Psicologo strano

Salve,
Vado da una psicoterapeuta da circa 2 anni, a causa di disturbi riguardanti attacchi di panico e insonnia. Abbiamo già parlato del transfert e del controtransfert, e abbiamo giudicato che il mio transfert nei confronti di lei si sia concluso; secondo lei, i miei progressi adesso possono andare avanti senza esso. Le voglio molto bene; mi ha corrisposto i sentimenti, dicendomi che è molto affezionata a me. Ho però dei dubbi sulla nostra relazione terapeutica. In passato l’abbracciai alcune volte, finché una volta mi respinse; le chiesi il motivo e mi spiegò di sentire una specie di sensualità in questo gesto, poiché mi abbracciava per aiutarmi a diventare un adulto (si abbraccia qualcuno solo per aiutarlo nella crescita?!), senza contare che non abbraccia gli altri pazienti, comprese ragazze giovani. Dentro di me pensai: “O sei disposta ad abbracciare tutti, o non tocchi nessuno, senza specificare!”; ho però accettato la situazione, senza lamentarmi. Da lì comunque non ci sono più stati abbracci. Come se non bastasse, qualche mese fa mi disse una volta di provare ad andare da un collega uomo, così per provare, dicendomi che tanto non mi abbandonerebbe mai di sua iniziativa. Onestamente, non capisco i suoi motivi di questa uscita, visto che non stavamo in una situazione di impasse. Siamo entrambi consapevoli che non sono dipendente da lei, per cui non può essere questa la ragione. Forse mi sbaglio, ma mi parve più come se lei si fosse presa una cotta per me. Al di la di questo, se ne parlò solo in quell’incontro ed è sempre stata contenta che continuassi con lei, e i miei progressi ci sono stati e ci stanno tuttora per fortuna, come ha constatato. Un altro dubbio riguarda invece una possibile frequentazione (io e lei) post-terapia. E' d’accordo che potremo vederci. Pensavo di aver intaccato il nostro rapporto, ma mi ha detto che invece possiamo proseguire, pur accettando di rivederci. Abbiamo soppesato insieme i pro e i contro di una situazione del genere, mi ha parlato dei rischi. Adesso non può proprio, perché sarebbe illegale e non etico. Però qualcosa non mi torna; ho fatto bene a esprimerle questo mio desiderio? Ha fatto bene lei ad acconsentire in futuro, malgrado stessimo ancora proseguendo nella nostra terapia? Mi sento sempre un suo paziente, ma questa cosa ammetto che un po’ mi ha fatto fantasticare. Vi chiedo: si può instaurare una relazione dopo la terapia? Mi dispiace se in alcuni punti posso essere stato frettoloso e poco chiaro. Se non avevo capito male, nelle prime sedute mi disse che dopo la terapia non avrei avuto più bisogno di lei, mentre circa un mese fa mi ha citato anonimamente dei terapeuti e terapeute di sua conoscenza, che fanno anche sesso con ex pazienti. Mi sembra come se il suo comportamento sia stato contraddittorio in varie occasioni, o che siano stati violati dei confini. Le ho esposto le mie perplessità: per lei va tutto bene. Cosa ne pensate? Vi ringrazio per l'attenzione!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
ciò di cui ha scritto dal punto di vista normativo è regolato dall'art. 28 del Codice Deontologico degli Psicologi, che recita così:

Articolo 28 - Lo psicologo evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata che possano interferire con l'attività professionale o comunque arrecare nocumento all'immagine sociale della professione. Costituisce grave violazione deontologica effettuare interventi diagnostici, di sostegno psicologico o di psicoterapia rivolti a persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene relazioni significative di natura personale, in particolare di natura affettivo-sentimentale e/o sessuale. Parimenti costituisce grave violazione deontologica instaurare le suddette relazioni nel corso del rapporto professionale. Allo psicologo è vietata qualsiasi attività che, in ragione del rapporto professionale, possa produrre per lui indebiti vantaggi diretti o indiretti di carattere patrimoniale o non patrimoniale, ad esclusione del compenso pattuito. Lo psicologo non sfrutta la posizione professionale che assume nei confronti di colleghi in supervisione e di tirocinanti, per fini estranei al rapporto professionale.

Al di là di questo, però, è molto importante anche la risonanza emotiva e le perplessità che le risposte della sua terapeuta hanno suscitato in Lei.
Se Lei l'ha trovata contradditoria ed ha sentito che sono stati violati dei confini, penso se ne debba discutere in modo più approfondito e meno frettoloso.
Lei cosa ne pensa?
Che ripercussioni ritiene possa avere tutto ciò nel prosieguo della sua terapia?

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Paola Scalco, la ringrazio per la celere risposta.

La mia terapeuta ha detto che possiamo andare avanti comunque, pur avendo accettato la mia proposta di uscire insieme. Però prima vuole che passino almeno diversi mesi dal termine della terapia, perché vuole che io sappia camminare con le mie gambe. Mi ha confessato che ci possono essere dei rischi, riguardanti la nostra precedente "esperienza" terapeutica. Ciononostante, le farebbe un grande piacere uscire con me. Sono ben lieto che mi abbia espresso le sue sincere considerazioni, mi sono sentito molto tutelato. Sapevo che la relazione psicologo-paziente debba essere fondata su una base professionale, oltreché sulla stima e fiducia reciproche; è giusto, ai fini della terapia, che io abbia in mente di poterla rivedere in futuro, non professionalmente? Per lei sì, ma io non sono convinto al 100% che questo pensiero mi giovi. Per questo credo di aver sbagliato a esporle il mio desiderio, bensì sarebbe stato bene, da parte mia, chiederle di incontrarci quando sarà finita la terapia, non ora. Pensa quindi che abbia commesso una violazione?

Grazie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<Ciononostante, le farebbe un grande piacere uscire con me. Sono ben lieto che mi abbia espresso le sue sincere considerazioni, mi sono sentito molto tutelato.>>

In che senso si è sentito tutelato?
Come si accorda questo con la sensazione che siano stati violati dei confini?
Quali suoi confini ha percepito "in pericolo"?


<< io non sono convinto al 100% che questo pensiero mi giovi>>

Per quali motivi?
Ha provato ad esporli alla Collega?


<<sarebbe stato bene, da parte mia, chiederle di incontrarci quando sarà finita la terapia, non ora>>

Potrebbe essere che una volta davvero conclusa la terapia a Lei non interessi più affatto una relazione non professionale con questa persona?

[#4]
Utente
Utente
<<In che senso si è sentito tutelato?
Come si accorda questo con la sensazione che siano stati violati dei confini?
Quali suoi confini ha percepito "in pericolo"?>>

Mi ha fatto notare che, se dovessi essere deluso da una futura relazione, potrebbe dispiacermi di "distruggere" l'immagine ideale che ho creato di lei. La nostra relazione non è tuttora bilanciata per ovvi motivi, e non è detto che si bilanci in futuro. Ma entrambi vogliamo provare. Queste sue raccomandazioni sui possibili rischi mi hanno fatto sentire tutelato. D'altra parte, come ha giustamente osservato, il confine POTREBBE essere stato violato perché adesso so che è possibile allacciare un rapporto extra-terapeutico con tale persona. E il confine "in pericolo" è proprio quello terapeutico; è come se sapessi già da ora di avere un legame affettivo/sessuale/amichevole con lei, e non ritengo che sia una situazione adatta e agevole. Non è necessario, invece, mantenere dei confini riguardanti solo la sfera dottore-paziente?


<<Per quali motivi?
Ha provato ad esporli alla Collega?>>

Per i motivi Legga sopra, riguardo ai confini. Parlare con una possibile conoscente/amica/amante o altro non è la stessa cosa (credo). Ne ho già parlato con la mia psicologa, ma mi ha spiegato che non c'è nulla di cui preoccuparsi; secondo lei non la percepisco come una di queste "figure". Però come ho appena detto, mi piacerebbe sapere il parere di qualche altro esperto.


<<Potrebbe essere che una volta davvero conclusa la terapia a Lei non interessi più affatto una relazione non professionale con questa persona?>>

La mia terapeuta parla poco di lei, ma neanche in maniera tanto povera. Da come ho capito, ha diversi interessi comuni ai miei, oltre al fatto che è discretamente attraente. Lei sa come la penso; già in passato, una volta le dissi di essere una bella donna, nonostante abbiamo diversi anni di differenza. Quindi, sarei più propenso a dire di essere ancora interessato. Ma certamente non posso esserne sicuro.


Mi dispiace se Le avessi arrecato confusione, spero di aver reso l'idea. La ringrazio ancora per l'attenzione.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

a me sorprende molto una cosa: sembra che l'attenzione sia tutta sulla terapeuta anzichè su di Lei che è il paziente e quindi il protagonista di questa esperienza.
Ha risolto i problemi per i quali ha iniziato una psicoterapia?
Indipendentemente da tutti i risvolti che ha discusso sia qui sia in seduta, per quale ragione ritiene di voler continuare a frequentare la terapeuta? Per Lei che senso ha?
[#6]
Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Angela Pileci,

come già scrissi nel primo post, i progressi ci sono stati, specialmente per quanto riguarda i miei attacchi di panico. Le titubanze riguardanti la mia terapeuta sono nate di recente ma, ciononostante, non è lei il fulcro della questione. O meglio: ci siamo trovati nella situazione sopra descritta, l'abbiamo trattata apertamente, tuttavia ho voluto postare qui, per richiedere ulteriori delucidazioni da persone esterne alla vicenda.
Quindi per questo motivo può apparire come se fosse lei il perno di tutta la terapia, ma non è così. Sono io che ho voluto focalizzarci l'attenzione qui sul sito, per quanto riguarda la nostra relazione. I miei problemi li sto risolvendo man mano con la terapeuta, e non vedo ostacoli, per cui non c'è il bisogno di postarli qui.

<<Indipendentemente da tutti i risvolti che ha discusso sia qui sia in seduta, per quale ragione ritiene di voler continuare a frequentare la terapeuta? Per Lei che senso ha?>>

Anche questo l'ho spiegato poco sopra. Solo per curiosità, potremmo porre la domanda inversa alla psicologa, ovvero perché ha accettato di continuare a frequentarmi. Ma non mi preoccupa l'opinione di lei.

Mi perdoni per essere stato poco chiaro, e qualora possa essere sembrato arrogante.

[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

continuo ad essere perplessa perchè due anni di psicoterapia per trattare il disturbo d'ansia con attacchi di panico mi sembra un periodo notevole e Lei parla di progressi ma non di chiusura della terapia. Se il problema per il quale ci si era rivolti ad uno psicoterapeuta è stato risolto, perchè non chiudere ma indugiare in queste dinamiche?

Poi scrive: "mi ha corrisposto i sentimenti, dicendomi che è molto affezionata a me. Ho però dei dubbi sulla nostra relazione terapeutica. In passato l’abbracciai alcune volte, finché una volta mi respinse; le chiesi il motivo e mi spiegò di sentire una specie di sensualità in questo gesto, poiché mi abbracciava per aiutarmi a diventare un adulto" tra le altre cose...

A me tutto ciò sembra davvero incredibile. Lei parla di corrispondere sentimenti, di disponibilità ad incontrarsi fuori dalla terapia, di sentire una "sensualità" negli abbracci scambiati... non sto dicendo che non possa accadere di provare attrazione, ma qualora uno psicoterapeuta provasse attrazione per un pz. non solo NON lo dice al pz. stesso che deve essere assolutamente tutelato e tenuto fuori da ciò che sente il terapeuta (in altri termini, al pz. a cosa serve sapere tutto ciò?), i cui occhi devono essere puntati sugli obiettivi terapeutici, ma soprattutto il terapeuta potrebbe anzi dovrebbe valutare di portare la questione in supervisione.
Non sto dicendo che sia una situazione che non deve verificarsi, perchè può capitare, ma la gestione non mi sembra delle più professionali, sempre se le cose stanno come Lei le sta raccontando qui.

Se un terapeuta fa fatica con un pz. NON sono affari del pz. ma è quel terapeuta a dover lavorare su di sè per meglio aiutare il proprio pz.
Questo significa capire che cosa succede, gestirlo al meglio lasciando fuori il pz (anche gli abbracci per aiutarLa a crescere mi sembrano del tutto fuori luogo) e, se il terapeuta facesse davvero troppa fatica a gestire la situazione, dovrebbe valutare anche l'interruzione della psicoterapia e invio ad altro collega. Questo tutela il pz.

Invece Lei parla di tutt'altro, di programmazione di incontri una volta finita la terapia, di sentimenti reciproci, di affetto e di seduzione, modalità che non dovrebbe entrare in una relazione terapeutica e che, qualora ci fosse (in piccolissime dosi) il terapeuta deve intercettare e gestire riportando la relazione su un piano COOPERATIVO, per raggiungere gli obiettivi terapeutici.

Lei continua a ripetere di leggere sopra per comprendere la situazione... sopra è descritto un gran pasticcio, per questa ragione Le ho chiesto QUALI progressi terapeutici ci sono stati e quali degli obiettivi fissati avete raggiunto.

A tutela dell'utenza, comunque, è sempre bene verificare che il professionista sia regolarmente iscritto all'ordine professionale e inserito nell'elenco degli psicoterapeuti abilitati, se eroga anche la psicoterapia: www.psy.it

Cordiali saluti,
[#8]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Condivido e sottolineo questo passaggio della dott.ssa Pileci: <<Se un terapeuta fa fatica con un pz. NON sono affari del pz. ma è quel terapeuta a dover lavorare su di sè per meglio aiutare il proprio pz.
Questo significa capire che cosa succede, gestirlo al meglio lasciando fuori il pz (anche gli abbracci per aiutarLa a crescere mi sembrano del tutto fuori luogo) e, se il terapeuta facesse davvero troppa fatica a gestire la situazione, dovrebbe valutare anche l'interruzione della psicoterapia e invio ad altro collega. Questo tutela il pz.>>

...E preciso che anche tutto ciò è scritto nero su bianco nel nostro Codice Deontologico:

http://www.psy.it/lo_psicologo/codice_deontologico.html

"Articolo 26 Lo psicologo si astiene dall'intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o conflitti personali, interferendo con l'efficacia delle sue prestazioni, le rendano inadeguate o dannose alle persone cui sono rivolte."


Nel post #4 Lei scriveva: <<è come se sapessi già da ora di avere un legame affettivo/sessuale/amichevole con lei, e non ritengo che sia una situazione adatta e agevole. Non è necessario, invece, mantenere dei confini riguardanti solo la sfera dottore-paziente?>>

Viste le premesse mie e della Collega, una risposta secca a questo suo dubbio, per quanto mi riguarda è che sì, i confini andrebbero mantenuti e comprensibilmente ora Lei si trova in una situazione contradditoria e disagevole.

Saluti.

[#9]
Utente
Utente
Gentili Dr.ssa Scalco e Dr.ssa Pileci,

non voglio sembrare giustificazionista, ma, sulla base di quanto ho detto, non siamo sicuri che la terapeuta abbia palesato un interesse verso di me, la mia era solo un'ipotesi. Quindi, se non fosse "attratta", non capirei il suo obbligo di inviarmi da un altro/altra collega. Io sono stato corrisposto nel grande affetto, non le ho mai fatto una dichiarazione d'amore! Non credete?

Passiamo a me. Non so ancora quando finirò, ma credo nei prossimi mesi (le ferie l'ha già passate). Tuttavia, alla luce di quanto mi state dicendo, potrei prendere in considerazione l'idea di interrompere la terapia a breve. Non credo che sia salutare indugiare ancora di più, in queste dinamiche. Mi pare di intuire, che perfino una relazione extra-terapeutica possa essere erronea. O sbaglio? Preciso che la mia storia è vera, non mi sono inventato nulla.

Distinti Saluti.
[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

sulla base di quanto Lei stesso ha scritto sopra, cioè:

"mi ha corrisposto i sentimenti, DICENDOMI che è molto affezionata a me."

"mi SPIEGO' di sentire una specie di sensualità in questo gesto, poiché mi abbracciava per aiutarmi a diventare un adulto"

"mi DISSE una volta di provare ad andare da un collega uomo, così per provare"

" Un altro dubbio riguarda invece una possibile frequentazione (io e lei) post-terapia. E' D'ACCORDO che potremo vederci. Pensavo di aver intaccato il nostro rapporto, ma mi ha DETTO che invece possiamo proseguire, pur ACCETTANDO di rivederci."

"La mia terapeuta HA DETTO che possiamo andare avanti comunque, pur avendo ACCETTATO la mia proposta di uscire insieme. "

Lei qui non parla di ipotesi, ma di chiare ed inequivocabili affermazioni a Suo dire fatte da una professionista. Dove le vede le ipotesi? Lei ha riportato ciò che a Suo dire ha affermato la Sua psicoterapeuta.

Tutti questi comportamenti non sono assolutamente contemplati in una psicoterapia e sono degni di biasimo e di censura.

In una psicoterapia la RESPONSABILITA' di quanto accade è del terapeuta che ha il dovere di gestire queste dinamiche o di inviare altrove se la relazione è compromessa, qualunque sia la ragione.

Quindi, mi perdoni, ma sinceramente faccio molta fatica a credere che una psicoterapeuta, anche se giovane (che non è la Sua, almeno da quanto emerge dalle Sue affermazioni) ed inesperta abbia non dico gestito male una dinamica relazionale, ma abbia addirittura pronunciato affermazioni come quelle che Le ho riportato sopra.

Le dirò di più. Nella mia esperienza ho visto che la maggior parte degli psicoterapeuti, anche di quelli in formazione e senza esperienza alcuna, ha semmai una grande difficoltà ad essere più flessibile. Noi psicoterapeuti inoltre siamo allenati sia ad intercettare tali dinamiche sia a gestirle e francamente mi sembrerebbero errori tecnici talmente grossolani e francamente stupidi che non riesco proprio a credere che possa esistere una collega, per di più anziana e non alle prime armi, che riesca a commettere tali sciocchezze.

So però che ci sono diversi film che trattano tali agiti tra psicoterapeuti e pazienti. Ma sappiamo bene che i film o i bei romanzi sono fatti per essere visti e letti, dopo aver generato nello spettatore o nel lettore forti emozioni per le quali valeva la pena pagare il biglietto o il libro.

Cordiali saluti,
[#11]
Utente
Utente
Creda a quello che vuole. Se è così certa che io abbia detto sciocchezze, allora sarò contento di aver vissuto in una fiaba con orchi e maghi. Non penso nemmeno di aver enfatizzato la questione. Ad ogni modo, Io, la mia decisione l'ho presa; abbandonerò la terapia, visto che le cose stanno così, sia qui che lì.

A risentirci.
[#12]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Io credo a quello che vedo.
Qui vedo una serie di affermazioni fatte da Lei ed attribuite ad una Collega.
E si tratta di affermazioni molto gravi e pesanti.
Poi Lei ritratta e dice che quelle non sono più affermazioni ma ipotesi. Delle due l'una.
Poi vedo tutti i giorni nel mio lavoro Colleghi seri e professionali e quello che Lei descrive è decisamente fuori dal mondo.

Lei ci fornisce una versione traballante e contraddittoria; noi Lei abbiamo risposto nel merito con il nostro Codice Deontologico, cui ci atteniamo sempre.

Cordiali saluti,

[#13]
Utente
Utente
Salve,
è da più di un mese che ho lasciato la terapia con questa terapeuta. Mi sento a mio agio e non poco. Però tenevo a scrivere un post qui, sebbene il tempo passato. Non è per "costringere" qualcuno a crederci o per "sistemare le cose a modo mio", soltanto che mi accorsi che non avevo scritto bene qualcosa; a me sta bene quello che sto per scrivere. I sentimenti che mi corrispose ... forse non era ben chiaro, ma si intendeva il semplice umano affetto. La "sensualità" negli abbracci ... è un termine un po' forzato confesso, ma solo per rimarcare l'esclusiva di questo trattamento nei miei confronti, non perché provasse una sensualità genuina. E poi gli "appuntamenti" al di fuori, come li chiama lei, non debbono per forza essere "amorosi". Al di la di questo, non l'ho più contattata né incontrata da tempo e non lo farò più. Ho aspettato un bel po', per vedere che effetto facesse il tutto su di me.

Saluti.
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