Distrazione

Buongiorno,
sono stato in cura per un po' di anni a causa di una depressione/attacchi d'ansia. Era un periodo di cambiamento della mia vita che ha causato uno "sconvolgimento generale" del mio equilibrio. Ma non è per questo che vi scrivo, oramai sto bene ed è stato tutto superato già da anni.

Ho fatto questa premessa perché nel corso delle sedute (che ancora saltuariamente effettuo, per il motivo di cui vado a parlarvi) è emerso un elemento "nuovo".
Ho 26 anni, mi sono laureato 3 anni fa e da allora lavoro, seppur saltando da un ufficio all'altro (maledetto precariato!).
Nel corso di questi anni ho manifestato una crescente "distrazione", sia sul lavoro che nella vita privata.
Gli elementi che siamo riusciti ad isolare sono due:
1) mi distraggo più facilmente al lavoro perché non mi interessa ciò che faccio e quindi, nonostante mi sforzi per fare tutto al meglio, tendo a distrarmi.
2) ho difficoltà nella memoria (ad esempio, ho serie difficoltà con le tabelline), nel leggere velocemente e nel fare lavori ripetitivi di precisione. Inoltre, ho notato che quando parlo non riesco a costruire frasi corrette al primo colpo. Nonostante mi abbiamo detto che scrivo molto bene (questo però solo crescendo, alle elementari e alle medie ero un disastro!), quando parlo ho difficoltà nel costruire una frase ortograficamente corretta oppure mi capita che dico una parola, magari simile foneticamente, ma che non centra nulla con la frase. Inoltre, se leggo velocemente non capisco il senso della frase, mentre se devo capire ciò che leggo vado piano e leggo male. Tendo poi ad essere disordinato o a non ricordare gli appuntamenti. Infine, mi stanco "diciamo facilmente" (soprattutto con i ritmi lavorativi) e questo ha innescato un dubbio: sono dislessico? o qualcosa del genere?

Sono consapevole che per il primo punto c'è ben poco da fare, la distrazione non è una malattia e per questo sto "lavorando" al fine di cambiare la mia situazione attuale: ho preso la decisione di prepararmi per fare l'esame di ammissione al dottorato in statistica, una cosa che mi appassiona.

D'altro canto, però, vorrei far chiarezza sul secondo punto.
La mia psicologa mi ha detto che lei non è "esperta" in quel campo, ma visti i miei successi negli studi (mi sono laureato con lode) questo piccolo deficit non mi influenza molto. Su questo concordo, ma da quando lavoro, a volte, mi sento abbastanza frustrato... in quanto faccio errorini o dico cose di cui dopo due nanosecondi mi pento (soprattutto se me lo fanno notare). Quando andavo in università, nonostante queste componenti fossero presenti, non erano così evidenti! Mi limitavo solo non seguire le lezioni in cui non riuscivo a prendere appunti, ma lo studio e gli esami non mi hanno mai dato particolari problemi: per questo ho deciso di intraprendere la strada del dottorato! è sempre stato un mio desiderio sin da quando mi ero iscritto all'università, ma che mi spaventava parecchio, soprattutto in passato (ero molto insicuro e complessato, come ho detto in precedenza ho sofferto di ansia e depressione)

mi scuso per essermi dilungato un po' troppo, ma volevo dare un quadro completo per avere un vostro parere

ringrazio anticipatamente
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

potrebbe comunque trattarsi di un problema d'ansia.
Per la memoria può chiedere al curante quali strategie potrebbe attuare: in genere chi non ha buona memoria (poco male) si attrezza con strategie che permettono di rimediare e non perdere pezzi...
Che cosa intende dire col fatto che non riesce a pronunciare bene le frasi al primo colpo? Mi può fare un esempio?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta

Per le piccole strategie ce la metto tutta, ma se non ho l'occasione di prendere appunti, tempo due minuti e ho dimenticato tutto. Ma poco male, se fosse solo quello.

Per quanto riguarda il parlare capita, soprattutto quando sono più stanco, che sbaglio tempi verbali stupidi (non solo il congiuntivo). Oppure capita che io possa dire "voglio andare sul castello" anziché "voglio andare sul cammello"... errori del genere.

Per quanto riguarda la memoria, comunque, aggiungo che ho davvero molti problemi a volte. Ad esempio, qualche anno fa mi era venuta una forma di impetigine... ero andato dal medico di base e mi disse si trattava di impetigine, ma tempo due minuti e già mi ero dimenticato quello che aveva detto! Glielo richiesi, mi concentrai nell'ascolto... quando ero uscito dalla studio mi ero dimenticato nuovamente il nome! Risalii all'impetigine ricercando in internet, visto che mi aveva detto che ero una forma di dermatite comune nei bambini.


Altro episodio "singolare" è al lavoro. Il mio capo fece un'affermazione "il costo medio è il costo totale diviso la quantità", un concetto facilissimo. Ecco lì, in quel momento non capì nulla di quello che disse! Me lo appuntai, lo rilessi la mattina dopo e mi accorsi che era un concetto elementale (almeno per un laureato in economia)... ma in quel momento, buio! Blackout!
Fu un momentaccio, rischiando anche di fare una figuraccia sul lavoro...
Per quello che faccio fatica a prendere appunti, perché non riesco a fare le due cose insieme, ascoltare e scrivere... ed alcune volte faccio fatica anche a seguire chi parla (anche con gli amici, comunque).

In sintesi, è come se si staccasse il collegamento tra quanto ascolto o leggo e quanto la mia mente capisce!

Forse è un problema di attenzione, incosciamente se una cosa non mi interessa la cancello o non la seguo... non so! Il problema che alcune volte è frustrante... sul lavoro soprattutto! Non voglio fare certo il ragazzino viziato che schifa il lavoro... anzi sono sempre stato uno che si è rimboccato le maniche!
Non capisco... perché mi capitava anche all'università, ma in maniera più "attenuata", forse anche perché ero meno stanco.
A lezione avevo difficoltà a prendere appunti se il prof non scriveva alla lavagna, ma comunque potevo studiare "da solo" e tutto si risolveva...
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

fermo restando che ritengo sia opportuno parlarne in terapia, ciò che descrive può essere legato all'ansia, perché quando siamo ansiosi diminuisce la salienza del ricordo, soprattutto se tentiamo di ripetere il gesto o ciò che dobbiamo memorizzare.
Inoltre anche il fatto di credere di avere poca attenzione... a volte capita a tutti di non mettere tanta attenzione, soprattutto a lezione, sia perchè l'argomento può essere pesante, sia perchè la nostra attenzione è fluttuante nel tempo.
Il fatto poi di essere impressionato da questo fenomeno tradisce un po' d'ansia.

Le direi dunque di sentire il parere del terapeuta.
Buona giornata,
[#4]
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta e la disponibilità.
Continuerò a parlarne con la mia terapeuta.

Cordialmente
G