Recupero post trauma

Salve,
sono una ragazza di 27 anni e venerdì 18 luglio ho vissuto una brutta esperienza, poiché durante la notte a causa di alcuni rumori mi sono svegliata e mi sono ritrovata di fronte un ladro che era dentro la mia casa.
La mia reazione è stata quella di dargli una spinta che lui mi ha restituito cercando poi di scappare.
A distanza di 11 giorni, nonostante abbia preso provvedimenti per rendere più sicura la mia casa, mi rendo conto di non stare bene, perchè non riesco a stare al buio la sera e non riesco a dormire, sono sempre tesa e ad ogni minimo rumore mi agito.
Ho subito altre volte furti in casa negli anni passati, però è la prima volta che mi capita di trovarmi di fronte ad un ladro.
Non capisco come mai la paura e le brutte sensazioni che ho provato non riescono a passarmi, sono sempre stata una persona forte che ha affrontato diverse difficoltà nella vita e quando ripenso all’accaduto mi rendo conto di essere stata anche fortunata perché sarebbe potuta andare peggio, ma il pensiero proprio di quello che è successo e le sensazioni le sento fortemente vive.
Mi chiedo ora se è il caso di rivolgermi ad uno specialista oppure dovrei cercare di stare tranquilla (anche se per adesso non so in che modo) sperando che col tempo tutto torni come prima.
Grazie per la cortese attenzione.
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Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Gentile ragazza, questa esperienza di "spavento" più che comprensibile, è innanzittutto molto fresca ed è normale che lei abbia ancora bisogno di elaborarla.
A seguito di situazioni traumatiche che implicano cioè l'esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi, o altre minacce all'integrità fisica, si possono sviluppare varie reazioni (fra cui il disturbo post traumatico da stress).
Ci sono sintomi caratteristici che risultano dall'esposizione ad un trauma di questo tipo che possono includere il continuo rivivere l'evento traumatico, l'evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma (per es. non voler più dormire nella casa dove è avvenuto il fatto), l'ottundimento della reattività generale e sintomi costanti di aumento dell'attivazione (ansia, paura intensa, essere molto agitati e ipervigili...).
Questi sintomi di solito iniziano nei primi 3 mesi dopo il trauma, sebbene possa esservi un ritardo di mesi, o anche di anni, prima della comparsa dei sintomi. La durata dei sintomi varia, e in circa la metà dei casi la remissione completa si verifica in 3 mesi, mentre molti altri hanno sintomi persistenti per più di 12 mesi dopo il trauma.
Naturalmente solo uno psicoterapeuta con un diretto consulto e un'adeguata analisi della sua storia, potrà offrirle una valutazione.
Un saluto



Dr.ssa Lara Catanese
Psicologa-Psicoterapeuta
https://www.centro-io.it/ https://www.loanopsicologia.it/

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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Catanese,

La ringrazio per la Sua pronta e cortese risposta che effettivamente rispecchia la situazione che sto vivendo.
Mi conforta sapere che la durata dei sintomi varia, e in circa la metà dei casi la remissione completa si verifica in 3 mesi.
Spero che succeda anche nel mio caso, perché pensare di andare avanti nello stato in cui mi trovo adesso è davvero negativo.
Non sono mai stata da uno psicoterapeuta e sinceramente non so nemmeno su che base sceglierlo. A tal proposito Lei potrebbe darmi qualche consiglio in merito alla scelta?

La ringrazio ancora per la Sua disponibilità porgendoLe i miei migliori saluti.
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Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Ci sono vari indirizzi terapeutici e non sarei competente a descriverglieli in modo esauriente nei loro aspetti tecnici. A grandi linee ci sono quelli che lavorono più sul profondo (approccio psicanalitico) ed altri che si focalizzano maggiormente sul problema, sulle relazioni interpersonali, sulle dinamiche familiari.
Personalmente posso descriverle l'approccio che io utilizzo che è quello cognitivo comportamentale, che parte dal problema del paziente e ne analizza i comportamenti, i pensieri e le emozioni che in qualche modo lo mantengono. La terapia cognitivo comportamentale è considerata una terapia breve.
In ogni caso la durata della terapia è determinata da diversi fattori quali il tipo e la gravità del problema, la motivazione del paziente, l'instaurarsi di una buona relazione terapeutica.
Per il disturbo post traumatico da diversi anni si utilizza con efficacia la tecnica chiamata EMDR (un sistema che utilizza i movimenti oculari), che non è legata ad un approccio terapeutico specifico, ma che può essere praticata solo da psicoterapeuti che si sono formati in quella tecnica specifica.
Mi auguro di averle offerto un po' di chiarezza, magari qualche collega può descriverle meglio il proprio modello terapeutico.
Un saluto
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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Catanese,

La ringrazio molto per la Sua risposta che mi ha fornito utili informazioni che possono aiutarmi nella scelta dello psicoterapeuta.

Le farò sapere come andrà, nel frattempo La ringrazio di nuovo per la Sua gentilezza e disponibilità.

Cordiali saluti.
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Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Bene, mi fa piacere di averla aiutata ad orientarsi e gradirò avere sue notizie.
Buona fortuna
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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Catanese,

Le scrivo per aggiornarLa sulla mia situazione post trauma.
Ho deciso prima della fine dell'anno appena trascorso di rivolgermi ad una psicoterapeuta e ad oggi ho fatto 5 sedute, di cui 2 di EMDR e le altre 3 dove ho parlato con la dottoressa della mia vita, delle mie esperienze e dei miei pensieri.
Il mio dubbio ora è relativo all’interruzione dell’EMDR che a parere della dottoressa è stata necessaria perché lei ha percepito qualcosa che non andava ed ha così iniziato un processo analitico con me.
Io sinceramente non sono così sicura di andare avanti in questo senso, io sono cosciente delle cose che mi sono successe nel corso della mia vita, alcune anche gravi, ma voglio che rimangano lì e non riviverle come mi è successo durante una seduta in cui sono stata molto male.
Adesso, mi chiedo se è giusto il percorso intrapreso da questa dottoressa oppure no, nel senso se io mi sono rivolta ad una psicoterapeuta per risolvere il mio problema post trauma perché allora devo pure iniziare un processo analitico che comunque mi porta a stare male?
Spero di essere stata chiara e La ringrazio per la cortese attenzione.

Cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
È stata chiarissima. E, se vuole, può leggere quest'articolo dal mio sito per ulteriori chiarimenti:
http://www.giuseppesantonocito.it/news.htm?m=76

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Santonocito,

La ringrazio molto per la segnalazione del Suo articolo che ho trovato molto interessante ed utile.


Cordiali saluti.
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Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Buongiorno, mi ha fatto piacere leggere sue notizie. Credo sia importante che parli delle sue difficoltà con la psicoterapeuta con cui ha intrapreso la terapia. Se non si sente sufficiente motivata la prima cosa da fare è parlarne. Forse il non aver compreso il motivo per cui la sua tarapeuta le ha proposto di continuare la terapia, la rende confusa. Aggiungo in ultimo che talvolta il riprendere parti dolorose della nostra vita o semplicemente rivederle con altri occhi, può far soffrire. La sofferenza, se però è intelligente e terapeutica, ha un'altra funzione dello star male e basta.
Lei come si sente rispetto al suo disturbo iniziale?
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Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicoterapeuta, Psicologo 648 21
Gentile ragazza
il trattamento psicoterapeutico in genere prevede un contratto nel quale vengono stabiliti gli obiettivi che ci si propone e le tecniche che verranno utilizzate nel tentativo di raggiungerli.
Gli obiettivi in questione vengono stabiliti dal paziente e dal terapeuta insieme e si procede seguendo una gerarchia di priorità.
E' chiaro che le tue priorità, in questo caso, sembrano decisamente diverse da quelle del terapeuta e di questo è necessario discutere apertamente in seduta.
Una variazione rispetto al programma prestabilito deve essere motivata da elementi di tipo clinico o deontologico quindi quello che io farei è chidere, molto serenamente, quale è stato il motivo della sospensione dell'EMDR che costituisce un'ottima tecnica nella soluzione del PTSD.

Cordialmente

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

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Utente
Utente
Gent.ma Dott.ssa Catanese,

La ringrazio per la risposta che mi ha fatto piacere leggere e ringrazio anche la Dott.ssa Sussarellu per il Suo gentile intervento.

Credo anch’io che la prossima volta che vedrò la dottoressa, le parlerò dei miei dubbi e dello stato di malessere che ho provato dopo una seduta, anche se lei mi aveva detto la stessa cosa circa la sofferenza. Purtroppo, al momento io non riesco a vedere una funziona diversa dello stare male e non so se ciò possa dipendere da una questione di tempo o dal fatto che non ho del tutto la volontà di affrontare cose del passato.

Per quanto riguarda invece il mio stato di malessere iniziale, Le posso dire che sto leggermente meglio, anche se mi capita di ripensare all’accaduto pure involontariamente ed a volte di sentire le stesse brutte sensazioni di paura ed ansia di quella notte, ma spero che prima o poi questa situazione si risolva del tutto.

Cordiali saluti.
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Dr.ssa Lara Catanese Psicologo, Psicoterapeuta 97 5
Il lavoro con la terapeuta prevede anche compredere la motivazione e le difficoltà ad affrontare alcuni aspetti. Cerchi di essere chiara e vedrà che capirà cosa è meglio per lei.
Mi fa piacere che stia un po' meglio, ma visto che ci sono ancora alcuni aspetti che la fanno soffrire, forse è il caso cercare (mantenere) un sostegno.