Psicologia infantile

salve, sono la mamma di una bimba di 16 mesi e di un bimbo di 40 giorni. chiedo un vostro parere in merito alla bimba di 16 mesi. vi descrivo in breve la mia situazione: vivo in calabria perche mio marito lavora qui e quindi mi sono sposata e trasferita, per circa due mesi ( per la nascita del piccolo) sono stata a palermo a casa dei miei suoceri con mio marito e la piccola che è stata ben felice di passare del tempo con i nonni, parenti, zii e cugini. adesso siamo rientrati a casa e ho notato che la piccola è nervosa, si annoia, vuole uscire, ecc. purtroppo noi viviamo in un paesino che per i bimbi non offre molto ( non c'è un asilo privato, una ludoteca ecc) e ho paura che lei senta troppo la mancanza dei nonni e dei cugini con i quali ha trascorso molto tempo, inoltre adesso rimaniamo in casa ( quando mio marito lavora) io, lei e il fratellino quindi è un po meno il tempo che riesco a dedicare a lei. ( lei non mostra segni di gelosia verso il fratello, anzi lo accarezza e lo bacia spesso) in più visto che la bimba ha un'ipoacusia monolaterale, ha bisogno di stimoli per lo sviluppo del linguaggio e ho paura che rimanendo qui non ne abbia abbastanza. mio marito mi ha proposto di comprare una casa a palermo e trasferirmi io con i piccoli in attesa del suo trasferimento ma non so cosa sia meglio per la piccola perche non vorrei che poi senta troppo la mancanza del papa che vedrebbe ogni 15 giorni per qualche giorni. secondo voi cosa è meglio per la bimba? trasferirmi o rimanere in paese?
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile signora,

La scelta di restare nel piccolo paesino calabrese o spostarsi spetta solo a lei. Dopo un lungo periodo fuori casa in cui la bambina è stata molto stimolata può essere normale notare delle variazioni comportamentali o emotive associate al rientro. Dopotutto per lei si tratta di tornare in un ambiente che potrebbe non riconoscere o nel quale potrebbe non sentirsi pienamente sicura. I bambini però, con la stessa facilità con la quale reagiscono ai cambiamenti, sanno adattarsi alle nuove situazioni, per cui sarebbe opportuno che le desse un po' di tempo per esplorare l'ambiente attuale e adattarsi. Ovviamente, se tra qualche mese la situazione non sarà migliorata, potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di rivolgersi a uno psicologo dell'età evolutiva o di traslocare. Per quanto riguarda la stimolazione e le possibilità di sviluppo è chiaro che le grandi città possano offrire servizi migliori, ma credo che potrebbe essere più utile per i suoi figli crescere in un piccolo paese, ma con entrambi i genitori, piuttosto che vivere in una grande città, lontano dalla figura paterna.

Cordialità
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Utente
Utente
salve, per quanto mi riguarda resterei volentieri nel paesino calabrese perchè anche se mancano dei servizi è comunque un paesino accogliente e sicuro. la bimba in casa ha ripreso a muoversi e giocare tranquillamente, soltanto che dopo un po si annoia e vorrebbe uscire oppure chiama il nonno e soprattutto non vuole stare con nessun altro oltre me e il papà mentre prima di partire ad esempio stava tranquillamente con la vicina di casa ecc.. . spero sia davvero solo una questione di tempo per riabituarsi.
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile signora,

Lei scrive "la bimba in casa ha ripreso a muoversi e giocare tranquillamente", ciò potrebbe indicare un progressivo riadattamento all'ambiente.

Poi scrive "soltanto che dopo un po si annoia e vorrebbe uscire oppure chiama il nonno ", è normale che essendo stata abituata per 2 mesi a uscire e a stare col nonno, a pochi giorni dal rientro a casa senta la mancanza di queste abitudini. Le dia il tempo di riprendere la vecchia routine.

Infine scrive "non vuole stare con nessun altro oltre me e il papà mentre prima di partire ad esempio stava tranquillamente con la vicina di casa", come le ho scritto sopra, ciò può essere dovuto alla permanenza a Palermo. Vedrà che man mano che si abitua nuovamente alle persone un tempo familiari, tornerà a voler stare anche con loro.

Come le avevo suggerito, cerchi di non essere troppo apprensiva e di dare alla piccola il tempo necessario a riadattarsi. Tuttavia se tra un mese sua figlia non si fosse ancora adattata, o se non è del tutto convinta della risposta ricevuta, le suggerisco di consultare di persona uno psicologo dell'età evolutiva.

Cordialità
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Utente
Utente
cercherò di essere meno apprensiva grazie del consiglio. ne approfitto per chiederlo un altro cosa: a 16 mesi può essere gelosa del fratellino? a me lei non sembra che mostri gelosia e il nervosismo che ha avuto l ho attribuito al cambiamento di città e di abitudini, ma mi chiedo se la nascita del fratellino non abbia un po contribuito.
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile signora,

Non è purtroppo possibile offrirle una valutazione adeguata on-line. Comprenderà che i limiti imposti dal mezzo e le poche informazioni disponibili non lo consentono. Tuttavia, da ciò che scrive sembra più plausibile che si tratti di una difficoltà di adattamento, piuttosto che di gelosia. La gelosia di solito si manifesta attraverso comportamenti quali, a titolo puramente indicativo, pianti, provocazioni, botte al fratellino, ecc...


Cordialmente
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Utente
Utente
Grazie per la disponibilita
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Utente
Utente
salve dottore, come da lei consigliatomi cerco di essere meno apprensiva con la bimba, ma non posso fare a meno di notare certi suoi comportamenti. oggi è salita a casa nostra una vicina di casa con il bimbo e io credevo che mia figlia giocasse con lui invece solo grida. ogni volta che entra qualcuno in casa nostra o che per strada le facciano i complimenti è una tragedia, pianti e urla.si viene ad attaccare a me e vuole essere presa in braccio. ma perche questa paura dell estraneo? sembra che abbia paura di essere abbandonata
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile signora,

La paura dell'abbandono può essere la conseguenza dell'allontanamento da una persona che in precedenza si prendeva cura del bambino. Nel suo caso, se sua figlia ha vissuto in casa dei nonni e ha trascorso con loro molto tempo, è possibile che adesso senta la loro mancanza e abbia bisogno di tempo per adattarsi alla nuova situazione. La paura dell'estraneo può essere legata all'ansia da separazione. Come le ho già spiegato, ciò non indica necessariamente la presenza di una sindrome clinica, ma potrebbe semplicemente trattarsi di un periodo di riadattamento. Dopotutto, anche un adulto può avere bisogno di un po'di tempo per gestire una separazione e riadattarsi al proprio ambiente domestico. Nei bambini queste problematiche possono essere molto comuni, soprattutto durante la fase in cui si formano i primi legami e in particolare il legame di attaccamento. Se lei fosse tornata a casa da 2 mesi e sua figlia mostrasse ancora questi comportamenti le direi che sarebbe il caso d'intervenire, ma siccome è passato poco tempo dal vostro rientro, credo che dovrebbe soltanto stare tranquilla e aspettare che sua figlia abbia il tempo di riadattarsi. Tenga conto che purtroppo le consulenze on-line non consentono di fare una valutazione accurata della situazione e che, pertanto, non è possibile stabilire con certezza se sua figlia stia attraversando una fase transitoria o se ci sia dell'altro. Considerato che, nonostante i suggerimenti ricevuti, lei continua a essere preoccupata, credo che sarebbe opportuno rivolgersi di persona a uno psicologo dell'età evolutiva non tanto per sua figlia, ma piuttosto per la sua serenità. Le auguro che tutto possa ristabilirsi al più presto.


Cordialità
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Utente
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salve dottore, le scrivo per farle sapere che la piccola è ritornata quella di prima nel senso che adesso sta di nuovo con tutti, gioca, socializza e a casa ha ripreso a muoversi e giocare tranquillamente. ha stretto di nuovo un rapporto anche con la vicina di casa che al rientro non voleva piu vedere. la ringrazio per i consigli e visto la sua disponibilità le volevo chiedere se secondo lei portando la bimba una settimana in sicila dai nonni per un matrimonio rischio di nuovo nell avere poi problemi di adattamento al rientro a casa. ho avuto anche paura di portarla una settimana in una casa al mare per paura del rientro.