Rottura relazione

Buona sera
In sintesi:1mese fa la mia ormai ex ha deciso di chiudere la nostra storia a distanza. Questa relazione è iniziata dopo una mia storia precedente di 7 anni. Ho continuato a pensare alla prima ragazza con un po' di rammarico nonostante frequentassi a distanza la nuova, ma le cose con quest'ultima stavano prendendo una buona direzione. Lei bellissima e brillante, intesa intima perfetta (quello che funzionava meglio e cosa che prima mancava), qualche piccolo screzio dovuto a caratteri differenti ma tutto sommato le cose progredivano. Ci riuscivamo a vedere una volta al mese, finchè ho dovuto espatriare in Germania per lavoro. Qui sono cominciati i problemi. Lei stava lavorando al suo progetto di tesi che avrebbe dovuto terminare in quattro mesi. Una volta sbarcato nel nuovo paese, in cui conoscevo solo un paio di persone ma non la lingua, i contatti con lei si son fatti difficoltosi: non aveva, per sua stessa ammissione, la possibilità di dare il massimo al rapporto e non aveva molto tempo per essere presente. Del tutto esclusi gli incontri. Io mi son sentito trascurato, e dopo un litigio causato dal fatto che avevo notificato il disagio (lei: "non mi capisci") promisi che avrei lasciato spazio. Così mi defilai, sopportando risposte monodillabiche e tardive ai miei messaggi e uno scarso uso del pc per vedersi. Ovviamente non ero molto soddisfatto della situazione ma feci il possibile per aiutare. Lei si chiuse letteralmente in casa e diceva sempre di non aver tempo perchè totalmente assorbita e paurosa del lavoro. A volte forse il malumore è emerso, ero un po' frustrato...ma sono certo non in maniera violenta: lei però vedeva vittimismi e provocazioni nelle mie manifestazioni di disagio o richieste di attenzioni, vedeva frecciatine in molte occasioni e non tollerava le mie spiegazioni razionali delle cose, nè leggere messaggi esplicativi troppo lunghi, bollandomi da ansiogeno, in un contesto in cui spesso il dialogo era rifiutato. Durante un suo weekend di pausa chiesi un po' triste come mai non mi cercasse per comunicare nonostante fosse libera, e anche qui lei mi diede dell'orgoglioso e della vittima ("chiedimelo tu!"). Mi diceva che ero insicuro, certo sentendola distaccata ho temuto per il rapporto (ho scritto anche io tesi e pur rispettando non capivo fino in fondo forse), e che questa insicurezza mi portava al vittimismo. Qualche tempo dopo dovetti tornare al suo paese di corsa per recuperare la situazione, dopo che lei mi aveva espresso dubbi sul rapporto. Sembrava tutto ok, dopo la laurea le cose iniziavano ad andare abbastanza bene, ma dopo 2 mesi ci son stati dei litigi (scemi) e mi ha lasciato recuperando i malumori dei primi mesi, dicendo che si è allontanata a causa mia. Lei ha 1 altro ora, ma ha addossato a me le responsabilità: mi sento in colpa e credo di aver rovinato tutto con atteggiamenti immaturi, anche se quando si bisticciava non mi parevo irragionevole. Temo di aver perso la donna della mia vita. Cos'ho che non va?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
"Cos'ho che non va?"

La domanda da farsi sarebbe: "Cosa è successo?"

Inutili le auto-colpevolizzazioni che la Sua domanda contiene, se non si capisce cosa è veramente successo.
Cosa Le avrà rimproverato la sua ex ragazza?
Il rapporto era così deteriorato da averLa rimpiazzato dopo poco?
La "donna della mia vita"? era subentrata dopo la conclusione di una Sua storia lunga precedente.

Leggendo nuovamente la sua mail osservo molti elementi problematici fin dall'inizio.

Forse deve solo elaborare il lutto dell'essere stato "scaricato". E' dura ma ce la può fare, soprattutto se non idealizza.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Grazie per la tempestiva risposta. In definitiva credo che la presenza dell'altro sia stata la causa della rottura avvenuta per telefono e nel giro di tre giorni, dopo che lei mi aveva detto di pensare a un futuro con me fino a pochi giorni prima (parlava addirittura di prole!).

A grandi linee, lei sostiene comunque di essersi allontanata dal rapporto per atteggiamenti che io avrei tenuto durante la relazione, specialmente durante il periodo in cui la comunicazione era scadente e accumulando per poi esplodere: diceva che la provocavo, che cercavo conferme da lei mettendole ansia (ma sosteneva anche di sentirsi rilassata con me, e che le trasmettevo sicurezza e concretezza), che non ero sincero nel mio supporto perchè in verità soffrivo la situazione, perchè magari dicevo frasi del tipo "la situazione è questa e la accetto, certo non mi aspettaavo tanti problemi", o che sbagliavo modo di porre i problemi (anche se devo dire che la maggior parte delle comunicazioni avveniva via chat). Non tollerava la mia prolissità nei messaggi di spiegazione scritti per ovviare ai malintesi, anche perchè lei si fida del suo naso più che delle spiegazioni razionali che cercavo di darle. Avrebbe voluto qualcuno di più sicuro che la mandasse a quel paese quando era di malumore per sentirsi una volta ristabilità la normalità (parole sue). Mi ha rimproverato molto aspramente (eufemismo) poi un'uscita che ebbi durante un incontro di persona: le chiesi come mai non avesse voglia di intimità l'ultima notte che stavamo insieme dato che ci saremmo rivisti due mesi e mezzo dopo. Tra l'altro, a riguardo, spesso mi raccontava particolari molto molto intimi delle sue vite sessuali precedenti (non richiesti), quindi la differenza mi aveva allarmato.

Ora mi sto mettendo in discussione in tutto: se i miei bisogni non fossero stati adulti? Se avessi veramente agito in modo infantile con stupide provocazioni data la frustrazione? è quello che al momento non riesco a perdonarmi e mi fa sentire inadeguato...