Depressione post violenza sessuale
Gentili Dottori,
cercherò di essere breve.
All'età di 12 anni ho subito violenza sessuale, mai querelata e mai curata perché temevo di dirlo anche in famiglia. Oggi ho 32 anni e la cosa assurda è che a 12 anni sono andata avanti da sola e ce l'ho fatta, ma da quando ho vissuto esperienze che mi hanno riportata al passato mi sono completamente annullata (esperienze come ex compagno violento e l'aver rivisto in maniera morbosa, intorno alla mia famiglia e di riflesso a me, uno dei miei stupratori). È come se la stessa esperienza la stessi rivivendo oggi. Da quegli eventi, accaduti intorno ai 26 anni, sono caduta a picco, fino ad ammalarmi anche fisicamente perché non avevo più difese immunitarie a causa della depressione. I miei studi universitari sono rimasti fermi a pochi esami dalla laurea e non riesco più a concentrarmi nonostante il mio impegno. Mi vergogno a dirlo, ma il pensiero della morte è oramai ricorrente, non mi riconosco più. Arrivando al dunque: non avendo soldi per curarmi privatamente, posso darmi forza con un antidepressivo? Può un antidepressivo darmi quella forza e quella concentrazione che sembrano oramai cestinate? E se esiste, qual è nel mio caso specifico?
Chiedo scusa per il disturbo, ma non so più a chi rivolgermi.
Distinti saluti
cercherò di essere breve.
All'età di 12 anni ho subito violenza sessuale, mai querelata e mai curata perché temevo di dirlo anche in famiglia. Oggi ho 32 anni e la cosa assurda è che a 12 anni sono andata avanti da sola e ce l'ho fatta, ma da quando ho vissuto esperienze che mi hanno riportata al passato mi sono completamente annullata (esperienze come ex compagno violento e l'aver rivisto in maniera morbosa, intorno alla mia famiglia e di riflesso a me, uno dei miei stupratori). È come se la stessa esperienza la stessi rivivendo oggi. Da quegli eventi, accaduti intorno ai 26 anni, sono caduta a picco, fino ad ammalarmi anche fisicamente perché non avevo più difese immunitarie a causa della depressione. I miei studi universitari sono rimasti fermi a pochi esami dalla laurea e non riesco più a concentrarmi nonostante il mio impegno. Mi vergogno a dirlo, ma il pensiero della morte è oramai ricorrente, non mi riconosco più. Arrivando al dunque: non avendo soldi per curarmi privatamente, posso darmi forza con un antidepressivo? Può un antidepressivo darmi quella forza e quella concentrazione che sembrano oramai cestinate? E se esiste, qual è nel mio caso specifico?
Chiedo scusa per il disturbo, ma non so più a chi rivolgermi.
Distinti saluti
[#1]
Gentile Utente,
lo psicologo non è un medico quindi non è in questa sezione che riuscirà a trovare delle risposte alle sue domande in merito ai farmaci. Caso mai può integrare un percorso psicoterapico con una cura farmacologica di supporto, previa valutazione psichiatrica ovviamente. Prima di prescrivere i farmaci il medico-psichiatra deve fare una valutazione di persona.
>>esperienze come ex compagno violento e l'aver rivisto in maniera morbosa, intorno alla mia famiglia e di riflesso a me, uno dei miei stupratori..<<
nel suo caso purtroppo non sarà un antidepressivo che potrà aiutarla a risolvere le sue difficoltà, perché si tratta di fare un lavoro complesso su di se, volto all'elaborazione di contenuti emotivi importanti.
Se ha difficoltà economiche può rivolgersi al Consultorio Famigliare o al Centro di Salute Mentale della sua zona di residenza.
lo psicologo non è un medico quindi non è in questa sezione che riuscirà a trovare delle risposte alle sue domande in merito ai farmaci. Caso mai può integrare un percorso psicoterapico con una cura farmacologica di supporto, previa valutazione psichiatrica ovviamente. Prima di prescrivere i farmaci il medico-psichiatra deve fare una valutazione di persona.
>>esperienze come ex compagno violento e l'aver rivisto in maniera morbosa, intorno alla mia famiglia e di riflesso a me, uno dei miei stupratori..<<
nel suo caso purtroppo non sarà un antidepressivo che potrà aiutarla a risolvere le sue difficoltà, perché si tratta di fare un lavoro complesso su di se, volto all'elaborazione di contenuti emotivi importanti.
Se ha difficoltà economiche può rivolgersi al Consultorio Famigliare o al Centro di Salute Mentale della sua zona di residenza.
Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it
[#4]
Gentile Utente,
secondo me un aiuto specialistico in ambito psicologico e/o psicoterapico è imprescindibile. Nulla da dire sulla terapia farmacologica, perchè Le ha già risposto il Collega e nessuno Le vieta di rivolgersi anche ad uno psichiatra.
Tuttavia, credo che Lei debba rileggere quel trauma che pare sia stato per così dire represso per tantissimo tempo. E' vero che gli esseri umani sono pienissimi di risorse ed è vero che possiamo superare i traumi se ci sono le giuste condizioni.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1210-trauma-psicologico-che-cosa-accade-nella-mente-di-chi-ha-subito-un-trauma.html
Ci sono diversi modi per superare il trauma e nella Sua città c'è probabilmente più di un Servizio o Associazione che si occupa specificamente di queste problematiche.
Perchè non guarda sul sito del Suo Comune? O sul sito della CRI?
Oppure nei grandi ospedali c'è addirittura il Centro Antiviolenza: io non so indicarLe indirizzi specifici nella Sua città, ma magari può provare a contattare privatamente Colleghi iscritti a questo sito e che ricevono nella Sua zona per avere indicazioni in merito. Non è sola e non è vero che non può superare quella drammatica violenza.
Soprattutto una psicoterapia potrà esserLe utile per spezzare quella dinamica che probabilmente mette in atto nel tentativo disperato di cercare di controllare ciò che Le è successo: la relazione con l'uomo violento non mi pare casuale...
Spesso le donne che subiscono abusi o violenze sessuali vogliono mettersi alla prova con situazioni a rischio per cercare di avere la meglio e dimostrare a se stesse di avere controllo.
Cordiali saluti,
secondo me un aiuto specialistico in ambito psicologico e/o psicoterapico è imprescindibile. Nulla da dire sulla terapia farmacologica, perchè Le ha già risposto il Collega e nessuno Le vieta di rivolgersi anche ad uno psichiatra.
Tuttavia, credo che Lei debba rileggere quel trauma che pare sia stato per così dire represso per tantissimo tempo. E' vero che gli esseri umani sono pienissimi di risorse ed è vero che possiamo superare i traumi se ci sono le giuste condizioni.
Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1210-trauma-psicologico-che-cosa-accade-nella-mente-di-chi-ha-subito-un-trauma.html
Ci sono diversi modi per superare il trauma e nella Sua città c'è probabilmente più di un Servizio o Associazione che si occupa specificamente di queste problematiche.
Perchè non guarda sul sito del Suo Comune? O sul sito della CRI?
Oppure nei grandi ospedali c'è addirittura il Centro Antiviolenza: io non so indicarLe indirizzi specifici nella Sua città, ma magari può provare a contattare privatamente Colleghi iscritti a questo sito e che ricevono nella Sua zona per avere indicazioni in merito. Non è sola e non è vero che non può superare quella drammatica violenza.
Soprattutto una psicoterapia potrà esserLe utile per spezzare quella dinamica che probabilmente mette in atto nel tentativo disperato di cercare di controllare ciò che Le è successo: la relazione con l'uomo violento non mi pare casuale...
Spesso le donne che subiscono abusi o violenze sessuali vogliono mettersi alla prova con situazioni a rischio per cercare di avere la meglio e dimostrare a se stesse di avere controllo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#5]
Ex utente
Buonasera Dott.ssa Angela Pileci,
qualche anno fa ho provato a contattare le Associazioni (anche tra quelle note in Tv) e a scrivere in vari siti che si occupano di queste problematiche, ma purtroppo senza risultato. Per carità, le Dott.sse che mi hanno ascoltata sono state disponibilissime fino a farmi raccontare, in maniera tranquilla, anche ciò che, per ovvi motivi, ho dovuto omettere qui. Ma ciò che mi sentivo dire alla fine di una conversazione o che leggevo come risposta (nei casi dei siti) era sempre questo: "la Sua situazione è talmente grave che non Le basterebbe una seduta o due a settimana (che sono quelle che possiamo offrirLe noi al momento, viste le numerose richieste). Le consiglio di ricorrere ad un esperto privatamente per 3/4 volte a settimana".
Ovviamente, non avendo soldi e non potendo chiedere aiuto a mio padre che è all'oscuro di tutto, mi limitavo a ringraziare e chiudevo la conversazione.
Poi 2 anni fa ci ho riprovato rivolgendomi ad un centro di una cittadina limitrofe al mio paese su consiglio della mia Dott.ssa di fiducia, ma anche qui senza risultato. Purtroppo mi capitò una Dott.ssa inesperta, credo appena laureata e comunque per niente all'altezza. Le dico solo che sapeva già di cosa avremmo dovuto parlare (perché informata da una collega della mia Dott.ssa) e sapeva anche (a differenza mia) che non essendoci posto mi avrebbe messa in lista di attesa che di solito dura 2 anni. E così infatti andò. Ma nonostante questo mi tenne 2 ore facendomi 3000 domande e scavando in maniera penetrante nel mio passato fino a ridurmi "in uno straccio".
Come se non bastasse, nonostante avessi spiegato che mio padre e mio fratello sarebbero capaci di andare in galera se sapessero una cosa simile (visto che conoscono anche chi mi ha violentata) la Dott.ssa concluse ponendomi due domande, quali: "non crede che sia il caso di dirlo a suo padre e a suo fratello? Crede che venendo qui risolverà il suo problema?". E poi mi liquidò mettendomi in lista di attesa.
L'ultima domanda, poi, che glielo dico a fare... posta ad una persona che versa nel mio stato equivale a dirLe "non penserà mica che venendo qui risolverà il suo problema!".
Rimasi un'ora chiusa in macchina perché non ero nelle condizioni di guidare, sarei stata un pericolo per gli altri.
Per questo ci ho rinuciato fino a pensare scioccamente, come soluzione, agli antidepressivi nonostante non li abbia mai amati.
Cordiali saluti
qualche anno fa ho provato a contattare le Associazioni (anche tra quelle note in Tv) e a scrivere in vari siti che si occupano di queste problematiche, ma purtroppo senza risultato. Per carità, le Dott.sse che mi hanno ascoltata sono state disponibilissime fino a farmi raccontare, in maniera tranquilla, anche ciò che, per ovvi motivi, ho dovuto omettere qui. Ma ciò che mi sentivo dire alla fine di una conversazione o che leggevo come risposta (nei casi dei siti) era sempre questo: "la Sua situazione è talmente grave che non Le basterebbe una seduta o due a settimana (che sono quelle che possiamo offrirLe noi al momento, viste le numerose richieste). Le consiglio di ricorrere ad un esperto privatamente per 3/4 volte a settimana".
Ovviamente, non avendo soldi e non potendo chiedere aiuto a mio padre che è all'oscuro di tutto, mi limitavo a ringraziare e chiudevo la conversazione.
Poi 2 anni fa ci ho riprovato rivolgendomi ad un centro di una cittadina limitrofe al mio paese su consiglio della mia Dott.ssa di fiducia, ma anche qui senza risultato. Purtroppo mi capitò una Dott.ssa inesperta, credo appena laureata e comunque per niente all'altezza. Le dico solo che sapeva già di cosa avremmo dovuto parlare (perché informata da una collega della mia Dott.ssa) e sapeva anche (a differenza mia) che non essendoci posto mi avrebbe messa in lista di attesa che di solito dura 2 anni. E così infatti andò. Ma nonostante questo mi tenne 2 ore facendomi 3000 domande e scavando in maniera penetrante nel mio passato fino a ridurmi "in uno straccio".
Come se non bastasse, nonostante avessi spiegato che mio padre e mio fratello sarebbero capaci di andare in galera se sapessero una cosa simile (visto che conoscono anche chi mi ha violentata) la Dott.ssa concluse ponendomi due domande, quali: "non crede che sia il caso di dirlo a suo padre e a suo fratello? Crede che venendo qui risolverà il suo problema?". E poi mi liquidò mettendomi in lista di attesa.
L'ultima domanda, poi, che glielo dico a fare... posta ad una persona che versa nel mio stato equivale a dirLe "non penserà mica che venendo qui risolverà il suo problema!".
Rimasi un'ora chiusa in macchina perché non ero nelle condizioni di guidare, sarei stata un pericolo per gli altri.
Per questo ci ho rinuciato fino a pensare scioccamente, come soluzione, agli antidepressivi nonostante non li abbia mai amati.
Cordiali saluti
[#6]
Gentile Utente,
sono davvero basita e dispiaciuta per quanto scrive, anche perchè NON è affatto necessario vedere un pz. 3/4 volte alla settimana, neppure se si tratta di situazioni gravissime, ma la psicoterapia (se questo è ciò che Le è stato proposto) ha bisogno di tempo in cui si lascia sedimentare ciò che è emerso nel colloquio.
Non è mica vero che se il pz. va in terapia 3/4 volte alla settimana starà meglio, nè tanto meno prima.
Detto questo, ci sono anche gruppi, organizzati da tali Associazioni.
A Lei è stata proposta solo la terapia individuale?
Poichè io ritengo che un evento del genere, soprattutto per le conseguenze che sta vivendo e che La fanno soffrire, debba essere rielaborato e superato, Le suggerisco di cercare ancora un esperto psicologo psicoterapeuta, o all'ASL, oppure presso i privati accreditati che in genere hanno parcelle accessibili.
Un cordiale saluto,
sono davvero basita e dispiaciuta per quanto scrive, anche perchè NON è affatto necessario vedere un pz. 3/4 volte alla settimana, neppure se si tratta di situazioni gravissime, ma la psicoterapia (se questo è ciò che Le è stato proposto) ha bisogno di tempo in cui si lascia sedimentare ciò che è emerso nel colloquio.
Non è mica vero che se il pz. va in terapia 3/4 volte alla settimana starà meglio, nè tanto meno prima.
Detto questo, ci sono anche gruppi, organizzati da tali Associazioni.
A Lei è stata proposta solo la terapia individuale?
Poichè io ritengo che un evento del genere, soprattutto per le conseguenze che sta vivendo e che La fanno soffrire, debba essere rielaborato e superato, Le suggerisco di cercare ancora un esperto psicologo psicoterapeuta, o all'ASL, oppure presso i privati accreditati che in genere hanno parcelle accessibili.
Un cordiale saluto,
[#7]
Ex utente
Sì Dott.ssa Pileci,
mi è stata proposta solo la terapia individuale.
Mi sembrava strano che fosse per forza necessario recarsi 3/4 volte a settimana... ma ovviamente ci ho creduto non essendo esperta in materia.
La ringrazio per il tempo che ha speso per me, è stata gentilissima.
Comunque, che dire, proverò ancora.
Cardiali saluti e grazie ancora di tutto
mi è stata proposta solo la terapia individuale.
Mi sembrava strano che fosse per forza necessario recarsi 3/4 volte a settimana... ma ovviamente ci ho creduto non essendo esperta in materia.
La ringrazio per il tempo che ha speso per me, è stata gentilissima.
Comunque, che dire, proverò ancora.
Cardiali saluti e grazie ancora di tutto
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.6k visite dal 30/06/2014.
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