Psicologia e interpretazione

Buongiorno,
vorrei porvi un quesito.

In ambito tecnico, ad esempio in campo ingegneristico, la progettazione di una struttura in calcestruzzo viene fatta da diversi tecnici nello stesso modo e porta agli stessi risultati.

In campo psicologico come avviene la diagnosi e l'eventuale trattamento?
E' un processo standardizzato come in ambito ingegneristico oppure dipende anche dallo psicologo?
Mi spiego meglio, nonostante due psicologi possano avere la stessa formazione universitaria, l'approccio al paziente e il trattamento psicologico sono obiettivi oppure è influenzato anche dalle convinzioni sociali, religiose, dalle emozioni dello stesso psicologo?

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente premettendo che questo è un servizio di consulenza clinica e non di informazione culturale proverò a risponderle.
nonostante possano esservi diferenze e discordanze inevitabili il fine di una diagnosi psicologica e psicopatologica è quello di raggiongere una maggiore oggettività possibile. Su questo tutti sono concordi, nessuno accetta (a meno che non si sia in disaccordo sulla presenza o meno di una patologia -è questo avviente in tutti i campi medici-) che ci possano essere diverse attribuzioni diagnostiche che cambiano secondo teoria,
diversa invece e l'interpretazione sull'attribuzione causale di una psicopatologia.
Quest'ultima cabia in base alla teoria. Tutti i clinici pososno essere d'accordo sulla diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo, ad esempio, non tutti sulle cause di questo.
legga intanto questo articolo che contribuirà a rispondere alla sua domanda
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4600-la-psicologia-e-una-scienza-debole.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
le riporto parti dell'art. 4 e dell'art. 26 del Codice Deontologico degli Psicologi in cui credo si risponde in parte alla sua ultima domanda:

Articolo 4 Nell'esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all'autodeterminazione ed all'autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall'imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi....

Articolo 26 Lo psicologo si astiene dall'intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o conflitti personali, interferendo con l'efficacia delle sue prestazioni, le rendano inadeguate o dannose alle persone cui sono rivolte....

I trattamenti psicologici invece possono differire in quanto a tecniche, a motivo dei diversi approcci terapeutici utilizzati.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>E' un processo standardizzato come in ambito ingegneristico oppure dipende anche dallo psicologo?<<
oltre alle corrette indicazioni dei Colleghi sarebbe il caso, a mio avviso, di riflettere sulla sua domanda e quindi sul suo bisogno di paragonare la complessità psicologica con la tecnica ingegneristica.

Come nasce secondo lei questo bisogno di "oggettivare" il suo vissuto psicologico?





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
Utente
Utente
Dr. Giuseppe,

io ho frequentato una facoltà ingegneristica e per me la realtà è sempre stata deterministica secondo il concetto di causa-effetto.
Poi spinto dalla curiosità ho approfondito la fisica e mi sono interessato alla meccanica quantistica.
A questo punto la mia idea di realtà ha iniziato a vacillare.
La realtà non è meccanicistica, cioè non funziona come un meccanismo.
Ma è probabilistica. L'idea quindi di una realtà non determinabile a priori mi ha affascinato.
Non è possibile determinare cosa accadrà di concreto seppure conosciamo tutte le variabili in gioco.
Mi è piaciuta la frase di Einstein: "Dio non gioca a dadi. Evidentemente ci sono delle variabili nascoste che adesso non conosciamo".
Lo stesso Einstein non accettava l'idea del caso, di una natura composta da entità che sembravano avere comportamenti del tutto casuali.

Mi sono interessato anche di psicologia, leggendo Freud e Jung.
Leggendo Freud ho avuto come l'impressione che la realtà psicologica che descriveva era molto simile a un meccanismo della fisica classica (causa-effetto).
Mentre Jung mi ha dato l'impressione di percepire la realtà psicologica attraverso la parte emotiva.

Il mio bisogno di "oggettivare" probabilmente è dovuto al fatto di cercare delle risposte utilizzando il metodo meccanicistico della fisica classica.
Ma siccome inizio a pensare che non sia possibile continuare su questa strada,
ne sto valutando altre.
[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Comprendo e apprezzo i suoi interessanti spunti di riflessione, ma questo portale nasce con l'intento di orientare l'Utenza su problematiche e disagi (emotivi, relazionali ecc.), nonché psicopatologie.

Lei pensa di avere una determinata problematica o disagio?










[#6]
Utente
Utente
Dr. Giuseppe,

in un'altra discussione ho parlato che vorrei avere una relazione sentimentale.
E mi sento attratto da donne oggettivamente molto belle, mentre non riesco a provare nessun interesse per donne nella norma o poco piacenti.

In una risposta mi è stato detto che la bellezza oggettiva non esiste.
Secondo il mio parere esiste.
E anche da studi scientifici è emerso che la bellezza oggettiva esiste.
Questo lo si è visto perché più persone consideravano attraente ad esempio un viso e un corpo rispetto ad un altro.
Presumo che anche in psicologia si sia fatta un pò di statistica a livello elementare e si conosca il concetto di curva Gaussiana.

In un altro intervento mi è stato detto che la capacità o meno di instaurare relazioni dipenda esclusivamente dalla psicologia dell'individuo.
Quindi concetti come bellezza o status sociale, non dovrebbero influenzare sulla vita sentimentale di una persona.

Il mio parere è che non è vero sia il concetto che tutto dipenda dalla psicologia dell'individuo e nemmeno che tutto dipenda da caratteristiche esterne quali l'aspetto fisico e lo status sociale (o altri fattori esterni),

Dalla mia esperienza non posso affermare che l'attrazione dipenda solo da bellezza o status...ma nemmeno solo dal lato psicologico.

Ho come l'impressione, leggendo molti interventi da parte degli psicologi di un amalgamarsi di proprie impressioni, stati emotivi, vissuti personali che si fondono
con la psicologia ufficialmente accettata.

Se il mio "problema" è quello di essere attratto da donne esteticamente molto belle e non riuscire ad avere una relazione con una di esse (con bellezza oggettiva, credo di essermi espresso su cosa intendo, non vorrei trovarmi a discutere di filosofia e relatività), dovrei rivolgermi ad uno psicologo che cercherebbe di valutare in modo obiettivo cosa fa si che non ottenga una relazione con una donna oggettivamente bella?

E nel caso la risposta fosse affermativa (a sentire gli psicologi, ogni problema avrebbe bisogno di un consulto psicologico) chi mi assicura che il trattamento psicologico gioverebbe all'obiettivo che mi sono prefisso?
Magari lo psicologo cercherebbe di trovare una sintomatologia per curarla.
Ritenendo che il fatto che una persona non abbia relazioni sentimentali sia dovuto a qualche trauma ad esempio, alla mancanza di autostima, a credi religiosi, a patologie fisiche, ecc...
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>..dovrei rivolgermi ad uno psicologo che cercherebbe di valutare in modo obiettivo cosa fa si che non ottenga una relazione con una donna oggettivamente bella?<<
probabilmente la sua "selezione" è legata ad un meccanismo di difesa.
Ha mai avuto rapporti sessuali completi o relazioni significative stabili?

>>Magari lo psicologo cercherebbe di trovare una sintomatologia per curarla.<<
lo psicologo non cerca psicopatologie dove non ci sono. Se lei prova disagio significa che il suo caso merita un intervento specialistico (non necessariamente di psicoterapia), ma questo non significa che lei abbia chissà quale patologia. Però da qui non possiamo saperlo perché non si possono fare le diagnosi on-line, emerge comunque una certa "rigidità" nella sua richiesta che andrebbe valutata e questo indipendentemente dalla sua difficoltà con l'altro sesso.

Le coppie si formano per diversi motivi, la maggior parte dei quali inconsci e non "operazionalizzabili", esiste una bellezza oggettiva e una soggettiva, non solo estetica, ma anche caratteriale, comportamentale ecc. gli atteggiamenti, il modo di parlare, l'intonazione della voce, le espressioni facciali ecc. sono queste alcune caratteristiche che rendono interessante una persona sotto diversi punti di vista.

Il fatto che lei sia attratto da una certa tipologia di donne (belle o brutte non fa differenza) può essere un disagio nella misura in cui le impedisce di avere una serenità nello stare con l'altro.







[#8]
Utente
Utente
Dott. Giuseppe,

no. Non ho mai avuto rapporti sessuali o relazioni sentimentali.
Non per scelta mia.
Ma semplicemente perché le donne con cui avrei voluto avere rapporti sessuali o relazioni sentimentali non hanno voluto.
Altra considerazione. Farei anche sesso con donne che non mi piacciono particolarmente a livello fisico. Ma non vorrei relazioni con donne che esteticamente non mi piacciono. Perché non sento l'esigenza di avere una relazione a qualsiasi condizione.

Per quanto riguarda lo scegliere. Io non posso scegliere razionalmente chi mi piace.
La mia non è una selezione.
Non scelgo io da chi essere attratto.

Si potrebbe anche approfondire perché mi piacciono le donne "oggettivamente belle".
Ma mi sono accorto che quelle che piacciono a me, piacciono a un gran numero di uomini. Quindi quelle donne sono, per particolari caratteristiche, attraenti per molti uomini. E non voglio scomodare l'antropologia per spiegare il motivo per il quale sono attraenti.

"Il fatto che lei sia attratto da una certa tipologia di donne (belle o brutte non fa differenza) può essere un disagio nella misura in cui le impedisce di avere una serenità nello stare con l'altro."

Concordo.



[#9]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>La mia non è una selezione. Non scelgo io da chi essere attratto.<<
è vero che lei è attratto da una certa tipologia di donna, ma in definitiva è Lei a fare le sue scelte, ossia a continuare ad essere rifiutato da quelle che lei definisce "donne oggettivamente belle".

>>Ma mi sono accorto che quelle che piacciono a me, piacciono a un gran numero di uomini. Quindi quelle donne sono, per particolari caratteristiche, attraenti per molti uomini.<<
su questo non ci piove e non serve scomodare l'antropologia.

>>Ma semplicemente perché le donne con cui avrei voluto avere rapporti sessuali o relazioni sentimentali non hanno voluto.<<
Le faccio qualche domanda sulle quali la invito semplicemente a riflettere, non deve necessariamente rispondere subito:
come si sentirebbe se invece dell'ennesimo rifiuto ricevesse un consenso?
Si sentirebbe a suo agio?
Lei cerca le donne che la rifiutano perché teme un confronto con quelle potenzialmente più "accessibili", che magari le dicono di si?
Quali potrebbero essere secondo lei le possibili vie di uscita da questo impasse?






[#10]
Utente
Utente
Dr. Giuseppe,

"è vero che lei è attratto da una certa tipologia di donna, ma in definitiva è Lei a fare le sue scelte, ossia a continuare ad essere rifiutato da quelle che lei definisce "donne oggettivamente belle".

Beh...l'alternativa è, non corteggiarle e quindi non ricevere picche.
Posso anche non corteggiare nessuna bella donna.
Così non riceverò più rifiuti.
Fin qui non ci piove.

"come si sentirebbe se invece dell'ennesimo rifiuto ricevesse un consenso?
Si sentirebbe a suo agio?"

Direi proprio di sì.

"Lei cerca le donne che la rifiutano perché teme un confronto con quelle potenzialmente più "accessibili", che magari le dicono di si?"

Una più "accessibile" mi ha invitato a cena qualche anno fa.
Sono uscito di malavoglia maledicendomi di non aver declinato l'invito con una scusa.
Poi, intanto che ero al bagno ha pagato pure la cena.
E alla fine della serata ci ha pure provato.
Se fosse stata una che mi piaceva davvero...avrei apprezzato il gesto.
Invece, siccome non mi piaceva minimamente me la sono data a gambe levate.