Amare chi non ama più

Salve, ho avuto una relazione di 9 anni con un ragazzo (dai 19 ai 28) di cui ero profondamente innamorata, in cui c'era un rapporto di complicità e amicizia molto profondo. Lui mi ha lasciata (convivevamo da 3 anni) nel momento in cui io sn andata a lavorare (3 mesi) per dipendere meno dai miei genitori, perchè non voleva che lavorassi, perchè ero meno a casa e lui aveva bisogno di "assistenza e servigi" continui perchè la cosa che stava facendo lo sfibrava (un dottorato) e non voleva mantenermi. Così è andato via dicendo che sarebbe tornato dopo le vacanze e non l'ha fatto, dandomi ogni sorta di colpa, riassumendole dicendo che gli avevo rovinato la vita.già prima di andarsene per due anni era diventato molto più ossessivo su certe cose ( è un ossessivo-compulsivo) e ogni scusa era buona o per tirare fuori argomenti vecchi e litigare o litigare semplicemente e così arrivare agli insulti e a volte alle mani (questo accadeva anche con i suoi famigliari). Dopo che è andato via ognuno è tornato nella propria città, però un po' rifiutava ogni contatto, poi ha cominciato a cercarmi dicendo che mi aveva perdonato, ma intanto si faceva un altra vita e conosceva altre persone e diceva che gli serviva tempo per capire se mi amava o no...fino a che ha conosciuto una ragazza con cui è stato un mese, e cmq continuava a cercarmi, alla fine si è trasferito all'estero per lavoro e la ragazza lo ha lasciato, e anche se non è colpa mia lui dà cmq la colpa a me. ha poi chiesto che lo raggiungessi all'estero per aiutarlo con delle faccende ma non sono andata, avuto un'altra storia che poi è finita e da allora ha sempre continuato a chiedermi di andare perchè non voleva stare solo e per aiutarlo in altre faccende. Nel frattempo io ho sempre detto di amarlo ma lui o mi ignorava, o diceva che erano sciocchezze e cmq diceva di non amarmi ma di volermi come amica per un po'. IO non andavo per timore di vederlo e poi dover riaffrontare il dolore dell'abbandono. 3 mesi fa ho iniziato a frequentare un'altra persona che non amo ancora, e all'ennesima richiesta del mio ex gli ho detto del fatto. Lui si è molto arrabbiato e mi ha detto che sn una poco di buono, che ero di sua proprietà, che non posso dire di amarlo e stare con un altro, che l'ho preso in giro tt questi mesi, che ero la sua donna di scorta e che un anno e mezzo è troppo poco per vedere un'altra persona, che lui è più importante che adesso mi odia e non mi vuole più. Io da tempo ormai vivo un conflitto tra l'andare e il cercare di farmi una nuova vita, mi sento molto in colpa perchè sento di amare il mio ex e non la persona nuova eppure non corro dal mio ex, sebbene io voglia passare tempo con lui, ho troppo timore di vivere di nuovo emozioni sbagliate e di perdere qualcosa di positivo che ho qui (ma non so quanto sia positivo). Come devo comportarmi? Il mio ex mi ha fatto sentire come se non gli voglio bene e gli ho voltato le spalle, mentre non è così.
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile ragazza,

Da ciò che scrive sembra quasi che il suo ex sia una persona incapace di vivere autonomamente, senza dipendere affettivamente (e forse anche praticamente) da altre persone. Questa tipologia di persone può alla lunga risultare problematica e portare a relazioni disfunzionali e talvolta rischiose per l'altro partner. In passato lei scrive che siete arrivati a litigare e, addirittura, alla violenza fisica. All'interno di qualsiasi rapporto umano però la violenza fisica non dovrebbe trovare posto. Le persone nascono libere e non possono, e non devono, appartenere a nessuno. Le relazioni pertanto dovrebbero essere luoghi di scambio, all'interno delle quali due persone, ciascuna con la propria autonomia, dovrebbero completarsi, piuttosto che limitarsi a vicenda. Litigare è normale, ma picchiarsi o vantare diritti sull'altro non lo è affatto. In questa situazione può essere normale la sua difficoltà a innamorarsi di un'altra persona in quanto finché lei resterà invischiata in questo "gioco" psicologico, fatto di chiamate "alla bisogna" e di sensi di colpa indotti, la sua mente potrebbe non essere libera per altre persone. Provi a distaccarsi definitivamente da quest'uomo, a non rispondergli più e a pensare a se stessa. Dopo tutto, se lui l'ha lasciata e si è messo a cercare altre storie (che poi non hanno funzionato perché magari le altre ragazze si sono accorte del tipo di persona che è) che colpa ne ha lei? Non deve sentirsi responsabile degli errori e delle colpe del suo ex, tantomeno non può sentirsi responsabile del suo desiderio di rifarsi una vita e di trovare un uomo che sappia amarla e rispettarla, piuttosto che umiliarla e colpevolizzarlo come ha fatto il suo ex. Le consiglio vivamente di lasciare perdere questa situazione per evitare ulteriori escalation di violenza o pretese nei suoi riguardi. Se pensa di non riuscirci, ne parli con qualcuno, o magari consulti uno psicologo di persona, in modo da ricevere il sostegno necessario per lasciarsi alle spalle questa brutta avventura.

Cordialità
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

Lei ci parla a lungo del Suo ex, di tutto ciò che ha fatto e di come pensa debba essere una relazione. In questo modo, però, ci ha parlato moltissimo di Lei e di come Lei pensa debba essere un amore e la condivisione con un'altra persona.

Il problema è quello di riuscire a staccarsi da quest'uomo, di cui Lei ben riconosce una personalità dipendente, ma nella quale Lei si è infilata perfettamente, dimostrando di avere anche Lei qualche problema con l'indipendenza.

Non è peraltro detto che quello che Lei definisce "innamoramento" lo sia davvero o che attualmente Lei non sia presa dall'uomo che frequenta, ma sembra che Lei sia incapace di guardare con la giusta distanza e lucidità la relazione che ha avuto con quell'uomo.

Io credo che un aiuto specialistico di persona sia davvero utile, perchè non è tanto o solo nel fare in questi casi, quanto nel comprendere le dinamiche disfunzionali che tengono in piedi tutto ciò, che è possibile trovare la chiave per il cambiamento.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Grazie infinite per le risposte.
Il mio ex è una personalità complessa, nel senso che ha sempre avuto bisogno di consiglio (mio o dei suoi famigliari) anche per piccole cose, mi ha sempre chiesto aiuto per questioni che gli creavano dell'ansia e io ci sono sempre stata. Alla fine del nostro rapporto la situazione era che bisognava disturbarlo il minimo indispensabile perchè aveva le sua problematiche in quello che stava facendo, e quando per un periodo non ho più potuto esserci a pranzo è scattata la tragedia come se lo avessi abbandonato e nonostante gli lasciassi preparato qualcosa non mangiava (forse era una tecnica per farmi smettere di andare a lavorare...perchè adesso, magari non cucina piatti da chef, ma cucina..vivendo da solo).
il nostro rapporto in 9 anni è stato molto esclusivo, in pratica eravamo sempre insieme, abitavamo anche nello stesso posto anche se in camere separate e poi gli ultimi 3 anni abbiamo anche convissuto in una casa nostra. Dopo la nostra separazione ha vissuto un periodo a casa dei suoi genitori, con i genitori e suo fratello e aveva nuove conoscenze e non sentiva minimamente il bisogno di vedermi. Prima di partire per l'estero (e anche se aveva avuto un'altra storia) gli avevo chiesto se voleva riprovare, ma non ne ha voluto sapere. Ma dopo che è partito, ha cominciato a chiedermi di andare ogni volta che aveva bisogno (non so se erano scuse o era davvero per quei motivi). Come voi avete detto, io sono incapace di staccarmi psicologicamente da questo processo di aiuto e assistenza nei suoi confronti. Se devo dire la verità, anche io desidero molto la sua compagnia nuovamente ( anche se lui ha messo in chiaro che sarebbe amicizia e per un periodo limitato) e non so cosa fare, a volte penso di affrontare il viaggio, come un'ultimo incontro per poi voltare pagina, ma non sono sicura che al ritorno avrò lo stato d'animo di voltare pagina e non piuttosto quello di continuare. Inoltre, non so che intenzioni abbia lui per gli anni a venire...è come se per lui fossi un famigliare.
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile ragazza,

Gli stati d'animo di cui parla e la confusione e i dubbi che descrive possono essere normali alla fine di una relazione, soprattutto se questa si è protratta per anni. Dopo qualche tempo però dovrebbero attenuarsi. Se ciò non accade, come nel suo caso, è possibile che siano presenti delle problematiche che necessitano di essere approfondite. La descrizione del suo ex lascia supporre, come giustamente indicato dalla collega, la presenza di uno stile di personalità dipendente, caratterizzato dal bisogno costante di rassicurazioni e dalla difficoltà nell'operare scelte anche minime. Spesso le persone dipendenti mettono in atto tentativi volti a evitare o limitare l'allontanamento delle persone alle quali si affidano. Nel suo caso, il rifiuto di mangiare e le continue attribuzioni di responsabilità per i suoi errori potrebbero essere un valido esempio di queste strategie. Lei scrive di desiderare la compagnia di questo ragazzo, ma ne è sicura, oppure è il senso di colpa che le fa credere ciò? Si chiede se sia il caso di affrontare il viaggio per compiere un ultimo tentativo di riconciliazione, ma allo stesso tempo vorrebbe cambiare pagina. Credo che dovrebbe fare un po' di chiarezza dentro di lei e se davvero pensa di voler voltare pagina, non cerchi di rimandare questa cosa all'infinito, ma lo faccia subito. Come le avevo suggerito, smettere di rispondere al telefono e di essere disponibile per lui potrebbero essere degli ottimi punti di partenza per iniziare una nuova vita. Infine si domanda quali siano le intenzioni del suo ex anche se ha già la risposta a questa domanda, in quanto lei stessa scrive "lui ha messo in chiaro che sarebbe amicizia e per un periodo limitato". Dalle poche informazioni a disposizione è possibile che il suo ex abbia soltanto bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi; una volta trovato, potrà tornare alla sua vita fino a quando non avrà ancora bisogno di qualcuno a cui scaricare il peso delle sue scelte. Mi chiedo se sia questa la vita che desidera e se ritiene corretto che quest'uomo si rivolga a lei solo nel momento del bisogno e poi le manchi di rispetto cercando altre donne e facendola sentire in colpa. Dopo tutto, se davvero ci tenesse a lei, avrebbe ammesso i suoi errori, si sarebbe scusato e avrebbe cercato di farsi perdonare. Solo dopo, qualora lei lo avesse perdonato, avreste potuto considerare l'ipotesi di un riavvicinamento. Purtroppo però, niente di tutto questo è avvenuto e ciò potrebbe indicare che il suo ragazzo non nutra per lei un sentimento genuino di affetto, o che non sia in grado di capire neppure i suoi errori. Una persona all'apparenza incapace di comprendere i propri sbagli, chiusa in una mentalità maschilista e possessiva, che sembra considerarla come uno strumento da usare come appiglio, può davvero darle un futuro? Io credo che invece possa esserci il rischio di ulteriori umiliazioni, sofferenze e violenza e credo anche che sarebbe più utile per lei allontanarsi e cercare la sua strada. Rinnovo l'invito a consultare di persona uno psicologo che possa aiutarla in questo suo cammino.

Cordalità
[#5]
Utente
Utente
Cari specialisti, vi ringrazio per le risposte. in particolare concordo con quella del dott. Sposato.
Il punto è che proprio ieri, il mio ex mi ha detto che trova assurdo che a me possa interessare di lui solo come partner e che non mi interessi di lui come persona ( perchè gli ho detto di far andare prima i suoi genitori a trovarlo e poi vedrò cosa fare) e che io lo accuso di usarmi, ma sono io quella che lo usa secondo lui...che non è possibile che psicologi mi abbiano consigliato di farmi dire se per caso lui voglia tornare con me prima di affrontare un viaggio altrimenti di negarmi..e che devo essere fuori di testa allora...

secondo lui una persona che vorrebbe tornare con lui correrebbe...probabile..il punto è che nel passato anno sono già corsa così tante volte da lui sperando chissà cosa che non ho più la forza di farlo se non me lo dice.
In ogni caso non è vero che voglio andare solo se mi dice che torniamo insieme, ormai ho capito che non vuole, resta solo il fatto di vedersi "come persone" come dice lui...ma anche lì, sarebbe bello non sentirsi dire "vieni e facciamo questo e quello e poi tu metti a posto e mi fai questo quello" perchè appunto mi fa pensare all'essere usata. Inoltre non sembra importargli che io abbia un'altra relazione che potrebbe finire per una cosa del genrere e che per questo rimandi il viaggio..perchè se di lui mi importasse come persona non posporrei.

Ora tralasciando eventuali sentimenti di amore, a me ovviamente interessa di lui come persona dopo tutti gli anni passati insieme, però...c'è un però.
Inoltre non penso che a lui io interessi come persona visto che quando aveva altra compagnia durante l'anno passato quasi non mi considerava e tutte le sofferenze che ho vissuto mi hanno lasciato ferite profonde. Perciò adesso sono così, poca fiducia, ricordi intensi del bel passato, le ferite e le parole del periodo in cui mi ha lasciato...tutto mischiato.
Se per caso decidessi di non andare soprattutto per non rovinare la relazione in corso (altrimenti sarebbe più facile...anche se non tanto perchè la relazione ce l'ho da 3 mesi e il mio ex mi chiedeva di andare anche prima che l'avessi), nonostante io gli voglia bene come persona, sarei una cattiva persona?
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Psicologo attivo dal 2014 al 2024
Psicologo
Gentile ragazza,

Credo sia giunto il momento per lei di lasciarsi il passato alle spalle e di guardare avanti, pensando a se stessa, ai suoi bisogni e al suo futuro. Come le avevo già scritto, e come lei ha più volte riportato, sembra che il suo ex utilizzi i sensi di colpa per spingerla a fare il suo gioco, come sta succedendo anche in questa circostanza. La sua decisione di guardare avanti e di non sottostare alle richieste di quest'uomo non fanno di lei una cattiva persona. Dopotutto in passato ha più volte messo da parte ogni cosa per correre in aiuto del suo ex. Ora, per il bene di entrambi, si è resa conto che forse sarebbe meglio se lui imparasse a risolvere da solo i suoi problemi, eventualmente con l'aiuto di uno psicologo. Anche questo è un modo per aiutarlo anche se lui non lo vede come tale. Purtroppo a volte le decisioni sono dolorose, ma necessarie. Se vuole, può comunque restargli vicina in altro modo (per esempio parlando telefonicamente con lui) ma solo a patto che lui accetti il tipo di aiuto che lei deciderà di offrirle e che ciò non le causi dolore e sofferenza tali da ripercuotersi sulla sua vita affettiva. Mi auguro che possa risolvere quanto prima la sua situazione e che i suggerimenti offerti le siano d'aiuto.


Cordialità