A LUI è calato l'interesse, non lo riconosco più!

Ho 20 anni il mio ragazzo 23 e frequenta la facoltà di medicina. Da un pò di tempo lo vedo più distante e meno interessato,ammette di esserlo e dice di sentirmi dare 100 e lui 80. Sostiene di avere problemi nello studiare e trovare la voglia e la forza di superare gli esami. La mia interpretazione al suo malessere è stata: " Te L. non sei mai riuscito a vivere bene l'università si vede che è una facoltà che ti sta solo dando insoddisfazioni e fatiche, i tuoi sembra abbiano interesse e voglia di parlare con te solo per ciò che riguarda il tuo studio,anche io durante la nostra storia ho sentito calarmi l'interesse (mentre avevo la maturità e per i test di ammissione a facoltà a cui non sono entrata) sentivo di non essere piu trasportata come prima e mi chiedevo addirittura se ti amassi ancora, ma cercavo di essere razionale e avere pazienza nel far passare il periodo di stress che stessi affrontando. A te però questo periodo non passa mai sei a tratti sempre piu demoralizzato e affaticato dallo studio ed è normale che ti senta diverso anche con me." Gli ho suggerito di vedere uno specialista e farsi aiutare ma non vuole dare pensieri ai suoi. Io mi sono proposta di aiutarlo e stargli vicino, solo che due sere fa davanti a un suo amico ho detto questa frase: "Te hai davvero poca voglia di farlo con me". Lui mi ha detto che questa frase lo ha ferito molto, che ho lesionato la sua virilità. Io mi sono scusata molto e gli ho spiegato che la mia era sofferenza nel vedere lui meno propenso nel fare l'amore negli ultimi tempi. Lui ha preso quella frase come un accumulo di stress mio per tutta la situazione e ha deciso che io non sono la persona adatta per aiutarlo; decidendo così di chiuderla. E' gia successo che lui mi mollasse per un grosso accumulo di stress, che mi dicesse che non era piu interessato e motivato e che nel futuro non si vedeva più con me (tra l'altro mentre mi diceva queste cose trasmetteva una grossa sicurezza e consapevolezza delle parole dette, tanto da convincere anche me), ma ad ogni modo il mio istinto mi diceva che avrebbe cambiato idea e così ci rimettemmo insieme. Anche questa volta mi ha ridato la stessa certezza di essere convinto della sua scelta, ma mi sento stranamente tranquilla che lui tornerà. Oggi casualmente l'ho rivisto in biblioteca e ha preso un'altra strada per evitare di passarmi davanti e magari di dovermi salutare.Cade molto spesso in momenti di grosso stress e completa frustrazione per via dello studio,e tante volte un minimo mal di testa,un treno perso o qualsiasi piccola disavventura giornaliera lo renda nervoso x l'intera giornata. Voglio stargli vicino ma raramente si apre, nè con me nè amici o familiari. Ho paura che si possa trovare male in qualsiasi futura relazione vorrei cambiasse ora, vorrei riuscisse ad analizzare se stesso e a vivere meglio.Non so se tornerà da me ma nel caso fosse così vorrei capire come aiutarlo, tenendo conto che è una delle persone più complicate e chiuse che abbia conosciuto.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, vorrei riassumere in maniera estremamente sintetica la sua richiesta:

"Vorrei che questo ragazzo, una delle persone più chiuse e complicate che conosco, cambiasse, voglio stargli vicino ed aiutarlo (magari con qualche commento pesante davanti ai suoi amici), e vorrei che lui accettasse tutto questo, anche se non ne ha voglia".

Mi spiace se può sembrarle indelicato questo modo di esprimermi, ma riconosce quanto sia profondamente irragionevole il suo desiderio?
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Utente
Utente
Il mio è stato un grosso errore, probabilmente dovuto a un'esasperazione di una persona che non si lascia aiutare o non ce la fa. Proprio perchè so di aver sbagliato vorrei capire come correggermi e quale possa essere la giusta strada per aiutarlo.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Quando siamo stanchi, arrabbiati, feriti, spaventati, a volte i nostri comportamenti ci "sfuggono" di mano, ed agiamo in modi che poi, a mente serena, non ci piacciono.

Non credo che il problema sia quella singola interazione in sè; nè tantomeno una singola frase infelice distrugge di solito un rapporto saldo e solido.

Il problema, nella sua richiesta, è a mio avviso un altro: ovvero, quello di pensare che una persona chiusa e complicata possa accettare di buon grado il suo aiuto, o che lei debba fare qualcosa per aiutare questo ragazzo.

Per spiegarmi meglio, vorrei porle un'altra domanda: se l'intimità tra di voi fosse tutto ok, la vostra relazione andrebbe bene? Ci sono altri problemi, oltre alle difficoltà sessuali?
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Utente
Utente
Ovviamente le cose non andrebbero comunque bene, perchè si sente distante e con la mente altrove anche in una semplice carezza. Mi dice che non è abituato a farsi aiutare, è più una persona aperta all'ascolto che viceversa. Quando ha momenti di grosso stress sente che la sua vita non ha più uno scopo, ha poca voglia di fare qualsiasi così e dice di vivere per inerzia. E ovviamente questo suo malessere generale si riflette sul suo mostrare interesse al nostro rapporto, sente che io sto male vedendolo star male, sente che soffro vedendolo distante e questo per lui è un ulteriore stress. Come ho gia raccontato già in passato mi mollò durante un periodo di stress e tra l'altro lo stesso giorno in cui bocciò un esame e mi disse che io ero un ulteriore fonte di stress che non si vedeva più insieme a me nell'immediato futuro, non aveva più tanto stimolo nello stare con me, e tutte queste cose me le disse da un giorno a quell'altro. Poi dopo 5 giorni tornammo insieme e mi ammise che era stato impulsivo ed è questo che mi porta a pensare che anche questa volta potrebbe essere così. Questa volta quando mi ha lasciata mi ha detto: dovevo farlo prima in questo periodo ti ho solo fatta star male, lavessi fatto prima magari ora stavi meglio e con un'altra persona.Magari me ne pentirò ma sono certo (come diceva di essere certo la scorsa volta) che la cosa migliore sia chiudere questa relazione. Non capisco però se è così sicuro delle sue scelte, e a regola dovrebbe sentirsi più libero e sereno senza il peso "di me" addosso eviti il mio sguardo e di salutarmi se mi vede a tal punto da risultare ridicolo.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
E' una situazione un pò ingarbugliata. Perchè i messaggi che lei mi descrive sono contraddittori:

"Per me sei fonte di stress" (per me sei un problema)
"Non voglio farti soffrire" (per me sei importante)

In altre parole, ci descrive persona che prende delle decisioni d'impulso, e che poi le dà spiegazioni contraddittorie, da una parte allontanandola, dall'altra legandola ancora di più a sè.

Credo che, più che chiedersi come aiutare questa persona (che, se vorrà aiutarsi, si aiuterà da sè, o al più chiederà aiuto!), potrebbe cominciare a domandarsi che persona voglia essere lei, in una relazione. Perchè, descritta come la descrive lei, sembra quasi che le decisioni e le scelte spettino a lui: se si sente "stressato" la molla, poi ci ripensa e se la riprende.

Ha preventivato che, nel corso degli anni, i motivi di stress per una persona in genere tendono ad aumentare, e non a diminuire?

E in tutta questa vicenda i SUOI bisogni, desideri, sentimenti, che fine fanno?
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Utente
Utente
So che devo anche guardare al mio bene, ma in queste situazioni mi pare lui la persona più debole. Forse devo pensare più al mio bene. E devo smettere di fare la sua crocerossina. La ringrazio infinitamente
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>in queste situazioni mi pare lui la persona più debole

Comprendo il suo punto di vista, ma trattarlo da persona debole non lo aiuterà di certo.

>>Forse devo pensare più al mio bene. E devo smettere di fare la sua crocerossina.

Forse così potrebbe aiutarlo, paradossalmente, molto di più...

Cordialmente