Come convivere con una fidanzata con personalità abbandonica?
Buon giorno, scrivo perchè dopo più di due anni di relazione ed un ultimo anno di difficile convivenza con la mia compagna, siamo in una situazione di crisi totale. Di fatto siamo separati in casa, non ci parliamo e non ci salutiamo (in particolare è lei
che non mi vuole parlare e se lo fa mi rimprovera e basta). Dopo quasi un mese dall'inizio dell'ennesimo ed ultimo conflitto, la settimana scorsa sono stato da solo in ferie in Spagna e ho incontrato una mia amica, di profesione psicologa con studi in psicoanalisi. A lei ho spiegato tutti i miei problemi e lei mi ha detto che, secondo lei, la mia compagna soffre di sindrome abbandonica mentre io tendo troppo ad essere un salvatore. Mi ha anche prestato un libro dove ho letto tutta una serie di esempi che coincidono al 95 % con quello che mi e' successo. Mi rendo conto di avere abbandonato la mia compagna pur volendole un bene infinito, ma questo abbandono e dovuto al suo comportamernto eccessivo, soffocante e spesso violento. La mia amica spagnola mi ha detto che il problema è risolvibile e mi ha suggerito di andare entrambi insieme da uno psicologo. Il problema è che io sarei anche disponibile ma la mia compagna non sembra volere riconoscere di avere problemi comportamentali. Cosa posso fare io per convincerla? Se vado io da solo non credo si risolve il problema, il disturbo credo riguarda lei non me; certo anche io vorrei capire come affrontare una fidanzata con questo tipo di distrurbo e tentare di risolvere i problemi. Sento ancora di volerle molto bene nonostante tutto. Grazie
che non mi vuole parlare e se lo fa mi rimprovera e basta). Dopo quasi un mese dall'inizio dell'ennesimo ed ultimo conflitto, la settimana scorsa sono stato da solo in ferie in Spagna e ho incontrato una mia amica, di profesione psicologa con studi in psicoanalisi. A lei ho spiegato tutti i miei problemi e lei mi ha detto che, secondo lei, la mia compagna soffre di sindrome abbandonica mentre io tendo troppo ad essere un salvatore. Mi ha anche prestato un libro dove ho letto tutta una serie di esempi che coincidono al 95 % con quello che mi e' successo. Mi rendo conto di avere abbandonato la mia compagna pur volendole un bene infinito, ma questo abbandono e dovuto al suo comportamernto eccessivo, soffocante e spesso violento. La mia amica spagnola mi ha detto che il problema è risolvibile e mi ha suggerito di andare entrambi insieme da uno psicologo. Il problema è che io sarei anche disponibile ma la mia compagna non sembra volere riconoscere di avere problemi comportamentali. Cosa posso fare io per convincerla? Se vado io da solo non credo si risolve il problema, il disturbo credo riguarda lei non me; certo anche io vorrei capire come affrontare una fidanzata con questo tipo di distrurbo e tentare di risolvere i problemi. Sento ancora di volerle molto bene nonostante tutto. Grazie
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Psicologo
Gentile signore,
Il termine "Sindrome abbandonica" non risulta essere attualmente associato a una patologia specifica. Esistono però alcuni disturbi legati alla paura di essere abbandonati (per esempio il Disturbo d'ansia di separazione o il Disturbo di Personalità Borderline). Stabilire se la sua compagna soffra o meno di un disturbo psicologico è però qualcosa che non può essere fatto on-line attraverso le informazioni da lei fornite. In primo luogo perché sarebbe illegale e deontologicamente scorretto, in secondo luogo perché la diagnosi andrebbe effettuata, previa accurata valutazione da parte di un professionista della salute mentale, direttamente sulla persona interessata. Il Codice Deontologico degli psicologi italiani vieta infatti l'espressione di giudizi clinici su fatti dei quali non si è direttamente a conoscenza. Probabilmente le norme deontologiche spagnole differiscono da quelle italiane, ma era comunque corretto chiarire questo punto. Per quanto riguarda la sua richiesta, le ricordo che non è possibile obbligare una persona a consultare uno psicologo: in primo luogo perché anche in questo caso è vietato per legge (a meno che non si tratti di un minore o di una persona sulla quale esercita la tutela giuridica) e, in secondo luogo, perché qualsiasi forma d'intervento sarebbe destinata a fallire senza la partecipazione dell'interessato. Da ciò che scrive sembra comunque emergere uno stato di sofferenza al quale lei vorrebbe porre rimedio. Fermo restando che la psicoterapia individuale potrebbe aiutarla a gestire meglio questa situazione, il suggerimento di una psicoterapia di coppia sembra quello più adeguato. Tuttavia, può darsi che lei abbia posto male la sua richiesta. Lei scrive infatti "la mia compagna non sembra volere riconoscere di avere problemi comportamentali", frase dalla quale sembra emergere un'attribuzione di colpa alla sua compagna. Tenga conto che le difficoltà all'interno della coppia dipendono però da entrambi e non si può dunque addossare la responsabilità solo su uno dei due partner. Inoltre, se lei continua a far passare il messaggio che la sua compagna dovrebbe seguirla da un terapeuta di coppia perché ha dei problemi, temo che sarà veramente difficile convincerla perché la maggior parte delle persone reagirebbe a una simile richiesta mettendosi sulla difensiva. Provi invece a parlare con lei in maniera più serena e meno accusatoria. Le faccia capire di volerle ancora molto bene e di voler provare a rivolgersi a una persona specializzata in problemi della coppia non perché crede che lei abbia problemi comportamentali, ma perché vorrebbe che le cose tra di voi tornassero a funzionare come una volta. Il messaggio che deve far passare non è dunque quello di un'ipotetica responsabilità da parte di uno dei due partner, ma piuttosto il genuino bisogno di risolvere insieme questa situazione. Se la sua compagna ha effettivamente paura di essere abbandonata, proporle una soluzione volta a evitare che ciò accada potrebbe renderla più disponibile a richiedere una consulenza di coppia.
Cordialità
Il termine "Sindrome abbandonica" non risulta essere attualmente associato a una patologia specifica. Esistono però alcuni disturbi legati alla paura di essere abbandonati (per esempio il Disturbo d'ansia di separazione o il Disturbo di Personalità Borderline). Stabilire se la sua compagna soffra o meno di un disturbo psicologico è però qualcosa che non può essere fatto on-line attraverso le informazioni da lei fornite. In primo luogo perché sarebbe illegale e deontologicamente scorretto, in secondo luogo perché la diagnosi andrebbe effettuata, previa accurata valutazione da parte di un professionista della salute mentale, direttamente sulla persona interessata. Il Codice Deontologico degli psicologi italiani vieta infatti l'espressione di giudizi clinici su fatti dei quali non si è direttamente a conoscenza. Probabilmente le norme deontologiche spagnole differiscono da quelle italiane, ma era comunque corretto chiarire questo punto. Per quanto riguarda la sua richiesta, le ricordo che non è possibile obbligare una persona a consultare uno psicologo: in primo luogo perché anche in questo caso è vietato per legge (a meno che non si tratti di un minore o di una persona sulla quale esercita la tutela giuridica) e, in secondo luogo, perché qualsiasi forma d'intervento sarebbe destinata a fallire senza la partecipazione dell'interessato. Da ciò che scrive sembra comunque emergere uno stato di sofferenza al quale lei vorrebbe porre rimedio. Fermo restando che la psicoterapia individuale potrebbe aiutarla a gestire meglio questa situazione, il suggerimento di una psicoterapia di coppia sembra quello più adeguato. Tuttavia, può darsi che lei abbia posto male la sua richiesta. Lei scrive infatti "la mia compagna non sembra volere riconoscere di avere problemi comportamentali", frase dalla quale sembra emergere un'attribuzione di colpa alla sua compagna. Tenga conto che le difficoltà all'interno della coppia dipendono però da entrambi e non si può dunque addossare la responsabilità solo su uno dei due partner. Inoltre, se lei continua a far passare il messaggio che la sua compagna dovrebbe seguirla da un terapeuta di coppia perché ha dei problemi, temo che sarà veramente difficile convincerla perché la maggior parte delle persone reagirebbe a una simile richiesta mettendosi sulla difensiva. Provi invece a parlare con lei in maniera più serena e meno accusatoria. Le faccia capire di volerle ancora molto bene e di voler provare a rivolgersi a una persona specializzata in problemi della coppia non perché crede che lei abbia problemi comportamentali, ma perché vorrebbe che le cose tra di voi tornassero a funzionare come una volta. Il messaggio che deve far passare non è dunque quello di un'ipotetica responsabilità da parte di uno dei due partner, ma piuttosto il genuino bisogno di risolvere insieme questa situazione. Se la sua compagna ha effettivamente paura di essere abbandonata, proporle una soluzione volta a evitare che ciò accada potrebbe renderla più disponibile a richiedere una consulenza di coppia.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.4k visite dal 30/06/2014.
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