Depressione?

Sono uno studente universitario di 20 anni. Da otto anni circa sono afflitto da una sorta di malessere continuo, con rarissimi e brevissimi momenti di tregua quando le cose sembravano andare un po' meglio. In sostanza, non riesco a dare senso a nulla in assoluto, per cui mi risulta assolutamente indifferente vivere, al punto in cui vagheggio riguardo al suicidio pur consapevole che non lo farò mai, per il semplice motivo che mi è completamente indifferente vivere come non essere vivo. Quello che provo è piuttosto un desiderio vago che nulla fosse mai esistito. Non riesco a dare un perché a nulla e questo mi porta all'inattività completa, eccezion fatta per lo studio. Tuttavia, pur apprezzando lo studio della filosofia, che ho amato dal primo istante in cui la conobbi al liceo - e il cui studio in questo primo anno di università ha fruttato ottimi voti -, non riesco a trovare senso nemmeno nel mio impiegare il tempo in tale maniera. Vivo da otto anni con la convinzione irremovibile che tutto sia completamente gratuito. Sporadicamente, però, mi trovo in uno stato d'animo in cui provo qualcosa: una profonda tristezza mista per la mia condizione di persona sola (non si fa per dire; le uniche persone con cui interagisco sono i miei genitori, non ho amici o tipi di rapporti sociali più o meno profondi) che passa le giornate a non fare assolutamente niente fuorché stare al PC fissando lo schermo e senza fare nulla. Questa sofferenza per la mia solitudine - di persona che purtuttavia ha cercato di socializzare in qualsiasi ambiente fosse possibile fare nuove conoscenze - è di solito mista a un senso di disgusto molto vago che non so bene a cosa sia indirizzato. Ogni tanto si rivolge alla gente che ho intorno, altre volte (molto più spesso) a me stesso, che trovo pieno di difetti e con poche qualità. Dicevo che ho spesso provato a fare nuove conoscenze; eppure, nonostante io abbia un carattere non esattamente detestabile e nonostante mie insistenze per trovarmi con persone appena conosciute eccetera, sembra che io interessi ben poco a chiunque io conosca, al punto tale da non essere mai più contattato da nessuno, salvo per eventuali favori che non nego mai. Questo vale anche per persone che conosco da più anni, che non si fanno mai vive con me anche se magari esiste una sorta di rapporto. Tutto questo contribuisce a farmi sentire decisamente trascurato dal mondo, e ogni tanto a farmi sentire una persona evidentemente disgustosa, senza farmi però capire che cosa in me non vada, quasi fossi un diavolo senza possibilità di redenzione.
Ho contattato di recente una psicologa con cui probabilmente inizierò una serie di sedute, ma senza nessuna aspettativa al riguardo. Mi sento come condannato a vivere con questo malessere - del resto mi accompagna da quasi metà della mia vita -, malessere che non so nemmeno se abbia una classificazione psicologica, né so se sia qualcosa di serio.
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

sicuramente il fatto di non avere una vita sociale influisce molto sul Suo stato d'animo; coi genitori dice che <<interagisce>> ma non dice se con loro ha un rapporto buono o insoddisfacente.

Stabilire dei rapporti con altre persone può aiutare a sollevarsi un po', ma non devono esserci <<insistenze per trovarmi con persone appena conosciute>>.

All'inizio non deve aspettarsi di risultare subito interessante, ricercato o "salvato", ma semplicemente di avere l'eventuale possibilità di ritrovarsi con persone che hanno i Suoi stessi interessi; queste situazioni potrebbero come non potrebbero evolvere in amicizie.

Con la psicologa che ha contattato avrà senz'altro modo di approfondire questi argomenti.



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