sensazioni di anaffettività
Salve,
vorrei esporre un pensiero (un insieme di pensieri) che mi si presentano sempre più frequentemente da quasi 1 anno.
Quello che principalmente sento: non provo più emozioni, non le sento, non le vivo. Ho disinteresse per gli esseri umani in genere. Da parte mia c'è formalità, sorrisi di cortesia ma in realtà un profondo disinteresse per le persone. Le persone le vivo solo dentro di me, come se fossero tanti pezzi qua e là, tutti dentro di me e li vivo con nostalgia e tristezza (fino a sfiorare la fantasia, cioè sentire nostalgia anche per cose mai accadute). Basta, le vivo così dentro di me. Ma dal vivo, nella realtà, sono disinteressata e anaffettiva.
Non ho voglia di fare gli auguri nelle varie occasioni,non ho voglia di compagnia (ma allo stesso tempo la solitudine mi angoscia in modo profondo), non ho voglia di dimostrazioni affettive (né dare né ricevere, ma soprattutto dare), e da qualche mese mi sono accorta che non voglio essere madre.
Su quest'ultimo punto vi spiego meglio i miei pensieri. Se diventassi mamma temo che sarei disinteressata e che non darei a mio figlio l'affetto che si merita.Non avrei voglia. So già che potrei scaricare su di lui pezzi di me (angosce, paure, manie di perfezionismo, aspettative, intolleranza e impazienza, manipolazione) ma soprattutto ho paura di perderne il controllo, nel senso proprio di controllo. Diciamo che sono poche le attività per cui starei sveglia la notte e mi sacrificherei (come già faccio): lo studio. amo studiare in modo famelico, come se non ci fosse altro nel mondo di più puro e meraviglioso. La conoscenza in genere anche: viaggiare, le lingue e così via.
Tuttavia mi sono accorta che se penso all'idea di diventare mamma adottiva, allora i miei pensieri si capovolgono. Solo con un figlio adottivo penso che potrei dare il meglio di me e che sarei una buona madre. Ma non se il figlio fosse mio. Solo l'idea che provenga da me mi mette angoscia e istinto di fuga.
Anche il mio fidanzato, che dice sempre di amarmi, si è accorto che nell'ultimo anno sono distaccata, fredda nelle dimostrazioni, disinteressata. Mi ha definita "felina".
In realtà nascondo bene queste cose, perché molte persone mi definiscono "dolce e buona". Ma non sanno che mentre me lo dicono, io non sto provando niente, anzi, forse solo irritazione perché penso che dietro quei complimenti ci possa essere approfitto e tentativo di manipolazione.
Siccome questo quadro di me mi preoccupa un po', vorrei poter capire da cosa hanno origine tutti questi pensieri che sanno di misantropia. Secondo voi, è reversibile,è migliorabile?
Grazie
vorrei esporre un pensiero (un insieme di pensieri) che mi si presentano sempre più frequentemente da quasi 1 anno.
Quello che principalmente sento: non provo più emozioni, non le sento, non le vivo. Ho disinteresse per gli esseri umani in genere. Da parte mia c'è formalità, sorrisi di cortesia ma in realtà un profondo disinteresse per le persone. Le persone le vivo solo dentro di me, come se fossero tanti pezzi qua e là, tutti dentro di me e li vivo con nostalgia e tristezza (fino a sfiorare la fantasia, cioè sentire nostalgia anche per cose mai accadute). Basta, le vivo così dentro di me. Ma dal vivo, nella realtà, sono disinteressata e anaffettiva.
Non ho voglia di fare gli auguri nelle varie occasioni,non ho voglia di compagnia (ma allo stesso tempo la solitudine mi angoscia in modo profondo), non ho voglia di dimostrazioni affettive (né dare né ricevere, ma soprattutto dare), e da qualche mese mi sono accorta che non voglio essere madre.
Su quest'ultimo punto vi spiego meglio i miei pensieri. Se diventassi mamma temo che sarei disinteressata e che non darei a mio figlio l'affetto che si merita.Non avrei voglia. So già che potrei scaricare su di lui pezzi di me (angosce, paure, manie di perfezionismo, aspettative, intolleranza e impazienza, manipolazione) ma soprattutto ho paura di perderne il controllo, nel senso proprio di controllo. Diciamo che sono poche le attività per cui starei sveglia la notte e mi sacrificherei (come già faccio): lo studio. amo studiare in modo famelico, come se non ci fosse altro nel mondo di più puro e meraviglioso. La conoscenza in genere anche: viaggiare, le lingue e così via.
Tuttavia mi sono accorta che se penso all'idea di diventare mamma adottiva, allora i miei pensieri si capovolgono. Solo con un figlio adottivo penso che potrei dare il meglio di me e che sarei una buona madre. Ma non se il figlio fosse mio. Solo l'idea che provenga da me mi mette angoscia e istinto di fuga.
Anche il mio fidanzato, che dice sempre di amarmi, si è accorto che nell'ultimo anno sono distaccata, fredda nelle dimostrazioni, disinteressata. Mi ha definita "felina".
In realtà nascondo bene queste cose, perché molte persone mi definiscono "dolce e buona". Ma non sanno che mentre me lo dicono, io non sto provando niente, anzi, forse solo irritazione perché penso che dietro quei complimenti ci possa essere approfitto e tentativo di manipolazione.
Siccome questo quadro di me mi preoccupa un po', vorrei poter capire da cosa hanno origine tutti questi pensieri che sanno di misantropia. Secondo voi, è reversibile,è migliorabile?
Grazie
[#1]
gentile utente,
dovrebbe cortesemente fornirci qualche informazione in più su di lei e sul suo stato generale in termini psicologici.
Com'è il suo umore durante il giorno? Quali sono le sue attività? Com'è il rapporto con il suo partner? Lei è innamorata?
Dice che questi "pensieri" si presentano da circa un anno, e prima che succedeva? Come stava lei?
Ha avuto in passato o più recentemente sintomi particolari? Com'è il rapporto con i suoi familiari?
Attendiamo.
Saluti
dovrebbe cortesemente fornirci qualche informazione in più su di lei e sul suo stato generale in termini psicologici.
Com'è il suo umore durante il giorno? Quali sono le sue attività? Com'è il rapporto con il suo partner? Lei è innamorata?
Dice che questi "pensieri" si presentano da circa un anno, e prima che succedeva? Come stava lei?
Ha avuto in passato o più recentemente sintomi particolari? Com'è il rapporto con i suoi familiari?
Attendiamo.
Saluti
Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it
[#2]
Ex utente
Salve dott.Raggi, grazie per la risposta tempestiva.
Dunque. Come stato d'animo piango tutti i giorni, più volte, come fosse diventata una cosa compulsiva, come se ormai mi fossi abituata a star male e questo malessere fa parte di me e mi tiene compagnia.
Circa due anni fa ho subito un po' di mobbing sul lavoro (per la prima volta dall'età di 19), poi sempre nel periodo successivo qualche delusione negli incontri che ho fatto (pseudoamicizie). Questa cosa mi ha portato a ritirarmi dal mondo del lavoro, anche perché lavorare significa avere a che fare con gli altri quindi ho capito che non posso avere il controllo di tutto ciò che mi succede, perché anche gli altri possono influenzare la mia vita, e quindi anche il mio benessere. Se sul lavoro ci sono "vipere", nessuno lavora bene ed è difficile dare il meglio di sé.
Durante il giorno o anche durante la settimana ho frequenti sbalzi d'umore principalmente perché sono in ritardo in molte cose (cioè non mi sento molto realizzata, anche se mi impegno in qualche attività che per me è importante).
In generale se il rapporto con l'altro lo sento puro autentico e libero nel senso di poter esprimere al massimo me stessa allora va bene; altrimenti l'altro "qualunque" lo sento una palla al piede, un limite. Ci deve essere fusione con il prossimo per poter vivere bene un rapporto, altrimenti non ha senso.
Fino a poco tempo fa, l'amore lo vivevo in modo normale, provavo emozioni. Da quando mi sento così, ora non so più neanche se amo o se sono in grado di amare. Quindi non so rispondere "si lo amo" perché mi sento distaccata emotivamente, ma neanche "no non lo amo" perché credo che non sarebbe vero.
Tuttavia con lui mi sento "fusa" e unita, posso parlare, piangere, ridere, dire quello che penso, sfogarmi,quindi con lui sto bene.
Tra le mie attività c'è lo studio (che ho ripreso dopo un lungo periodo di pausa), un po' di yoga. Inoltre aiuto mia madre a svolgere certe commissioni ( è vedova e lavora full time, quindi ha poco tempo).
Grazie
Dunque. Come stato d'animo piango tutti i giorni, più volte, come fosse diventata una cosa compulsiva, come se ormai mi fossi abituata a star male e questo malessere fa parte di me e mi tiene compagnia.
Circa due anni fa ho subito un po' di mobbing sul lavoro (per la prima volta dall'età di 19), poi sempre nel periodo successivo qualche delusione negli incontri che ho fatto (pseudoamicizie). Questa cosa mi ha portato a ritirarmi dal mondo del lavoro, anche perché lavorare significa avere a che fare con gli altri quindi ho capito che non posso avere il controllo di tutto ciò che mi succede, perché anche gli altri possono influenzare la mia vita, e quindi anche il mio benessere. Se sul lavoro ci sono "vipere", nessuno lavora bene ed è difficile dare il meglio di sé.
Durante il giorno o anche durante la settimana ho frequenti sbalzi d'umore principalmente perché sono in ritardo in molte cose (cioè non mi sento molto realizzata, anche se mi impegno in qualche attività che per me è importante).
In generale se il rapporto con l'altro lo sento puro autentico e libero nel senso di poter esprimere al massimo me stessa allora va bene; altrimenti l'altro "qualunque" lo sento una palla al piede, un limite. Ci deve essere fusione con il prossimo per poter vivere bene un rapporto, altrimenti non ha senso.
Fino a poco tempo fa, l'amore lo vivevo in modo normale, provavo emozioni. Da quando mi sento così, ora non so più neanche se amo o se sono in grado di amare. Quindi non so rispondere "si lo amo" perché mi sento distaccata emotivamente, ma neanche "no non lo amo" perché credo che non sarebbe vero.
Tuttavia con lui mi sento "fusa" e unita, posso parlare, piangere, ridere, dire quello che penso, sfogarmi,quindi con lui sto bene.
Tra le mie attività c'è lo studio (che ho ripreso dopo un lungo periodo di pausa), un po' di yoga. Inoltre aiuto mia madre a svolgere certe commissioni ( è vedova e lavora full time, quindi ha poco tempo).
Grazie
[#3]
Ex utente
Ho dimenticato di precisare che nella fascia di età 16-27 ero una persona socievole forse anche troppo, ho trascurato molto me stessa e i miei interessi per stare in compagnia degli amici. Andavo a ballare, ai compleanni, viaggiavo e lavoravo tranquillamente.
Da un paio di anni non mi sento più la stessa persona. Persino quando guardo vecchie foto faccio fatica a riconoscermi, mi sembra di vedere un'altra persona, una me che non ha niente a che vedere con la persona che sono ora.
Da un paio di anni non mi sento più la stessa persona. Persino quando guardo vecchie foto faccio fatica a riconoscermi, mi sembra di vedere un'altra persona, una me che non ha niente a che vedere con la persona che sono ora.
[#4]
Gentile Utente,
La problematica che lamenta oggi potrebbe correlate con le sue problematiche pregresse.
Le ha risolte?
Si è rivolta ad un nostro collega ?
Ha avuto una diagnosi ed cura?
La problematica che lamenta oggi potrebbe correlate con le sue problematiche pregresse.
Le ha risolte?
Si è rivolta ad un nostro collega ?
Ha avuto una diagnosi ed cura?
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Ex utente
Salve Dr. Randone. Sì, non molto tempo fa sono stata da una psicoterapeuta con la quale mi sono trovata sin da subito bene, ho sentito feeling e quindi ci sono andata molto volentieri per circa 8-9 volte. Poi per motivi economici, ho dovuto interrompere.
La dottoressa mi disse, se non ricordo male che c'era da parte mia un po' di pensiero paranoico ma non mi definì paranoica nel vero senso della parola; secondo lei nei confronti degli altri provavo "envie", nel senso di "mancanza" e non di invidia distruttiva.
Inoltre mi disse che secondo lei c'era (c'è) dentro di me una specie di bambina non cresciuta emotivamente, con la quale io non ho dialogo e che questa parte, per quanto fragile, pare vinca sempre. Aggiunse anche una sorta di pensiero narcisista.
Devo dire però che la psicoterapeuta non si sbilanciava molto, mi osservava e mi faceva soprattutto domande. Non mi sono mai sentita a disagio.
Non so se questa si può definire diagnosi. Io la presi come spunto di riflessione.
Aggiungo che l'orientamento terapeutico era gestaltico-relazionale.
Grazie
La dottoressa mi disse, se non ricordo male che c'era da parte mia un po' di pensiero paranoico ma non mi definì paranoica nel vero senso della parola; secondo lei nei confronti degli altri provavo "envie", nel senso di "mancanza" e non di invidia distruttiva.
Inoltre mi disse che secondo lei c'era (c'è) dentro di me una specie di bambina non cresciuta emotivamente, con la quale io non ho dialogo e che questa parte, per quanto fragile, pare vinca sempre. Aggiunse anche una sorta di pensiero narcisista.
Devo dire però che la psicoterapeuta non si sbilanciava molto, mi osservava e mi faceva soprattutto domande. Non mi sono mai sentita a disagio.
Non so se questa si può definire diagnosi. Io la presi come spunto di riflessione.
Aggiungo che l'orientamento terapeutico era gestaltico-relazionale.
Grazie
[#6]
Immagino che otto/nove sedute siano state veramente poche.
I nostri colleghi può trovarli anche in convenzione, presso le strutture pubbliche, altrimenti corre il rischio di mantenere in vita la problematica e di parcellizzarla chiedendo svariati consulti.
Il denominatore unico è la sua psiche, la sua struttura di personalità, il suo mondo interiore …..del quale dovrà occuparsi, con cura e competenza, un unico clinico.
I nostri colleghi può trovarli anche in convenzione, presso le strutture pubbliche, altrimenti corre il rischio di mantenere in vita la problematica e di parcellizzarla chiedendo svariati consulti.
Il denominatore unico è la sua psiche, la sua struttura di personalità, il suo mondo interiore …..del quale dovrà occuparsi, con cura e competenza, un unico clinico.
[#7]
Aggiungo a quanto suggerito dalla collega che forse la sua difficoltà nel provare emozioni, da ciò che lei racconta e dai pochissimi elementi che ci ha fornita, potrebbe essere collegata a un leggero disturbo dell'umore.
Nulla di preoccupante nel senso che in determinati periodi della vita può accadere di affrontare fasi "anedoniche", occorre però che segua un percorso di psicoterapia per far si che queste, che sono per ora solo spiacevoli sensazioni, non si strutturino.
Si prenda cura della sua psiche, è la cosa più importante che abbiamo!
Stia bene.
Nulla di preoccupante nel senso che in determinati periodi della vita può accadere di affrontare fasi "anedoniche", occorre però che segua un percorso di psicoterapia per far si che queste, che sono per ora solo spiacevoli sensazioni, non si strutturino.
Si prenda cura della sua psiche, è la cosa più importante che abbiamo!
Stia bene.
[#10]
Ex utente
Dott. Raggi, in effetti sono consapevole del mio disturbo dell'umore, non perché mi sono fatta un'autodiagnosi (anche se provo a fare introspezione) ma perché i cambiamenti d'umore li sento proprio arrivare, quindi si manifestano in modo fisiologico (senso di angoscia nello stomaco e tachicardia leggera). Infatti sono un po' preoccupata per il lavoro.
Di solito sto bene la mattina (che è la mia parte preferita della giornata), poi peggioro sempre nella fascia 15-18 , per poi stare molto meglio dopo le 19. Raramente (1-2 volte al mese) mi capita un po' di sonno interrotto. Questo quadro sintomatologico esiste da circa 1 anno pieno. Non vorrei prendere farmaci, preferirei qualche tisana oppure integratore. Lei sa consigliarmi qualcosa di efficace ma che non sia un farmaco?
Nel frattempo, terrò a mente l'idea di riprendere una terapia. Quella gestaltico-relazionale secondo lei va bene?
Grazie ancora
Di solito sto bene la mattina (che è la mia parte preferita della giornata), poi peggioro sempre nella fascia 15-18 , per poi stare molto meglio dopo le 19. Raramente (1-2 volte al mese) mi capita un po' di sonno interrotto. Questo quadro sintomatologico esiste da circa 1 anno pieno. Non vorrei prendere farmaci, preferirei qualche tisana oppure integratore. Lei sa consigliarmi qualcosa di efficace ma che non sia un farmaco?
Nel frattempo, terrò a mente l'idea di riprendere una terapia. Quella gestaltico-relazionale secondo lei va bene?
Grazie ancora
[#11]
"Non vorrei prendere farmaci, preferirei qualche tisana oppure integratore. Lei sa consigliarmi qualcosa di efficace ma che non sia un farmaco? "
Gentile Utente,
Le tisane e gli integratori non servono a nulla, Soprattutto per le problematiche psichiche, le sedute si.
" Nel frattempo, terrò a mente l'idea di riprendere una terapia. Quella gestaltico-relazionale secondo lei va bene? "
Le psicoterapia sono tutte valide in egual misura, non esistono terapie migliori delle alte, esistono invece terapeuti più bravi, più empatici, più sensibili, più in sintonia con il suo sentire e così via,...
Questa si chiama alleanza terapeutica e va ben oltre l' orientamento del professionista
Gentile Utente,
Le tisane e gli integratori non servono a nulla, Soprattutto per le problematiche psichiche, le sedute si.
" Nel frattempo, terrò a mente l'idea di riprendere una terapia. Quella gestaltico-relazionale secondo lei va bene? "
Le psicoterapia sono tutte valide in egual misura, non esistono terapie migliori delle alte, esistono invece terapeuti più bravi, più empatici, più sensibili, più in sintonia con il suo sentire e così via,...
Questa si chiama alleanza terapeutica e va ben oltre l' orientamento del professionista
[#12]
Ex utente
Buongiorno Dott. Randone,
sì, credo anch'io che la psicoterapia faccia molto di più, soprattutto quandosi tratta di problemi "interiori". Quellepoche sedute che ho fatto sentivo che mi facevano bene.
Ho solo pensato a qualcosa da assumere che potesse avere una sorta di effetto "rilassante" per il snc (naturalmente che non mi faccia dormire), una sorta di tampone.
Grazie per i suoi consigli,
saluti
sì, credo anch'io che la psicoterapia faccia molto di più, soprattutto quandosi tratta di problemi "interiori". Quellepoche sedute che ho fatto sentivo che mi facevano bene.
Ho solo pensato a qualcosa da assumere che potesse avere una sorta di effetto "rilassante" per il snc (naturalmente che non mi faccia dormire), una sorta di tampone.
Grazie per i suoi consigli,
saluti
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 7.5k visite dal 10/07/2014.
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