Convivenza - come affrontare il discorso con i genitori
Gentili Dottori,
sono una ragazza di 23 anni e insieme al mio fidanzato (26 anni) voglio andare a convivere a Dicembre di quest’anno.
Da che abbiamo definito ciò sono in ansia, mi spiego meglio:
Lui lavora nelle campo assicurativo mentre io fino al mese scorso ero in stage presso uno studio commerciale, mentre adesso sono assunta con contratto di apprendistato, pertanto lavoriamo entrambi.
Lui vive già da solo e quindi vivere assieme sarebbe più che fattibile dato che si avrebbe già una casa, inoltre essendo in due le spese si gestirebbero meglio rispetto a come ora, essendo da solo, si ritrova a gestirle.
Il problema è che non so come affrontare il discorso con i miei…loro ci vedono felici, contenti e sereni, sanno che c’è il desiderio di concretizzare questo nostro star bene assieme, ma non sanno ancora che sarà questo dicembre…io pensavo di parlargliene entro questo mese, di modo che poi nei prossimi mesi abbiano anche loro del tempo per potersi abituare all’idea, però ho davvero paura di affrontare questo discorso perché non ho idea della reazione che potrebbero avere…o per meglio dire, mi aspetto che sia una delle loro solite reazioni.
Per esser più chiara vi riporto un avvenimento recente: stavamo parlando delle vacanze ad agosto e siccome il mio moroso è un’po’ tirato con le disponibilità economiche abbiamo pensato di andare a Firenze da amici e poi avevamo come progetto di andare ad ottobre a Edimburgo, anche se poi abbiamo cambiato idea e lo faremo più avanti, i miei sia a me che a mio fratello parlando delle vacanze nel corso della serata hanno continuato a dire che insomma che loro vorrebbero che noi andassimo, conoscessimo il mondo e che sembra che non andiamo a fare nulla di particolare perché abbiamo paura…mentre invece per me io andrei, partirei però uno percependo uno stipendio non vorrei fossero ancora i miei a pagare per le mie vacanze come quando ero più piccola ed in secondo luogo dopo 3 anni che non riesco mai ad andare in vacanza con il mio moroso, vorrei andar via con lui…insomma queste sono le loro reazioni: secondo loro io sono “persa” dietro al mio moroso e non faccio nulla per me stessa…in realtà non è così anche se ammetto che mi pesi non riuscire ad andare via in ferie come vorrei io, però non posso certo fargliene una colpa al mio moroso, in fin dei conti lui ha responsabilità e spese che io al momento non ho e quindi è normale abbia disponibilità di un certo tipo.
Insomma mi aspetto queste risposte “sciocche” dei miei, che comunque mi feriscono, perché mi piacerebbe fossero solo felici e prendessero il bello di ciò che vivo…
Poi se guardo ai miei genitori mi viene da pensare, “caspita mia mamma si è sposata a 18 anni” e i miei nonni non erano così entusiasti ma hanno dovuto accettarlo e non vorrei che poi mia mamma trasli quest'esperienza su quella che è poi la mia vita...
Come posso fare? Come posso dirglielo senza ferire sentimenti ma risultando efficace nei miei intenti?
Vi ringrazio per ogni risposta
sono una ragazza di 23 anni e insieme al mio fidanzato (26 anni) voglio andare a convivere a Dicembre di quest’anno.
Da che abbiamo definito ciò sono in ansia, mi spiego meglio:
Lui lavora nelle campo assicurativo mentre io fino al mese scorso ero in stage presso uno studio commerciale, mentre adesso sono assunta con contratto di apprendistato, pertanto lavoriamo entrambi.
Lui vive già da solo e quindi vivere assieme sarebbe più che fattibile dato che si avrebbe già una casa, inoltre essendo in due le spese si gestirebbero meglio rispetto a come ora, essendo da solo, si ritrova a gestirle.
Il problema è che non so come affrontare il discorso con i miei…loro ci vedono felici, contenti e sereni, sanno che c’è il desiderio di concretizzare questo nostro star bene assieme, ma non sanno ancora che sarà questo dicembre…io pensavo di parlargliene entro questo mese, di modo che poi nei prossimi mesi abbiano anche loro del tempo per potersi abituare all’idea, però ho davvero paura di affrontare questo discorso perché non ho idea della reazione che potrebbero avere…o per meglio dire, mi aspetto che sia una delle loro solite reazioni.
Per esser più chiara vi riporto un avvenimento recente: stavamo parlando delle vacanze ad agosto e siccome il mio moroso è un’po’ tirato con le disponibilità economiche abbiamo pensato di andare a Firenze da amici e poi avevamo come progetto di andare ad ottobre a Edimburgo, anche se poi abbiamo cambiato idea e lo faremo più avanti, i miei sia a me che a mio fratello parlando delle vacanze nel corso della serata hanno continuato a dire che insomma che loro vorrebbero che noi andassimo, conoscessimo il mondo e che sembra che non andiamo a fare nulla di particolare perché abbiamo paura…mentre invece per me io andrei, partirei però uno percependo uno stipendio non vorrei fossero ancora i miei a pagare per le mie vacanze come quando ero più piccola ed in secondo luogo dopo 3 anni che non riesco mai ad andare in vacanza con il mio moroso, vorrei andar via con lui…insomma queste sono le loro reazioni: secondo loro io sono “persa” dietro al mio moroso e non faccio nulla per me stessa…in realtà non è così anche se ammetto che mi pesi non riuscire ad andare via in ferie come vorrei io, però non posso certo fargliene una colpa al mio moroso, in fin dei conti lui ha responsabilità e spese che io al momento non ho e quindi è normale abbia disponibilità di un certo tipo.
Insomma mi aspetto queste risposte “sciocche” dei miei, che comunque mi feriscono, perché mi piacerebbe fossero solo felici e prendessero il bello di ciò che vivo…
Poi se guardo ai miei genitori mi viene da pensare, “caspita mia mamma si è sposata a 18 anni” e i miei nonni non erano così entusiasti ma hanno dovuto accettarlo e non vorrei che poi mia mamma trasli quest'esperienza su quella che è poi la mia vita...
Come posso fare? Come posso dirglielo senza ferire sentimenti ma risultando efficace nei miei intenti?
Vi ringrazio per ogni risposta
[#1]
Gentile Ragazza,
forse le manca un po' d'assertività, un po' più di distanza emotiva dai suoi genitori.
Con garbo, ma con fermezza, i discorsi si possono affrontare, è il timore di ferire i suoi e delle loro reazioni che la blocca (dato anche quello che ci diceva in un precedente consulto).
Anche se le nostre scelte (consapevoli) possono non essere gradite agli altri, crescere è anche imparare a capire che vale la pena di difenderle e perseguirle, anche a costo di non farli contenti. Prima o poi come è successo ai suoi nonni, i sui genitori dovranno accettare capendo che è quella la sua felicità.
Può spiegare in modo semplice, ma fermo, cosa la fa felice, spetta a lei per prima cambiare il modo di porsi con i suoi.
Arretrare o chiudere la comunicazione davanti a risposte che non le piacciono non la aiuta a fare quel salto in avanti auspicabile per la sua età nel rapporto con i suoi genitori.
Cari saluti
forse le manca un po' d'assertività, un po' più di distanza emotiva dai suoi genitori.
Con garbo, ma con fermezza, i discorsi si possono affrontare, è il timore di ferire i suoi e delle loro reazioni che la blocca (dato anche quello che ci diceva in un precedente consulto).
Anche se le nostre scelte (consapevoli) possono non essere gradite agli altri, crescere è anche imparare a capire che vale la pena di difenderle e perseguirle, anche a costo di non farli contenti. Prima o poi come è successo ai suoi nonni, i sui genitori dovranno accettare capendo che è quella la sua felicità.
Può spiegare in modo semplice, ma fermo, cosa la fa felice, spetta a lei per prima cambiare il modo di porsi con i suoi.
Arretrare o chiudere la comunicazione davanti a risposte che non le piacciono non la aiuta a fare quel salto in avanti auspicabile per la sua età nel rapporto con i suoi genitori.
Cari saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Infatti, carissima, un pò di tranquillo coraggio ci vuole,per farsi prendere sul serio, i suoi genitori capiranno, il vostro modo di pensare mi sembra saggio e condivisibile e non ci sono motivi per mancarvi di fiducia..
Con la Collega le consiglio di parlare, appunto, con gentile, tranquilla fermezza..
Restiamo in ascolto..
Con la Collega le consiglio di parlare, appunto, con gentile, tranquilla fermezza..
Restiamo in ascolto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.6k visite dal 06/07/2014.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.