertanto ad ogni nuovo sintomo o dolore o chissà cosa ecco seguire periodi di ansia e depressione emotiva in cui passa i giorni pensando a quello che puó succedere,a cercare su internet le possibili conseguenze delle malattie associate ai suoi sintomi,a rifiutare di svagarsi perchè ha "cose più importanti a cui pensare" o "non ha la testa"..tutte cose a cui seguono poi carrellate di esami,TUTTI negativi ovviamente.Inizialmente lo aiutavo,cercavo di informarmi quanto più possibile riguardo i sintomi che si presentavano per tranquillizzarlo..ma niente,tutte le informazioni non erano mai abbastanza fino a quando non faceva esami specifici per escludere l'ipotetica malattia terminale.Dopo circa un anno e mezzo ho iniziato invece ad ignorarlo e,ogni volta che mi parlava dei sintomi,delle ipotetiche malattie associate,etc. gli consigliavo di recarsi da uno psicologo perchè c'era qualcosa che non andava.Questo è ció che faccio tutt'ora in quanto basta che un dolore o un gonfiore o un sintomo si protragga per più di due tre giorni per associarlo alla malattia peggiore!Lui sostiene che io non lo capisco,che lo faccio passare per "quello pazzo",che sono superficiale e che dallo psicologo non ci vuole andare perchè non c'è niente che non va,perchè nella sua famiglia ci sono stati casi di tumore e quindi la sua eccessiva preoccupazione è giustificata.Queste sono le parole di quasi ogni giorno da due anni a questa parte.Ho deciso solo ora di porvi la questione perchè credo sia diventata ingestibile.Vi chiedo gentilmente di dirmi dove sbaglio e cosa posso fare per aiutarlo anche in minima parte.Vi ringrazio di cuore in anticipo.
[#1]
Gentile Utente,
se il suo ragazzo sta in questo modo si dovrebbe rivolgere a uno specialista, proprio come lei gli ha suggerito.
Tuttavia è il diretto interessato che dovrebbe averne la motivazione e soprattutto a lui spetta decidere.
Le rassicurazioni e le ricerche su Internet alimentano e rinforzano il problema.
Provi a fargli leggere questo articolo e magari suggerirgli l'opportunità di scriverci direttamente.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2649-professione-ipocondriaco-l-arte-di-crearsi-malattie.html
Ci faccia sapere se crede.
se il suo ragazzo sta in questo modo si dovrebbe rivolgere a uno specialista, proprio come lei gli ha suggerito.
Tuttavia è il diretto interessato che dovrebbe averne la motivazione e soprattutto a lui spetta decidere.
Le rassicurazioni e le ricerche su Internet alimentano e rinforzano il problema.
Provi a fargli leggere questo articolo e magari suggerirgli l'opportunità di scriverci direttamente.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2649-professione-ipocondriaco-l-arte-di-crearsi-malattie.html
Ci faccia sapere se crede.
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Gentile ragazza,
può capitare che si rechi dallo psicologo un familiare o il partner del soggetto che avrebbe più bisogno dell'aiuto del professionista.
In tali casi gli psicolgi strategici brillantemente creativi possono riuscire a coinvolgere comunque il soggetto assente, inducendolo a partecipare anch'esso alla psicoterapia.
Anche gli psicologi di altri approcci comunque, lavorando sulla relazione, possono modificare comportamenti.
Le consiglio pertanto di consultare lei stessa uno psicologo psicoterapeuta che saprà darle indicazioni e strumenti.
Cordiali saluti
può capitare che si rechi dallo psicologo un familiare o il partner del soggetto che avrebbe più bisogno dell'aiuto del professionista.
In tali casi gli psicolgi strategici brillantemente creativi possono riuscire a coinvolgere comunque il soggetto assente, inducendolo a partecipare anch'esso alla psicoterapia.
Anche gli psicologi di altri approcci comunque, lavorando sulla relazione, possono modificare comportamenti.
Le consiglio pertanto di consultare lei stessa uno psicologo psicoterapeuta che saprà darle indicazioni e strumenti.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 23/07/2014.
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