Rapporto con l'analista. Parere sulla psicanalisi
Salve a tutti,
Vorrei porvi un dubbio per avere dei vostri pareri a riguardo.
Nella cosiddetta pratica dello "scavare nell'inconscio" quanto è controproducente il fatto che il mio psicanalista non mi lascia dargli del tu?
Lui afferma che io, essendo insicuro, non posso ancorarmi a lui dandogli del tu e dopo mesi io sono costretto a dargli del lei.
Mi esprimo bene, mi lascio andare ma non so se questo suo modo di affrontare l'analisi sia producente.
Ho gli attacchi di panico alla guida nelle gallerie e nei viadotti e ogni volta per lui è tutta una metafora, lui afferma che quella è la mia paura di non avere vie di fuga nell'affrontare la vita.
Dove inizia la fantasia e dove finisce la cura?
Vorrei porvi un dubbio per avere dei vostri pareri a riguardo.
Nella cosiddetta pratica dello "scavare nell'inconscio" quanto è controproducente il fatto che il mio psicanalista non mi lascia dargli del tu?
Lui afferma che io, essendo insicuro, non posso ancorarmi a lui dandogli del tu e dopo mesi io sono costretto a dargli del lei.
Mi esprimo bene, mi lascio andare ma non so se questo suo modo di affrontare l'analisi sia producente.
Ho gli attacchi di panico alla guida nelle gallerie e nei viadotti e ogni volta per lui è tutta una metafora, lui afferma che quella è la mia paura di non avere vie di fuga nell'affrontare la vita.
Dove inizia la fantasia e dove finisce la cura?
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
il "tu" è un'espressione confidenziale, solitamente riservata alle persone più care, che non è opportuno adottare nell'ambito di un rapporto professionale così particolare come quello psicoterapeutico.
Per quanto riguarda la domanda <<Dove inizia la fantasia e dove finisce la cura?>>, nessuno meglio di chi La segue può rispondere dato che, al contrario di noi, è in possesso di tutti gli elementi per poterlo fare.
il "tu" è un'espressione confidenziale, solitamente riservata alle persone più care, che non è opportuno adottare nell'ambito di un rapporto professionale così particolare come quello psicoterapeutico.
Per quanto riguarda la domanda <<Dove inizia la fantasia e dove finisce la cura?>>, nessuno meglio di chi La segue può rispondere dato che, al contrario di noi, è in possesso di tutti gli elementi per poterlo fare.
[#2]
Gentile Utente,
per Lei è un problema usare il "lei" in terapia. Posso chiedere come mai?
In genere se la relazione terapeutica è buona il lei è come il tu e per il pz. va bene.
Di solito io uso il tu solo con le coppie per evitare confusione (lei è la signora oppure mi rivolgo con il "lei" a uno dei due?).
Però l'aspetto peculiare della Sua richiesta e che francamente mi lascia perplessa è ciò che asserisce a proposito della cura: gli attacchi di panico sono attacchi di panico e non vi è alcuna metafora in tutto ciò. Debbono essere curati, non interpretati.
Il pa. deve imparare a superare le proprie difficoltà operativamente.
Tenga presente che per quel tipo di problematiche ci sono approcci decisamente più indicati (es. terapia cognitivo-comportamentale).
Saluti,
per Lei è un problema usare il "lei" in terapia. Posso chiedere come mai?
In genere se la relazione terapeutica è buona il lei è come il tu e per il pz. va bene.
Di solito io uso il tu solo con le coppie per evitare confusione (lei è la signora oppure mi rivolgo con il "lei" a uno dei due?).
Però l'aspetto peculiare della Sua richiesta e che francamente mi lascia perplessa è ciò che asserisce a proposito della cura: gli attacchi di panico sono attacchi di panico e non vi è alcuna metafora in tutto ciò. Debbono essere curati, non interpretati.
Il pa. deve imparare a superare le proprie difficoltà operativamente.
Tenga presente che per quel tipo di problematiche ci sono approcci decisamente più indicati (es. terapia cognitivo-comportamentale).
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.9k visite dal 11/07/2014.
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