Staccarsi da una famiglia particolare

Sono una ragazza di 30 anni, attualmente disoccupata. Proprio per questo motivo sto cercando la "mia strada" e vorrei lasciare la mia terra alla volta dell'estero. Il mio problema è la mia famiglia, in particolare mia madre e il senso di colpa che mi lega a lei. Sono la figlia più piccola, ho una sorella di 39 anni affetta da grave disabilità mentale. Mio fratello maggiore si è suicidato 4 anni fa. I miei genitori non pensano alla mia vita, non si preoccupano del fatto che io non lavori, anzi fanno di tutto per agevolarmi e fare in modo che io resti legata a loro. Nonostante io voglia liberarmi e pensare solo alla mia vita, cosa mai successa in 30 anni, sento un peso che mi lega a loro, quasi un dovere che non mi permette di andare avanti nelle mie scelte, perché i miei riversano tutti i problemi su di me (entrambi sono disabili ma ancora autosufficienti) sostenendo che sono io a dovermi occupare di loro, anche in futuro. Questa pressione si è accentuata, ovviamente, dopo la scomparsa di mio fratello. Sono ferma da anni in questa situazione, ma, nel momento in cui avrei la possibilità di cambiare le cose non riesco a proseguire. Mia madre pensa addirittura che dovrò essere io ad occuparmi di mia sorella dopo la sua morte, tenendola in casa con me 24ore su 24, quindi senza avere una vita privata. Mi sento racchiusa nel mezzo, tra la vita che vorrei e quella che la mia famiglia pensa che dovrei avere. Sento un senso di colpa molto forte nel lasciarli ed è questo che blocca la mia voglia di indipendenza e di nuove esperienze. Ma al tempo stesso ho rabbia, perchè mia madre (mio padre non si esprime) non pensa a come sto io realmente, se sono felice, se ho dei sogni o dei progetti. Anche dopo la morte di mio fratello persino i parenti mi dicevano che dovevo essere io a prendermi cura di loro, nessuno invece si è chiesto come stavo io.
Come posso liberarmi di questo malessere?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazza,per liberarsi dal suo malessere deve innanzitutto elaborare il suo sensi di colpa. Spesso è la stessa famiglia, seppur in buona fede, ad impiantare questo evidenziando la necessità dell'aiuto di un figlio. e questa è una "trappola" emotiva nella quale molti cadono.
Si faccia aiutare da un terapeuta della famiglia per questo.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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