Mia gelosia ed incapacità di analisi

Buonasera gentili medici vorrei chiedervi un parere su un problema che mi affligge.

Ho un compagno che amo molto, stiamo insieme da più di due anni, lui ha dieci anni più di me, è una persona molto intelligente, molto matura, molto sicura di se, al contrario di me che credo di avere qualche limite da questo punto di vista.

Il mio compagno esce da una separazione, la moglie l'ha tradito per anni, lo ha abbandonato pianificando un figlio con un altro uomo. Allo stato attuale la separazione sta procedendo con tanta sofferenza da parte di lui e con tutto l'appoggio che ho potuto dargli.

Lui dice che sta bene con me, è stato diciamo un crescendo, nel senso che è stato sempre capace di farmi stare bene, e che grazie a me riesce a guardare al domani con quella serenità che aveva perso, nonostante il fatto abbia un carattere un po pessimista e sensibile (credo abbia sofferto veramente tanto).

Tralasciando le mie difficoltà e la mia sofferenza nel sentirmi talvolta "un ripiego", ci tengo a sottolineare che non mi ha mai fatta sentire tale ma che il mio desiderio di esclusività mi porta a pormi il problema, durante il primo anno di relazione mi ha tradita con una donna sua amica e coetanea separata con due figli.
Lui diceva di avere bisogno di frequentare vecchi amici ed io non volevo privarlo di tale necessità pur soffrendone gli ho creduto. Ho sofferto tantissimo il fatto che lui frequentasse regolarmente i figli di questa signora, lui diceva di averne bisogno ed io gli ho creduto e l ho lasciato fare.

A distanza di qualche mese mi confessa tra le lacrime di non farcela più a vivere questa doppia vita e mi confessa il tradimento: la tipa in questione lo aveva posto di fronte ad un bivio e lui ha scelto me, chiedendomi di perdonarlo.

Sintetizzo dicendo che l'ho perdonato, ma forse solo a parole, non so più nulla.
Da qual momento qualcosa in me si è rotto, con lui sto sempre bene, la nostra relazione si è rafforzata, lui progetta con me viaggi e fine settimana, non parla di vivere insieme e non lo faccio nemmeno io perche temo un rifiuto o temo di perderlo, sono un carattere fortemente insicuro, ma lo sento presente e sento che mi vuole bene.

Ultimamente curiosando tra le sue cose ho scoperto che mi tiene nascosta un'amicizia con un'altra donna quarantenne separata con due figli, sua vicina di casa, con cui c'è uno scambio di sms simpatici, con cui è uscito a prendere un gelato qualche volta e che ha invitato a casa per un caffe e che spesso frequenta i suoi figli.

Dice che è un amica, che sono paranoica, che non è successo niente tra loro, ma io sento di non farcela, mi fa sentire una pazza, come se fossi fuori dal mondo, ma questo stesso mondo mi cade addosso.

Avrei, se potete, bisogno di un parere.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2019
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve, scusi signora ma la sua compassione verso questo ragazzo sembra più da mamma che da fidanzata. Dal titolo del post si evince che lei ritiene essere il problema la sua gelosia e non l' opaca condotta del suo ragazzo.. Mi colpisce poi "tralasciando le mie difficoltà e la mia sofferenza", perché tralasciare tutto ciò? saluti
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2013 al 2017
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
sono d'accordo con il Dott. Giannini sul fatto di riflettere come mai tutta questa comprensione "materna" la lega a quest'uomo che a quanto lei racconta ha tradito, l'ha tradita e che tra le lacrime confessa anche il misfatto, così si leva la coscienza e viene perdonato dalla "mamma/fidanzata".
Le consiglio di approfondire, con uno psicologo o psicoterapeuta, la sua posizione e il suo ruolo in questa relazione per poter comprendere meglio cosa la lega a quest'uomo.
Dalla sua descrizione racconta del suo uomo ma poco di sé, tralasciando la sua storia, come magari tralascia sullo sfondo i suoi sentimenti.
Un caro saluto
[#3]
Utente
Utente
Gentili medici grazie mille per avermi risposto.

Diciamo che come assunto, anche se esternamente non lo mostro affatto, sono una persona insicura, ritengo talvolta di non meritare le attenzioni altrui e che gli altri mi "facciano quasi un piacere" a starmi accanto, o che debba "meritarmelo" facendo si che la persona che ho accanto stia bene e si senta compreso.

Io voglio davvero bene a quest'uomo, e, davvero sento che lui me ne vuole; credo che non abbia ancora del tutto metabolizzato le proprie vicende e che a suo modo stia cercando in me la forza per uscirne nel modo migliore. Io non so cosa significhi vivere una separazione e, come lui dice, sopportarne gli effetti legali e lo stress delle controversie, non posso non concedere il beneficio del dubbio circa l'insofferenza per la situazione e cercare nel mio piccolo di stargli vicino.

Il mio problema deriva dal fatto che probabilmente non ho superato il suo tradimento e che non riesco ad oggi ad accettare queste sue amicizie e frequentazioni, oggi a suo dire innocenti, con queste donne.
A volte mi sembra di essere paranoica, e tra le righe me lo fa notare, non riesco a non chiedergli se ha ricevuto anche solo un semplice messaggio, e ad una risposta affermativa entro in crisi sprofondando in una sorta di stato ansioso e distruttivo nei confronti della relazione dal quale riesco a riprendermi solo dopo lunghe litigate e sue spiegazioni.

Temo di rovinare tutto anche perche mi rendo conto che non è ammissibile limitare la vita e la libertà di una persona, costringendola tra l altro in questo modo a mentirmi, ma vivo davvero molto male tutto questo.
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Utente
Utente
Gentili medici,

ci ho riflettuto molto su quanto dite, circa l'atteggiamento "materno" che dimostro nei confronti di questa persona; a mio parere non si tratta di comprensione e soccorso nei suoi confronti quanto piuttosto uno strumento che metto in atto al fine di rivestire un ruolo nella vita di questa persona e di essere importante per lui.

Mi sento profondamente meschina giacchè ricorro a tali sotterfugi dal momento che dentro di me non sento di meritare la considerazione altrui cerco di guadagnarmela offrendo appoggio incondizionato.
Infatti di me parlo molto poco, tendo, riuscendoci sempre alla perfezione, a far aprire gli altri mostrandomi interessata e soddisfacendo così il mio bisogno di considerazione.

Dentro di me ci soffro perche vorrei chiedere di più, come ad esempio un rapporto più stabile o una convivenza o magari un figlio ma temo molto il rifiuto e temo di metterlo in difficoltà nel tentativo di dovermi rispondere senza rischiare di offendermi.

Credo sia un meccanismo messo in atto dalla mia insicurezza o dalla consapevolezza di non valere nulla, probabilmente credo lui sarebbe più felice altrove, non mi sembra giusto chiedergli di sacrificarsi irreversibilmente.

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2009 al 2019
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve ho letto le sue riflessioni, le trovo interessanti. Forse è il caso di cominciare ad emergere un po' di più all'interno della coppia e di esprimere maggiormente i suoi bisogni e i suoi desideri, magari condividerli con il suo compagno.

Saluti cordiali
[#6]
Utente
Utente
E come si fa dottore?da dove si parte?

Io temo che emergere all'interno della coppia faccia inevitabilmente allontanare l'altro, nel mio caso intendo.