Depressione da cui non riesco a uscire
Salve. Sono un ragazzo iscritto all'università che qualche anno fa ha avuto diversi traumi familiari, uno fra tutti mio padre ha deciso di andarsene a vivere altrove e minacciando di distruggere tutti i risparmi della famiglia. Una storia lunga e complessa che non posso raccontare in breve, anche per questioni di riservatezza.
Oltre a ciò risento anche di traumi più intimi: ho 27 anni e sono ancora vergine, mai un bacio o un rapporto diverso con una donna che non fosse quello materno con mia madre. E tante altre cosucce.
Attualmente frequento la specialistica di ingegneria, da tanti, troppi anni. Una cosa che andrebbe completata in 2 anni la sto frequentando da 5 ormai e non riesco più a dare un esame da quasi 3 anni. Mi mancano gli ultimi 7 esami + la tesi che però non riesco a organizzare o andare oltre la prima pagina del libro.
Vedendo il mio passato vedo un ragazzo che è riuscito a conseguire la laurea triennale con il massimo dei voti (110 e lode) e nei 3 anni previsti. Ma quel passato mi sembra un passato lontano dove sia io che la mia vita mi sembrano molto diverse rispetto ad ora.
Sento la pressione del tempo che passa e la mia vita, che avrebbe potuto essere quella di un brillante giovane ingegnere che avrebbe poi potuto intraprendere le sue esperienze in giro per il mondo ed iniziare anche a vivere dopo anni di castità, completamente andata in frantumi.
Aggiungo che prima ero un forte credente, imprinting principalmente familiare, e la fede mi dava forza per proseguire. negli ultimi anni ho rivisto e di molto le mie convinzioni, diventando quasi ateo. Preferisco professarmi agnostico però, un po' per scaramanzia e un po' per nostalgia del passato e di un punto di riferimento che la religione era prima per me.
Sono diventato un edonista, narcisista. tendo ad accettarmi con difficoltà, forse odio vedere l''età che avanza e la vita che mi offre sempre meno e cerco di inseguire la perfezione come posso. Gli sprezzanti aforismi di gente come Oscar Wilde sono diventati pura e razionale verità per me.
Ho fatto per oltre un anno sedute da psicologo senza successo. Del resto lo psicologo a seguito del test a domande multiple che si fa all'inizio mi disse che ero un caso difficile. Nel senso che sono una persona poco idealista e molto più incline alla ricerca di risultati tangibili, materiali.
Ci sono cose che tendono a mandarmi avanti e me ne accorgo dal fatto di essere diventato un salutista, uno sportivo a cui piace mantenersi in forma, una persona che sta cercando ed anche con qualche risultato di imparare bene le lingue straniere col sogno di andare all'estero. Ho anche iniziato a lavorare in un azienda grazie ad un aiuto di una brava persona e tutto ciò mi fa capire che i fatti mi sono d'aiuto e non le belle parole.
Vivo con mia madre ma spesso c'è incomprensione tra noi, a me dispiace enormemente della sua condizione, forse è una persona più fallita di me e penso che difficilmente potrò aiutarla.
In tutto ciò non riesco ancor a studiar
Oltre a ciò risento anche di traumi più intimi: ho 27 anni e sono ancora vergine, mai un bacio o un rapporto diverso con una donna che non fosse quello materno con mia madre. E tante altre cosucce.
Attualmente frequento la specialistica di ingegneria, da tanti, troppi anni. Una cosa che andrebbe completata in 2 anni la sto frequentando da 5 ormai e non riesco più a dare un esame da quasi 3 anni. Mi mancano gli ultimi 7 esami + la tesi che però non riesco a organizzare o andare oltre la prima pagina del libro.
Vedendo il mio passato vedo un ragazzo che è riuscito a conseguire la laurea triennale con il massimo dei voti (110 e lode) e nei 3 anni previsti. Ma quel passato mi sembra un passato lontano dove sia io che la mia vita mi sembrano molto diverse rispetto ad ora.
Sento la pressione del tempo che passa e la mia vita, che avrebbe potuto essere quella di un brillante giovane ingegnere che avrebbe poi potuto intraprendere le sue esperienze in giro per il mondo ed iniziare anche a vivere dopo anni di castità, completamente andata in frantumi.
Aggiungo che prima ero un forte credente, imprinting principalmente familiare, e la fede mi dava forza per proseguire. negli ultimi anni ho rivisto e di molto le mie convinzioni, diventando quasi ateo. Preferisco professarmi agnostico però, un po' per scaramanzia e un po' per nostalgia del passato e di un punto di riferimento che la religione era prima per me.
Sono diventato un edonista, narcisista. tendo ad accettarmi con difficoltà, forse odio vedere l''età che avanza e la vita che mi offre sempre meno e cerco di inseguire la perfezione come posso. Gli sprezzanti aforismi di gente come Oscar Wilde sono diventati pura e razionale verità per me.
Ho fatto per oltre un anno sedute da psicologo senza successo. Del resto lo psicologo a seguito del test a domande multiple che si fa all'inizio mi disse che ero un caso difficile. Nel senso che sono una persona poco idealista e molto più incline alla ricerca di risultati tangibili, materiali.
Ci sono cose che tendono a mandarmi avanti e me ne accorgo dal fatto di essere diventato un salutista, uno sportivo a cui piace mantenersi in forma, una persona che sta cercando ed anche con qualche risultato di imparare bene le lingue straniere col sogno di andare all'estero. Ho anche iniziato a lavorare in un azienda grazie ad un aiuto di una brava persona e tutto ciò mi fa capire che i fatti mi sono d'aiuto e non le belle parole.
Vivo con mia madre ma spesso c'è incomprensione tra noi, a me dispiace enormemente della sua condizione, forse è una persona più fallita di me e penso che difficilmente potrò aiutarla.
In tutto ciò non riesco ancor a studiar
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Psicologo, Psicoterapeuta
Salve, il buono e proficuo "studio" dovrebbe essere conseguenza di uno stato di benessere e non una forzatura a dimostrazione di uno stato di benessere... Allo stesso modo gli obiettivi accademici raggiunti e che raggiungerà (con i migliori auguri) non possono sostituirsi alla "vita", dovrebbero essere elementi che la arricchiscono. Non perda di vista l'importanza di quel malessere delle relazioni che denuncia sopra, nel suo quesito. A quel livello dovrebbe cercare di lavorare, magari con un altro psicologo/psicoterapeuta se ritiene che il primo non andava bene. Le assicuro che attraverso le parole, se ben usate, si raggiungono i fatti ;) un saluto
[#2]
Utente
Il problema è che purtroppo non so come muovermi e che psicologo scegliere. Non so perché ma la mia idea è che dalle mie parti, nell’arretrato Sud, gli psicologi siano più abituati ad affrontare problemi coniugali o tematiche più classiche che i moderni problemi che nascono nella società della concorrenza sfrenata. Società che molti considerano senza valori ma che io personalmente non biasimo.
Ho come la sensazione di aver accumulato molto stress durante il periodo universitario, stress poi esploso con i problemi che mi hanno investito. Vedo poi molte analogie tra la mia vita e quella di un Hikikomori,nonostante alcuni hobby ed il lavoro che cerco di portare avanti sono spesso chiuso in casa, spesso impossibilitato ad uscire proprio per non avere nulla di entusiasmante da fare là fuori. Ho pochi amici ed insoddisfacenti, vorrei averne di più e diversi da quelli attuali. Vivo perennemente su internet oltre che passare tempo sdraiato sul letto a rilassarmi e dormire. Poi arriva sera e arriva l’ansia dalla realizzazione che è trascorso un altro giorno inutile, un giorno che non ha apportato valore aggiunto alla mia vita. Non sarò ascrivibile come Hikikomori ma vedo molte cose in comune con le loro storie e i loro pensieri. E come loro sono un non più giovanissimo vergine e con una figura paterna immatura che anche se non fisicamente è sempre stata assente da casa.
E non c’è solo il problema dello studio e della mia carriera che col passare degli anni mi fa sentire sempre più un fallito. Ma anche la consapevolezza che con i 30 anni che si avvicinano non potrò più godere di rapporti con ragazze più giovani e belle, le gioie dei ventenni spensierati non me le sono godute e con molta difficoltà le potrò godere. Forse è anche per questo che odio i canoni di una società, odio il matrimonio ed ogni cosa che tenda a castrare un individuo che vuole ancora essere giovane perché la gioventù non l’ha vissuta.
Ricordo che il mio psicologo a questo mio “terrore” di non essere più diciamo “in partita” per poter frequentare delle ventenni mi rispose che questa non è per forza una consapevolezza negativa, indica maturità. Io non gli risposi nulla ma avrei dovuto dirgli che se ammesso e NON CONCESSO che essere maturi sia dato da questo, io della “maturità” non me ne faccio nulla.
Veramente non so che genere di psicologo può aiutarmi, il tempo passa e non ho voglia di fare un altro anno di sedute senza o con pochissimi risultati.
Ho come la sensazione di aver accumulato molto stress durante il periodo universitario, stress poi esploso con i problemi che mi hanno investito. Vedo poi molte analogie tra la mia vita e quella di un Hikikomori,nonostante alcuni hobby ed il lavoro che cerco di portare avanti sono spesso chiuso in casa, spesso impossibilitato ad uscire proprio per non avere nulla di entusiasmante da fare là fuori. Ho pochi amici ed insoddisfacenti, vorrei averne di più e diversi da quelli attuali. Vivo perennemente su internet oltre che passare tempo sdraiato sul letto a rilassarmi e dormire. Poi arriva sera e arriva l’ansia dalla realizzazione che è trascorso un altro giorno inutile, un giorno che non ha apportato valore aggiunto alla mia vita. Non sarò ascrivibile come Hikikomori ma vedo molte cose in comune con le loro storie e i loro pensieri. E come loro sono un non più giovanissimo vergine e con una figura paterna immatura che anche se non fisicamente è sempre stata assente da casa.
E non c’è solo il problema dello studio e della mia carriera che col passare degli anni mi fa sentire sempre più un fallito. Ma anche la consapevolezza che con i 30 anni che si avvicinano non potrò più godere di rapporti con ragazze più giovani e belle, le gioie dei ventenni spensierati non me le sono godute e con molta difficoltà le potrò godere. Forse è anche per questo che odio i canoni di una società, odio il matrimonio ed ogni cosa che tenda a castrare un individuo che vuole ancora essere giovane perché la gioventù non l’ha vissuta.
Ricordo che il mio psicologo a questo mio “terrore” di non essere più diciamo “in partita” per poter frequentare delle ventenni mi rispose che questa non è per forza una consapevolezza negativa, indica maturità. Io non gli risposi nulla ma avrei dovuto dirgli che se ammesso e NON CONCESSO che essere maturi sia dato da questo, io della “maturità” non me ne faccio nulla.
Veramente non so che genere di psicologo può aiutarmi, il tempo passa e non ho voglia di fare un altro anno di sedute senza o con pochissimi risultati.
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve, bisogna trovare un modo per uscire da questa stagnazione, no? La consulenza online può far poco se intesa come soluzione al problema. Noi, da qui, possiamo solo intuire le sue difficoltà ma possiamo far poco come terapeuti, possiamo indirizzarla, suggerirle una strada. Mi sembra che lei abbia una forte necessità di parlare di sé e delle sue difficoltà. Tenti di nuovo un percorso con uno psicologo-psicoterapeuta. Il tema della mancanza sembra essere comunque un filo conduttore che lega le riflessioni su di sé. Qualcosa di importante le è mancato nella vita.. e sente che più di qualcosa le mancherà ancora in futuro forse per sempre. Magari potrebbe partire da qui con le sue riflessioni all'interno della terapia.
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta
Guardi, provi a vedere presso il Centro di Salute Mentale della ASL della sua zona. Può trovare informazioni tramite internet. In genere per accedere al servizio è necessario che il suo medico di base le faccia una impegnativa per una "visita psicologica", dopodiché può recarsi al Centro di Salute Mentale (CSM) per prendere un appuntamento. Le può spiegare bene il suo medico di base o il personale del CSM come funziona. Saluti e ci faccia sapere. Non esiti a ricontattarci.
[#6]
Utente
I consulti psicologici che facevo prima erano proprio al centro di salute mentale dell’ASL. Personalmente non mi va di tornarci anche se con uno psicologo diverso a seguirmi, vorrei provare qualcosa di diverso e poi mi darebbe fastidio farmi vedere dal mio ex psicologo. Non vorrei offenderlo nel fargli capire che con lui non ha funzionato. Lo so che sbaglio e che non c’è nulla di offensivo e bla, bla, bla. Ma è più forte di me.
Pensi che lì poi ci lavora anche un amico di mio padre ed un giorno mi becco entrando proprio mentre stavo svolgendo il consulto, e francamente chissà se non ci sono altre persone che mi conoscono lì. Intanto questo è lo svantaggio di vivere in zone piccole dove tutti conoscono tutti.
Per questo preferirei cercare qualcuno di estraneo da quella struttura anche se si tratterà di spostarmi un po’. Come dicevo non riesco ad orientarmi e non vorrei perdere altro tempo. Non so quanto sia possibile operare una selezione a priori sullo psicologo più adatto, tuttavia ho visto cercando su internet che spesso vengono descritte le aree di maggiore interesse ricoperte da un dato psicologo. Ritiene che per il mio caso debba affidarmi a qualche professionista maggiormente indirizzato verso qualcosa?
Pensi che lì poi ci lavora anche un amico di mio padre ed un giorno mi becco entrando proprio mentre stavo svolgendo il consulto, e francamente chissà se non ci sono altre persone che mi conoscono lì. Intanto questo è lo svantaggio di vivere in zone piccole dove tutti conoscono tutti.
Per questo preferirei cercare qualcuno di estraneo da quella struttura anche se si tratterà di spostarmi un po’. Come dicevo non riesco ad orientarmi e non vorrei perdere altro tempo. Non so quanto sia possibile operare una selezione a priori sullo psicologo più adatto, tuttavia ho visto cercando su internet che spesso vengono descritte le aree di maggiore interesse ricoperte da un dato psicologo. Ritiene che per il mio caso debba affidarmi a qualche professionista maggiormente indirizzato verso qualcosa?
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.3k visite dal 01/07/2014.
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